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Hez

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  1. Ciao Giacomo, grazie per la risposta. In effetti hai centrato il punto... la cosa migliore sarebbe fare auto-miglioramento, realizzarsi in modo da piacersi di più e quindi piacere di conseguenza. Il problema è che quando per tanto tempo non riesci ad avere soddisfazione professionale e, magari, manca per anche la parte sentimentale / sessuale (quest'ultima nessuno la cita mai, non capisco perché), l'autostima si abbassa irrimediabilmente e riesci sempre meno in tutto quel che fai. Se ci pensi, a volte basta poco, una ragazza che risponde positivamente al tuo approccio e ti fa capire che sei 'amabile', che hai qualcosa di bello da dare e che lei lo vuole quel qualcosa, che si rivede in te. Oppure una iniziativa professionale che va in porto. Dei rapporti che si rilassano... Se per anni vedi solo difficoltà poi è dura essere ottimisti! Tuttavia ci sto provando... Però non c'è nulla da fare, quando arriverai alla soglia dei 30 noterai molto di più questa sottile necessità femminile: la struttura solida del maschio. E in questa caratteristica, oltre alla capacità di risolvere problemi, il carisma, il saper affrontare i cambiamenti, le abilità sociali, ci rientra anche la capacità di sapere guadagnare dei soldi... che sono l'unico mezzo che abbiamo per poter sopravvivere... quindi in fondo non le si può nemmeno tacciare di materialismo, perché un minimo di entrate bisogna sapersele procacciare per essere dei maschi che abbiano un minimo di valore.
  2. Ciao a tutti, mi sono iscritto al forum per parlarvi della situazione un po' difficile in cui mi trovo, spero che qualcuno possa darmi una mano. Scusate in anticipo per la lunghezza. Tutti i miei amici sono fidanzati. Può capitare che si lascino, ma dopo pochi mesi si rifidanzano sempre. Io mi considero un ragazzo normale, né bello né brutto, con un carattere un poco introverso... ma probabilmente anche interessante (ci sono tante cose che mi piacciono della vita e che amo fare). E sono single praticamente da sempre. Ho avuto un paio di storie di un annetto l'una (amori intensi ma brevi) e poi solo storielle, ma nemmeno poi così tante.. Adesso che ho superato i 30 questa differenza tra me e i miei amici comincia a pesarmi molto psicologicamente. Il fatto che non abbia una ragazza è duro da sopportare, ma direi che è poca cosa rispetto alla sensazione che provo quando intuisco che faccio quasi 'pena' ai miei amici... è abbastanza evidente che loro provano a non lasciarmi troppo da solo e mi coinvolgono nelle loro uscite anche in presenza delle ragazze; ci tengono a me. Io ne sono felice, ma onestamente tutto questo mi fa male. Il confronto con gli altri è impietoso ed è sempre sotto gli occhi di tutti. E' il classico elefante nella stanza che tutti fanno finta di non vedere, ma che vedono benissimo. Credo che il mio problema in parte risieda nel fatto che non ho un lavoro stabile. Mi piace lavorare da solo, senza capi né colleghi con cui dover andare per forza d'accordo. Inoltre sono un creativo e mal sopporto compiti monotoni che non hanno niente a che vedere con arte e creatività. Da qui la mia difficoltà ad affermarmi professionalmente, il che influisce negativamente sulla sicurezza che ho in me stesso. Da questo punto di vista mi sto muovendo per migliorare il mio lavoro e i miei guadagni... anche se si tratta di un miglioramento piuttosto lento. Sono un solitario. Nel senso che cerco sempre di stare per conto mio.. ma poi avverto tutto il peso della solitudine. E' un paradosso! E per i solitari la vita è più dura. Come affrontare rapporti lavorativi? come gestire le relazioni di gruppo? Tornando al lato sentimentale ripeto che qualche storia l'ho avuta. In questi anni sono uscito con un gran numero di ragazze, ma molte di queste mi hanno fatto gentilmente presente che 'io non sono il loro tipo' oppure la storia finiva sul nascere... e questo di certo non ha aiutato a rafforzare la mia autostima. Il risultato è che quando interagisco con una ragazza, adesso, non posso fare a meno di avere dei pregiudizi. Vedo la femmina come una fredda calcolatrice, come un'essere che non potrebbe mai avere interesse per me... a cui interessa la solidità di un uomo e il suo guadagno monetario... non certo la sua personalità. Non tento nemmeno più di stabilire un ponte, né con amiche né con sconosciute.. perché porterebbe solo ad altra sofferenza, ad altre delusioni. Diciamo che sto quasi per toccare il fondo... io sono uno che sente molto il giudizio sociale (anche se razionalmente lo ripudio). Inutile dire come anche la mia famiglia non mi faccia quasi più domande sul fatto che sono single, ma il loro disappunto è quasi palpabile. I miei cugini sono tutti fidanzati o sposati, come è giusto che sia. Questo è tutto il peso dell'essere single a 30 anni, dell'essere un solitario... e del subire il giudizio sociale. Questo è il peso dell'aver perso, a forza di feedback negativi, la sicurezza in se stessi. Come posso riprogrammare il mio focus? E' ben radicato ve lo assicuro... Secondo voi sono tanto incasinato? Soprattutto se penso a quali erano le mie aspirazioni e le mie aspettative una decina di anni fa. Sento che non sto rispettando il dono della vita. Ma sento pure, forte e chiaro, che la vita stessa non sta avendo rispetto per il sottoscritto... e non so come cambiare le cose. Ci provo ogni giorno a dare il massimo, ma mi pare che le cose restino allo stesso punto. Frustrazione. P.s. un paio di anni fa, in un momento simile, ho fatto un breve percorso con una psicologa della mia città, che mi ha reso consapevole di alcuni aspetti di me che non conoscevo. Ma in definitiva mi trovo ancora in quella stessa, problematica, situazione. Pensate che la professionista dell'epoca arrivò a dirmi che sarebbe stato utile in qualche modo abituarmi alla prospettiva di restare single per sempre... avrei dovuto, ai suoi occhi, trovare un modo per stare 'comunque bene'. Non teneva conto del fatto che il giudizio della società è impietoso.. e che comunque gli individui hanno forti esigenze di natura sentimentale e sessuale. Grazie a chi vorrà scrivere una frase, un consiglio...
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