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datango

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  1. Grazie per gli auguri Ste :)

  2. Talvolta alcuni detti raccontano qualche verità talvolta sono solo delle comode favole da raccontare e raccontarci. "In amore vince chi fugge" ricorda la favola di cenerentola è secondo me è inesatto per due motivi. Primo motivo il dover vincere qualcosa... condizione competitiva propria di una cultura patriarcale che è scissa da un'indispensabile cultura matriarcale, secondo quando sei innamorato non fuggi ma stai e ti godi quello che stai vivendo. La condizione dell'innamoramento nei confronti di una persona che stimola in maniera speciale la nostra attenzione ha bisogno di un presupposto: amare noi stessi. Solo amando noi stessi riusciamo a stare ed amare in maniera produttiva, mancando questa pre-condizione cerchiamo solo di appagare desideri di possesso nell'idea che possano darci qualcosa che è impossibile ottenere. Appoggiandomi ad un concetto espresso da Fromm: amare è un arte da coltivare attivamente e direzionare verso l'esterno donandola. L'aspettare qualcuno o qualcosa che catalizzi questo stato dell'essere è solamente una comoda contromisura che autogiustifica l'essere passivi, disabilitando un potere che in realtà dipende solo dalla nostra volontà. Per esperienza un buon modo per svelare la nostra incapacità di amare in maniera produttiva è quello di relazionarsi e constatare che viviamo relazioni che rispecchiano il nostro modo di essere, sicchè mi viene da scrivere per motivi personali.... se non siete innamorati l'attribuire colpe di questa mancata condizione ha chi si è relazionato con voi è una cosa vermamente brutta (con tutto il rispetto per i vermi...); è secondo me "ecologico" prendere atto dei propri limiti e chiedere perdono ritirandosi in buon ordine. Infine scrivo un detto : "è più facile scorgere la pagliuzza nell'occhio dell'altro piuttosto che la trave conficcata nel nostro" calza in maniera determinante in questo caso. Saluti
  3. Quello che hai scritto Roby c'entra e centra. Se abbiamo fretta di giudicare e chiudere il cerchio appoggiandoci a dei preconcetti perdiamo la possibilità di una visione d'insieme dell'altro. Visione che in parte è generata da concetti razionali di principe relativi al vissuto personale di ciascuno (oppure un po' più oggettivi come quelli della Brezendine o di altri psicologi o sociologi) e in parte è generata dall' insieme due anime che casualmente si trovano a condividere stesso tempo e stesso spazio, fatto per me tutt'altro che razionale P.s. scrivo anche io qualcosa che probabilmente "non" è pertinente al topic L'INFELICITA’ DI CIASCUN UOMO E’ ASSOLUTAMENTE EGUALE A QUELLA DI CIASCUN ALTRO… PERCHE’ CIASCUNO, NEL SUO STATO, SI FABBRICA I SUOI BENI E I SUOI MALI.. (Leopardi)
  4. Curioso il mito del principe azzurro. Per me in sintesi post-romantica può essere così descritto: a ciascun' uomo occorrono generalmente qualità di simmetria fisica e affidabilità affettiva/materiale, per generare nella donna un immaginario produttivo o riproduttivo, consentire la salita sul cavallo bianco dell'amore e galoppare verso il castello del rapporto duraturo. "il cervello delle donne" della Brezendine a me è parso un ottimo manifesto a riguardo. Mi chiedo... esiste una versione al femminile, che so "la contadina marrone" ?
  5. Ciao Giovanna... ma come ho scritto qualche giorno fa mi sembra ;) Io credo che questo forum viva di momenti in cui ciascuno da il suo contributo perchè motivato a farlo... sono anche dell'idea che lasciare spazio libero sia stimolante per chi viene dopo

    un abbraccio

    Daniele

  6. Se le sento te le saluto... e sono felice per la tua nuova esperienza :)

  7. Grazie per il complimento Ciao, liricità è proprio una bella parola e detta da te per me assume valore. Per quel che riguarda la forza di gravità, è vero impedisce di fluttuare nel vuoto. Il fatto è che restando nel campo delle ipotesi, non so se questo sia un bene o un male, immagino che "nel caso" credo ci saremmo evoluti in maniera differente... che so branchie spaziali!? :) Io credo che l'angoscia deriva dal fatto che bene o male conosci il punto di partenza e hai un idea ineludibile del punto di arrivo. Il prima o dopo è sempre questione che riguarda il campo delle ipotesi, nel mentre è possibile essere in contatto o meno con la tragicità e la bellezza del percorso che tracciamo. I sogni fanno parte della realtà secondo me, sono un bel mezzo di comunicazione di massa altrochè!! (massa intesa come le molteplici subidentità che possono far parte sempre della stessa danza, è sufficente concedere ... accogliere :))
  8. ..io non ci voglio fare assolutamente nulla ... nel senso che ciascuno di noi ha le sue risposte e strategie, talvolta è possibile pensare che non le stiamo mettendo in pratica ... e invece si e la cosa accade proprio davanti ai nostri sensi :) Testarda come un mulo è, vabbeh! se lo dici tu ci sarà da crederci?!... ;)
  9. Per come la vedo io, vivere non è facile, basta solo pensare alla forza di gravità che costantemente vorrebbe farci sprofondare nella terra. Il problema che talvolta nell'idea di semplificare e di evitare di crearsi casini/pippe mentali semplicemente cerchiamo di rimuovere l'angoscia , il fatto è che oltre quello rimuoviamo anche la vita. Per quel che ne so, concederci la possibilità di non far degenerare in ossesione l'angoscia o in insensibilità (accade questo quando si rimuove), permette di prendere coscienza del nostro peso specifico, quel peso che grava sul famoso "chiodo" o mondo e che permetterà al "quadro" o destino di compiersi ...ac-cadere. Confortante per me è sapere che il tempo è relativo e che la memoria si compone di momenti profondi, quei momenti in cui ti senti un po più vivo e percepisci che intorno a te la realtà compie una meravigliosa danza... e 'sta cosa è proprio bella :).
  10. Bhe! assistere è una gran cosa, è bello anche prendere parte. Io il tango lo consiglio a tutti è un esperienza meravigliosa.

    Nel caso parteciperai fammi sapere come è andata :)

    Ciao

    Ciao

  11. Si è bello incontrare nuovamente persone con cui sei in contatto (olisticamente parlando ;))

  12. Abbastanza bene Giusy. A volte riesco a godermi i gradi di libertà che riesco a concedermi altre volte rimango impantanato in vecchi schemi, comunque è meraviglioso meravigliarsi di se :)

  13. Ciao Ciao, non ricordo quello che successe tempo fa nell'usare quel termine, credo comunque che esista un po per tutti la possibilità di migliorare la capacità espressiva... e auditiva ;)

    Buonaserata

  14. Ciao Giusy come stai? :)

  15. Ciao Ste! grazie per l'attestazione di stima a scatola chiusa ;) comunque si, qualcosa di barca a vela ne capisco qualcosa, l'anno scorso ho anche fatto la mia prima traversata... del tirreno :). Se hai bisogno di informazioni sono qui...

  16. Talvolta a me accade che tra il dire e il fare ci sia di mezzo solo "e il", sono momenti belli e ho imparato a godermeli... Per quel che riguarda i momenti di cambiamento ora mi ispiro a questo brano tratto dal libro "Novecento" di Baricco. "A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'é una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'é che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buonanotte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, fran. Non si capisce. E' una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. " Un abbraccio a tutti
  17. Ciao Dori, quoto quello che ha scritto cercando. L'atto del donare credo sia l'aspetto più importante in una relazione amorosa (mi pare che quest'aspetto sia stato citato nella tua discussione). Il donare è relativo alla nostra capacità di amare noi stessi in maniera produttiva e conseguentemente la capacità di dare al prossimo, senza aspettarci nulla in cambio, il nostro amore. Credo che per te sia importante in questo momento sia stare su te stessa e ritrovare i tuoi confini personali, questo al fine di preservare le tue energie emotive altrimenti investite in maniera tutt'altro che produttiva. La buona notizia è che siamo perfettibili e se in noi è presente la nostra volontà di vivere con la possibilità di potersi relazionare con il mondo esterno in maniera appagante, occorre innanzitutto acquisire autocoscienza delle proprie dinamiche relazionali. Che poi sia il tuo ex o qualche altro essere umani a godere di ciò, immagino sin da ora che avrà un importanza relativa nel momento in cui sentirai in te la capacita di amare. In bocca al lupo
  18. Buon compleanno Ste!

    e anche se è passato un po di tempo... grazie per gli auguri :)

  19. Una vita ricca di piaceri, secondo me è sinonimo di una vita nella quale siamo piucchealtro interessati ad "avere" esperienze e, tramite esse, provare momenti di felicità ... epicuro direbbe che occorre perseguire in ogni modo la strada per la felicità, uno stoico sarebbero dell'idea che la rinuncia consente l'accesso ad un livello più alto di felicità. Il benessere economico (materiale), a mio parere, corrisponde con la soddisfazione di necessità nucleari: cibo - casa, ottenute tramite un altra necessità nucleare che è il lavoro. Condivido il pensiero di Fromm che afferma: viviamo la concettualizzazione di un mondo (quello occidentale) in cui predomina della modalità dell'avere come stile di vita, stile che conduce a comportamenti egoistici e privi di gioia di essere.
  20. datango

    la "gatta morta"

    Secondo me la definizione "gatta morta" (o gatto morto) puo essere usata per identificare una persona che applica una strategia comportamentale nell'idea di ottenere qualcosa dalla relazione. Questa strategia consiste nell' assecondare passivamente il partner sempre* e sotto ogni aspetto. *almeno sino alla inevitabile svolta aggressiva ... avete presente la pentola a pressione
  21. ...secondo me stamo messi male per adesso :-/

  22. Ciao Judi... al momento sto dalla parte delle persone oneste che riescono a comunicare assertivamente ed esprimono senso di responsabilità. A me pare modalità che non viene rispecchiata in nessuna formazione politica italiana se non in rare eccezioni . Ieri ad visto annozero un assessore della lega (o anche paritito dell'amore) e m'è venuto un senso di tristezza per la pochezza mentale...s

  23. Ottima la citazione finale nell'articolo della stampa ... anche se la definizione eroe a me pare riduttiva : Sventurato il popolo che ha bisogno di eroi, scriveva Brecht. Ma sventurati anche gli eroi che hanno bisogno del popolo. A me pare che esprima benissimo il concetto del vuoto emotivo che connota l'attuale società italiana e che permette a delineati tipi psicologici di assumere in maniera autoritaria il ruolo "eroe" e paradossalmente di "farabutto" a seconda del punto di vista (es: Hitler - Mussolini - Stalin - Mao - Pol Pot - Castro - Che Guevara - Craxi - Lukashenko - etc...)
  24. Secondo me la capacità di dialogo tra persone adulte spesso è un utopia in Italia, la politica ne è un'esempio evidente... anche questo forum talvolta lo è . Ciascuno cerca di acquisire potere a discapito dell'altro attuando strategie prive di senso di responsabilità. Berlusconi ha dichiarato che non riesce a comprendere il perchè dell'odio, è ovvio che il suo non comprendere o far finta di non riuscirci, implicitamente è esso stesso parte della problematica che genera odio in quelle persone che dichiarano cose inimmaginabili per una nazione che si teorizza evoluta* come la nostra (*perchè abbiamo il digitale terrestre ).
  25. Non ho letto tutto il tread... Io credo sia importante ai fini educativi riconoscere i contesti. La scuola non è un edificio religioso dove andare a indottrinarsi, esistono le chiese le moschee sinagoghe e quant'altro per seguire una libera scelta e approfondire la fede in una religione. Sicchè levare il crocefisso è un primo passo per stabilire correttamente il contesto e di conseguenza essere più efficaci e meno confusivi nell'educazione. Aggiungo inoltre che secondo me la tradizione di un popolo (che io identifico con: la razza umana) non è legata ad un oggetto ma alla capacità di aver fede nell'umanità e nella deità in essa contenuta.
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