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Cordelia

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messaggi di Cordelia

  1. Ciao Giulia...nessun amore sano dovrebbe farti sentire come ti senti tu ora.  Nessuna persona che ti ama dovrebbe lasciarti ripetutamente nel momento del bisogno e per Nessuna ragione al mondo sarebbe sensato farla finita.

    La tua vita è più preziosa di qualunque altra cosa e dovresti provare a pensare di farti aiutare da un professionista. Parlare con uno psicologo o psicoterapeuta ti aiuterebbe e troveresti sicuramente ciò di cui hai bisogno ora...molto di più di una spalla su cui piangere.

    Spero che tu prenda in seria considerazione il mio suggerimento

     

  2. Il 12/5/2021 alle 21:01 , Lisa.amy ha scritto:

    Buongiorno a tutti, sono una ragazza di 17 anni, ho deciso di riscrivere qui perché sto avendo un crollo e ho davvero bisogno di qualcuno che mi ascolti. Precedentemente avevo parlato di un mio problema in cui pensavo di essere omosessuale perché sento più feeling con le donne che con gli uomini (soprattutto con delle donne adulte come con alcune mie professoresse), feeling nel senso che sento spesso il bisogno di star loro vicina, abbracciarle, essere abbracciata da loro, essere ascoltata; avevo anche detto che effettivamente penso anche a rapporti sessuali (e non vorrei pensarci perché oltre ad essere donne molto adulte e quindi già questo non è normale in più io cerco di astenermi dal sesso perché mi è spesso stato detto che pensarci a quest'età è da persone un po' maniche ed è meglio pensarci dopo i vent'anni) però è molto difficile non pensarci e ho provato a paragonare come vedo il sesso con gli uomini e come lo vedo con le donne (anche se non ho mai avuto esperienze con nessuno dei due) : con gli uomini lo vedo più come una cosa "eccitante", cioè lo penso molto di più a livello fisico che a livello mentale, mentre con le donne (solo con le donne con cui però provo questo sentimento strano che non so come chiamare) lo penso molto più a livello mentale, affettivo, perché sento il bisogno di unirmi con loro. (ah vorrei aggiungere che un altro motivo per cui penso di essere omosessuale è che mi è capitato di baciarmi con un uomo, della mia età ovviamente, e non mi è piaciuto per niente, tanto più che adesso non voglio più baciare nessuno se non solo a stampo). Mi è stato detto che il motivo potrebbe essere legato al fatto che sento la necessità di avere una donna matura che mi dia delle regole e dei limiti, e può essere vero perché con la maggior parte di loro sento come sarebbe bello avercela come madre, ma allo stesso tempo penso che io una madre la ho già (oltretutto fantastica perché mi vuole molto bene) quindi non riesci a capire perché dovrei sentirne il bisogno, poi con loro non vorrei il rapporto che ho con mia madre perché comunque con loro vorrei poter parlare di quello che sento e averci anche gesti affettivi come abbracci o baci, cose che con mia madre proprio non ho: i miei problemi e le mie debolezze non gliele faccio mai vedere, dei miei problemi proprio non ne parlo, gesti affettivi proprio no, in pratica cerco di tenerla fuori dalle mie cose private. Ma non è che mi dispiaccia, è che proprio non c'è la farei ad avere un rapporto con lei come se fosse "la mia migliore amica", cosa che invece alcune mie amiche con le loro madri hanno. Però non capisco perché sento più il bisogno di stare vicina alle donne, e ribadisco ADULTE perché invece con le ragazzine della mia età ho un rapporto di amicizia normalissimo a volte anche di gelosia perché ho paura di essere abbandonata da loro ma nulla di che, e invece con gli uomini non sento nessun tipo di sentimento, mi è capitato di provare magari qualcosa per alcuni di loro ma non é mai stato amore, e non è mai stato forte come con queste donne. Ovviamente non mi capita con tutte le donne ma solo con alcune di loro, di solito o sono donne molto rigide che sanno farsi rispettare, o sono state molto carine con me nel parlare, o mi hanno aiutata quando magari una volta avevo bisogno e io mi ci sono subito legata. Poi a parte questo argomento ho anche un problema che non riesco proprio a risolvere e che mi fa star male, faccio un esempio perché non so come spiegarlo, allora oggi a scuola eravamo solo in sette e ho scoperto proprio mentre ci stavo andando che la maggior parte delle mie amiche mancava, quasi tutti quelli che c'erano erano dei miei compagni con cui io non parlo quasi mai e proprio per questo mi sono sentita molto esclusa. Io comunque sono molto aperta, chiacchiero spesso, solo che dico sempre quello che penso e facendo così le persone che non la pensano come me si allontanano. In più il fatto che la maggior parte della classe, che è proprio quella con cui io vado più d'accordo, abbia fatto questa cosa senza dirmi niente mi ha fatta stare molto male, non penso si siano messi tutti d'accordo perché quando hanno saputo che eravamo in così pochi sono rimasti sorpresi però mi sono sentita molto esclusa anche da loro, e ci sono stata molto male, a scuola mi veniva quasi da piangere ma cercavo di trattenermi. Io da quando sono alle superiori ho sempre fatto di tutto per non essere mai esclusa visto che alle medie lo sono sempre stata, e questo è il risultato....ci sono dei momenti in cui ho voglia di crollare e piangere e durante questi momenti sento un fortissimo bisogno di qualcuno che mi consoli, andrebbe bene chiunque, anche se una donna penso che riesca a capirmi meglio, eppure finisce sempre che cerco di tirarmi su il morale da sola senza che nessuno si accorga di niente. Mi piacerebbe poter essere importante almeno per una persona, e invece mi sento inutile come se tutti potessero fare a meno di me. Poi mi sento anche un fallimento perché non ho nessun tipo di talento, nessuna qualità che mi differenzi, frequento anche lezioni di canto da circa una settimana e nonostante non abbia una gran voce pensavo di poter non essere terribile, invece vedo che la mia insegnante di canto (che è molto carina con me) mi fa ripetere gli esercizi un sacco di volte perché ci metto molto ad azzeccar le note e ho paura di esserle di peso, ho paura di scocciarla a dover ripetere sempre le stesse cose, temo che lei possa pensare che sia solo una perdita di tempo perché tanto non potrò mai migliorare, sento che non posso rendere nessuno fiero di me, posso solo deludere o essere un peso. Non so più come reagire, qualsiasi cosa faccia è sbagliata... 

    Ciao Lisa! Hai una mamma che ti vuole un sacco di bene ma non la fai entrare nel tuo privato. A volte, finiamo col non vedere possibilità perché ci ostiniamo a ripeterci che non ce ne sono. 

    Potresti provare ad aprirti a tua madre e cercare un confronto rispetto a quello che senti oppure semplicemnte cercare l ascolto di cui hai così bisogno e il riconoscimento delle tue capacità.

  3. 7 ore fa, virgivirgi ha scritto:

    Salve,

    ho 35 anni e ho deciso di iscrivermi all'università in scienze e tecniche psicologiche.

    Mi mancano otto esami e vorrei valutare come proseguire il percorso dopo, ma navigo nel buio. Ho scelto di riprendere gli studi per varie motivazioni tra cui la mia soddisfazione personale, la paura di perdere il mio attuale lavoro e non avere un pezzo di carta tra le mani e anche perché, in cuor mio speravo, e spero tutt'ora, nella vita di poter fare un lavoro che mi rendesse almeno un pizzico soddisfatta.

    Nonostante la mia età, io ci credo al fatto che la laurea possa ancora essermi utile, a dispetto di ciò che in molti pensano, detto ciò ora devo scegliere come proseguire dopo la triennale e vorrei comprendere quale indirizzo potrebbe darmi maggiori possibilità e cosa poter fare con i rispettivi indirizzi. Ad esempio i miei interessi sono orientati maggiormente verso psicologia clinica, ma vorrei sapere quali opportunità potrei avere se non proseguissi il percorso con la scuola di specializzazione. O ancora, mi piacerebbe lavorare con i bambini o in generale con le famiglie, supportarli nella crescita delle varie fasi del bambino, per fare questo quale indirizzo dovrei intraprendere?

    Grazie in anticipo a chi mi risponderà.

    Ciao allora se vuoi aiutare le famiglie e occuparti del loro supporto devi innanzitutto essere una psicologa quindi avere concluso la triennale, avere consrguito la laurea specialistica di due anni, che potrebbe essere psicologia clinica ma anche del ciclo di vita, aver svolto tirocinio di un anno obbligatorio ai fini dell abilitazione e infine aver superato l esame di stato ed esserti iscritta all albo. Una volta completato questo sei a tutti gli effetti una psicologa e puoi esercitare la professione. Attualmente con la sola laurea triennale puoi partecipare, con la supervisione di uno Psicologo professionista e previa iscrizione alla Sezione B dellAlbo professionale, ad attività preliminari connesse allutilizzo di strumenti psicologici (colloqui, test, osservazioni), volti anche a valutazioni psicometriche; all'applicazione di metodologie e tecniche di selezione del personale e di formazione ed orientamento professionale; alla programmazione ed alla valutazione di interventi (anche di ricerca) di natura clinica e psico-sociale nell'ambito dei servizi diretti alla persona, alla famiglia, ai gruppi ed alle comunità, finalizzati alla promozione del benessere, allefficacia degli interventi educativi, al potenziamento delle risorse individuali e sociali, con particolare riferimento alla dimensione delle disabilità.

    Spero di averti aiutato! Ciao!

  4. Il 17/3/2021 alle 18:17 , violet23 ha scritto:

    Ciao a tutti.

    Chiedo aiuto a qualcuno che possa darmi un parere affidabile e sincero a riguardo.

    Mia madre ha scambiato letteralmente il giorno per la notte da boh.. ho perso il conto e forse nemmeno lo ricordo l'ultimo pranzo fatto assieme a lei. Al tempo andavo alle scuole elementari, ora ho quasi 30 anni, e già questo può dirvi molto! Non so minimamente come aiutarla perchè non si vuole far aiutare, già ci avevo provato ma niente. Certo che la vita è sua e che se non cambia lei per prima nessuno può farlo, però per me è lacerante sapere che quasi non riesce più a godersi un raggio di sole in pieno giorno. Nessuno se ne preoccupa perchè mio padre rimane via da casa tutto il giorno e le sue amiche in realtà non sanno quanto sia grande questo suo problema.

    Non so letteralmente più che fare, ho provato a contattare psicologi vari ma mi hanno riferito che se non è lei la prima a fare il passo non può esserci alcun processo per andarle incontro. Però questa risposta mi fa male, mi lascia esterefatta e ho paura, ho paura che un giorno questo delirio giungerà al limite e finirà per impazzire, e la porteranno via. Sarebbe la sconfitta più grande del mondo nel mio cuore, perchè infondo, nonostante sia complicatissimo e doloroso dividere la vita e comunicare con una persona che non vuole più affrontare la luce del giorno, sebbene tutta la situazione abbia creato enormi problemi anche nella mia vita, è pur sempre mia madre, è pur sempre un essere umano che ha bisogno di una mano per essere raccolta dal pozzo in cui è finita. Non so più come poterlo fare, e pare proprio che sono l'unica persona rimasta a preoccuparsene.

    Sfondare questo tabù per me è un macigno gigantesco, perchè da fuori non si potrebbe mai notare la sofferenza e la difficoltà, e agli altri basta solo vederla serena e felice quando esce di casa alla sera, ma nessuno tranne me, sa quante corazze e quante battaglie mia madre fa ogni giorno per poterci credere anche solo lontanamente in un altro giorno.

    Io lo so, perchè mi prendo cura di lei da quando sono piccola, mi preparavo da mangiare e andavo a svegliarla io ogni giorno al ritorno da scuola, mio padre non c'era, nessuno c'era, così io sono diventata nel tempo l'unica custode e testimone di questa surreale realtà. Non posso liberarla io, questo lo so, ma ci dovrà pure essere una chiave per sbloccare questa situazione, un modo di spaccare questo vetro. Sicuramente non ci saranno persone che hanno affrontato la stessa esperienza, e nemmeno la auguro, ma se avete un pensiero costruttivo a riguardo sarei grata a chiunque di voi lo vorrà esprimere.

     

    Grazie

     

    Ciao, da quello che scrivi è difficile capire bene la situazione se non che sia abbastanza grave..ma ti chiederei di approfondire magari, anche se capisco che possa essere difficile, gli elementi su cui ti basi per considerare questa situazione di cui ci hai parlato.

    Da quello che hai scritto ho capito che ha un ritmo di sonno-veglia che è anomalo diciamo..dorme il giorno e si attiva verso sera..questo di per se puo essere informativo di difficolta legate al sonno ma non di altro. Eppure la tua richiesta accorata mi dice che c è qualcosa di piu subdolo di questo..che tu intravedi forse in una sorta di depressione? Dici che tua madre fa delle battaglie immani per poter solamente crederci in un altro giorno. Questo insieme al fatto che dici che da quando andavi alle elementari praticamente dovevi badare tu a te stessa per il pranzo ...ecco questi elementi dicono molto di piu.

    Però mi chiedo: se tu dovevi prepararti il pranzo da te ed eri tu a svegliare tua madre, fino a che punto  ti sei occupata di lei? Oppure, quando lei si svegliava, poi iniziava a fare cio che normalmente una mamma fa e quindi badare alla casa, ai figli etc erc (da quello che hai detto ho supposto che tua madre non abbia un lavoro quantomeno nei turbi di mattina)?

    E poi mi chiedevo: tua padre o altri familiari, come hanno considerato la situazione, quando hanno saputo che eri tu da piccolina ad occuparti anche del pranzo?

     Cioè, se io papà avessi un figlio che va alle elementari e tornando a casa so che deve prepararsi da se perche la mamma dorme, io prenderei la situazione abbastanza seriamente e farei in modo di trovare delle soluzioni o capire quantomeno cosa c è che non va.

     

  5. Ciao..io non so quando leggerai questo messaggio, però intanto te lo scrivo. Hai scritto che ti senti sola..e hai scritto qui per un aiuto, bene, è un ottimo passo. Qui sicuramente non sei sola. Io sono uno dei tanti iscritti al forum che potrebbe risponderti e gia una risposta penso che possa farti sentire meno sola. Però non credo che le risposte che puoi trovare qui possano fornirti tutto l'aiuto che chiedi. Qui non ci sono risposte di professionisti...non ci sono psicologi o comunque non è il luogo in cui viene fornito questo tipo di sostegno. Dalla tua richiesta è evidente che hai bisogno di qualcuno che sia in grado di aiutarti a gestire la situazione complessa che vivi e ad affrontarla percorrendo quella che puo essere la migliore strada per te. Quindi devo suggerirti di richiedere un consulto psicologico a un esperto..questo però, non significa che non voglia aiutarti. Se ascoltarti è cio di cui hai bisogno,  qui nel forum lo puoi trovare e io posso ascoltare la tua storia e darti il mio appoggio, anche se virtualmente, di modo che possa alleviare almeno un po la tua solitudine. Però mi rendo conto che non è molto..comunque io sono qui se vorrai parlarne

  6. Ciao! Allora tutto dipende da quello che vuoi fare.. Se il tuo obiettivo è approfondire delle conoscenze in merito alla psicologia, per pura curiosità personale, allora studiare per questi 3 anni ti permettera di ottenere un'infarinatura su diversi argomenti che riguardano questo mondo cosi affascinante. Se il tuo obiettivo invece è quello di poter lavorare come psicologo allora devi tenere presente il percorso che c'è da fare: laurea triennale +laurea specialistica (2 anni) + tirocinio formativo di 1 anno + esame di stato + iscrizione all albo = alla fine sarai psicologa. 

    Niente è impossibile quindi se è quello che vuoi potresti anche pensare a intraprendere questo percorso seriamente

  7. Ma tu pensi di non riuscire completamente a  parlare di questi fatti a uno psicologo? Perche pemso che sarebbe molto piu proficua una discussione con un esperto per te.

    Comunque a parte questa parentesi..anziche uscirne secondo me potresti provare ad addentrarti piu in profondità. 

    E potresti provare a rispondere a  domande come. . . :

    - in che modo te la immagini questa donna come mamma? Come si comporta? Cosa fa? Cosa non farebbe? Sarebbe una mamma presente? Sarebbe autoritaria anche con la figlia?

    - come ti immaggini che sarebbe vivere come figlia di questa donna? Immaginati proprio una giornata con te che ti alzi dal letto.

    - se la figlia fosse stato un figlio, un maschio, sarebbe stato diverso perche...tu saresti potuta essere ancora nella tua fantasia, la figlia che lei non aveva e avresti cosi potuato stabilire con lei un legame unico e speciale? (Potrebbe essere cosi?) 

    - immagina una giornata tipo con tua mamma a partire da quando ti alzi dal letto, come sarebbe?

    - come mai da un anno o piu ti sei ritrovata a stare da sola in casa per molto tempo? Cosa è cambiato in questi ultimi anni? Prima com era? Come ti sentivi quando i tuoi genitori passavano piu tempo in insieme a te?

     

  8. 2 ore fa, Lisa.amy ha scritto:

    Ciao a tutti, vorrei parlarvi di alcuni problemi che, soprattutto in questi giorni, sono sorti. Allora inizio dicendo che non sono problemi gravi, sono solo pensieri mentali miei, i miei genitori non sanno nulla. Vabe sta di fatto che ultimamente mi sto abbastanza staccando dalla mia famiglia, so che durante l'adolescenza (di cui ormai io sono al termine perché ho 17 anni) ci si stacca di più dalla famiglia, e mi è già capitato, ma ultimamente un po' troppo: quell'affetto che di solito si vorrebbe dalla madre io non ne sento il bisogno, o almeno non da lei ma a questo ci arriverò poi. Come ho detto in un messaggio scorso in cui parlavo dei problemi all'interno della mia famiglia, io sono quasi sempre a casa da sola, ormai é così da qualche anno e sinceramente all'inizio un po' avrei voluto che ci fossero anche i miei genitori a casa, e questo a mia madre e mio padre dispiaceva, ma ora come ora invece quando ci sono i miei tendo a distanziarmi, preferisco stare da sola. E questo distaccamento sta aumentando dopo che è successa una vicenda (che oltretutto non c'entra niente e che infatti non mi spiego). Allora, avevo già accennato nella discussione precedente che sentivo dei sentimenti abbastanza strani verso una mia professoressa (che come avevo detto non è molto simpatica, è abbastanza autoritaria), lei non ha molta pazienza e per questo motivo pensavo non avesse figli, anzi ne ero quasi convinta, come tutti del resto. Oggi una mia compagna mi ha detto che invece una volta ha visto una ragazza a scuola, vestita molto bene e che avrà qualche anno più di me, che quando le è stato chiesto da una segretaria "chi sei" lei ha risposto in modo arrogante "ma come chi sono, guarda che io sono la figlia della vicepreside". Allora lasciando perdere la risposta insopportabile che ha dato, da quando ho saputo che ha una figlia (oltretutto femmina, se fosse stato maschio forse no), non so, mi sono rattristata, e non so proprio il motivo c'è mi chiedo cosa me ne possa fregare, alle mie compagne ad esempio non frega niente giustamente, eppure è tutto il giorno che ci penso. Inoltre sto provando un gran senso di antipatia verso sua figlia che non mi spiego, cioè non mi ha fatto niente, non la conosco neanche, però mi sento che sia viziata. Mi sono accorta che ciò che mi da più fastidio è pensare che questa mia professoressa veda tutte le persone come dei plebei mentre veda sua figlia come la migliore e la più bella (cosa anche abbastanza normale visto che i genitori amano i propri figli). Ma non è una sensazione per dire tipo "che nervoso che mi fanno quelle persone lì" è proprio una sensazione di tristezza che mi viene pensando che per lei sua figlia sarà la persona più importante della sua vita (cosa ovvia ma non so perché mi pongo il problema). Non so cosa mi prenda, non so se sia invidia perché vorrei essere al posto di sua figlia (cosa che non capisco visto che ho una madre fantastica), non lo so, so solamente che è da quando l'ho saputo che sono in vena di piangere e che non ho voglia di parlare con i miei genitori o di fare altro. Avrei solo voglia di vedere questa mia prof e di abbracciarla, non so davvero il perché ma sento di avere un forte bisogno di affetto da parte sua e questa cosa mi uccide dentro perché so che non c'è l'avrò mai. Vabe detto ciò se pensate che sia pazza avete ragione, infatti non sapevo nemmeno se dire queste cose, perché nonostante sia in anonimo scrivere questi pensieri stranissimi mi fa imbarazzare, comunque ringrazio tutti quelli che hanno letto fino a qui e quelli che vorranno rispondermi ❤️

    Ciao lisa 🙂 ben tornata...ogni volta che leggo i toui messaggi penso " si è fatta un'autoanalisi perfetta". Cioe tu: 1) riconosci le tue emozioni e le sai distunguere ( quindi sai  che sei triste e non arrabbiata per esempio); 2) riconosci la causa delle tue emozioni (sai che sei triste per il pensiero che per lei sua figlia sarà la persona più importante della sua vita); 3) sei consapevole anche che non è ragionevole sentirsi triste per questo.Tutte queste cose non sono scontate e quindi direi perfetto.

     Hai provato anche a darti delle interpretazioni di questo fatto: hai detto che forse è perché vorresti essere al posto di sua figlia, pero poi sembri scartare questa idea dicendo che è una "cosa che non capisco visto che ho una madre fantastica".

    (Non capisci o non accetti?)

    Apri il tuo messaggio dicendo che il distaccamento dai tuoi genitori è iniziato da poco piu di un anno, inizialmente subito e successivamente voluto, cercato. Ora preferisci stare sola e questo distacco è aumentato da quando è successo questo fatto che hai saputo che questa insegnante ha una figlia.

    Quindi per lei, sua figlia è  ovviamente la cosa piu importante della sua vita, e  quindi le concede tutto il suo affetto come è giusto che sia e allora forse l atteggiamento da "viziata" della figlia, dipende dal fatto di essere una figlia tanto amata.

    (Potrebbe essere proprio questo cio che cosi tanto ti  infastidisce?)

     

    Quindi da quando dentro di te è nata questa consapevolezza che  qualcuno che tu reputavi inespugnabile/irraggiungibile (l insegante autoritaria rigida come il ferro) ha invece una figlia (quindi ha con lei un legame unico e indissolubile), tu ti sei sentita invadere dalla tristezza e non ti senti di voler stare con i tuoi genitori.

    (Cosa ti fa pensare questo? Che legame ci trovi? ) 

     

    Ps: "da quando ho saputo che ha una figlia (oltretutto femmina, se fosse stato maschio forse no)"  perché?

    Se fosse stato un maschio cosa sarebbe cambiato? 

    Buona riflessione 🙂

     

     

  9. Io capisco che tu abbia difficoltà a recidere il rapporto con lui, perché è la tua prima storia, perché lo hai amato e nutri un sentimento nei suoi confronti che ti fa vedere sempre una speranza e ti fa rimettere in discussione tutto.  Lo so lo, capisco. Anch'io ho vissuto una relazione dove non volevo aprire gli occhi, perché avevo paura di perdere tutto quello che avevo costruito. E anche lui era un tipo che mi svalutava, mi denigrava con commenti e azioni che mi facevano sentire sempre in difetto, sempre sbagliata. Che mi umiliavano fino a farmi credere che forse lo meritavo. Una volta, dopo aver fatto l'amore, mentre io ero completamente ammaliata da lui, lui mi disse che sembravo una balena arenata. Vedi me lo ricordo ancora dopo anni e anni.  Non stava scherzando, il suo tono era serio e il suo sguardo pieno di disprezzo. Sono sicura che se glielo chiedessi, lui non lo ricorderebbe, perché per lui non era importante, era soli una critica come tante altre, una critica al mio non essere come lui voleva.

    Ma fanculo! Imparerai che nessuno può dirti come devi essere o come devi sentirti. Nessuno può dirti che devi sentirti in colpa o che dovresti vergognarti per come sei, per quello che fai, e per quello che dici. Nessuno puo farti sentire una stupida perche hai pensato questo o quell altro. NESSUNO. CHI LO FA STA COMPIENDO UN ABUSO. ABUSO EMOTIVO. ABUSO PSICOLOGICO. QUESTA È VIOLENZA.

    Io riesco a sentire quello che provi...e la tua confusione e la tua rabbia e la tua frustazione e tutte queste emoziobi che si scontrano tra loro come onde in una mare in tempesta. Il mio piu grande consiglio e ti chiedo davvero di seguirlo è che se non ce la fai da sola a capire cosa e come devi fare, fatti aiutare da un esperto. Rivolgiti a uno psicologo e lui sapra aiutarti a individuare e riconoscere i tuo stati d animo e capirete insieme qual è la strada piu giusta da seguire per affrontare questo. 

     

  10. 1 ora fa, Ragazza991 ha scritto:

    Grazie innanzitutto per la risposta, sono nuova in questo forum. Io non riesco a chiudere la relazione perchè è come se a volte mi si appannasse la vista e inizio ad avere crisi di pianto dove mi colpevolizzo per tutto, mi assumo ogni colpa. Non lo sento da qualche giorno vista la sua "punizione" nei miei confronti, e in questi giorni ho l'umore molto altalenante perchè prima mi sento in colpa, poi forte... Mi sento scossa e destabilizzata però allo stesso tempo libera da una persona che per così tanto tempo non ha fatto altro che criticare il mio carattere. Mi sto sentendo libera di essere triste quando voglio essere triste, libera di comportarmi come voglio senza avere suoi rimproveri e questo mi sta facendo riflettere tanto. Lui non si è mai accorto di essere così violento, e io l'ho sempre perdonato perciò ha acquisito una posizione sempre più forte e mi ha fatto passare giorni, settimane, mesi di puro inferno dove non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto. E lui dov'era? Esattamente dov'è ora mentre io sono qui a scontare la mia pena importa da lui per un suo volere, ossia a farsi beatamente i fatti suoi. Ma se lui mi ama come può stare senza di me per così tanto? Come può demolirmi così spesso? Cos'ho fatto io di così abominevole? 

    Io a volte credo alle sue parole, mi sono sempre scusata con lui perchè ho sempre avuto una brutta situazione in casa, mia mamma mi ha sempre umiliata e tutt'ora lo fa. Non mi sono mai voluta bene, non mi sono mai rispettata ed è forse per questo motivo che ho concesso a quel ragazzo di umiliarmi ulteriormente. Lui secondo me non potrà migliorare, perchè lui giustifica i suoi gesti dicendo "se tu avessi evitato di farmi arrabbiare, adesso non ne subiresti le conseguenze". Quante volte ha pensato che il suo atteggiamento fosse sbagliato in due anni? MAI. Sono sempre stata il capro espiatorio per tutto, anche quando qualcosa andava male a lui e io non c'entravo. Sono sfinita, davvero. Ho anche paura allo stesso tempo che quando finisce la settimana di punizione lui mi lasci. Io non so più cosa pensare. Sono distrutta, non mi sento amata. E se lui un giorno starà con un'altra e la tratterà benissimo? E sono stata io la causa di tutto? Non so più cosa pensare perchè lui mi colpevolizza SEMPRE. 

    Mi sembra che tu abbia tutte le risposte alle tue domande. Sai che non potrà migliorare. Sai quanto male ti faccia e ti ha fatto stare in questa situazione.sai che lui non è consapevole di questa situazione e non riconsoce di sbagliare. Allora questa settimana fa che sia l ultima punizione che devis opportare. Nessuno dovrebbe farti sentire cosi. L amore non fa sentire cosi. L amore da gioia speranza felicita voglia di vivere. L amore fa sentire pieni di vita. Qua c è tutt altro. Dici di non avvere nemmeno vent anni. Questi sono fli anni piu belli. Gli anni in cui la vitalità potrebbe farti saltare al cielo. Abbandona la paura del se. Abbandona questo pensiero che forse è l unico che davvero ti tiene prigioniera: l idea che sia tu la colpevole. NO! IL PROBLEMA È SUO SUO E BASTA. È UN PROBLEMA CHE RIGUARDA IL SUO CARATTERE E NON TE. QUESTO SIGNIFICA CHE LUI AVRA LO STESSO ATTEGGIAMENTO ANCHE CON ALTRE PERSONE. 

  11. Ciao! Cosa esattamente non ti permette di chiudere la relazione? 

    -la paura che lui possa impedirtelo? Anche usando violenza?

    - senti ancora un sentimento di amore forte nei suoi confronti?

    - nutri speranze che questo suo carattere possa mogliorare?

    Cosa esattamente ti tiene ancora legata a lui?

    Tu stessa hai detto che hai paura, che subisci e sei consapevole che tutto questo non è giusto, non è segno di amore, non è segno di maturità, ne di stabilità emotiva (parlo per lui). Mi sembra che hai chiare le idee. Cosa allora ti turba? Tu vuoi lasciarlo o stai cercando conferme del fatto che lasciarlo possa essere la cosa piu giusta? Se è cosi posso dirti senza ombra di dubbio che  questa è violenza psicologica e non dico che lui ci goda, ma evidentemente c'è un problema e  riguarda solo lui e non te o il modo in cui ti poni tu nei suoi confronti. E questo problema se lui non lo affronta in modo concreto cioe tramite un percorso pscicoterapico, sicuramente non cambiera da solo o perche glielo dici tu. Perché questi comportamenti, la loro reiterazione e l incapacita di metterne in atto di altri piu funzionali, sono indice di una difficolta che riguarda la sua personalità e ceh quindi è difficile da smontare parlando semplicemente.

  12. 13 ore fa, Lisa.amy ha scritto:

    Oddio sai che non ci avevo mai pensato. Allora i miei genitori comunque sono bravi entrambi, non mi é mai mancato niente, quando chiedo cose materiali me le hanno sempre prese. Ovviamente mi é mancato il legame di tutta la famiglia insieme. Però comunque anche se mio padre tradisce mia madre mi vuole molto bene e si preoccupa per me, come anche mia madre. Poi non so se potrei essere stata la spalla di mia madre o se ho preso il posto di mio padre perché non ho mai fatto quello che dovrebbe fare un uomo con la propria moglie o compagna (anche perché sono la figlia). Però dicono in tanti che il fatto di non dormire da soli sia una cosa importante e che dica molto della persona anche se io ho sempre pensato che invece non contasse molto. Inoltre, Effettivamente, ho sempre visto queste figure più come "madri" che altro (solo ultimamente sono un po' confusa) infatti penso molto a come sarebbe bello avere degli abbracci da loro o cose così. Comunque grazie per il consiglio e per avermi detto il tuo pensiero, mi hai aperto un po' la mente😊

    Certo quello del "prendere il posto di tuo padre" va intesa come una metafora. Non intendo dire che potresti avere lo stesso tipo di tapporto che un marito ha con la moglie, perché tu rimani sempre figlia e lei tua mamma. Quello che dico é che potresti stare svolgendo una funzione compensatoria e che non ti permette di viverti le cure genitoriali di cui hai bisogno. Quando parlo di cure mi riferisco nel tuo caso, alle attenzioni affettive ed emotive piu che a quelle materiali, dato che, come hai detto tu, i tuoi non ti fanno mancare nulla da questo punto di vista. 

    Quella di dormire con la mamma, é un aspetto che mi ha fatto pensare a un legame forte tra te e lei, che potrebbe indicare anche la tua voglia di proteggere ed essere protetta, ma non é l unico elemento che mi ha fatto pensare a questo. 

    Poi penso che la tua confusione a questa età sia normale, perché stai cercando di capire chi sei, dove vai, cosa vuoi. Ti interroghi su cio che senti e provi e quindi é normale che ora questo interessse nei confronti di queste figure, lo possa vivere con una maggiore riflessione. Il fatto di immaginare abbracci o gesti che possana avere una valenza erotica non indica la presenza in te di un orientamento omosessuale. Anzi potrebbe essere perfettamente spiegabile con il bisogno di instaurare un legame emotivo forte e intenso di tipo genitoriale con la figura materna. Quindi non preoccuparti molto sul chiederti se sei etero o omo...interrogati piuttosto sui tuoi bisogni di essere accudita e sulla necessita che senti di accudire e proteggere l altro. Ciao!

     

  13. Ciao Lisa! A me colpiva quando tu dici "dormo con mia mamma nel letto matrimoniale e mio padre dorme in camera mia perché non ho mai imparato a dormire da sola, un po' perché ho paura del buio, un po' perché ormai credo che mio padre non voglia più dormire con lei".

    Forse quello che succede si potrebbe capire meglio così: è come se tu avessi preso il posto di tuo papà. Nel lettone hai preso posto perchè, tra le altre cose, quel posto resterebbe vuoto, perchè papà non dorme piu con mamma. E questo "prendere il posto" diventa anche una metafora di quello che è successo nella tua storia familiare. Dici che quando avevi 8 anni hai saputo che tuo papà tradiva mamma. Da quando eri così piccolina, ti sei trovata a sostenere un segreto così grande e ti sei trovata a fare tu da spalla a tua mamma.

    Molto probabilmente, ti sei sentita in dovere di proteggerla e questo ti ha tolto quelle attenzioni di cura di cui avresti avuto bisogno. Sicuramente tua madre è una buona mamma, ma forse questa situazione che si è creata tanto tempo fa,' ti ha portato a non voler pesare su di lei, affinchè lei non avesse un altro peso di cui preoccuparsi. io non posso saperlo e sto solo facendo delle ipotesi, quindi prendile con le pinze appunto. 

    quindi tornando al tuo dubbio che è anche la tua domanda..se ci fai caso tu non hai parlato di provare questo interesse per delle donne e basta, cioè delle donne in generale, ma tu hai specificato appunto che si tratta sempre di donne (e cito) " adulte, educatrici, professoresse, maestre" .

    il termine adulto, nell'immaginario comune, ci fa pensare a una persona che ha una certa esperienza di come vanno le cose, a una persona matura e che in grado di farsi carico delle proprie responsabilità. è anche una persona quindi che per la sua esperienza può fare da guida e può proteggere. 

    e ancora educatrici e professoresse insomma sono tutte figure che rivestono un ruolo oltre che educativo, ma anche materno. 

    quindi la mia ipotesi è che ciò che tu cerchi e ciò di cui tu hai così forte bisogno è di ricevere cure e attenzioni, che forse ti sono mancate  o che non sei riuscita a gustarti appieno. 

    il mio consiglio comunque è che tu possa parlarne con degli esperti. puoi rivolgerti a dei consultori familiari o al C.I.C se è un servizio attivo nella tua scuola. Ciao

     

  14. Ciao..tutti meritiamo di essere felici e tutti meritiamo di essere trattati con rispetto. La persona che tu hai al tuo fianco, quella persona che è tuo marito e padre del tuo figlio, non sarà l unica persona che tu puoi avere al tuo fianco per il resto della tua vita. Anzi!  Oggi la battaglia contro la violenza sulle donne è un tema ormai pubblico e pubblicizzato. Se ne parla ovunque e ovunque puoi trovare persone che ti possano fornire l aiuto di cui tu e il tuo bambino avete bisogno. Che siano dei ceffoni o che siano degli schiaffetti, è vioelnza. Che siano le mani o che siano le parole è sempre violenza. È violenza fisica. È violenza psicologica.  E tuo figlio ha bisogno per crescere di un clima in cui l amore sia la cosa che tenga uniti mamma e papà e i genitori a lui. Quello che ti consiglio è di rivolgerti a delle persone competenti affinche tu possa insieme a loro trovare una soluzione percorribile per tutta la famiglia affinche possiate trovare la serenità che adesso manca. Sicuramente con l aiuto di professuonisti potrai trovare cio che cercgi e riuscire magari a rendere SANO il vostro rapporto di coppia  e la vostra storia familiare...pero non puoi sottostare alla sua violenza. TU NON SEI SCHIAVA DI NESSUNO E NON SEI L'OGGETTO DI NESSUNO E NESSUNO PUO POSSEDERTI. SEI SOLO TU LA PADRONA DI TE STESSA. Inoltre hai un figlio e questo figlio va protetto e un ambiente dove il papa picchia la mamma e la umilia non è un ambiente sano, non lo protegge, anzi lo ferisce.

    So di usare parole dure ma tu ci hai parlato di una situazione ché è forte e che non puo essere risolta con un consiglio e nenache con un "vedrai chr andra tutto bene". Queste situazioni non si risolvono da sole, con il tempo, non è vero. per questo devi essere tu a prendere in mano la situazione. Il fatto che tu abbia chiesto aiuto qui è gia segno chr tu sei abbastanza forte e coraggiosa da poterci riuscire. Quello che puoi fare è rivolgerti ai consultori familiari presenti nella tua città, quindi cerca gli sportelli di ascolto dove troverai dei professionisti pronti ad ascoltarti e ad aiutarti. Oppure chiama il numero verde 1522, attivo 24 h. Puoi contattare gli psciologi dei consultori online, molti per ora forniscono anche questo servizio. Insomma ci sono molti modi e se vuoi sapere di piu io sono qui.

  15. Ciao...capisco  il tuo dolore. Fa molto male perdere una persona a cui vogliamo bene dopo tanto tempo. Però quello che parla molto spesso è l'orgoglio. Il mio consiglio è: fai cio di cui senti il bisogno. Se il tuo cuore ti dice di parlarle, parlale, scrivile. Se poi riceverai un no, bene, saprai che non merita le tue pene.

    Se rimani così, a struggerti, perdi un tempo prezioso che non ritornerà. Hai 17 anni. Sei nel fiore degli anni e dovresti viverli ridendo alla vita e non piangendo. Abbi forza. Abbi coraggio. Abbi speranza. Il mio non vuole essere un consiglio alla resa. Hai detto che hai avuto delle buone ragioni per chiudere i rapporti e inoltre hai parlato del fatto che senza di lei sei riuscita ad essere meno dipendente, hai fatto nuove amicizie.

    Sai io non ti conosco ma quello che sento, dalle tue parole è che tu stia meglio senza di lei. Il dolore che provi passerá. Ricordati  che anche lei potrebbe fare un passo verso di te, e anche lei potrebbe cercare di mettere le cose a posto. I mie vogliono essere spunti di riflessione. Cheiditi se davvero valga la pena soffrire cosi. Chiediti se davvero con lei saresti una persona migliore di quello che sei senza. Chiediti se con lei gli altri ti vedono brillare o se sei solo un'ombra e cheiditelo sinceramente.

    Tu sei la massima esperta mondiale di te stessa e solo tu puoi rispondere a queste domande. Una volta che avrai la risposta saprai cosa fare. 

    Ps: tanti auguri 😉

  16. Ciao! Non vedere la psicoterapia  come la soluzione per e solo quando c'è un problema grave e irrisolvibile... è un percorso che aiuta a migliorarsi anche, qundi sarebbe un  bene per chiunque e in ogni momento.

    Se la tua domanda è se la situzione è cosi grave da richiedere una terapia, la mia risposta è che a prescindere, la psicoterapia non puo farti che bene.

    Poi, vista da fuori, da come la descrivi, mi sembra una situazione del tutto normale. È normale provare gelosia e  spiare le chat soprattutto quando scopri delle bugie e credimi fino a quando ne provi vergogna è segno che sei ancora sul piano della realtà, nel senso che c è una parte di te, la ragione, la razionalità, che non rimane in silenzio mentre l'istinto, ( che in questo caso è la gelosia dettata dalla paura), prevale. È normale perché ci sono dei motivi per cui tu hai inziato ad avere dei dubbi, motivi reali, e cioè che il tuo ragazzo ha, come dici, detto delle bugie bianche. Magari per non metterti in agitazione, ritenendo che non era il caso di farti stare in pensiero, ha omesso delle cose. Questo però ha generato in te, uno spazio che prima non c'era, dove si sono insinuati questi dubbi ..del tutto ragionevoli. Perché se anche comprendi il motivo per cui lui l'ha fatto e gli credi, resta comunque una bugia, un non detto che ora deve essere elaborato per poter andare avanti. Siccome è, da quanto dici, successo diverse volte, e tu hai scoperto diverse volte queste piccole bugie, è chiaro che tu sia un po' turbata e abbia necessità di integrare queste nuove informazioni. E sopratutto di integrare il fatto che il tuo ragazzo possa dirti bugie, con l'idea che ne avevi prima come ragazzo buono bravo sincero. Insomma devi poter integrare la nuova informazione che è quella che anche lui può sbagliare e con i suoi sbagli ferirti. Sicuramente però siete giovani e dovete crescere, come gia state facendo e questi intoppi servono a capire che anche le bugie bianche non fanno bene e che è sempre preferibile dire la verità anche se questa puo fare soffrire. Iniziate a comunicare anche quello che preferireste omettere e in questo modo conoscerete l'uno le esigenze dell'altro e ad andarvi incontro.

  17. Salve a tutti, vorrei avere un parere da voi per capire come comportarmi in questa situazione. il problema riguarda principalmente mio fratello, o meglio la sua relazione. Da quando sta con lei, si è allontanato sia dai  suoi amici che da me nonostante avessimo un bellissimo rapporto.

    Quando si sono messi insieme io ho cercato di stringere con lei, ma non volendo essere invasiva, mi limitavo solo ogni tanto a fare qualche invito, vedendo poi che declinavano quasi sempre ho lasciato perdere, anche se quando mio fratello non c'era, perchè altrimenti  stavano incollati, ogni tanto siamo uscite insieme ma sempre perchè ero io a scriverle(a detta sua lei  non lo faceva per non  disturbarmi). In più lei era super gelosa perfino di me, infatti iniziò a fargli problemi anche quando andavamo a correrre, doveva andare con lei e solo loro due da soli, guai se proponevo di aggiungermi, però se io cercavo lei per fare jogging tutto a posto, lei veniva felice ma senza mio fratello chiaro.                                                                                                                                          Poi stanno quasi sempre a litigare per cose banali ma che lei trasfroma e ingigantisce e quando succede lei lo intasa  di chiamate, di messaggi, litigano, a volte si presentava sotto casa dopo una mitragliatrice di chiamate. Ultimamente  ad esempio lei ce l'ha con me e la mia famiglia perchè non si sente apprezzata e per questo ha deciso di ignorarci e di toglierci il saluto perfino. Questo perchè una domenica sera, mio fratello non è potuto uscire con lei, perchè veniva a cena con la mia famiglia. In realtà non c'era motivo che lei saltasse a queste conclusioni visto che neache il mio ragazzo è stato invitato quella sera, ma perchè è stato un caso che uscissimo fuori per una pizza tutti insieme visto che è un evento raro. La mia famiglia poi è sempre stata cortese con lei ed è stata sempre invitata per le cerimonie importanti, è sempre stata pensata(recentemente che i miei erano andati in un viaggio e al ritorno le hanno portato un dono) e non si sono mai intromessi nei lor frequenti ed evidenti litigi.

    Solo che con mio fratello è capitata a pennello perchè lui le ha fatto e le fa da psicologo, da maestro, da mentore, da padre, da fratello insomma ha ricoperto e ricopre il ruolo di SALVATORE. E  io non lo sto capendo più, perchè in questo ultimo anno più volte mi ha palesato l'intenzione di volerla lasciare, ma continua a stare con lei e addirittura ora sembrano più affiatati che mai.

    Boh io non so più cosa pensare anche perchè  quando ho chiesto a lui cosa pensasse di questa situazione e se ritenesse normale una atteggiamento del genere che per me è mancanza di rispetto e tra l'altro immotivata visto che personalmente, ma anche i miei, l'hanno trattata con i gunati, lui mi ha risposto candidamente che lei “ci sta lavorando”. Ora come ora si comportano come se nulla fosse, a me sembra che abbiano solo evitato il problema e che siano tranquilli proprio per questo.  ho paura che lui stia commettendo uno sbaglio enorme. Io ho provato ad esserci per lui, gli ho fatto capire che non è pazzo se è stanco di certi suoi comportamenti, eppure lui continua su questa strada.  ora lei dall'alto dei cieli ha deciso finalmente di manifestarsi a me e alla mia famiglia e quindi ora domanda qualche dolcetto o ci fa sapere tramite mio fratello che ci saluta.

  18. Guardare i porno per masturbarsi o masturbarsi anche se si ha un partner con il quale si intrattengono anche rapporti sessuali, a prescindere dal fatto di essere maschi o femmine,  è  più che normale. Come hai detto anche tu lo fai e questo perchè l'autostimolazione  rappresenta uno dei tanti modi per ridurre lo stress, per ristabilire livelli di ansia magari o per entrare in contatto con se stessi anche. I motivi quindi possono essere diversi e  non basta quindi ricorrere ai porno e alla masturbazione per poter dire che si tratti di una dipendenza. Il fatto che tu percepisca però in questo sua ricerca di piacere una minaccia è a quanto dici legato al fatto che lo vedi "meno focoso" per così dire. Quindi se non ho capito male, hai notato da parte sua  un calo del desiderio sessuale nei tuoi confronti ed è quindi questo che ti spinge a pensare che ci sia in lui una voglia di evadere dalla vostra coppia o da te.

    Anch'io mi sono trovata in una situazione simile e posso dirti che facendo la dura, quella aggressiva che pretende spiegazioni e che punta il dito dicendo "questo non si fa, questo è sbagliato, questo non è giusto" ho avuto l'effetto contrario, cioè lui si chiudeva di più. è comprensibile che tu voglia delle risposte e capirci di più, ma bisogna portare pazienza e sapere aspettare i ritmi dell'altro, andare al suo tempo.  Il fatto che ti sei posta in una atteggiamento di apertura ha sicuramente aiutato, anche se non hai visto effetto, penso che questo tuo sforzo sia stato colto e apprezzato, ma magari deve essere ancora elaborato.  Credo che è sempre preferibile il confronto allo scontro ed è quello che hai fatto tu, potresti continuare così.

    Per il resto, quando dici " Gliene ho parlato ieri sera dopo un po' di coccole. Gli ho detto che mi sono masturbata. E lui mi ha chiesto come mai. Ho risposto che ne avevo voglia. E lui in maniera distaccata mi ha detto che ho fatto bene. Poi gli ho chiesto di parlarmi delle volte in cui lui lo fa. Ma niente ha iniziato ad alzare gli occhi al cielo dicendo, ci risiamo?. Gli ho chiesto anche cosa guarda, perché sente il bisogno di farlo così spesso. Io gli ho detto che sono disposta a parlarne e a condividere con lui anche questo. Anche ciò che faccio e vedo io. Ma lui niente. Si è chiuso. Mi ha detto di non scocciarlo e che se io sono così matura devo cercarmi un altro che mi soddisfi, visto che lui è codardo che promette non mantiene e fa quello che vuole senza parlarne con me. Io ho aggiunto che anche se mi fossi masturbata avevo comunque tantissima voglia di fare l'amore con lui ma lui mi ha risposto, bene allora puoi rifarlo se vuoi." 

    a me colpivano molto le parole che lui ha utlizzato per risponderti "se io sono così matura devo cercarmi un altro che mi soddisfi, visto che lui è codardo che promette non mantiene e fa quello che vuole senza parlarne con me". 

    Non so perchè, ma ho pensato magari lui si sente inferiore a lei? può essere che si senta meno capace, non in grado di soddisfarti? Può essere che questo sentimento di inferiorità possa  riguardare un aspetto della vostra vita di coppia che si manifesta poi nel sesso? o magari semplicemente potrebbe essere che lui ti vede molto attiva e "focosa" e questo lo mette in agitazione perchè non sa se è in grado di gestirlo e quindi evita il sesso per evitare di fallire e cerca nelle chat erotiche o nei porno modi per confrontarsi. 

    ovviamente io non posso saperne nulla però questi potrebbero essere dei punti di domanda su cui riflettere. 

  19. Ciao Erik, sono incappata in questo forum per caso, cercavo delle risposte ma poi ho letto "borderline" e cosi mi sono fermata a leggere tutto il tuo post. Stavo infatti facendo delle ricerche sull'argomento e mi interessava capire la tua esperienza da persona coinvolta in una relazione con un partner border. Piu in verità cercavo di capire se quello che tu hai descritto potesse essere simile a quello che io ho vissuto invece indirettamente a causa della relazione border di mio fratello. Ed in effetti è molto simile in termini di vissuti emotivi, soprattutto per il senso di colpa che sembra essersi insinuato in te e che ora ti fa cercare risposte e fa sorgere in te altre domande.

    Quello che tu chiedi è sapere cosa dovresto scegliere: se provarci e in questo modo non ti precluderesti una possibile felicità futura con lei, o lasciar perdere e vivere nella riacquistata tranquillità ma con il dubbio che qualcosa poteva essere fatto.

    A questo punto ti rispondo: se ti focalizzi su cosa sia giusto e cosa sbagliato resterai fermo nel limbo. Nessuno puo dirti con certezza che cosa riserva il futuro e se un cambiamento è davvero possibile. Magari già l'avrai fatto, ma se ti informi sull'argomento, vedrai che non esistono dati certi e questo non perché è impossibile, ma perché è molto difficile. È difficile che un disturbo di personalità, quale è anche il borderline, possa guarire. Dal momento che il disturbo coinvolge appunto la personalità, guarire significherebbe creare una nuova persona. La personalità è come se fosse la struttura di una casa, in questo caso la struttura è danneggiata e guarirla implica trasformare la casa stessa in qualcosa di ovviamente diverso. La guarigione poi implica un processo che è la cura e la cura non si risolve nel giro di giorni, né settimane, a volte neanche di anni.

    Chiediti innanzitutto se vuoi davvero aspettare tanto per poterla vedere cambiare. Sebbene lei possa ripetere di voler cambiare e sebbene tu possa vederla convinta e determinata, la convinzione non basta comunque a produrre un cambiamento,  anche se la motivazione e la volontà sono parte fondamentale di esso.

    Il cambiamento non è un risultato ma un processo,  pertanto richiede tempo e persone che possono davvero aiutarla e quindi è fatto di una psicoterapia.

    Non so se leggendo le mie parole ora starai tiranfo un sospiro di sollievo perché sono riuscita a farti sentire meno in colpa spiegandoti che è molto conplesso e che quindi sarebbe comprensibile e ragionevole da parte tua lascoar perdere.

    O magari potresti invece aver pensato che lei merita qualcuno che sappia aspettare o che sappia credere in lei e che tu sei uno che è in grado di farlo, che è in grado di non deludere le sue aspettative, che è in grado di aiutarla.

    Bene sappi che, lungi dal voler infrangere le tue speranze, devo però essere chiara su questo: tu non puoi salvarla. Nessuno puo.

    Non è compito che spetti a nessun essere umano quello di salvare un'altra persona. Salvare nel senso piu ampio intendo. Cioè non puoi togliere a nessuno la sua sofferenza. Lei prova sicuramente dolore per il fatto di essere cosi, perché percepire la realta nel modo in cui la percepisce, le rende difficile creare e mantenere rapporti stabili con gli altri. Il fatto di essere border significa essere preda dell impusilvita, e non riuscire a gestire le proprie emozioni. Nella sua realtà gli altri sono un bisogno e una minaccia al tempo stesso, perché lei ha quedto terribile bisogno di essere con l altro, di sentirsi amata, apprezzata etc, ma allo stesso tempo l altro è il cattivo, è colui che abbandona, è colui che tradisce. Ecco perche il senso di colpa è uno dei vissuti piu comuni nel rapporto con un border, perche stare con un border ti fara sentire sempre come se tu non fossi stato all altezza dei suoi bisogni, come se tu riuscissi solo a ferire a fare male. Queste sensazioni però sono intervallate anche da momenti di felicità, di calma, di sintonia. Ed è la presenza di questi momenti che spesso lascia perplessi, perché uno allora si chiede "potrebbe essere sempre cosi allora?". Ma non è cosi peeche quello che manca infatti nel border è innanzitutto la stabilità. La stabilità nel regolare le emozioni, nel riconoscerle, nell esperirle. La stabilita nel mantenere i legami, nel mantenre la percezione degli altri che sia adeguata alla realtà e che non vada oltre. La stabilità e il mantenimento sono ciò che manca e va costruito e ce ne vuole.

    Per noi possono sembrare cose normali queste, così normali da essere impensabili, eppure il border ci dice che cosi non è.

    Quindi per ritornare alla tua domanda, non chiederti se ci puo essere o non essere un cambiamento per poter poi chiederti se allora sia piu giusto continuare oppure no. Ma rifletti sul fatto che stare con una persone con questo disturbo implica continui sforzi cognitivi ed emotivi. Implica tensione. Implica il mettere da parte i propri bisogni anche pratici perché lei non li capirebbe. O altrimenti implica tantissima pazienza e forza di volonta ma non solo tua, nel capire che quello che potrebbe ferirla non per forza è stato un attacco voluto. Stare con una border significherebbe lavorare costantemente sul fatto che esistono punti di vista diversi dal suo e che anche quelli vanno considerati. Insomma significa che ti devi fare un mazzo enorme.

    Mio fratello oggi si ritrova a vivere un periodo di calma. Ma è una calma apparente che precede la tempesta. Lui purtroppo si è convinto di poterla salvare. Vuole credere in lei, ma ti assicuro che non è un bello spettacolo visto da fuori. Siamo tutti in pensiero per lui, perché soffre e anche se non lo vuole ammettere, si vede.

    Quindi a lui già l ho detto e dico lo stesso anche a te: non spetta a te salvare una persona, anche se questa ti fa credere che tu potresti fare tutto e questo facesse bene al tuo ego.

    È tuo diritto mollare e nessuno puo farti sentire in colpa per questo. Non dare un peso alle parole piu grande di quello che hanno. Le parole restano parole, mentre la tua libertà rimane il bene piu prezioso che tu possiedi. Sei libero di andartene. Sei libero di restare. Sei libero e quindi respira e togliti dal petto questo imutile senso di oppressione. Tu puoi scegliere tutto quello che vuoi e se non vuoi va bene uguale.

    Anche se ho cercato di restare imparziale, voglio darti comunque la mia opinione: vai via, le cose non devono funzionare per forza, ma quando funzionano te ne accorgi perché non sentirai di doverti sforzare come adesso. Vedi questo macigno che senti? È innaturale. Un rapporto sano è come una pianta, cresce spontaneo, senza sforzi, e ricambia. Ti ricambia con l odore, con i frutti, con l ossigeno. Ricambia le cure. Perché un rapporto sano è innanzitutto fatto di reciprocità.

    Lei questo non puo dartelo, non perché è cattiva, ma perche non sa farlo, deve impararlo e non dipende da te se lo imparerà o no.

    Con questo ho concluso e spero di esserti stata di aiuto.

    Ps: butta via il macigno e respira!

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