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Reshin

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  1. Buonasera a tutti, Potrei stare ore a parlare di quanto sia orrenda questa mia fase della vita, cercherò di essere sintetico. Mio padre ha tutta l'aria di essere uno di quei genitori che viste le frustrazioni della vita mal sopportano l'idea che il figlio possa avere una vita soddisfacente. Durante la mia adolescenza ha sempre cercato di limitarmi, di rendermi gestibile, manipolato, incerto di me stesso. Sono sempre stato un ragazzo chiuso molto insicuro socialmente, ho 22 anni e mai avuto l'ombra di una ragazza, solo pochi amici e spesso pure di scarsa qualità. Nella mia adolescenza mio padre ha letteralmente fatto terra bruciata nella mia vita rendendomi bloccato in qualsiasi cosa facessi, ingaggiando una vera e propria guerra contro la una libera personalità. Se non sono impazzito è perchè ho avuto un sogno, il sogno di essere l'opposto di quello che mi veniva chiesto di essere, cioè l'opposto di un burattino senza volontà né pensiero proprio: uno scienziato. Ho vissuto in questa passione di nascosto, visto che sono stato iscritto contro la mia volontà al liceo classico. Ma paradossalmente questo è stato un bene, perchè così ho potuto tenere distaccati i miei interessi dalla vita in famiglia. Tre anni fa ho scelto con grande entusiasmo l'università di fisica, nonostante i vari tentativi di farmi cambiare idea e i bronci di mio padre che mi voleva carabiniere. Quando ha capito che non poteva farmi cambiare idea, ha cominciato ad aggredirlo con una violenta pressione mentale, rinfacciandomi i soldi dell'università, il sostentamento quotidiano, chiamandomi suo "operaio" che deve "produrre" (dare le materie). Questo perchè non voleva che per la prima volta in vita mia mi riconoscessi in quello che facevo e mi sentissi a capo di me stesso. Così la mia passione è stata soffocata, ho reagito con un blocco totale, non ho perso la passione, ma non riesco ad essere sereno nello studio ed a lasciarmi trasportare dall'interesse verso la materia, che è diventato così un macigno insostenibile. Davanti al libro mi sento come se avessi un coltello puntato alla gola, incapace di rilassarmi e spaziare con la mente per capire meglio e memorizzare cosa leggo perchè la pressione emotiva che ho addosso mi spinge a pensare solo al "non fare arrabbiare mio padre". Questo blocco ha compromesso gravemente il mio godimento di quello che faccio, ormai praticamente nullo, e la mia creatività. Mi sento espropriato da me stesso, soffocato, il mio sogno non è più un riparo dalla meschinità di mio padre, ma, anzi, ha bisogno a sua volta di essere al riparo. Non mi addentro nel descrivervi le angherie di questo genitore perchè non voglio inorridirvi ulteriormente. Il tempo passa ed io devo liberarmi, ma so che solo con la mia completa indipendenza economica potrò permettermelo. So che sembrerà un discorso bambinesco, fuori dal mondo od ovvio, ma ho urgentemente bisogno di potermi permettere una vita da solo, qualsiasi essa sia. Basta che abbia la minima dieta possibile, quel tanto che basta per non denutrirmi, un letto, un buco da chiamare casa, ed il tempo per poter studiare nonostante il lavoro, recuperando la mia passione, recuperando me stesso, prima che sia troppo tardi. Vi prego, se avete suggerimenti, qualunque essi siano dite pure, anche la cosa più assurda va bene purché abbia un senso. Spiegatemi dove devo scappare per cominciare a vivere. Mentalmente sono un bambino, non mi è mai stata permessa una concezione lucida e comprensiva del mondo del lavoro, perché potessi essere il più sottomesso possibile, quindi spiegatemi come fare, ammesso che ci sia un modo, vi ringrazio di cuore.
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