Sono Anna, ho 22 anni e scrivo qui perché ho bisogno disperatamente di parlare con qualcuno. Mi descrivo: sono una persona generalmente felice, ma soffro di ansia(non diagnosticata). Ho l'asma da quando ho memoria e ultimamente si è aggravata, sto facendo una cura che la mantiene a freno (anche se non del tutto). Questa situazione mi provoca molto stress, accompagnato alla brutta aria che si respira in casa. Detto così potrà sembrare banale, ma non mi va di scendere nei dettagli perché non è questo quello che mi preoccupa.
Ho una relazione da 4 anni, ci siamo cresciuti a vicenda e migliorati. Ci siamo amati a vicenda e credo che ci amiamo ancora. È da un po', circa un anno, che però litighiamo periodicamente e quando succede, sembra un inferno letteralmente. Di solito sono sempre io a lamentarmi perché dai suoi atteggiamenti si deduce che non mi ama, lui puntualmente conferma i suoi sbagli e prende consapevolezza solo quando glielo faccio presente. Quello che odio di lui è che sta sempre nelle nuvole, pensa solo ai soldi, è ossessionato dalla sua carriera e per questi motivi non mi presta abbastanza attenzioni. Non ci facciamo sorprese, non ha mai voglia di uscire per fare qualcosa di diverso, è iper critico su tutto e non gli va bene nulla. Mi odia spesso, per intenderci spiego un paio di eventi: vado da lui a piedi la mattina perché non mi sentivo mentalmente bene, mi metto a piangere tra le sue braccia e lui mi chiede perché. Alla fine scoppio e gli dico tutte le mie preoccupazioni, riguardo l università soprattutto. Lui continua ad abbracciarmi, ma dalla sua bocca non esce mezza parola di conforto. Non mi aspetto che mi risolva i provlemi, ma argomentarli mi farebbe bene(così come io faccio con lui). Comunque mi dice che avremmo fatto tutto quello che volevo e siamo andati a mangiare un poke. Ritorniamo a casa passiamo un pomeriggio insieme, lui in quel momento non ha la macchina per accompagnarmi. Così che restiamo fino le otto insieme, io studio e lui sta al pc. Ad una certa diventa scontroso, non gli puoi dire nulla, mi risponde male e io avevo capito che non ne poteva più della mia presenza anche se nn avevo fatto nulla di male. Ci mettiamo a mangiare a tavola, non mi rivolge la parola, sta tutto il tempo col telefono, non mi guarda più in faccia, cerca ripetutamente di togliermi il piatto quando io stavo ancora mangiando, si alza e se ne va sul divano. In macchina per accompagnarmi gli chiedo perché tutto questo, mi dice che io gli avevo rotto le palle perché mentre lavorava al pc lo distraevo. In realtà gli ho parlato tipo due volte per 2 minuti ogni ora, e non mi sembra esagerato. Comunque ci lasciamo a discussione incompleta e solo il giorno dopo lui mi dice che in realtà anche la sola mia presenza lo infastidiva, quindi a conferma che io non avevo fatto nulla di male per farmi odiare. Questo esempio per far capire come mi sento.
Ieri però è successa una cosa tremenda. Sono uscita con le mie amiche, ho bevuto giusto due spritz a distanza di un ora, nel frattempo ero davvero molto triste e in ansia senza alcun motivo avevo un brutto presentimento. Quello che volevo fare era andare a casa da lui per stare a mio agio. Comunque finita l uscita, alle nove torno a casa col pullman. Nel tragitto mi scrive per dire cosa avessi intenzione di fare, io gli rispondo non lo so e gli giro la domanda e la risposta è stata 'boh'. Per cui io ho pensato che non gli andasse di nulla. Comunque ci mettiamo d accordo che deve venirmi a prendere alla fermata, entro in macchina e nn mi guarda in faccia. La prima cosa che sento è una bestemmia, gira la macchina per andare verso casa sua, io mi ricordo che devo prendere una pillola per l asma e gli dico che devo andare a casa. Mi risponde male dicendo 'perché non ci hai pensato prima' e io gli dico 'sono appena entrata in macchina devo fare mente locale'. Arrivo sotto casa mia e non parecchia e io non capisco cosa volesse fare. Io che avevo già capito l andazzo mi sono chiusa in me e ho detto puoi anche andare e lui ha fatto retromarcia. Salgo, parliamo per messaggio del fatto che non abbiamo per nulla comunicato su cosa volessimo fare, che lui aveva deciso di andare a casa sua ma io non ne sapevo niente, che stava per mangiare ma io non lo sapevo. Mi dice che si sente il mio autista e che lo devo ringraziare per essermi venuto a prendere, io gli spiego che non è che non avevo il passaggio perché potevo tranquillamente chiamare i miei, ma volevo semplicemente stare con lui. Cioè, non ho chiamato lui perché stavo a piedi e gli spiego che se lui si sente l autista è perché non aveva per niente voglia di stare con me. Comunque scendo di casa, lui sta ancora giù, entro in macchina infuriata e inizio ad urlare e piangere come non ho mai fatto. Mi sfogo caccio tutta la rabbia che mi da, tutto lo stress la tristezza, il fatto di non essere voluta, gli do un paio di pugni sulla gamba. Lui si gira verso di me e mi urla in faccia, io per scostarlo gli metto le mani in faccia e avendo le unghie un po' lunghe lo graffio pesantemente. Andiamo nel panico totale. Lui resta comunque fermo, non mi mette un dito addosso. Gli ho chiesto penso più di 100 volte scusa e 100 volte mi dispiace. Lui capisce che sono pentita e che è stata una reazione a catena mi perdona all istante dicendo che tutto questo lo aveva creato lui per i suoi modi di merda. Decidiamo insieme una scusa plausibile da raccontare ai suoi genitori e ai suoi amici. A quanto pare tutti sono molto titubanti, lui stamattina è partito per un weekend organizzato con i suoi amici e quindi non ci siamo visti. Io sono nel letto da un giorno e ho a mala pena mangiato. Sto piangendo ininterrottamente perché sono piena di senso di colpa, riconosco di avere qualche problema di rabbia che proviene dalla situazione che prima ho accennato in famiglia. Non so che fare, penso che tutti mi odiano.