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isaefrenk

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Contenuti inseriti da isaefrenk

  1. http://www.psiconline.it/forum/index.php?showtopic=7641
  2. isaefrenk

    Il giusto senso

    Il giusto senso Il giusto senso è ritrovato nellultimo tempo, allorché si sposta la propria coscienza fino alla radice del sé: la goccia, la scintilla divina. Essa è sempre presente ma vibra solo per risonanza; in lei è tutta la natura divina, ma deve essere ritrovata. Quando voi raccogliete qualche frammento di Realtà, essa vibra, inonda tutto il vostro essere e voi sapete, per pochi istanti, che quello che avete trovato è vero. Essa è la sicura guida, la ferma base sulla quale si svolge e si realizza tutta la vostra evoluzione.
  3. isaefrenk

    Il giusto senso

    scusate l'errore http://www.psiconline.it/forum/index.php?showtopic=7641
  4. ci ritiriamo nei nostri spazi web e in altri spazi, dove la serietà e il dialogo ne sono i principi più sani. non vuol essere, come qualcuno di voi può pensare, uno scappare, ma uno di questi motivi, è che noi abbiamo 100ore di conessione, e sprecarli con chi scherza anzichè dialogare per uno sviluppo di se stessi,non ci sembra il caso. cià da isabella francesco e vita
  5. siamo proprio caduti nella volgarità più totale. ci sembrava un forum serio, ove tutti potevano dire la loro, nel bene o nel male,ma evidentemente facciamo bene a sconsigliare di non andare da nessun psicologo.
  6. nessuno può fare a meno di essere se stesso. se ci sbagliamo fateci qualche esempio del non essere se stessi.
  7. indicaci dove non vedi la nostra non tranquillita?
  8. rispondiamo appena è possibile. indicami i link dove hai scritto i tuoi problemi, se ti va. cerchiamo di risulvere il problema, poichè non siamo mai gli unici artefici dei problemi anche quelli che si possono retribuire solo a noi, visto che siamo tutti legati ad una successione logica, quindi il tuo problema ci può riguardare da vicino e in qualsiasi caso ci comunica qualcosa che ci può servire. ribadiamo che un contatto, a qualsiasi livello, con chi chè sia, ha in sè uno scambio alla pari, anche con un neonato.
  9. vedi caro Mio, tutti gli esseri viventi, minimo si Sentono di esistere. e tu affermi che non Senti.
  10. non te ne fregare nulla del forum, visto che cerchi solo di colpire chi lo ha scritto , anzichè il contenuto? miao
  11. noi ti vediamo come vuoi tu.
  12. l'esatto contrario., mio o non mio
  13. sai qual'è l'unico nostro problema...............................risolvere il problema......................se c'è! parla tu dei tuo problemi invece di cercare per forza nel tuo prossimo i tuoi problemi. mucio brioooooooooooo
  14. L’io nasce dal senso di separatività che l’individuo prova nei confronti del mondo che lo circonda. Questo sentirsi una entità distinta dal resto non acquisito o dovuto all’educazione, ma esiste ben spiccato, nell’uomo, prima che sia assoggettato alle consuetudini sociali. Che l’individuo sia unità è un fatto indiscutibile, che quindi si senta individuo separato, distinto, non può essere dovuto ad un errore. Allora voi direte? Esiste una differenza tra senso di separatività e senso di individualità. Quest’ultimo è suggerito dalla natura dell’individuo, in quanto solo avendo consapevolezza della propria individualità si può avere coscienza dei propri doveri; solo sentendosi una unità integrante nel tutto si può avere coscienza dei propri compiti. Siete individui: e come può sorgere la vostra coscienza se voi non comprendete? L’individuo è solo di fronte alla verità. Quando vi diciamo che nessuno può comprendere per voi, vogliamo rafforzare il vostro senso di individualità. Generalmente si è consci del peso della propria persona quando si hanno dei diritti da accampare, mentre i doveri da adempiere si lascerebbero volentieri agli altri. Ciò è dovuto al senso di separatività, che è un intimo errore di interpretazione del senso di individualità suggerito dalla natura. Quando l’individuo non fa attenzione all’errore nel quale cade, prende corpo l’io, con l’insito bisogno di espandersi: nasce l’egoismo. Si deve invece avere coscienza della propria individualità, per sentire il peso della propria responsabilità ed essere uniti a tutti, per non creare il culto di se stessi. Riconducendosi a questa esatta visione di se nel tutto, si può porre fine all’io e ai suoi processi di espansione. Concludendo: superare l’attività espansionistica dell’io non significa cessare di vivere, cadere in un immobilismo; significa continuare a vivere altruisticamente. Non è quindi un nemico del genere umano che predica il superamento dell’attività dell’io. Non è né ambizioso né un cattivo consigliere chi parla unicamente per amore della verità
  15. ti senti che ti separiamo? ci reputi quella forza?
  16. tutto è eterno presente. qualcuno ti ha detto di dimostrare qualo? non ti preocupare che dei migioni di Mio ce ne aiosa. parliamo con parabole, come fai tu chissa se ci si comprende meglio. tu parli d'amore e di comprensione? comprensione di chi puoi comprendere, e a stare al nostro dialogo, vi è poco che pu puoi comprendere, tu stesso lo hai detto che addirittura ti faciamo la supercazziola. è ora di scendere da quel piedi stallo a mio. e che equivqle alla voce dell'io egoistico, e tu seirappresentato con quel nik. cià
  17. in che modo vivi il presente? visto che nel presente c'è anche il vissuto.
  18. isaefrenk

    Il fine o il mezzo

    tu vivi l'adesso, anche in divenire, altrimenti non è l'adesso. a quello sopra non ti rispondiamo nemmeno cià
  19. c'è ,realmente, ancora qualcosa che non riesco a scrollarmi di dosso, ed è quando passo nelle strade dove sono cresciuto. dal resto nussena malinconia. frenk
  20. senz'altro, entrambi verso il positivismo. perchè, abbiamo notato che così facendo, certe volte si anticipano , percependoli,gli eventi. appena ci sentiamo che stiamo cadendo al negativismo, ci ripigliamo subito, valutando fino alla fonte, dove questo negativismo è subentrato.non trascurando nulla, anche chi ci è venuto a trovare, sia personalmente che non.
  21. voi avete riconosciuto qualche esercizio che si ripete nella rivalutazione del vissuto? va meglio così?
  22. vi riportiamo all'inizio: (ci è venuto in mente, quell'esercizio che si riconosce, quando si risolvono i problemi. un chiave che ti apre il cervello, ti sblocco il pensiero. quando troviamo il risultato del problema, il sentimento si alleggerisce, tutto ti semba,con gli occhi del presente, così elementare, che non vuoi credere alla cecità che ti avvolgeva prima. quando la nostra mente , ci vuole far credere che dobbiamo riconoscerci nella parte peggiore di noi. ma per fortuna c'è un "organo" che è nostro, che è parte di noi, molto più forte della mente, noi questa la riconosciamo come coscienza, o sentire di coscienza. allora , lasci che la mente produca tutto quello che vuole, ma in ultima analisi, siomo noi che valutiamo quale azzione deve scaturire da tutto questo. e siamo gli unici responsabili. pensiamo che non basterebbero tutto il terreno che è su questo pianeta, per contenere tutti i libri che si possono crivere sui movimenti dell' intimo nostro. c'è un gran burdel, ma noi siamo più forti. e voi avete riconosciuto qualche esercizio che si ripete nella rivalutazione degli eventi? ) solo questo
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