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Rensi

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  1. In me la religione ha cessato di essere element vitale fin dai 15 anni, religione istituzianalizata e bigotta, che ha rovinato le mie capacità relazionali e sessuali, senza stroncarle ma ponendovi sopra un'ipoteca. Ed ecco la psicologia: per un ceeto tempo è andata bene, perché era un psicologia umanistica, da persona cristiana ma non conformista, perché bene o male il portato religioso c'era e c'è. Ed è riemerso ora, ancora tramite la picologia: quindi la psicolgia in effetti non ti dà niente (la frase cinica ma vera di Lacan: pressappoco: non è sublimazione della vita ma volgarizzazione sic!). E divenuta una fede interiorizzata che ogni minim dogma, o contatto rituale mi guasterebbe come un sacrilegio. La psiologia quindi non dà: cioè - salvo casi - ideologie. La psicologia ha un limite; no ti garantisce niente: la conoscenza psicologica è anzi una tortura. Rispetto alla religione non ti garantisce la vita eterna e per molti questa è una consolazione. Mal a psicologia di certi è una questione vitale più per lo psicologo che per il paziente: forse perch<è lo spicologo vuole bene al paziente più di quanto sembri: e sa che il gioco è tutto qua. E che in certi casi la psicologia (io l'ho usata molte volte in malafede non conscia ma pure...) ti dà solo la perfetta coscienza del fallimento, dell'assenza di vaori,del vuoto, dell'inanità di tutto divena un deserto. Ci possono esser qusti esiti. Per cui la mia idea è che se non ci fosse sarebbe meglio: il processo naturale si compie senza far soffrire la persona. In un caso drammatico della vita, io non lo psicologo, ho rischiato la vita: che si voglia o no, il rischio è sempre del paziente - totale. Eppure, tornando a quanto diceva il simpatico lettore di Dio, io vi ho visto un intervento divino tra due volontà accanite: io che dovev essere scacciato, buttato buori dallo studio, mi sono ritrovato a parità in senso di spazio proprio vicino all'onnipotente ministro della veerità, la cui verità è sempre un sottile adeguamento - anche per tornaconto - col proprorre soluzioni etio-spciologiche a tutte le ideologie. E lo giustifica cristianament. L?Assoluto c'èè, ma qui c'è il relativo e per lui la mia sofferenza è diventata solo un disturbo: questa la mia triste vicendsa. Flavio N.B. con costante altezzosità classista propria dei ceti emergenti DS che speculano su Cristo e Marx insieme co l'occhiolinjo a Berlusconi, cui preparano il piano etico - sociale - psicologico - etico. E queste non sono scelte fatte per li altri: invee a me le scelte, perché scomode, importune, quelle erano tutte mie. Due pesi e due misure: e caro lettore i due pesi e le due misure con Dio o no, sono fuori, ma anche dentro ed ha molta importanza il dentro e il fuori. Flavio
  2. La differenza fondamentale dovrebbe essere questa. La religione non è solo un aiuto ma una dimensione. La psiologia è una tecnica umanistica. Per me ha deto bene il lettore: chi cerca dentro e chi cerca fuori. Ceeto: chi cerca e trova dentro è la soluzione migliore. Purtoppo vi sono non tanto patologie quanto situazioni in cui l'apposto professionale diventa indispensabile. Io ho avuto - e devo dire che non so se per disgrazia o fortuna - molto uso continuativo con la psicoterapia (non con la psicanalisi). E' divenut in fondo il mio modo di comunicare con il mondo, di mediasrlo, non riuscendo o per colpa mia o per incompatibilità ad instraurare un buon rapporto con il mondo. con lo psicologo mi trovo meglio: risolvo i problemi razionali ed emotivi. Cl'è un fondo di mistero in questo: il mondo che mi respinge non riceve le lie emozioni, gliele rifiuto. La psicologia in fondo non è un alibi: è la società che non ti permette anche con il parnter più affiatato di aprirti: è un mecanismo di potere ed economico che romperebbe gli schemi di un rapporto d'amore, ma che analizzato si perderebbe se vivisezionato dai due. Esistono infinite situazioni limite in cui lo strumento psicologico sarebbe indispensabile, ma non bisogna sdottorare, anche perché a livello divulgativo ceerte nozioni sono di pubblico dominio. Poi non è vero che lo psicanalizzato è un privilegiato: gli altri si creano la loro psicologia, anzi imparano da te, senza peraltro riconoscerlo o addirittura per osteggiare per preconcetto certi temi psicologici. Dire una verità scomoda in un ufficio provoca la reazione della turbativa. con questo basta: ultimamente sono divenuto scettico sulla psicologia. Storicamente non è ancora accertata la sua scientificità, deriva da una lunga esperienza psicologica religiosa, come tante altre scienze. Si è strutturata in dottrina, in scuole, in cenacoli. Non è ancora superato lo scoglio della psicologia privilegio borghese. La mia impressione è tuttavia che essa abbia dell'artificio: e che interferisca con processi naturali che evolverebbero da soli. Spesso la sofferenza, se non insopportabile, è psicologia. Le classi oppresse hann elaboato strumenti psicologici che farebbero inorridire, ma he sono funzionali. E' ceto che l psicologia deve raggiungere obiettivi: su questo io sono rimasto purtroppo a metà perr vari motivi. Ma uno è stato il dogmatismo dello psicologo che mi ha mandato in tilt. Occorre poi dire che intere classi non si rconoscono e nella psicologia. I gay ad es. provano un disagio immenso di fronte a rpospettive per loro insostnibili sul piano emotivo e razionale. Tripp ha detto che la psicologia ha fato fiasco completo con i gasy e bisogna imparare dalle eccezioni. Il problema della psicologa è che è artificiale quando le fa comodo, per il resto si rimette alla responsabilità individuale e non ultima alla natura. E' una scienza ancora profondamente teologica e per queto scintilante di razionalità. Il problema per me è la dipendenza: una psicologia che ti rimetta in sesto e poi non se ne parli più. Altrimenti. viene fuori l'aforisma esagerato di K. Kraus: che la psicanalisi è quella malattia da cui pretende di guarire il paziente...". Purtroppo i rapporti interpersonali stanno scomparendo: erano questi i rimedi. E poi dico, che oltre l'impegno personale, la scelta, questa medicina amara, il calare la teoria nella realtà, il mantenersi autonomo di fronte a qualcosa che resta pur sempre un potere, molte riforme, molte rivoluzioni politiche, molte riforme sanitarie, sociali risolverebberoalla radice problemi psicologici. Resta da dire che la struttrura umana, di ognuno, per quanto fai, la puoi modificare, ma resta in certo senso fissa: è lo scogli odella psicologia ma anche il limite di fronte all'essere e alla sua dignità Grazie. Flavio
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