Faccio un pò di esempi. Se prendiamo il dispotismo, è considerato difetto ma anche grande fiducia in sè, energia e motivazione (per chi lo ama). Sarebbe senza spina dorsale uno incapace di urlare contro chi lo osteggia. Se prendiamo il vittimismo-difetto, è considerato dimostrazione di accanimento, giusto sentimento e dimostrazione di saperci fare "nonostante tutto". Di ogni cosa si può inventare il contrario di tutto. Se prendiamo la mala fede, diventa capacità di farsi valere e pure di recitare sapendo far emozionare, nonostante tutto, perchè chi solo sa farlo bene e raggiungere i suoi obiettivi, riuscirà a raggiungerli anche per il paese. Se è scorretto, disonesto ma ricco, diventa uno capace di "essere" disonesto e arricchirsi facendola franca, casomai alle spese dei gruppi corporativi a me ostici o alle spese di paesi esteri. Meglio affidarsi ad un ladro capace che ad un falso buono incapace. Ciò che si sa essere un difetto negli altri, è un "valore" se chi lo incarna difende i miei interessi egoistici ed individualisti. E si potrebbe continuare all'infinito.
In un paese debole, con istituzioni deboli, con politica debole e meschina, chi può salvare l'Italia può essere solo un uomo forte e potente, proprio quella forza e potenza che spaventa gli avversari. Semplificazione rozza, che come ogni generalizzazione contiene una parte di verità (che dall'altro lato ci si ostina a non vedere) ma è diffusa oltre ciò che non si creda, anche fra profondi intellettuali che non lo ammettono.
Anche la deontologia diventa "un laccio e lacciuolo" di cui liberarsi, pur non potendolo dire ancora apertamente.