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oscar

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Contenuti inseriti da oscar

  1. Riflettendo sul fatto che le parole modellano e influenzano pure la percezione, discusso in un altro topic, mi sono posto alcune domande. "se ti educo ad usare altre parole, cambio anche la tua percezione del problema" L'esempio di scuola fatto è quello che là dove l'ufficio reclami è stato rinominato in "ufficio soddisfazione della clientela" (rimanendo proprio uguale uguale a prima, eh?) sono diminuiti sia i reclami che la loro intensità. Clienti presi allegramente per il sedere dicendoglielo pure. Qualcuno la chiama valenza condizionante delle parole e serve pure con il nostro dialogo interno Se in un bimbo è comprensibile usare un linguaggio dove tutto è TERRIBILE o MIRACOLOSO, o MIIIITICO (deve ancora sperimentare le differenze), lo è meno per un adulto, a meno che le spiegazioni siano anche altre. Da cosa può dipendere quando l'uso *non è intenzionale*, come quando si sottolinea con efficacia, ma connaturato ormai al modo di esprimersi di qualcuno? Azzardo delle ipotesi: 1. - lui vive davvero tutte le esperienze come estreme, pure per un caffè bollente (povertà percettiva, percepisce poche differenze senza scale di intensità) 2. - esposizione linguistica di tipo esibizionista (insicurezza?) 3. - banalizzazione e conseguente semplificazione verbale (che non si sappia come sfuggire a "la tragedia" del lavoro quotidiano; e deve aver fiducia nel "miracolo"?) 4. - desiderio d'attenzione (insicurezza?) 5. - prosecuzione meccanica in età edulta dell'infantile desiderio dell'attenzione altrui, diventata abitudine/metodo... duro a cambiare 6. - voglia di primeggiare, anche usando il linguaggio, (che ne è solo l'effetto) 7. - semplice poca competenza linguistica (troppo banale? Perchè a questo punto non usare solo termini intermedi?) Il pensiero polarizzato si porta dietro per forza un linguaggio polarizzato, o le cose possono essere disgiunte?
  2. La TV quasi sempre accesa, ma lì non so se è per solitudine, ma in attesa di un informazione/programma che mi interessi, se no, volume a zero. Poi, Forum e NG su Internet. Dove potrei parlare di questi argomenti, stando comodamente a letto, se no? L'animale l'ho avuto, ma assolutamente non per compagnia, ma per amore del gatto. Oggi che non c'è più, non mi manca tanto la sua compagnia, mi manca il non poterlo curare più. Forse fondamentalmente non mi sento solo... da solo
  3. ho proprio l'impressione che molte mie profezie autoavverantesi le ho confuse per mia perspicacia..! Poi molte più volte mi dimentico semplicemente delle volte che mi sbaglio... (quando erro non ho attenzione selettiva, che quando hai fretta e SOLO allora, i semafori sono TUTTI rossi...) a ulteriore difesa e rinforzo delle mia capacità medianiche-interpretative... All'opposto, tutte le volte che "per caso" ho indovinato/capito davvero me le ricordo molto meglio... Ma quanto ti da autostima sta coooosaaaaa! Si, mi capita di continuo, quando non ragiono e lascio fare all'istinto. Poi l'istinto mi dice: quella è cattiva. Poco tempo dopo la rincontro in banca che sta rapinando il cassiere
  4. la la la la la.... (musichetta...)
  5. oscar

    sconfitta con se stessi

    in alcuni casi funziona. Se è sporcata dal rumore delle routine negative, si avvita intorno ad esse e aggrava il problema. Per questo.... "dipende" dal peso delle routine e dei pensieri ricorsivi negativi. Non mi riferivo a questo tipo di routine. E chi parla di società non integrata? Il modello integrato di benessere generalizzato è utopico. Ognuno dovrebbe poi avere il suo modello, e finisce allora l'utilità di "modello" determinabile da persone/studiosi esterni a da sè. Potrei continuare per ore a ingannarmi con astrazioni ed esempi di impippaggio teorico razional virtuale. Mo mi mangio un panino, vàh... :
  6. uno due tre, passooooo!
  7. l'uomo dice che il tempo passa; il tempo dice che l'uomo passa passa tace su uomo e tempo
  8. oscar

    sconfitta con se stessi

    L'accoglienza rogersiana di cui forse parli, se autoriflessa, porta alla comprensione e giustificazione verso le proprie routine perverse. Un circolo vizioso come difesa non risolutiva, invece della confrontazione e l'azione. L'aspetto meccanicistico delle routine ha un ruolo eccome. Affrontare tutto e sempre in termini di analisi risolve solo secondo i casi. In ogni caso, a volte. Mi riferisco alle spinte endogene, verso il benessere individuale. Altrimenti la risposta va vista in chiave sociologica, non psicologica.
  9. oscar

    sconfitta con se stessi

    Grazie! non lo dicevano solo B & G, ma molto tempo prima di loro, illustri psicolinguisti
  10. oscar

    sconfitta con se stessi

    Penso le parole abbiano un valore condizionante, (a dir la verità non lo dico io, ma passamela ) soprattutto quelle ricorsive, che ci ripetiamo da soli più spesso. Scegliersi effetto (neutra) al posto di sconfitta (negativa), ci porta a pensare più spesso produttivamente verso soluzioni future, piuttosto che aumentare l'intensità emotiva di quelle passate, cristallizzandole. Non è un caso, per esempio, che dove gli stessi uffici reclami (uguali proprio, eh?) sono stati semplicemente rinominati in "uffici soddisfazione della clientela" (prendendo allegramente per il sedere i clienti senza darlo a vedere), siano diminuiti mediamente sia l'intensità che il numero dei reclami. Con le parole pertanto possiamo condizionare in negativo e in positivo sia gli altri che noi stessi. Per questo la parola sconfitta con se stessi non è produttiva. Se poi ne facciamo una ridefinizione di SIGNIFICATO, ancora meglio! Potremo però anche mutare i legami CAUSA-EFFETTO, (attraverso il capovolgimento causale degli eventi) oppure cambiare la visione CONTESTO che facciamo dell'evento (in quali altre situazioni questa stessa caratteristica o comportamento si rivelerebbero validi o utili?) Per questo per me è un MAI. O mi conviene che lo sia...
  11. puffffffffffffffffsssssssssssffffff
  12. quindi vieni percepita come una "non del suo clan"... non vivi il fuori lavoro e le pause, al loro/suoi stesso modo. Ci saranno casomai pure dei valori di fondo nel vedere la vita diversi Molto indicativo... Se si è già arrivati a questo ho l'impressione che si può far poco... L'immagine che hanno/ha di te è già ben cristallizzata. Ne avrà parlato con qualcuno, vuole confermare pubblicamente le conclusioni Sul piano della relazione autentica non vedo proprio nulla... Poi ci sono fattori competitivi che non aiutano. Forse "sa" che tu, sostituendola dopo, potresti affuscarne la reputazione, e non certo solo per i titoli. Ti nega la parola... è insicura! ahahah! Non mi riferivo a quelli. Mi riferisco ai microatteggiamenti di relazione in generale. Quelli di cui in genere non si ha una gran consapevolezza. Difficilissimi da capire e cambiare. Pure se ti rivedi in tv con lei. Ma non so, forse temo che lei abbia dei conflitti irrisolti che scarica sul caprio espiatorio che ha identificato. Tu. appunto... Beh.. allora forse è un capo manipolatore? Demotivante? Poco democratico? Vuole soldatini o persone? Che stile di leadership ha?
  13. ora mi pulisco gli occhiali, che non vedo niente...
  14. Cavolo... ho perso prima di iniziare...
  15. Ste, facciamo a garaaaaa?
  16. cieco con gli occhiali neri
  17. Questo atteggiamento come viene visto? Che conseguenze genera? questo conferma come i comportamenti concreti, in realtà si imparano in una vita, e la teoria su queste cose serve a innaffiare le statue...
  18. sedute su una sedia, ma con un sedere che arriva per terra
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