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Il telefono cellulare nella nostra vita
ilaria ha risposto a AlessandroMartinelli alla discussione in Argomenti
Ehm ...io odio il telefono e ne ho ridotto l'uso ai minimi termini da quando esistono le mail Il cell è pressochè inutilizzato. -
Un ciao a tutti.... o a chi si vuole
ilaria ha risposto a Gavja alla discussione in Coccole e carezze
Ciao michael i tuoi ultimi due avatar sono simpaticissimi :D -
Un ciao a tutti.... o a chi si vuole
ilaria ha risposto a Gavja alla discussione in Coccole e carezze
:D -
Un ciao a tutti.... o a chi si vuole
ilaria ha risposto a Gavja alla discussione in Coccole e carezze
Notte michael e notte a tutti Gavja, sei ligure? che meraviglia la tua regione :D -
Un ciao a tutti.... o a chi si vuole
ilaria ha risposto a Gavja alla discussione in Coccole e carezze
bentornata chiaretta :D -
Un ciao a tutti.... o a chi si vuole
ilaria ha risposto a Gavja alla discussione in Coccole e carezze
:D buongiorno a te e a tutti -
Un ciao a tutti.... o a chi si vuole
ilaria ha risposto a Gavja alla discussione in Coccole e carezze
michael :D bentornata xela :D , dove ti ha portato il nomadismo? ciao a tutti -
Un ciao a tutti.... o a chi si vuole
ilaria ha risposto a Gavja alla discussione in Coccole e carezze
Mannaggia m'hai fregato sui tempi perchè ti ho visto anch'io e stavo postando per farti tana..mi hai anticipato :D :D Un bentornata a Gavja e un ciao a tutti. -
Un ciao a tutti.... o a chi si vuole
ilaria ha risposto a Gavja alla discussione in Coccole e carezze
Ciao cucciola buongiorno a te! E buongiorno a tutti i naviganti del forum ciao :D -
Un ciao a tutti.... o a chi si vuole
ilaria ha risposto a Gavja alla discussione in Coccole e carezze
Michael ,ma ciaoooooooooo mi becchi sempre ,eh eh :D -
Un ciao a tutti.... o a chi si vuole
ilaria ha risposto a Gavja alla discussione in Coccole e carezze
Michael, ciaoooooo, scusami non ti avevo visto.. auguro anche a te una bella giornata :D :D -
Un ciao a tutti.... o a chi si vuole
ilaria ha risposto a Gavja alla discussione in Coccole e carezze
Mi dispiace tanto, Maurizio, ma non ti scusare per "lo sfogo", ma ci mancherebbe...anzi io tornerei a parlarne se mi potesse servire a sciogliere le emozioni. un affettuoso ciao -
Un ciao a tutti.... o a chi si vuole
ilaria ha risposto a Gavja alla discussione in Coccole e carezze
Ciaooo michael :D :D -
Un ciao a tutti.... o a chi si vuole
ilaria ha risposto a Gavja alla discussione in Coccole e carezze
Grazie, Gavja, del saluto.. buona domenica a te e a tutti. :D -
LA COLONNA SONORA DELLA MIA VITA...
ilaria ha risposto a FOXYLADY alla discussione in Accordi e disaccordi
Nemmeno io ... -
Il corvo e Gavja, :D grazie !!!
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io fossi in te non perderei tempo, stamperei il tuo post e correrei suuubito da uno psicoanalista a farglielo leggere: dentro questo tuo post c'è un intero mondo, un universo affettivo. e non voglio sciuparlo, vorrei solo dire che sono daccordo che guardare non basta, ricordare non basta,e soprattutto "capire razionalmente" non basta, ma bisogna ripassarci attraverso con la consapevolezza che il mondo psichico, mentale e affettivo di un bambino registra gli avvenimenti in un modo assolutamente diverso dal modo proprio di un adulto, attribuisce significati diversi agli stessi episodi, e quindi ritornare "sul luogo del delitto", oggi, serve soprattutto per rapportarsi a quell'orrore e a quelle paure con le modalità, con le capacità di fronteggiarle di cui oggi disponiamo.Un bambino teme il rifiuto e subisce gli adulti perchè non saprebbe come vivere senza lo sguardo amorevole di qualcuno e senza la cura di qualcuno, l'adulto fa diversamente.Ma soprattutto "stare addosso" a quelle paure serve a depotenziarle: sono tremende le prime volte, ma a ogni nuova visita,a ogni passo in avanti che facciamo sulla via dell'elaborazione la robaccia che sta dentro lo sgabuzzino farà sempre meno paura e noi scopriremo un nuovo modo di vivere le emozioni liberandoci dalle vecchie modalità. Cambiare, io spero, significhi "sentire" in modo nuovo, essere abitati da un nuovo alfabeto emotivo perchè il vecchio, compreso e sistemato non ci suggerisca nè ci imponga più le sue modalità.Freud diceva che con l'analisi noi faremo sì che là dove c'era l'Es oggi ci sarà l'Io: questo è il fine di ficcare il muso nello scantinato; serve a bonificare il terribile. ciao :D
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E' la terza volta che provo a postare perchè ogni volta che invio mi compare la maledettissima pagina "Impossibilire visualizare..." e cancella tutto...uffaaaaaaaaaaaaa!! Insomma il post che hai scritto , cuorenero, è proprio stimolante e getta luce su aspetti interessanti (sempre che io non fraintenda) E mi chiedo se con quello di cui tu parli non c'entri qualcosa il famoso "disagio della civiltà".Noi siamo anche pulsioni primitive, animalesche, distruttive, siamo gelosia e rivalità e forse lo siamo potentemente specie nell'infanzia proprio perchè il processo di civilizzazione deve ancora fare il suo corso e perchè la consapevolezza di sè è quella che è e pure lasciano a desiderare capacità di gestione e/o sublimazione di quelle pulsioni.Poi arrivano gli dei, i santi & e Co., aumenta la consapevolezza e interviene la vergogna, ci sentiamo orribili e preferiamo scacciare quelle pulsioni nello sgabuzzino/monnezzaio dell'inconscio.Così l'interdizione ha la meglio sul riconoscimento che la natura umana consiste anche di quella roba là, e tuttavia non solo di quella roba là, ma anche di slanci di solidarietà e di amore.Forse avevano ragione i narratori della letteratura del "doppio", che ci dipingevano come Dott.Jekyll e Mr Hyde, come amore e odio, bontà e cattiveria.Ma di questa doppiezza purtroppo troppo spesso ci sbarazziamo del lato che è più disdicevole, che è oscuro e incrina l'ideale che abbiamo di noi (arieccolo).Ma l'interdizione caccia il mostro nello sgabuzzino e lì dentro quello acquista sempre più potenza.Invece bisognerebbe aprire la porta del monnezzaio e guardarci dentro pietosamente. grazie dello spunto
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Quello che trovo pericolosamente imparentato con la colpa è la sigla "punitiva" che l' accompagna. E poi la colpa prevede sempre un codice normativo di riferimento:e il punto è,allora:chi lo stabilisce quel codice?Da chi e per chi è pensato? Da piccoli era importante che fossimo "bravi","ubbidienti", che ci comportassimo in modo da ricevere il premio dell'approvazione dei genitori.Poi siamo entrati nella scuola e dovevamo ubbidire ed essere bravi per compiacere gli insegnanti, per avere un buon profitto.E così via sempre a muoverci tra paletti che hanno arginato i nostri slanci, nel bene e nel male.Ora forse il punto è:fin dove regole e paletti sono necessari e salutari (quando non sono a volte addirittura salvifici) a partire da dove tali paletti costringono, limitano, soffocano, frenano lo sviluppo di un'identità autonoma che sia in grado di valutarsi e fare scelte in proprio e non in modo "eterodiretto", suggerito dall'esterno, dal così è che si fa.Io credo che certi stili educativi richiedano la trasgressione, che grazie alla trasgressione è possibile andare avanti nella crescita personale. Assumersi la responsabilità della propria colpa, della propria trasgressione, se necessario, significa uscire dalla sudditanza rispetto a un codice normativo rispettato perchè lo si è trovato lì, e ci siamo adattati.Significa rischiare di diventare se stessi anche andando contro quel che si è trovato già bell'e confezionato e inventarsi un modo, proprio, personale. Io credo che si migliori perchè si diviene sempre più consapevoli e responsabili, e non perchè abbiamo verso noi stessi un atteggiamento di condanna e punitivo.Una regola, per dire, se la sento, se la condivido e la osservo per attiva scelta responsabile ha più efficacia di una regola che osservo perchè ho paura delle conseguenze di una mia eventuale trasgressione. Insomma secondo me trasgredire è crescere, è liberarsi dalla sudditanza al genitore interiore che vieta e proibisce secondo una sua regola, e la maturità è seguire per scelta (non per timore) ciò che si ritiene giusto seguire.E se anche, per caso alla fine ci trovassimo a seguire quelle stesse regole a causa delle quali ci siamo sentiti in colpa, e che poi abbiamo contestato, bene l'utilità c'è stata lo stesso perchè alla fine del percorso mi trovo a vivere quella regola in modo diverso, più attivo. Mah, mi auguro di essermi spiegata.
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Capisco e ho provato anch'io il disagio per aver subito una prevaricazione senza aver saputo reagire adeguatamente. Le cose per cui mi sento in colpa, nel mio caso, sono diverse.A volte mi sento in colpa per essermi concessa delle cose,magari andando contro qualcuno o qualcosa, perchè quelle cose erano per me tanto importanti quanto urgenti.Ma il fatto di aver perseguito qualcosa per me contravvenendo a delle "regole" che qualcuno ha stabilito mi ha fatto sentire 'na schifezza.
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Io penso che il senso di essere sbagliati e l'inadeguatezza che ne deriva dipenda in parte dal fatto che l'idea che abbiamo di noi stessi non regge al confronto con l'ideale di ciò che vorremmo essere.Se non avessimo un termine di confronto e se questo termine di confronto non fosse troppo fuori misura perchè dannarci e non voler bene a ciò che siamo, paro paro.
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Siamo noi che dobbiamo essere più forti dei nostri sensi di colpa Alessandro Martinelli. vero,Ale,noi dobbiamo essere più forti di quel tiranno interno che ci fa sentire sempre sbagliati (e dargli,metaforicamente, un bel calcio nel c****,)perchè tanto tutto si gioca dentro la nostra testa . Il mondo fuori potrebbe essere soltanto un'allucinazione
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Cara la_pioggia in due righe racchiudi concetti importanti :l'utilità della colpa, il conflitto tra come siamo e come vorremmo essere, l'ideale che abbiamo di noi stessi. Io penso che ciascuno di noi desideri/debba realizzare un'idea di Sè, portare alla massima espressione ciò che sente di essere.E penso che occorra fare questo con gioia, con curiosità ,con spirito costruttivo. Il senso di colpa, a mio modo di vedere,al contrario, ti fa sentire brutto, sporco, indegno, e ti distanzia da un'ideale ingigantito preso o ereditato quale punto di riferimento. (e qui ci sarebbe da aprire una parentesi enorme sull'Ideale dell'io ma rischi di fare un bel cacciucco e lascio perdere). Io personalmente e per queste ragioni non penso che il senso di colpa sia un motore per migliorare : piuttosto è la conseguenza di un censore interno, di un giudice severo che abbaimo entro di noi e che applica su di noi una legge impietosa e punisce. Per migliorare, secondo me, bisogna accogliere come si è,forse bisogna proprio evitare di usare il verbo "migliorare".Ogni processo di crescita secondo me non può non partire dalla presa di atto di come si è in un certo momento, anche nelle indegnità, anche negli aspetti peggiori,anche nelle miserie.I nostri aspetti peggiori vanno accolti e integrati, non vanno messi alla gonga, perseguitati o peggio ancora, negati.Ci sono.Ma,per fortuna non sono i soli nostri aspetti.Ho l'impressione invece che il senso di colpa illumini solo condannandole le nostre magagne e metta al buio tutto il resto.Ecco perchè la disistima,che a me sembra anche un modo riduttivo di guardare a noi stessi, uno sguardo parziale che lanciamo su noi stesi senza cogliere gli aspetti nostri più belli. Io penso che partendo dalla presa d'atto di come siamo ,delle nostre luci e ombre senza la stigmatizzazione di un giudizio morale e avendo piuttosto un atteggiamento sereno e riconciliato con esse ,ci si possa predisporre a crescere e andare avanti, senza il peso e freno della colpa. Mamma mia, speriamo di essere stata chiara. :roll: ciao
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I sensi di colpa sono la nostra più grande fregatura non servono a niente e ci inchiodano nel conflitto,imprigionano le energie