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carlo1974

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  1. Beh il dolore esistenziale è molto più diffuso di quanto immagini. se leggi il mio topic ti rendi conto che anche per me spesso è dura andare avanti. E' come dici tu vivere una recita solo perchè si continua a respirare. Almeno tu, consolati, sei aggrappata alla vita per qualche persona immagino molto cara, alle volte anche quelle sono indifferenti, prive di senso. Tutto è privo di senso soprattutto se consideriamo la nostra reale natura di essere mortali che accendono gli occhi solo per un istante nell'eternità. Prima di tutto voglio dirti come faranno tutti di rivolgerti al più presto ad uno specialista. Il classico abbinamento psichiatra-psicoterapeuta sarebbe l'ideale nella tua situazione. Devi fare una diagnosi precisa di quello che hai, convincerti (e credimi è difficile) che la normalità non è il tuo stato!! vivi una situazione in cui il tuo cervello è come se avesse perso la bussola e deve ritrovare l'orientamento. Questo si può ottenere in tanti modi ma devi essere cosciente del fatto che devi curarti per vivere meglio. Non aver paura dei farmaci se ti verranno prescritti, vivamente ti consiglio una psicoterapia molto mirata, e non pensare assolutamente che sia semplice uscirne da soli!! anzi!! è una cosa quasi impossibile. un abbraccio ed un augurio!!!
  2. grazie vera, è proprio così ogni tanto è come se si fermasse il nostro orologio della vita. Tutto ci appare nero, senza senso, niente ci consola. La morte a me sembra l'unica cosa certa, la vita perde inevitabilmente il confronto. Io adesso sto iniziando un cammino psicologico serio quindi non posso esprimere ancora giudizi o vedere se mi farà bene. Diciamo che io sto seguendo un approccio sia farmacologico che psicologico, sono 2 mesi che prendo anche farmaci però questa volta non hanno avuto gli effetti prorompenti delle altre vlte. C'è ancora un velo che mi impedisce di godere appieno la vita senza pensare al futuro o alla morte. Spero tanto di tornare come prima ance perchè ho una moglie ed un lavoro che ultimamente sto trascurando un pochino. A prestp
  3. in effetti è proprio questo che vorrei capire, cosa scatena queste crisi, quali comportamenti o pensieri pregressi. In effetti non faccio una vita stressata nel senso che quando sto bene a me piace tutto, riesco ad adeguarmi a qualsiasi tipo di situazione, anche in quelle più negative riesco sempre a trovare qualche spunto positivo che me la fa accettare meglio. Poi mi accontento di veramente poco mi basta pochissimo per vivere qualche ora nella tranquillità più assoluta. Poi d'improvviso comincio ad avvertire l'inutilità delle cose in tutto. E' il rovescio della medaglia non riesco a provare piacere neanche negli affetti niente mi consola. E strano ma è così.
  4. grazie tex, infatti stavolta mi sono deciso a fare le cose seriamente senza indugi e senza vergogna, perchè dopo 2 mesi dall'inizio della crisi nn mi sono ripreso completamente. Certo ho voglia di fare, l'appetito è tornato, il sogno è più tranquillo, però quei fantasmi non sono scomparsi, mi pare sempre di vivere nell'inutilità, certo un inutilità che comincia a piacermi però il mondo non è ancora quello di un tempo. Comunque grazie ancora. Stasera mi sento meno solo, e soprattutto non ho più vergogna di dre quello che penso e quello che sento!
  5. Salve a tutti. brevemente cercherò di illustrarvi il mio problema. Ho 32 anni sono sposato da due non ho figli. In questo momento lavoro bene, guadagno bene, nessuna crisi familiare, splendido rapporto di coppia, genitori sanissimi e giovani, 2 fratelli di 25 e 6 anni (seconda moglie di mio padre) Insomma nella vita reale nessun tipo di problema. Eppure... Quando avevo 21 anni dopo un esame all'università di fisica mi sdraio sul letto di casa mia e comincio a pensare incessantemente all'infinito dell'universo, e mi chiedo tanti perchè. Entro così in una profonda crisi "leopardiana" sul significato profondo della vita, sul suo senso, del perchè!! comincio a tremare da solo all'idea di dover un giorno morire, mi terrorizza l'idea dell'eternità come reale concetto. In quel mese di agosto del 1995 mi estraneo completamente. non riesco a sorridere di nulla, tutto ma proprio tutto mi sembra privo di ogni senso. Non dormo bene, risvegli continui, l'appetito latita molto, l'ansia mi opprime, nausea mattutina con conseguente vomito. completo senso di irrealtà, disistima totale, pensieri suicidi ricorrenti e preoccupanti. Quella volta tutto passò senza l'utilizzo ne di farmaci ne di terapie psicologiche. Passò un mesetto e ricominciai a vivere fregandomene altamente della morte e del senso della vita. Mi piaceva e basta e questo mi rendeva tranquillo. Passano 3 anni e nel 1998 ecco ripresentarsi nuovamente l'angoscia. all'improvviso, senza avvertirmi. Lavoravo, tutto mi girava a meraviglia ed ecco che ricomincio a perdere il senso di tutto. La paura della morte mi riopprime, stessa sintomatologia di prima. Stavolta mi rivolgo ad uno psichiatra-psicoterapeuta della mutua. Mi prescrive del maveral da 100 mg e del tavor all'occorrenza. Dopo 20 giorni di cura rinasco completamente. Ma non torno più dallo psicologo forse per vergogna, finito lo scatolo di maveral lo butto insieme al tavor. Sto bene. anzi benissimo. La morte diventa un concetto debolissimo in confronto alla bellezza della vita. Passano altri 3 anni durante i quali sto bene. Forse con una leggera ipocondria che ogni tanto mi fa avere qualche leggero attacco di panico. ma niente di preoccupante. Vado di frequente dal medico, ma il mio umore è sempre normale, alto, la vita mi piace. sempre durante l'estate stavolta del 2001 ecco ripresentarsi il male oscuro. Stavolta è tremendo riprendo da solo del maveral ma dopo 20 giorni i pensieri brutti, l'ansia, l'umore a terra, l'angoscia, la perdita di senso non passano. Un caro amico medico di famiglia mi consiglia di prendere della fluoexitina al posto del maveral accompagnato da xanax mattina pomeriggio e sera da 50 mg. passa un mesetto e riprendo a vivere come sempre, stavolta prolungo un po la cura ma dopo 3 mesi butto tutto!! estate 2002 l'incubo ritorna. era fine luglio tutto andava bene ed ecco ripresentarsi la solita famosa sintomatologia. riprendo da solo con fluoxetina e xanax, ci vogliono 40 giorni e ricomincio a sentirmi bene. Anzi ritengo che quel settembre sia stato il mese più bello della mia vita. Stessa pressi di prima 3-4 mesi e rigetto tutto. Febbraio 2004 ancora una volta a terra!! 1 mese di farmaci soliti senza nessun consiglio medico e tutto torna roseo. stavolta proseguo la cura fino ad ottobre 2004. ricordo che ero in viaggio di nozze con mia moglie in america e da sopra il golden gate bridge getto per l'ennesima volta la scatola con i farmaci. 2 anni stupendi, senza ansie, paure, l'umore sempre u leggermente malinconico, filosofico, ma mi piaceva essere così. Riflessivo, sensibile. ed eccoci ad oggi giugno 2006 ripiombo nello sconforto più totale, stavolta è dura mi la crisi è profonda, lo spettro dell'esistenza mi si ripresenta fortissimo. la paura che un giorno non ci sarà più nulla con la conseguente completa perdita di senso del presente è fortissima. Riprendo da solo la cura ma dopo 35 giorni i sintomi sono passati, niente nausea, vomito, l'appetito torna ma non sono più quello di prima. mi piace fare delle cose ma il piacere ed il sorriso si strozzano in gola sempre, una leggera ansia è sempre presente. sto andando in uno studio specialistico composto da un neurologo-psichiatra e la moglie che fa la psicoterapeuta. Mi hanno detto che l'approccio farmacologico da solo non può bastare, serve un appoggio psicologico. Mi sono finalmente convinto superati tabù e vergogne varie che devo curarmi veramente e seriamente. Perchè ricordo quando la vita mi sorrideva ed era bellissimo. Oggi mi sento meglio, già il fatto di scrivere lo dimostra. ho già fatto delle sedute psicodiagnostiche e stiamo cercando di fare una diagnosi precisa per poter intervenire bene sia farmacologicamente che psicologicamente. Lo psichiatra nel frattempo mi ha lasciato la fluoxetina e lo xanax (anche se a lui quell'antidepressivo non piace molto) e mi ha integrato un quarto di pastiglia di Equilon (sulpiride). SOlo che mi sento meglio, ma i fantasmi delle domande tormentose comunque non abbandonano la mia mente, mi impedisco di vivere normalmente perchè ogni qual volta mi viene voglia di fare qualcosa di bello o cmq qualcosa un diavoletto nella mia testa mi ricorda che tanto è inutile perchè prima o poi dovrò morire e tutti finirà!! E' normale? E' banale? Scusatemi per la lunghezza ma volevo essere esauriente per sfogare il mio problema. Penso sono nella sezione adatta e ringrazio tutti coloro che vorrano dare un giudizio e un consiglio. Ciao
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