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Constantin Constantius

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  1. Quello che sento? Una enorme vacuità, quando ormai ho capito che la donna che amavo e con cui ho passato 3 lunghi anni di intense emozioni, in un rapporto che non poteva dirsi una "relazione stabile", perché non lo era, non ci eravamo mai accordati affinché lo fosse e prima che arrivasse la mia fatidica richiesta, la domanda-promessa un po’ insicura da parte mia (il solito timore del rifiuto) "Vuoi essere la mia donna?" tra di noi c’era un’intensa condivisione e sintonia emotiva. Purtroppo a quella domanda che le posi la sua risposta fu che non voleva avere una relazione, salvo poi ritrattare dopo 4 mesi ed acconsentire ad una relazione a distanza, perché nel frattempo mi ero spostato di città, lontano da lei, per studio e lavoro e fra tutti questi motivi anche per la mia voglia di dimenticarla, di pensare ad altro e non starci troppo male dopo quel rifiuto. Ci sentivamo ogni giorno al telefono, mille chiamate, parlando di tutto, raccontandoci di tutto, ore ed ore intere al telefono, stavamo portando avanti quella "relazione stabile" che prima lei aveva rifiutato durante la mia vicinanza, questo prosegue per due mesi. Succede che ovviamente avevo organizzato un mio viaggio per passare da lei un po’ di tempo. Quindi scendo da lei, passiamo insieme un po’ di giorni (pochi giorni perché sarei dovuto risalire presto.. discesa a cui ne sarebbero seguire ovviamente altre), mi sembrava tutto più o meno tranquillo, passammo giorni felici ed intensi di emozioni, sesso assolutamente normale e soddisfacente ecc.. invece capitò un fulmine a ciel sereno che non mi sarei mai aspettato. Durante il viaggio del mio ritorno su, mi manda una foto del suo braccio sinistro in cui si vedono dei tagli che si era fatta da poco, io molto spaventato non sapevo che cosa diavolo fosse successo, provo a chiamarla e non mi risponde, subito dopo leggo un suo messaggio in cui mi dice che non vuole essere chiamata, al che cerco di capire in tutti i modi che cose fosse capitato, perché avesse fatto una cosa simile. Il giorno dopo mi scrive che in realtà non mi ha "mai amato" e che sperava di innamorarsi di me perché era molto affezionata, capii allora che tutti quei mesi per lei erano stati un "tentativo di innamorarsi", cosa che non mi aveva mai detto esplicitamente o perlomeno implicitamente e questo mi fece davvero male, constatare che avesse vissuto tutti quei mesi così senza neanche farmelo sapere, anche in qualche modo, nel modo più lontano possibile, ma che almeno potesse trapelare.. e dello scatenamento emotivo che la portò a tagliarsi ed a farmi vedere quelle foto non so bene come spiegarmelo, forse in questo modo voleva allontanarsi da me, era la manifestazione di un intenso e penosissimo conflitto con se stessa? Mi disse allora che in realtà capitava che si facesse questi tagli già da tempo, che in passato aveva già messo in atto questa pratica, e che inoltre aveva tentato il suicidio due volte.. scoppiai a piangere, com’è possibile che non ero riuscito a percepire profondamente tutta questa sofferenza? Mi sentii anche abbastanza egoista perché avevo messo davanti a tutto quanto la nostra relazione e non sapevo con che profondità lei stesse vivendo tutta questa sofferenza, certo a volte "lamentandosi" diceva "Voglio morire" ma lo diceva anche sorridendo e scherzando, come fosse un gioco, od una frase ad effetto, come per suscitare un certo sarcasmo in chi la ascoltava, colpendo ed attirando attenzione per questa frase detta all’improvviso, senza che nessuno dei presenti potesse aspettarselo.. e lei diceva che lo faceva per questo.. Le consigliai immediatamente di rivolgersi ad uno psicologo, che altro potevo fare? Diventare io il suo psicologo? Non sarebbe servito a nulla.. mi disse che doveva parlarne con la madre. Ne uscii abbastanza distrutto da tutta questa storia, come se fossi diventato cieco perché non sapevo più che cosa credere di tutto quello che avevo vissuto con lei, delle sue emozioni, mi sembrava tutto distanziato, distaccato, come se emergesse tutta una parte di cui non sapevo nulla, come se dalla punta dell’iceberg (lei come l’avevo conosciuta) stesse venendo fuori una parte di lei più profonda e molto caotica, ambigua ecc.. ed io chi ero per lei? Non più il suo amante, ero il suo migliore amico? Avevo un ruolo paterno? Capii allora che era grande la confusione dei ruoli, un giorno magari potevo essere il suo amante, il giorno dopo ero invece il suo migliore amico e non più suo amante, il terzo giorno magari non ero per lei più il suo amante e nemmeno amico, ma uno sconosciuto, e poi di nuovo il ciclo infinito.. non era mia responsabilità farle da psicologo e del resto la relazione la ruppe lei e per mesi non ci sentimmo. Passano mesi (due) e un giorno mi scrive che nonostante tutto non ha mai incontrato nella sua vita una persona vera come me, di lì (ed a questo punto, con il senno di poi rinnovato, non posso far altro che rimproverare me stesso) ricominciamo a sentirci, mi dice che “si sta facendo aiutare da uno psichiatra che le aveva detto di prendere varie cose, medicine, psicofarmaci” (mi specifica melatonina, non essendo esperto non so bene perché proprio questo le diede), in questi mesi sapevo che avrei dovuto mantenere le distanze, questo nella mia ragione era chiarissimo, sapevo di non dovermi fare coinvolgere di nuovo, eppure il sentimento ha prevalso nonostante credessi di tenerlo a bada con la ragione ma evidentemente non era così.. mi dice che la relazione “fra di noi sarebbe stata perfetta”, che “io sarei stato perfetto” e che forse la differenza di età era ciò che la frenava (lei ha 3 anni più di me. Io 24 e lei 27). Scopro che adesso si sta frequentando con un altro, mi dice che sta “provando e che non sa come andrà” Io non so cosa risponderle, sono molto combattuto, non pensavo di starci così male per queste sue parole, pochi giorni dopo mi manda un messaggio in cui mi dice che “non si sente più in una relazione con quest’uomo da un po’ di giorni” e che ha bisogno di molte altre cose ed è convinta che “non troverà mai la persona giusta” e che altrimenti preferisce stare da sola, inoltre scrive che non sa nemmeno lei di cosa ha bisogno.. dopo altri due giorni vedo che ancora pubblica sue foto con questo ragazzo, come se la relazione stia andando a gonfie vele.. mi sono ri-allontanato definitivamente, combattuto assai perché la amo ancora (purtroppo) ed adesso sono ancora molto confuso ed addolorato, troppo vicino a tutto questo e non so bene come spiegarmelo.. Adesso non so, ci sarebbero moltissime altre cose da dire, ma ho avuto un rapporto con una persona “borderline“? Non amo le etichette, le diagnosi totalizzanti, ma da quello che ho scritto potrebbe forse emergere? Io purtroppo me ne sento dipendente, fatico assai a distaccarmene e so che questa è una mia responsabilità, la responsabilità mia di guarire da tutto questo caos e trambusto.
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