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Eclissi

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  1. Ciao a tutti, sono capitata qua perchè vivo situazioni vagamente simili, ma temo il peggio. Più nello specifico, io i figli del mio compagno li ho accettati e non mi disturbano (se non per il tempo di "coppia" che portano via e le pulizie extra, ma quello lo sapevo dall'inizio). Nel caso specifico, di figli ce ne sono 3, tutti di età diverse. I due più piccoli più o meno hanno stabilito un rapporto di reciproco affetto e rispetto, il problema si presenta con quella un po' più grande, di 9 anni. La bambina, per ovvi motivi, e anche per via della madre che ha tantissima influenza su di lei (e mi odia, ma che ve lo dico a fare?)spesso è combattuta e si vede. Con me, il più delle volte, sta bene ed è contenta. Gioca con me, si fa aiutare coi compiti, fa cose spericolate, chiacchiera tantissimo. Altre volte invece se ne esce con parole orribili. L'altro giorno, giocando in macchina ad obbligo e verità, ha detto al padre di abbandonarmi in mezzo alla strada per la mia via. Mi ha ferita tantissimo, perchè dopo tutti i sacrifici che ho fatto in prima persona, dopo tutto quello che ho sopportato da sua madre, e dopo tutti gli sforzi che ho fatto per farla felice (ed essere pure complice in qualche marachella non dicendo nulla al padre), mi sento dire cose simili. Il padre, dopo, mi ha riferito che ci ha parlato da solo e lei ha risposto che "non vuole obbedirmi". Obbedirmi in cosa? Se al massimo sgrido lei e i fratelli quando bisticciano e rischiano di farsi male... Io, in quanto non madre o padre, vado bene solo per il gioco o quando torno comodo? Solo quando scelgo la borsa giusta o il vestito carino che le piace? La trovo un'ingiustizia. Anche perchè risponderle, da parte di padre, che sono un'adulta e in assenza sua sono responsabile per lei e i fratelli, mi pare davvero poco oltre che riduttivo. Non mi ritengo una matrigna cattiva, anzi. Il 90% delle cose nuove che fanno le trovo io, e spesso lo sanno perfettamente. Sono io a permettere esperienze totalmente nuove, le piccole deviazioni dalle regole. Perchè non mi merito alcun rispetto? Perchè non vengo mai difesa? Mi sento sempre peggio, perennemente logorata dal disagio. Con tutto che, grazie a tutta questa situazione, ho anche dovuto abortire (anche se lo sa solo il padre). Quindi oltre alla beffa, pure il danno. E poi altre beffe ancora. Non so davvero che fare. Discutere col padre non funziona, finisce sempre in discussioni sempre più pesanti. Quindi mi ritrovo spesso che nemmeno posso esprimerlo questo disagio, nemmeno col mio compagno che amo tantissimo. Mi sembra che il più delle volte devo subire e accettare, in un circolo vizioso infinito, dove la mia persona invece viene annullata, ferita e calpestata di continuo. Con l'aggiunta dei figli che, quasi tiranni, decidono quando servo e quando no. Quando va bene e quando no. Quando posso servire e quando posso essere lasciata in mezzo alla strada in mezzo al nulla.
  2. Ciao Undersans, provo forte empatia per quello che scrivi. Io pure, spesso, ho tentato di scrivere per mettere in ordine le cose e magari riuscire ad aggiustare qualcosa, ma in 26 anni ancora non trovo soluzioni efficaci, anche perchè continuo da sempre a vivere situazioni molto pesanti. Ne finisce una, o se ne mette in pausa qualcuna, ne comincia un'altra. Anche io ho tentato il suicidio diverse volte, specialmente vedendo tutte le conseguenze pratiche e fisiche che derivavano da tutte queste brutture. Non mi ritengo una persona debole, anzi. Penso anche di avere una buona capacità di razionalizzare, ma non sempre ci si riesce. La parte peggiore è che, appunto, non si può fare tanto affidamento a persone che ci circondano, e un professionista costa o subentrano altre difficoltà. Se vuoi, sono a tua a disposizione. In caso diverso, si sa, la vita va avanti. Spesso in modo agre, ma va avanti. Un saluto.
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