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Crizia

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  1. Crizia

    sbagliata...

    Se sei cattiva è una tua scelta, non è colpa dell'handicap. Anche io ho un handicap fisico e discrete qualità intellettive. Non per questo mi co lpevolizzo o ce l'ho col mondo, anzi, sono ben contenta di essere qua. Hai presente Bebe Vio? Menomata, sfregiata, eppure solare e coraggiosa. E amata, per questo. Sta a te scegliere come vuoi vivere, e se vuoi essere amata ama per prima . L'handicap è una scusa
  2. Nei rapporti interpersonali, se ho commesso errori, è sempre stato per la dipendenza da abitudini. Mi spiego meglio con un esempio: ho una collega di lavoro con cui si è instaurata una profonda amicizia, tutti i giorni parliamo e nel weekend ci sentiamo almeno una volta. Ora questa collega è in mutua e allora io "mi aspetto" comunque di sentirla tutti i giorni e raccontarle la giornata. Ieri mi ha messaggiato invece di chiamarmi perchè aveva da fare e io ci sono rimasta malissimo, perchè durante la giornata lavorativa erano accadute diverse cosette che mi sarebbe piaciuto raccontarle. E la cosa peggiore è che ho cominciato ad arrovellarmi su cosa potessi aver fatto di sbagliato per cui non mi ha chiamata. Logico che poi lei quando se n'è accorta ed è cascata dal pero, e si è sentita in dovere di rassicurarmi. E questo mi spiace. Quando ero piccola e le amichette se ne andavano per tornare alle loro case piangevo disperata. Ho sempre investito molto nelle amicizie, ma ho sbagliato, appunto, per questa eccessiva dipendenza in certe occasioni. Dò molto, ma se l'altro non dà come mi aspetto vado in crisi e penso di aver sbagliato qualcosa. A volte provo rabbia e frustrazione. Perchè quando una persona è veramente importante per me, trovo sempre il tempo/modo per esserci per lei, e diventa prioritaria. Se per l'altro non è lo stesso, ci sto male. In amore non sono così, a parte i primi tempi di esplorazione. Di mio marito sono sicura, lo conosco come le mie tasche quindi non ho aspettative o delusioni, se non in rari casi. So da me che il mio atteggiamento è sbagliato, ma scrivo qui per sapere secondo voi da cosa deriva e soprattutto cosa posso fare per migliorare.
  3. Interessante la tua frase: trovare una persona che in me trovi l'amore per se stessa. Con le mie amiche, ho sempre cercato questo: far vedere loro quanto valgono, nonostante si vedano in modo negativo (e chissà perchè, le persone a cui mi sono più affezionata avevano quasi tutte questa caratteristica...sindrome da crocerossina?). Salvo poi restare frustrata quando capisco che tutte le mie frasi, le mie dimostrazioni di apprezzamento e affetto, non servono a convincerle delle loro qualità. Sì, sono grate, mi ringraziano, ma i loro meccanismi psicologici non sono mai riuscita a smuoverli. riguardo alla tua domanda: se ho mai fatto del bene a una persona che non amo? ma certo. Anche a perfetti estranei. Se vedo qualcuno in difficoltà non sto a domandarmi se lo amo o no, lo aiuto e basta. CErto, questo mi fa star bene, ma non mi aspetto un ritorno da un'estraneo. E' con i familiari, gli amici, che ho aspettative.
  4. Buongiorno, sono nuova, mi chiamo Crizia e ho 42 anni. Ho letto un articolo di cui vi riporto alcuni passaggi, sperando che ne nasca un confronto e possibilmente un consiglio: Se vogliamo bene a qualcuno, abbiamo alcune aspettative. Se l’altra persona non ci dà quello che ci aspettiamo, stiamo male. Il problema è che c’è un’alta probabilità che l’altro sia spinto ad agire in modo diverso da come vorremmo, perché non siamo tutti uguali. Ogni essere umano è un universo a sé stante. Amare significa desiderare il meglio dell’altro, anche quando le motivazioni sono diverse. Amare è permettere all’altro di essere felice, anche quando il suo cammino è diverso dal nostro. È un sentimento disinteressato che nasce dalla volontà di donarsi, di offrirsi completamente dal profondo del cuore. Per questo, l’amore non sarà mai fonte di sofferenza. Quando una persona dice di aver sofferto per amore, in realtà ha sofferto per aver voluto bene. Si soffre a causa degli attaccamenti. Se si ama davvero, non si può stare male, perché non ci si aspetta nulla dall’altro. Quando amiamo, ci offriamo totalmente senza chiedere niente in cambio, per il puro e semplice piacere di “dare”. Ma è chiaro che questo offrirsi e regalarsi in maniera disinteressata può avere luogo solo se c’è conoscenza. Possiamo amare qualcuno solo quando lo conosciamo davvero, perché amare significa fare un salto nel vuoto, affidare la propria vita e la propria anima. E l’anima non si può indennizzare. Conoscersi significa sapere quali sono le gioie dell’altro, qual è la sua pace, quali sono le sue ire, le sue lotte e i suoi errori. Perché l’amore va oltre la rabbia, la lotta e gli errori e non è presente solo nei momenti allegri. Amare significa confidare pienamente nel fatto che l’altro ci sarà sempre, qualsiasi cosa accada, perché non ci deve niente: non si tratta di un nostro egoistico possedimento, bensì di una silenziosa compagnia. Amare significa che non cambieremo né con il tempo né con le tormente né con gli inverni. Amare è attribuire all’altro un posto nel nostro cuore affinché ci resti in qualità di partner, padre, madre, fratello, figlio, amico; amare è sapere che anche nel cuore dell’altro c’è un posto speciale per noi. Dare amore non ne esaurisce la quantità, anzi, la aumenta. E per ricambiare tutto quell’amore, bisogna aprire il cuore e lasciarsi amare. Ammetto che gli errori che ho fatto nelle relazioni interpersonali sono sempre stati causati dall'attaccamento e dalle aspettative. E' insito in me fin dall'infanzia, quando piangevo disperata se un'amichetta mi salutava dopo aver giocato con me. La teoria la so, il casino è la pratica. Come si fa ad amare nel vero senso delle parola? io quando non ho attaccamento/aspettative è perchè me ne frega il giusto della persona in questione....Oppure quando la "possiedo" come nel caso di marito e figli: so che vivono con me, che non "scappano" e quindi sono tranquilla. Metteteci pure una certa dose di trauma dovuta alla morte improvvisa di alcune persone care.....Fprse conta anche il fatto che da piccola non ero granchè popolare, ero timida impacciata e bruttina e mi sono sentita spesso sola. Insomma, so dare molto, ma riconosco anche di avere delle esigenze, di avere bisogno di un "ritorno". Ed è questa parte che vorrei modificare perchè mi fa vivere male, e a volte fa vivere male anche chi mi ama.
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