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demoscuro

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  1. Oggi il morale è sotto i tacchi e la voglia di piangere è tanta. Ancora una volta un fallimento di me stesso, messo di fronte all'incapacità di cambiare quelle cose che mi fanno stare male e non soddisfano mia moglie. Perchè ogni volta che incomincio un percorso perdo la strada? La psiologia è un terreno a me sconosciuto e molte volte ostile, nel senso che non trovo la luce che possa risolvere i miei problemi di comunicazione e di apatia nella quale sprofondo. Salvo poi risvegliarmi dalle gomitate di mia moglie che non vuole un cadavere accanto, ma una persona viva. E ricomincia il mio tormento perchè così proprio non voglio essere. Io per primo. Ma sono incapace di trovare le strade che mi possano finalmente dare un po' di certezze e autostima nel mio fragile io. Credo che dovrò chiedere aiuto ad un professionista perchè oggi più che mai mi rendo conto di non avere le capacità (le forze me le sento) di riuscire a mettere un po' di cose a posto nel mio interno, per essere finalmente un po' più sicuro e fiducioso nelle mie capacità. Oggi vorrei solo chiudere glli occhi e dormire, dormire tanto e svegliarmi una persona nuova.... so che è un bel sogno impossibile, ma vorrei davvero cambiare le cose che non mi piacciono, ma non so come fare, e la frustrazione e disperazione aumentano......
  2. demoscuro

    Sono un bugiardo

    Sì, ne sono consapevole.... ed è quello che non voglio. Amo mia moglie e non voglio che il nostro rapporto si interrompa. Da una parte ho un'armonia, che però è falsa, e dall'altra ho un confronto continuo che non so se riesco a sostenere... il risultato è che scappo. E sbaglio. Detto così sembra tutto facile, però.... non lo è!
  3. demoscuro

    Sono un bugiardo

    Mi ero rivolto a voi qualche tempo fe, e devo ringraziare chi mi ha aiutato al tempo (avevo difficoltà a parlare con mia moglie). Iniziato a superare questo mio limite, mi sono imbattuto in un altro: tendo a dire bugie. E lo strano è che le dico riguardo alle piccole cose, non riguado alle grandi questioni della vita di una persona. Solo che giustamente questa cosa fa molto arrabbiare mia moglie. Credo che questo fatto dipenda dalla mia incapacità di affrontare una realtà che potrebbe generare conflitti, e allora preferisco nasconderla e mascherarla con le bugie. Forse dipende anche dalla questione non radicalmente risolta di non essere ancora a mio agio a parlare di argomenti nei quali so già che io e mia moglie abbiamo visioni diverse, e quindi il conflitto è inevitabile: allora preferisco evitarlo. Forse in questa maniera non affronto le mie paure, i miei limiti caratteriali e una personalità che non si è completamente sviluppata. Come al solito, quando mi imbatto in problemi psicologici, ho tante domande e poche risposte, o meglio pochi strumenti per operare. Mi sento frustrato e impotente a non saper risolvere una situazione che vorrei cancellare, risolvere e far sparire dalla mia vita. Questo meccanismo di autodifesa è sbagliato, lo so da me, ma allora? Che faccio? che mi accade? Ritornano le mie insicurezze, le mie paure di non saper vivere, alla fine. Vorrei solo essere in pace con me stesso e con le persone che amo, senza dovermi nascondere. E' poi così difficile?
  4. demoscuro

    Come fare a parlare?

    Per me è difficile, parlare. Non delle cose quotidiane, ovvio, ma delle cose più intime. Il problema è che questo mio limite mi sta portando a dei seri problemi con mia moglie. Sono però io che non voglio essere così. Solo che non riesco. Non riesco a sbloccare questo lucchetto, a sciogliere questo nodo. Penso tante cose, vorrei dirle, ma le parole mi muoioni in gola, o "aspetto il momento opportuno". Non esiste il momento opportuno. Esistono le mie idee, i miei desideri, le mie necessità, che comportano un confronto con mia moglie. Non ho paura di affrontare posizioni diverse dalla mia, non ho paura di un confronto, resta il fatto che quello che risulta è un silenzio che mi sta rovinando. Perchè attraverso mia moglia posso vedere tutto quello che non ho mai voluto essere. E che invece mi ritrovo oggi a dover affrontare e non sapere come. Se c'è qualcuno che ha le stesse mie difficoltà, o se ha avuto esperienze con persone che hanno questo blocco, per favore, aiutatemi. Amo tantissimo mia moglie e non voglio che questa cosa porti al nuufragio del matrimonio..
  5. Allora comincerò riflettendo su quello che mi avete scritto e dirvelo. Ha ragione coccynella: gli uomini hanno maggiore difficoltà ad aprirsi su questioni intime e (spesso) "fragili". Non sono il superuomo che fa tutto bene, conosco i miei limiti, li ammetto anche pubblicamente e anzi tendo a sottovalutarmi, cosa che sto cercando di correggere. Per cui (almeno nel mio caso) la difficoltà a parare non dipende dalla paura di mostrare un lato debole della mia persona. Forse (ci sto riflettendo ora), la difficoltà risale al modello di padre che ho avuto. Mio padre è morto improvvisamente 3 anni e mezzo fa. Era un uomo un po' burbero, ma buono di carattere e che ci voleva bene. Era un uomo dei suoi tempi, che non aveva dialoghi profondi con i suoi figli (ho una sorella più piccola di un anno), lasciando la questione a mia mamma. Con mio padre non ho mai avuto una confidenza, un consiglio, un appoggio. L'ho cercato, in maniera goffa ed impacciata, in verità, ma ho trovto dall'altra parte una persona ancora più incapace di me a comunicare. Altri modelli maschili non ho avuto, tranne mio zio dal quale ho cercato di apprendere una maggiore colloquialità, ma più di riflesso che direttamente. Col tempo mi sono trovato un equilibrio interno nei rapporti con mio padre che sono via via migliorati con la mia crescita. Ma che non sono mai arrivati ad un livello di confidenza tale da essere soddisfatto. Ho sempre detto a mia mamma che avrei preferito un abbraccio da mio padre piuttosto che soldi in tasca. Ma non l'ho mai detto a lui. Per paura di ferirlo, perchè dentro di me sapevo che anche lui ci stava male. Sono quelle strane cose non dette, che però sai vere. Le mie emozioni, cara S@ra, nascono genuine e forti, solo che col tempo sono riuscito (bella impresa!) a godermele dentro, senza esternarle. E questo, alla lunga, mi ha sì protetto da dolori, ma mi ha anche accentuato la mia difficoltà a parlare. E mi rendo conto da poco tempo che ha generato in me un bruttissimo senso di passività con cui vivo la vita. Non una iniziativa, non un'idea precisa e pensata su argomenti in generale. Mi sembra di vivere e prendere decisioni sul momento, senza poi valutare bene le implicazioni che hanno. Ma almeno su questo punto mi sto rendendo ben conto, e comincio ad ottenere risultati, che è necessario prendere posizione, me lo chiede mia moglie, me lo chiedono i miei figli. E piano piano acquisto sicurezza, valutando ed imparando dagli errori commessi, dopo che ho cominciato a guardare bene in fondo a me stesso. Ecco un altra sensazione sgradevole: il non aver continuato a guardare dentro di me per tanti, tanti anni, finite le classiche crisi esistenziali adolescenziali. Ho dato ormai quei problemi per risolti (e in parte è vero), ma non ho saputo (o voluto?) affrontare i cambiamenti della vita che scorreva. Quando è successo è stato traumatico, ed ho avuto la forza di superare quel momento. L'impegno per guardarsi nell'anima quotidianamente è quanto di più difficile ho affrontato e molto spesso temo di non farcela. Ma non mollo. Almeno sono tenace e perseverante di carattere. Se non vi siete stancati delle mie chiacchere, e avete domande o riflessioni, scrivete.
  6. demoscuro

    Problemi di comunicazione

    Ciao a tutti. Ho una vita apparentemente tranquilla, con moglie, figli e lavoro..... però. Però non riesco a parlare delle cose più importanti e più intime con i miei familiari. Mi sforzo, mi analizzo, affronto i vari problemi e cerco le risposte (a volte vengono altre no), ma poi tutto rimane dentro di me, non riesco ad esternarlo e a parlarne. Perchè? Mia moglie dice che non sono stato abituato a parlare di queste cose, per cui faccio fatica. Ma forse c'è di più. Forse ritornano le mie paure di non essere accettato, le mie insicurezze e problematicità adolescenziali. O forse sono semplicemente io, che non reagisco di fronte alle aggressioni verbali, che non reagisco... forse perchè quando l'ho fatto l'ho sempre pagata cara la reazione, e allora con tempo mi sono costruito un cuscinetto che smorza le reazioni. Ho parlato con uno psicologo che mi ha consigliato un approccio cognitivo ai miei problemi. Sono ancora all'inizio, ma mi sembra che siano utrili i consigli e le metodologie utilizzate. Ma ritorno al mio collo di bottiglia: rimane tutto dentro di me, e se cerco di farlo timidamente uscire non è mai come me lo dicevo dentro di me. Forse è un problema di comunicazione, bloccata dalle mie paure. Ho scritto un sacco di forse. Forse ho bisogno di parlare di queste cose con persone estranea e quindio anche meno coinvolte......
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