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Maria Diana

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  1. Credo che sia vero che la vita di alcune persone è più difficile di quella di altre. Capisco benissimo come ti senti, perché in parte mi sento così anch’io. Io ho avuto un’infanzia felice da figlia unica, sono cresciuta con due genitori molto attenti ed affettuosi che non mi hanno fatto mai mancare niente. Purtroppo quando avevo 19 anni ho perso mio padre all’improvviso e mia madre si è chiusa in se stessa. Sono stati anni difficili, in cui mi sono buttata in storie sbagliate, senza importanza, solo per avere un po’ di affetto. Mi sono laureata perché era una cosa a cui i miei genitori tenevano molto e almeno una cosa buona volevo farla, ma non ho mai trovato un lavoro stabile. Il tempo passava e intanto mia madre, consumata dalla sofferenza di aver perso mio padre, si ammalava sempre di più. Questi ultimi anni sono stati molto difficili, mia madre non ce la faceva più ad uscire di casa, eravamo sole, io e lei, e a nostro modo, tra una discussione e l’altra, eravamo sempre più attaccate, sempre più unite, io le raccontavo tutto di me, anche se raramente mi faceva i complimenti. Io ero il suo braccio, la sua stampella, contava su di me per qualsiasi cosa. Me la sono curata fino all’ultimo, senza riuscire a concepire l’idea che un giorno avrebbe potuto lasciarmi. E un giorno, pochi mesi fa, così è stato. Sono rientrata in casa e l’ho trovata morta, sdraiata sul pavimento. E in quel momento il mondo intero mi è crollato addosso. Buio totale. Era finita, era finito tutto, avevamo perso, me l’avevano portata via mentre ero fuori casa, così, senza preavviso, proprio lei che era una parte di me, la mia unica e ultima ragione di vita. Avevamo combattuto così a lungo insieme, avevamo parlato, sognato, litigato una vita intera. Lei era l’unica che sapeva tutto di me, senza di lei rimane solo un gelo indescrivibile, inimmaginabile. La nostra casa è vuota senza di lei che chiacchiera tutto il giorno. Dopo di me non ci sarà più niente, né figli, né nipoti, niente di niente.. io, con i miei 39 anni, sono l’ultima. Io ho una specie di compagno (o comunque si voglia definire una relazione instabile a questa età in cui la maggior parte della gente è sposata con figli) ma si tratta di una situazione complicata, lui si sta allontanando, non vede un futuro, non sta bene neanche lui e sinceramente non posso dire che mi dia quel senso di “famiglia” o di sicurezza che solitamente dovrebbe dare un compagno. Mi ricorda sempre che lui non rappresenta la mia famiglia e che io non faccio parte della sua, ha momenti di depressione in cui risulta distante e sgarbato e spesso ho la sensazione di essere io ad attaccarmici come fa una cozza allo scoglio, solo per non ammettere a me stessa che sono completamente sola. Ho passato i miei anni migliori a cambiare fidanzati, a stare a dieta (anch’io non ero affatto male a quanto dicevano), a studiare accanitamente... per ritrovarmi poi, sull’orlo dei 40, senza una famiglia (senza nessun parente di primo e secondo grado), senza veri amici e senza un lavoro. I miei errori avranno avuto il loro peso, senza alcun dubbio, ma posso dire di averli pagati tutti quanti. A volte mi chiedo a chi lasciare le mie ultime disposizioni nel caso dovessi morire e rimango senza una risposta, mi chiedo a chi lasciare quelle poche cose che ho, ma non ho nessuno a cui lasciare qualcosa. Non so neanche se qualche parente un po’ più alla larga si prenderebbe la briga di comprarmi un posto al cimitero. Sto scrivendo le memorie della mia famiglia, tutto quello che so delle generazioni precedenti alla mia, ma probabilmente nessuno le leggerà mai quelle cose, perché io sono l’ultima. Sinceramente, volevo incoraggiarti, scrivere due righe per risollevarti il morale, ma mi è uscito un quadro ben poco incoraggiante. A questo punto, non so, forse sapere che ci sono chissà quante altre persone sole nella vita, è l’unica magra consolazione che possiamo trovare. E chissà.. forse nei prossimi 40 anni, anche se nei primi 40 abbiamo fatto degli errori, potremo trovare un po’ di serenità.. hanno sempre detto che la ruota gira per tutti.. crederci è l’unica possibilità che abbiamo.
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