La differenza fondamentale dovrebbe essere questa.
La religione non è solo un aiuto ma una dimensione. La psiologia è una tecnica umanistica.
Per me ha deto bene il lettore: chi cerca dentro e chi cerca fuori.
Ceeto: chi cerca e trova dentro è la soluzione migliore.
Purtoppo vi sono non tanto patologie quanto situazioni in cui l'apposto professionale diventa indispensabile.
Io ho avuto - e devo dire che non so se per disgrazia o fortuna - molto uso continuativo con la psicoterapia (non con la psicanalisi).
E' divenut in fondo il mio modo di comunicare con il mondo, di mediasrlo, non riuscendo o per colpa mia o per incompatibilità ad instraurare un buon rapporto con il mondo. con lo psicologo mi trovo meglio: risolvo i problemi razionali ed emotivi. Cl'è un fondo di mistero in questo: il mondo che mi respinge non riceve le lie emozioni, gliele rifiuto.
La psicologia in fondo non è un alibi: è la società che non ti permette anche con il parnter più affiatato di aprirti: è un mecanismo di potere ed economico che romperebbe gli schemi di un rapporto d'amore, ma che analizzato si perderebbe se vivisezionato dai due.
Esistono infinite situazioni limite in cui lo strumento psicologico sarebbe indispensabile, ma non bisogna sdottorare, anche perché a livello divulgativo ceerte nozioni sono di pubblico dominio.
Poi non è vero che lo psicanalizzato è un privilegiato: gli altri si creano la loro psicologia, anzi imparano da te, senza peraltro riconoscerlo o addirittura per osteggiare per preconcetto certi temi psicologici.
Dire una verità scomoda in un ufficio provoca la reazione della turbativa.
con questo basta: ultimamente sono divenuto scettico sulla psicologia.
Storicamente non è ancora accertata la sua scientificità, deriva da una lunga esperienza psicologica religiosa, come tante altre scienze.
Si è strutturata in dottrina, in scuole, in cenacoli.
Non è ancora superato lo scoglio della psicologia privilegio borghese.
La mia impressione è tuttavia che essa abbia dell'artificio: e che interferisca con processi naturali che evolverebbero da soli.
Spesso la sofferenza, se non insopportabile, è psicologia.
Le classi oppresse hann elaboato strumenti psicologici che farebbero inorridire, ma he sono funzionali.
E' ceto che l psicologia deve raggiungere obiettivi: su questo io sono rimasto purtroppo a metà perr vari motivi. Ma uno è stato il dogmatismo dello psicologo che mi ha mandato in tilt.
Occorre poi dire che intere classi non si rconoscono e nella psicologia.
I gay ad es. provano un disagio immenso di fronte a rpospettive per loro insostnibili sul piano emotivo e razionale.
Tripp ha detto che la psicologia ha fato fiasco completo con i gasy e bisogna imparare dalle eccezioni. Il problema della psicologa è che è artificiale quando le fa comodo, per il resto si rimette alla responsabilità individuale e non ultima alla natura.
E' una scienza ancora profondamente teologica e per queto scintilante di razionalità.
Il problema per me è la dipendenza: una psicologia che ti rimetta in sesto e poi non se ne parli più.
Altrimenti. viene fuori l'aforisma esagerato di K. Kraus: che la psicanalisi è quella malattia da cui pretende di guarire il paziente...".
Purtroppo i rapporti interpersonali stanno scomparendo: erano questi i rimedi. E poi dico, che oltre l'impegno personale, la scelta, questa medicina amara, il calare la teoria nella realtà, il mantenersi autonomo di fronte a qualcosa che resta pur sempre un potere, molte riforme, molte rivoluzioni politiche, molte riforme sanitarie, sociali risolverebberoalla radice problemi psicologici.
Resta da dire che la struttrura umana, di ognuno, per quanto fai, la puoi modificare, ma resta in certo senso fissa: è lo scogli odella psicologia ma anche il limite di fronte all'essere e alla sua dignità
Grazie.
Flavio