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Mindfulness

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  1. Ciao ragazzi, vi scrivo qui perchè sento che parlare con i miei amici, non basta più. Per quanto sostegno riescano a darmi, sento di dover analizzare la situazione in maniera più approfondita e ho dunque bisogno di un consiglio da parte di persone mature e che abbiano già affrontato queste situazioni almeno una volta nella vita. Comincio magari con una panoramica della situazione: Sono una donna di 24 anni lesbica. Nel mese di Novembre 2019 ho conosciuto tramite la mia coinquilina una bellissima donna di 35 anni (scorpioncina), nonchè mia vicina di casa, io abito al primo piano, lei abitava al quinto. Così, nonostante sapessi che era etero, non mi sono mai tirata indietro, sarà perchè ho sempre avuto donne con un passato da etero alle spalle o perchè non mi sono mai saputa tirare indietro dinnanzi a una donna che mi piace davvero tanto. Abbiamo cominciato a sentirci e vederci praticamente ogni giorno. Mi invitava sempre in casa sua, al quinto piano, fin quando, un bel giorno di Novembre, una sera, dopo aver guardato un film, mi disse che era bello pensare a quanto eravamo riuscite ad avvicinarci in così poco tempo. Mi fece tutto un discorso per dirmi che in passato era stata soltanto con uomini, che aveva avuto qualche "pallino" per qualche donna e che la sua ultima relazione risaliva a 7 anni fa. Le dissi che secondo me era giunto il momento di cominciare a seguire le emozioni, senza etichettarsi, senza giudicarsi... Una conversazione quasi vaga che aveva come unico riferimento il "noi" che pian piano stava cominciando a nascere. Così la stessa sera mi chiese di baciarla. Passammo tutta la notte insieme, su un divano infuocato di passione. Da quella sera ci fu un susseguirsi di emozioni vissute giorno dopo giorno, ci vedevamo, ci sentivamo. Andava a lavorare (fa l'educatrice) e quando tornava aveva sempre una tremenda voglia di vedermi. Cominciò a dire di noi ai suoi amici più stretti, che sapeva non l'avrebbero mai giudicata. Mi diceva che per lei fare l’amore con una donna era qualcosa di magico. Ha sempre avuto un rifiuto nei confronti del sesso con un uomo, mi diceva che con me era tutto così naturale, spontaneo, senza filtri. Fin quando, un giorno di gennaio, la sua padrona di casa le disse che, avendo necessità di vendere la casa, sarebbe dovuta andar via e avrebbe dovuto trovare una sistemazione il prima possibile, così, piuttosto che farle fare da pendolare da casa di suo fratello (unica persona che ha a Milano, essendo Pugliese, ha tutta la sua famiglia giù) a casa mia per vederci, le ho proposto, anche per comodità di trasloco dei mobili di venire a vivere da me. Premetto che questa per me è la seconda convivenza e, sto davvero bene da sola, ho lavorato tanto su di me nel corso di questi anni, ma, nonostante ciò spaventasse entrambe per paura che la relazione potesse prendere una piega sbagliata essendo troppo presto, ha deciso di venire da me. Ie prime settimane sono state piuttosto pesanti per via del trasloco, un shock per lei che da sempre aveva vissuto in quella casa, sola e con la sua pace interiore. Inizialmente la convivenza fu piuttosto meravigliosa, magica direi, andava a lavorare, io in disoccupazione purtroppo, ma nonostante ciò mi davo da fare con i miei corsi di aggiornamento di web design e grafica, essendo questo il mio settore. Non siamo mai cadute nella monotonia, fin quando: l’ansia per il coronavirus, l’angoscia che quest’ultimo le ha portando, la quarantena, la sua precarietà (purtroppo fare l'educatrice con le cooperative comporta questo) il brutto rapporto che aveva con la nostra coinquilina, il suo dover affrontare la sua sessualità, il suo dover affrontare tutto questo, le ha creato uno stato di ansia tremendo. Si è chiusa in se stessa, abbiamo provato a parlarne cercando di venirne a galla, ma ciò che è apparso fuori è stata la sua incertezza sul futuro, sul lavoro, non sapeva se sarebbero iniziati i centri estivi, se sarebbe rimasta a Milano e quindi credeva che l'unica soluzione fosse tornare in Puglia, dove non avrebbe oagato l'affitto, dove avrebbe potuto lavorare come musicoterapista (sta frequentando una scuola di musicoterapia). Mi ha detto che le sarei mancata tantissimo, che senza di me non sarebbe stato lo stesso. Ha cominciato a farmi discorsi sul suo orientamento sessuale, sul come, per qualche motivo, aver scoperto a 35 anni di stare effettivamente con una donna di cui si è innamorata, con cui stava bene, le recasse parecchi disturbi di orientamento in quanto ha sempre avuto un dannato timore che la società non l'accettasse. Mi sono sorti parecchi dubbi, dubitando persino delle sue parole, del suo amore per me, credendo che forse non stesse bene con me, che forse non ero la persona giusta, ma le sue rassicurazioni, le sue dolci parole, il sentirmi dire che senza la mia presenza nella sua vita non sarebbe stato lo stesso, mi ha un po' messo il sorriso sulle labbra. Ho cercato di farle capire che il giudizio altrui è poco importante, che le persone ci giucheranno sempre, saranno comunque lì, pronte a puntarci il dito contro, ma non per questo bisogna rinunciare alla propria felicità, perchè la vita è una sola e va vissuta come meglio si crede, perchè è un problema loro, non nostro. Insomma, dopo 7 mesi di convivenza e 2 di pausa (presa da me perchè arrivata al punto di chiederle di capire che cosa volesse fare) con tanto di calvario, giorno 29 di giugno, mi scrive dalla Puglia dicendomi che ha capito di dover ritrovare sè stessa, il suo posto nel mondo, la sua integrità mentale. Quando andò via, portò già tutte le sue cose con sé. Non si sa dunque se a settembre (periodo di fine vacanze) tornerà qui, non si sa nulla in realtà. La sua precarietà la divora, la sessualità che non riesce ancora ad accettare anche... Le ho chiesto ancora una volta se fossi io il problema per magari qualche incompatibilità (che per carità, ci potrebbe anche stare) ma mi ha detto che sostanzialmente il problema sono i trip mentali che le si attivano nel momento in cui è in una relazione stabile. Lei è una molto lenta ai cambiamenti, è una che se la fa sotto nel momento in cui una persona le dice di amarla, quasi come se non si concedesse di provare amore e di sentirsi amata perchè questa condizione potrebbe stravolgerti completamente gli equilibri. Per lei se sei in relazione allora non puoi occuparti della carriera, la vede quasi come un ostacolo, come se l'uno escludesse l'altro, eppure si è sempre comportata da perfetta innamorata con me, lo era, lo dimostrava. I miei dubbi tutt'oggi mi portano a considerare l'idea che abbia preso le distanze perchè ha paura di rovinare un rapporto nato troppo in fretta. Ci sarebbero tante cose da dire, ma dopo 1 ora di chiamata in cui mi sono per l'ennesima volta sentita una donna del call center che cerca di fare marketing telefonico, mi sono anche scocciata di parlare. È stata la relazione più breve e profonda che io abbia mai vissuto, la amo, le ho concesso gli spazi e i tempi di cui necessitava, le ho dato il mio appoggio e il mio sostegno, ma se la fa addosso e quindi scappa convincendosi quasi che il problema fosse forse la relazione. C'è sempre stato tutto tra noi, mi ha addirittura detto che il motivo per cui stesse rimanendo in questa casa era per me e in effetti me lo dimostrava, mi dava amore, mi dava tutto, ma il problema è che se ripenso alle sue parole e mi concentro sui fatti degli ultimi mesi, c'è solo pura incoerenza. Sentirmi dire addirittura "ero innamorata di te, mi piacevi e tutt'ora mi piaci" ed essere al tempo stesso scaricata, mi fa sentire come una povera illusa che ha cercato di credere in un amore che forse nonè mai esistito. Prima di chiudere la nostra telefonata mi ha anche detto "allora ci aggiorniamo" ed io le ho chiesto per cosa e la sua risposta è stata "per sapere come stai"... (mi è risuonato come cattiveria, anche se è una persona buona) Le ho chiesto che cosa farne delle sue cose (ho in casa la sua chitarra e altre cose a cui tiene, definite da lei come parte di sè, la stessa chitarra che, prima di partire, mi disse di prestarmi nel caso in cui volessi cimentarmi) e mi ha risposto di portarle a casa del vicino se mi danno tanto fastidio... Per il giorno del mio compleanno ho ricevuto un suo messaggio che diceva:"Tanti auguri di buon compleanno, ti auguro che si realizzi tutto quello che desideri"...un messaggio che non mi torna, troppo confidenziale. Perchè vuole che si realizzi tutto ciò che desidero? Perchè dirmi una cosa simile pur sapendo che in tutto quello che desidero lei non manca mai? Devo vederci un possibile ragionamento ambiguo dietro oppure prendere atto che non pensa a quello che dice e non si rende minimamente conto che le sue parole somigliano a lame affilate? Un mese e mezzo fa ho scoperto tra l'altro di avere un tumore, ne ho parlato con le persone più care, e nell'attesa del mio intervento che dovrà avvenire a breve, ne ho parlato anche con il mio vicino di casa, un anziano di 85 anni che considero un nonno spettacolare. Beh, oggi mi ha raccontato che ha parlato telefonicamente con la mia ex (si conoscevano) dicendomi che ha voluto dirle del mio futuro intervento. La sua risposta? "Mi dispiace"... mi ha completamente spiazzato! Continuo a non capire se gli oggetti che ha lasciato in casa mia siano un modo per tenermi legata a lei, una scusante per riavvicinarsi oppure l'ennesima cosa che quando avrà tempo porterà via con sè. Non so che cosa fare, non so se tenerle oppure darle davvero al vicino di casa da cui prima e poi andrà a prenderle qualcuno. Mi guardo attorno e vedo ricordi, mi guardo attorno e mi sento delusa, quasi apatica. Non voglio che le sue cose materiali siano una scusante per rifarsi viva. Io voglio solo che, se un giorno deciderà di farsi risentire, dovrà farlo perchè ne ha voglia, perchè sente di voler stare davvero con me e non per la chitarra o per il regalo della sua amica o per altre mille piccole cose che ho in casa. Non è mai stato un problema per me stare sola e prendermi cura di me, non ho mai sviluppato alcuna dipendenza affettiva, è solo che con lei era tutto una folle magia, lei era pura magia. La odio e la amo al tempo stesso, ma ciò che resta adesso sono solo ricordi e frammenti di speranze.
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