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ilaria

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  1. Un saluto a tutte...vedo che si è aggiunta una "cucciola" al club... a proposito di fare terapia a vent'anni o in età più matura...ne ho scritto qui tempo fa, quado scoprii che una mia compagn di classe aveva intrapreso un percorso analitico a 19 anni e certo sarà un bel pezzo in avanti rispetto a me che l'ho iniziata più tardi...ne parlai alla mia analista che convenne dell'utilità e del risparmio di energie che comporta un'analisi in età giovane ma mi ha anche detto che quelle che a 25/30 anni possono apparire delle grosse differenze (esistenziali, formative) col tempo si sfumano...in qualche modo ci si raggiunge e si appianano i divari...
  2. in effetti pare che io sia stata un po' incosciente: mi dicono che quei boschi sono di molto mal frequentati...ed è arrischiato avventurarcisi da soli anche se in compagnia di un cane...
  3. oggi ho portato in seduta tutta la mia amarezza...dice che non mi aveva mai visto così affranta...per la prima volta ho parlato col nodo in gola per tutta la seduta e scivolava qualche lacrimone....le ho raccontato gli episodi dell'ultimo giorno di scuola e lei dice che visto dall'esterno non le sembra nulla di molto serio pertanto si chiede cosa possa aver smosso dentro di me di antico quel che è accaduto... lunedì 28 ritorno, mi ha detto di chiamarla se ne sentissi il bisogno...forse a gennaio non riprendo la scuola, non subito, almeno. continuo a piangere da due giorni...non mi era mai capitato. non appena mi sarà sbollito questo stato d'animo provo a raccontarvi di cosa si tratta, per ora non riesco. io il mio ex psi col piffero che mi capiterà mai di salutarlo: quello s'è dato alla chetichella ... ma c'è un tipo pazzo romano che mi farebbe piacere salutare...mi raccattò dopo un "divorzio" e mi rimise in sesto in quattro e quattr'otto.
  4. vorrei augurare anch'io buone feste a tutti/e...se non alto perchè questi sono giorni di vacanza e ci possono aiutare ad ascoltarci un po' più attentamente... io sono molto prostrata..ho ansia e crisi di pianto...ma dipende dalle amarezze e dalle delusioni che raccolgo sul lavoro...l'inettitudine e la codardia degli adulti fa sì che gli "ultimi" siano costretti a rimanere sempre ultimi, che non c'è speranza di riscatto per chi nasce sfigato... io stessa rischio ... nella scuola non ci sono più "maestri" veri. guardatemi bene..ecce homo..sono un esempio di insegnante "bruciacchiata" che il sistema spedisce ai matti.
  5. io credo che puoi dire questo perchè hai stabilito comunque un rapporto significativo con il tuo psi, basato sulla fiducia e sulla certezza che anche se fra voi ci sono state e ci saranno incomprensioni "l'alleanza terapeutica" è più forte delle inevitabili incrinature momentanee...è a partire da questa base che può avvenire secondo me il passo successivo ovvero quello (ti cito) che lui porti ME a conoscermi profondamente. a conoscere la me stessa che si nasconde dietro le resistenze, dietro le nevrosi, ecc, ecc mi sento di poter dire questo perchè ora che la mia dott è riuscita a costruire con me un rapporto di "familiarità" ( e, pare 'na fesseria, ma la presenza del cane ha giocato un suo bel ruolo nel far irrompere nel setting istintività, immediatezza, un livello più autenticamente emotivo informale di comunicazione ) sento di essere in grado di capire il senso di quello che tu e digi andate affermando...anche se non sto vivendo un'esperienza analoga al momento, mi risuona comunque quello che voi dite ma proprio perchè si sta stabilizzando una relazione fra me e lei che potrà funzionare da trampolino per il mio lancio verso me stessa.. a proposito ... l'ultima volta la dott, a fine seduta, mi è parso mi abbia sussurrato un "ciao"... ma non sono sicura ...
  6. Che bella che sei Digi, come sono pieni di passione i tuoi post..ammiro la tua energia, la forza prima disperata e adesso accalorata con cui lavori su te stessa...io credo che alcune di voi in questo forum siano riuscite a vivere in analisi momenti di autentica "verità" ..una verità con varie facce...verso di sè e verso la propria storia, verso l'analista... io credo che questa sensazione di appropriarsi di se stessi sia la conseguenza dell'aver avuto il coraggio di smascherarsi e di essere sinceri...e di disporsi a leggere umilmente e senza "reattività" il proprio mondo...
  7. ammazza digi, sei stata più veloce di me a "epurare" il post
  8. por favor..siccome che m'è venuto il senso di colpa per aver "s-parlato" dell'ipotetico povero paziente che regala regali trash chiedo di eliminare i quote con immagine e citazioni esplicite 'azie
  9. pensierino: ieri camminavo per le strade del centro e ho incontrato una mia giovane collega che lavorava a scuola mia l'anno scorso...è una ragazza molto carina e gentile e ieri era in compagnia della sua mamma, persona all'apparenza altrettanto carina e gentile che mi ha regalato un sorriso (la presenza di cane trotterellante al mio fianco predispone al saluto molte persone).. guardando quella coppia madre e figlia ho pensato alla base sicura, all'amore di sè come conseguenza dello specchiarsi in un volto che ti ama, ho pensato alla cura , al supporto affettivo e cose così...ho anche pensato che sta roba io non l'ho mai avuta, ma poi ho pensato che però adesso ho la mia psi, che mi sta offrendo un supporto gentile e discreto , che lei è una persona carina e garbata con in più quel pizzico di scombinatezza che la rende originale e simpatica.. judi: ha aggiunto la foto della roba orribile che mi faceva l'occhiolino dalla scrivanaia della dott...
  10. judi, ci proverò; una buona notizia:ho una seduta inaspettata il 24 dicembre..so felice,so froggy, la tua psi mi sembra dotata di senso dell'umorismo.... regali: io spero sia uno scherzo..ma oggi troneggiava sulla scrivania della psi una roba trash a palla...spero davvero si tratti di un joke tra l'analista e sto paziente...in ogni caso la faccenda mi fa venire in mente un altro risvolto dei regali : sti psi devono gratificare ogni paziente e ogni loro dono e anche se si tratta di ciofeche micidiali gli tocca metterle in vista nello studio almeno per un po' prima di fargli prendere la via della monnezza... p.s. ilaria prega che nessun paziente che legge sto forum sia in cura dalla sua dott ..
  11. non avevo pensato che evitando di fare il regalo alla psi evito anche l'imbarazzo di doverglielo consegnare...chissà che non ci sia una relazione tra le due cose. comunque io non credo assolutamente che esista anche un solo psi che in nome del proprio indirizzo terapeutico rifiuti di accettare un regalo da un paziente: sarebbe un gesto arrogante e cafone... ci sono addirittura degli articoli scritti da psicoanalisti sui regali portati in analisi .. per dire quanto sono importanti da un punto di vista simbolico.. quindi chi ne ha voglia li faccia, che è come portare un sogno, un racconto di sè, una fantasia insomma qualcosa per cui gli analisti vanno pazzi.. quanto al cappotto..bè io ancora non me lo levo..e ho un bel da fare andare lì con borsa, cappotto e..cane (con coperta perchè è in calore!!) unico regalo che mi era venuto in mente di poter fare alla mia dott è un libro intitolato qualcosa come "psicoterapeuti e cani" e parla appunto del contributo che un cane presente in seduta può dare all'analisi ( non solo quello del paziente, ma anche quello dell'analista.Ad esempio Freud aveva il suo con sè mentre lavorava) Però il libro è vecchio, forse nemmeno in ristampa e il problema quindi non si pone...
  12. digi e froggy..in versione "battibecco" siete uniche digi io non sono molto indicata per esprimere pareri sui regali per gli psi ..
  13. Ci sono passata attraverso l'esperienza della brusca interruzione ... e so bene quanto si stia di merda ... l'ho già raccontato e non voglio tediare ripetendo la faccenda... la reazione che ho avuto sul momento è stata assurda...volevo pensare che lui stesse sapendo quel che faceva...pensavo che mi sarei dovuta fidare e seguire l'indicazione che aveva lasciato per me..ovvero di darmi in carico a un'altra psicologa ...pensai che dovevo approfittarne per non ripetere lo stesso copione della dipendente affettiva con ansia da sparazione e dimostrare a me stessa che non c'era lutto nè perdita in quello strappo e che avrei dimostrato di essere adulta se "lo avessi lasciato andare" senza oppormi, accettando di incamminarmi verso una nuova fase del mio percorso... balle. sta manfrina mentale ha funzionato per un po', forse a caldo ...è stato un modo per prendere tempo prima di far esplodere le emozioni più immediate che provavo. sapevo per certo che io la psicoterapia non l'avrei mandata a quel paese solo perchè ero incappata in un "guappo" e ho deciso di disobbedire e non farmi seguire dalla psi alla quale mi aveva scaricato ... ho fatto passare il tempo che ci voleva e poi ho ripreso..manco a dirlo le prime 3/4 sedute son state tutte dedicate a elaborare la rabbia coltivata verso un str..zo questa è la mia esperienza...e mi dispiace che joker ne abbia conosciuto il sapore
  14. mamma mia, ma com'è che a me il pensiero di farle un regalo non mi passa proprio neanche per l'anticamera del cervello...l'unica cosa che potrei farle, è una cosa fatta da me...però se mi metto a pensare ora facccio all'analista una cosa fatta da mi verrebbe fuori senz'altro qualcosa di artefatto e orendo... la mia collega è morta, è successo lunedì...sono andata a trovarla alla camera ardente...ed eravamo sole io e lei .. altre mie colleghe mi hanno riferito di essere andate a trovarla e di non averci trovato nessuno...chissà forse la paura di morire soli,la paura che pochi si siano accorti che siamo esistiti è un fantasma che agita la mente e i cuori di molti...
  15. Io ero molto più dipendente dal mio ex- psicologo che vedevo anche solo una volta al mese che dalla mia attuale analista che vedo due volte a settimana ; erano proprio quelle sedute centellinate a risvegliare tutta la mia nevrosi da scaricamento, angoscia della perdita creando un attaccamento morboso e ossessivo con l' "idea" di psicoterapia e di psicologo che mi ero fatta.. il discorso è complesso: il mio ex-psicologo aveva finito con il colludere con la mia parte malata, e l'aveva agganciata prepotentemente e non la mollava mai...lui riattivava un ricordo di "materno" abbandonico e di relazioni disconfermanti e prevaricanti,aveva inoltre assunto un ruolo da figo sapiente ironico e sfuggente ..la mia dottoressa dandosi generosamente cerca forse di fornirmi nutrimenti che io possa immagazzinare, di fornirmi un porto sicuro dal quale partire e al quale ritornare..non è d'intralcio, non sempre almeno,
  16. grazie, judi, per il tuo parere...
  17. Ciao ragazze... sono davvero autoreferenziale in questo periodo e me ne scuso, ma questa non posso non raccontarvela.La mia collega che si è ammalata l'anno scorso di un tumore è arrivata agli sgoccioli... Dopo gli interventi dell'anno scorso s'era rimessa in piedi,aveva ripreso a vivere ed è pure rientrata a scuola a settembre..poi i controlli e sospetti di metastasi, ricovero per accertamenti e nel giro di un mese un rapido crollo culminato negli ultimi due giorni...sono andata a trovarla ieri e dormiva, sedata dalla morfina somministrata per i dolori...l'ho vista sdraiata sul letto, occhi chiusi ed espressione tuttosommato distesa.. l'unica cosa che ho pensato è "chissà dov'è", chiusa in un raccoglimento che la traspora chissà dove in compagnia di chissà quali immagini o visioni o pensieri.. so che per effetto degli antidolorofici non prova l'angoscia o la paura della morte: mi diceva una collega che una dottoresa le ha detto di aver sperimentato su di sè quel tipo di terapie a base di oppiacei e morfine per meglio capire i suoi pazienti e le aveva riferito appunto che scompare ogni sintomo d'ansia e le sensazioni e le immagini che affollano la mente sono positive e rasserenanti.. io mi chiedo se non ci sia una possibilità di dirsi le ultime cose che ci sono da dire a se stessi, se non ci sia lo spazio per un bilancio, un congedo per "tirare le somme" e trovare una dimensione di senso a quel casino... parlandone oggi con la mia dott lei mi ha detto che a volte la morte la si sceglie, la si vede come l'unica soluzione a una vita che non si ama più, dice che forse chi si ammala è perchè vuole andarsene..io non conoscevo intimamente questa collega però sapevo che a quarant'anni suonati viveva ancora con i suoi genitori ormai anziani, un babbo burbero e una madre con la quale aveva un legame strettissimo...una gabbia stretta forse.. ma voi che ne pensate..al di là del caso specifico...può darsi che si arrivi a sentirsi così costretti dall'esistenza da percepirsi senza possibilità di fuga o di cambiamento e da desiderare incosciamente di levarsi di torno nel modo più autodistruttivo possibile..forse non considerando il suicidio perchè comporta uno slancio e uno scarto dai valori dominanti di cui non sempre si è capaci...
  18. io i regali continuerò a non farglieli...per me son stati regali importanti averle mostrato un album di foto e portarle in seduta la mia cagnolina... non è che io ce l'ho con i regali o con il natale, ma è che proprio non mi viene di farne, a lei in questa circostanza.in compenso mi diverto a scrutare le tracce di doni che le fanno altri pazienti. un saluto a Diotima !!!
  19. io sto benino...ho vissuto questi giorni di interruzione piuttosto bene...niente abbandono, niente depressione...pensavo ai soldi risparmiati e mi chiedevo se si sarebbe trattato di un'interruzione definitiva oppure no... fosse dipeso da me avrei forse fatto uno squillo dopo natale ...poi però ho sentito una certa doppiezza in me...una me che " attacca il legame" seguendo un vecchio schema nel quale in vari modi si manifesta la mia distruttività....ma ho sentito anche che più vero di tutto è un legame profondo che si è venuto a creare chissà come e chissà quando , nato senza che io me ne accorgessi grazie a quel pieno di sue parole che mi versa dentro, distillandole seduta dopo seduta, e che riscaldano un bel po'..e quando mi è arrivato il suo sms è proprio questo aspetto che ha risuonato più di ogni altra cosa...
  20. quanto a me...la mia psi mi ha mandato un sms molto dolce, sabato riprendo..
  21. secondo me certe situazioni quando le immagini appaiono più terribili di quando le vivi. bello però ....bè, guarda... io sono stracerta che arriverete al momento dell'interruzione con tutti sti timori elaborati..non dico che tu non possa risentirne..ma stai dimostrando di avere tanta di quella grinta...
  22. da Lukacs, Il romanticismo della disillusione, in Teoria del romanzo " Per il romanzo ottocentesco ha assunto maggiore importanza [...] l'incongruenza derivante dal fatto che l'anima ha dimensioni più ampie dei destini che la vita può largirle. [..] non si tratta più di un astratto a priori rispetto alla vita, il quale pretenda di inverarsi attraverso le azioni ed i cui conflitti con il mondo esterno forniscono la materia del romanzo;si tratta ora di una realtà puramente interiore, in sè più o meno compiuta, colma di contenuto, che entra in concorrenza con la realtà esterna e possiede una vita propria ricca e palpitante la quale con spontanea sicurezza di sè considera se stessa quale unica vera realtà [...] ed il cui fallito tentativo di realizzare tale identificazione costituisce l'oggetto stesso dell'opera. La discrepanza tra l'interiorità e il mondo si fa [...] più irriducibile. Il costituirsi dell'interiorità a cosmo fa sì che essa riposi in se stessa e la renda autonoma: mentre l'idealismo astratto, per poter essere, aveva dovuto trasfondersi nell'azione, entrare in conflitto con il mondo esterno, qui invece non sembra esclusa la possibilità di sottrarsi a quel conflitto , dal momento che una vita capace di generare da sè tutti i contenuti della vita può essere perfetta e compiuta anche se non entra mai in contatto con la realtà esterna. Mentre, dunque, un'incontenibile e incontrastata attività rivolta verso l'esterno caratterizzava la struttura psichica dell'idealismo astratto, v'è qui piuttosto la tendenza alla passività; la tendenza a scansare anzichè affrontare i conflitti e le lotte col mondo esterno; la tendenza a risolvere unicamente nello spazio dell'anima tutto ciò che ha attinenza con l'anima. Certo, in questa possibilità risiede la problematicità decisiva di questa forma di romanzo, [..] la dissoluzione della forma in una confusa e informe successione di stati d'animo, l'analisi psicologica in sostituizione di una trama concretamente strutturata.Questa problematicità viene ulteriormente inasprita dal fatto che il mondo esterno che entra in contatto con questa interiorità, con-formandosi al rapporto che si instaura con esso e con l'interiorità, viene ad essere [..] atomizzato e diventa amorfo, in ogni caso privo di senso.E' un mondo, questo, tutto dominato dalla convenzione, è la compiuta oggettivazione del concetto di seconda natura: un concentrato di leggi senza senso, a partire dalle quali non è dato scorgere alcuna relazione con l'anima. Ciò significa, però, che tutte le oggettivazioni organiche della vita sociale perdono necessariamente ogni significato per l'anima.[...] ne consegue che la professione perde ogni importanza per l'intero destino dei singoli uomini, e matrimonio,famiglia,classe sociale,la perdono per quello dei loro rapporti reciproci. Il costituirsi dell'interiorità a mondo autonomo non è soltanto un fatto psichico , ma include anche un giudizio di valore sulla realtà stessa: tale autonomia della soggettività costituisce la sua più disperata difesa, la rinuncia ad ogni lotta [...] per il suo inveramento nel mondo che è fuori di essa.
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