C'era una volta il sogno
Introduzione alla simbiosi temporale
L’indagine riguarda i livelli fusionali pre-simbolici, in particolare, la primissima forma del legame madre-neonato, di cui vengono individuate caratteristiche specifiche.
L’indagine riguarda i livelli fusionali pre-simbolici, in particolare, la primissima forma del legame madre-neonato, di cui vengono individuate caratteristiche specifiche.
Il 25 novembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne e ci sembra opportuno pubblicare un doppio intervento che parta da un "sogno" (Il sogno di Marion) per aiutarci a comprendere come, oggi più che mai, sia fondamentale essere attenti e vigili per combattere la violenza di genere, sia nella sua parte legata alla cultura maschile che in quella prettamente legata alla cultura femminile.
Mario Girola, psichiatra di formazione psicoanalitica, iscritto all'albo speciale degli psicoterapeuti, coltiva il costante interesse culturale per la filosofia, l'antropologia, le arti figurative e la storia delle religioni e, in particolare, da tempo tratta i temi del Sogno e del Mito.
I segnali di malessere fisico o emotivo da cui possiamo ritrovarci affetti in periodi della nostra vita, vengono solitamente vissuti come “accidenti” da cui liberarci il prima possibile spesso ricorrendo a mezzi farmacologici; da questi possiamo diventare dipendenti senza che il nostro star male sia sconfitto ma solo contenuto o “stordito”.
Ho scelto di riportare alcune frasi di John Carew Eccles, neurofisiologo e filosofo australiano, tratte dal suo volume L'Io e il suo Cervello e di commentarle per i lettori di Psiconline.it
In particolare sono brani tratti dalle pagine 449,450 e 451 del citato volume.
Il cinema è un’arte fatta di immagini simboliche, fusione di mythos e logos, immagini organizzate in racconto secondo quei processi di “condensazione” e di “spostamento” che sono gli stessi che si attivano nella fase onirica.
Definito con la nota espressione “sogno a occhi aperti”, il cinema ha, dunque, molto in comune con l’attività onirica soprattutto perché il suo linguaggio è identico a quello del sogno dal momento che nel racconto impiega lo stesso trattamento del tempo e dello spazio che si attiva nel sogno.
La fiaba è la rappresentazione socialmente condivisibile di tutti i contenuti presenti nel dipanarsi dello sviluppo dell'individuo.
Dei due procedimenti distinti da Freud, l’interpretazione e la teoria del sogno, si tratta per noi di scoprire i modi e le forme di una autonomia del sogno che, analogamente all’autonomia del significante linguistico in letteratura, faccia brillare la superficie e le forme rispetto ai significati o ai simboli del contenuto latente.
"Le porte del sogno" custodisce gli ultimi scritti di Géza Roheim.
In tal senso questi due volumi possono essere inquadrati come una versione conclusiva del suo pensiero, la sintesi documentata e affascinante di trent'anni di ricerche effettuate "sul campo".
Il saggio tratta il tema dell'interpretazione dei classici sogni dellinfanzia, della prognosi auspicabile e del rischio psicopatologico implicito.
Nel volume sono raccolti lavori di psicoanalisti e conversazionalisti che esplorano, nella teoria e nella pratica terapeutica, la possibilità che le immagini dei sogni siano il prodotto della mente di chi sogna, oppure oggetti autonomi che vengono dal di fuori, a volte attraverso i bordi del mondo dei morti.
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