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sospiro

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  1. ohi ohi.... ciao sorella... è da tanto che non ti sentivo... io ho fatto una breve vacanza all'estero con gli amici... che si dice???

  2. eh sì, hai ragione, ma ho una buona scusa per la mia assenza... sono stato in vacanza... ad AMSTERDAM... sono tornato questo lunedì, e vorrei già tornare in Olanda!!! :-(

  3. si abbastanza bene pure io... qualche notte fa ti ho sognato... eri tipo una professoresse che insegnava non so chè... qualcuno mi diceva: "guarda, quella è summer!" e io rispondevo: "lo so, me ne sono accorto, cosa ci fa qui?"

    :-?

  4. hola guapa :-) che passa!?

  5. ...come ho sentito che dicevi anche tu: sarà la primavera!!!

  6. ah ah ah... è successo di nuovo... un'altra litigata nel topic proibizionismo/anti-proibizionismo...

    niente, bisognerebbe considerare quel topic come una sorta di concentrazione negativa! devo essere sincero,vedere la gente che si "insulta" mi aiuta a capire i miei errori.

  7. sono d’accordo sui fondamenti degli articoli che hai riportato ma non sotto tutti gli aspetti: diciamo che è ovvio che fare eccessivo uso di marijuana porta a sconvolgimenti psico-fisici… però non sono d’accordo di come vedi l’intera questione. È un po come percepire l’intero mondo basandoti soltanto su ciò che vedi senza usare l’olfatto, il gusto, il tatto, l’udito… eccedi con i commenti sottolineando la tossicità della cannabis rivelandola in realtà per ciò che non è a tutti gli effetti. Ma questo è solo un mio parere, l’interpretazione è avversa alla realtà dei fatti in fin dei conti… Forse io ti ho dato l’impressione di essere un estremista che pensa solo al piacere personale o chissà cosa… mi piacerebbe che tutti, almeno una volta nella vita, si fermassero a vedere le cose sotto il più ampio numero di punti di vista, non so se do l’idea di ciò che penso… Anche se io stesso fatico a farlo ma ci metto impegno nel provarci… È stato un piacere confrontarmi con te…
  8. sospiro

    ...ciao...

    ciao katrin....... benvenuta anche da parte mia.......
  9. eh sì... così facendo si rivelano le vere personalità degli utenti (noi compresi)...

  10. effettivamente ho avuto la stessa impressione cmq concordo sulla maggior parte delle cose che dice tex finchè non la mette sul personale e fa battutine del tipo "so tutto io" (non prendertela tex )... e concordo soprattutto con left, finchè anche lui non la butta sul personale...
  11. sospiro

    Indovinelli

    l'ho spiegato qui
  12. sospiro

    Indovinelli

    ogni gatta partorisce 20 gattini o sono i gattini partoriti in totale dalle 5 gatte?
  13. io personalmente mi devo inchinare di fronte a queste tue affermazioni...
  14. scusate, ho postato 2 volte lo stesso messaggio pensando di non averlo postato....
  15. trovo che tu ti si sia espressa in maniera eccellente con questo messaggio. non avrei saputo dirlo meglio...
  16. ok, vorrei che fosse chiaro che io non voglio (soprattutto non c'è motivo per..) farti cambiare idea, tu hai ed avrai sempre il mio rispetto a prescindere dal fatto che ti abbia valutato troppo monotematico (come magari tu lo pensi di me)... citando articoli sugli effetti dannosi del fumare marijuana non è un buon motivo per vietarla poichè anche se si fa questa campagna di informazione a SENSO UNICO, non toglie il fatto che chi se la vuole concedere se la concede cmq, vuoi per esperienza personale derivata dall'uso sporadico della sostanza o per altro, c'è sempre un gran numero di utenze che valuta tutto ciò che hai riportato come falso. e non dico che nemmeno loro abbiano ragione, anzi hanno ancora più torto di chi dice a priori che la marijana è da scartare senza vederla da tutti i punti di vista. è un pò come i messaggi di attenzione che compaiono sulle sigarette: pur essendo scritti belli in grande c'è sempre un maggior numero di persone che comincia a farne uso pensando che a loro non possa nuocere. il fatto è che con criterio nulla fa male. è questo il punto a cui vorrei arrivare. che sia legalizzata o meno in questo momento in italia la marijuana, c'è sempre chi ne abusa, e questo fatto non lo si potrà mai fermare. e non è giusto sentire dire: "una volta legalizzata, ci sarà cmq sempre più gente che ne abuserà!", perchè questo significa avere un pregiudizio! vorrei far capire che legalizzando la marijuana lo stato ne potrebbe trarre vantaggi economici, le organizzazioni malavitose si indebolirebbero... ma anche questo non basta, c'è tutto un mondo di libertà che viene privato a chi si vuole concedere 10 minuti di relax senza nuocere ad altri! chi si fuma della cannabis trattata come si deve, sicuramente starebbe meno male di chi la compra dallo spacciatore di turno da cui non si sa cos'abbia mescolato all'interno per "diluirla". ci sono anche altri metodi cmq per la somministrazione dei principi attivi della cannabis, vorrei farvelo presente: L’uso di un vaporizzatore riduce la tossicita’ del fumo della marijuana Unica alternativa al fumo come forma di assunzione di marijuana a scopo terapeutico, e’ a tutt’oggi un farmaco, il Marinol, che ha come principio attivo il THC in forma pura. Ma per i pazienti che soffrono di nausea dovuta alla chemioterapia, il farmaco si e’ mostrato inefficace e in molti casi fumare la marijuana e’ l’unica opzione attuabile. Gli argomenti contro la marijuana terapeutica potrebbero presto essere messi in discussione con l’utilizzo di un vaporizzatore. Secondo uno studio recente del “California NORML and MAPS” (Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies) l’effetto nocivo del fumo della marijuana sarebbe evitato con l’uso di un congegno vaporizzante. La ricerca condotta dal Chemical Labs, a Canton in Massachusetts, ha comparato i vapori della cannabis riscaldata in un vaporizzatore di erbe, il Vulcano, con il fumo prodotto dalla combustione. Il Vulcano riscalda l’erba ad una temperatura tra i 130 e 230 gradi C, dove i vapori medicinali sono prodotti, ma sotto la soglia di combustione. I vapori contengono prevalentemente THC, il maggior componente attivo della marijuana, mentre il fumo prodotto dalla combustione contiene piu’ di altre 100 sostanze chimiche. Quindi la marijuana medica puo’ essere assunta efficacemente con l’uso del vaporizzatore eliminando i rischi del fumo. Tramite l’uso di uno spettrometro di massa cromatografico a gas (GCMS) per esaminare i componenti gassosi, l’analisi ha mostrato che i vapori del Vulcano sono notevolmente puliti e consistono per il 95% di THC con tracce di cannabinol (CBN), un altro cannabinoide. Il “NORML and MAPS” sta adoperandosi affinché la Food and Drug Administrations (FDA) approvi l’uso di questi vaporizzatori. Come primo passo, il Dottor Donald Abrams della “University of California” di San Francisco, ha presentato una richiesta di fondi al “California Center for Medical Cannabis Research” di San Diego, per testare il Vulcano in soggetti umani. vorrei che fosse ben chiaro questo messaggio. io stesso in casa ho un vaporizzatore VAPIR-ONE che uso sporadicamente per aromaterapia. ogni tanto (quando mi è data l'opportunità) nel filtrino ci metto una cima di marijuana senza additivi (tutta al naturale) e devo dire che non c'è combustione, i 63 principi attivi della cannabis sono quasi puri (mi sembra che cmq un 0,5% di sostanze cancerogene si presentino)... e comunque in fin dei conti, per quanto riguarda il discorso in generale, va bene così... se non ci fossero le differenze di opinioni non ci sarebbero nemmeno le opinioni... se non ci fossero le persone col paraocchi non ci sarebbero nemmeno le persone senza paraocchi
  17. io ho riportato fedelmente ciò che c'è scritto nell'articolo, era ovvio che tu, tanto sicuro delle tue ricerce, trovassi un cavillo che ne comprometesse l'intero discorso... a me non importa se c'è gente come te, che per il mondo in cui sei stato allevato o che so io (ovviamente non ti conosco), che rifiuta a priori ogni cosa che va contro il suo "credo" ed i suoi "ideali". ti fa onore quando difendi ciò in cui credi, però sarebbe anche onesto da parte tua non estremizzare la cosa come hai fatto più volte in questo topic. poi decidi tu quello che dici, in italia c'è la "libertà"... d'espressione!!! per quanto riguarda la cocaina ed altre droghe pesanti. siccome anche qui non si può generalizzare, io cmq in linea di massima sarei prpenso ad una "mini"-legalizzazione. adesso però non sottolineare questa mia frase, non è questo il discorso. ah, puoi anche dirmi che faccio propaganda... non mi offendo, infatti quel convegno è un luogo di drogati (soprattutto i dottori che vengono a parlare per spiegare gli effetti della cannabis) che pensano soltanto a fumare e a sballarsi (ovviamente l'ho detto in modo sarcastico, quel convegno è il fulcro del movimento anti-proibizionista: una delle poche cose belle che questo paese sta portando avanti con criterio e responsbilità!!!)
  18. sospiro

    Indovinelli

    dopo averci perso più di un paio d'ore sono giunto a questa conclusione: ho calcolato tutte le "terzine possibili immaginabili che danno come somma 13. qui vado escludendo immediatamente le terzine che ho trovato doppie come posizione degli addendi. 1.1.11 1.2.10 1.3.9 1.4.8 1.5.7 1.6.6 2.2.9 2.3.8 2.4.7 2.5.6 3.3.7 3.4.6 3.5.5 4.4.5 poi ho calcolato i prodotti delle terzine che in ordine sarebbero: 11 20 27 32 35 36 36 48 56 60 63 72 75 80 in tutto ho trovato 14 terzine utili e 14 prodotti delle relative terzine. visto che in teoria all'affermazione "il prodotto delle loro età è pari al numero civico di quel portone." il personaggio che ha visto il numero civico (perchè spero che l'abbia visto altrimenti ho sclerato per niente!) ha notato che il numero che lui ha visto compare 2 volte tra i prodotti calcolati e cioè il 36. se avesse visto uno qualsiasi degli altri prodotti non gli sarebbe servito l'aiuto sucessivo che l'amico gli da! ovvero dice che il figlio più grande ha gli occhi blu! prima di giungere alla conclusione non potete immaginarvi quanto ho sclerato per capire che cosa centrasse il colore degli occhi con l'età. poi mi sono accorto che l'aiuto era: IL FIGLIO PiU' GRANDE! quindi ho eliminato la terzina 1.6.6 perchè non c'è un figlio più grande bensì due gemelli più grandi e quindi con la stessa età la conclusione è dunque 2.2.9!!!!!!!!!!!!!!!!!!! dev'essere così per forza!!!!!
  19. volevo informare gli utenti interessati che durante i giorni 30 maggio, 31 maggio e 1 giugno 2008, presso il palanord di Bologna sarà celebrato il quarto convegno sulla cannabis. per chi fosse interessato http://www.cannabistipoforte2008.com/Home.html
  20. Il British Medical Journal rilancia l’allarme sulla canapa. Parla lo psichiatra Lester Grinspoon Evidenze e pregiudizi Tre studi sostengono un nesso fra uso di canapa, schizofrenia e depressione. In realtà lo spinello è usato perché allevia i sintomi delle due patologie Marina Impallomeni Recentemente, nel Regno Unito, il British Medical Journal ha pubblicato alcuni studi secondo cui la cannabis, a distanza di anni dal consumo, accrescerebbe le probabilità di sviluppare schizofrenia, nonché depressione e ansia. Su questo tema abbiamo chiesto un parere a Lester Grinspoon, psichiatra e docente presso la facoltà di medicina dell’Università di Harvard, che alle proprietà della cannabis ha dedicato alcuni libri fondamentali tra cui Marihuana Reconsidered e Marihuana, the Forbidden Medicine. Professor Grinspoon, che cosa pensa degli studi pubblicati dal British Medical Journal? Ho cominciato a studiare la schizofrenia nel 1968, ho pubblicato il mio primo libro sulla schizofrenia Schizophrenia: pharmacotherapy and psychotherapy nel 1972, ho dedicato un sacco di tempo ai pazienti schizofrenici, e non ho mai trovato alcuna prova che la cannabis possa causare la schizofrenia. La schizofrenia è una malattia mentale, e una sostanza come la marijuana non può certo provocarla. Nel mio primo libro, Marihuana Reconsidered uscito nel 1971, ho preso in considerazione i diversi miti riguardanti la marijuana dimostrando che erano effettivamente tali, e che molte delle critiche che venivano fatte erano infondate. Nel novembre 1971, poco dopo l’uscita di Marijuana Reconsidered, la rivista Lancet pubblicò uno studio del ricercatore britannico A. M. G. Campbell in cui si sosteneva che la marijuana danneggerebbe il tessuto cerebrale. La cosa interessante è che, quando altri ricercatori hanno tentato di replicare quella ricerca, non ci sono riusciti. In seguito nessuno ha cercato di sostenere che la marijuana possa danneggiare il tessuto cerebrale, e per Lancet aver pubblicato quello studio fu motivo di imbarazzo. Le faccio anche un altro esempio. Come è noto, in taluni casi può accadere che un ragazzo abbia un rigonfiamento temporaneo delle mammelle dovuto a fenomeni ormonali. Ebbene, si è cercato di sostenere che questo potesse dipendere dal consumo di marijuana. Fu fatta una grossa ricerca nell’esercito, che accertò l’infondatezza di questa teoria. Oggi nessuno sostiene più una tesi del genere. Così, a una a una, tutte queste teorie si sono dimostrate false. Per quanto riguarda le ricerche pubblicate sul British Medical Journal, non ritengo che vadano prese sul serio. Perché? Le spiego. Prendiamo i pazienti schizofrenici. Loro usano sostanze di tutti i tipi in grandi quantità: soprattutto alcool, ma anche tabacco, caffè e marijuana. Ora, perché consumano cannabis? Per le stesse ragioni per cui usano caffè, tabacco e alcool, soprattutto l’alcool: la schizofrenia li fa sentire così male, che vogliono modificare la loro coscienza con l’alcool o con qualunque altra sostanza che possa servire a questo scopo, compresa la marijuana. E per la depressione? Le persone che hanno sviluppato la depressione all’età di 26 anni – si sostiene sul British Medical Journal – non presentavano ansia o depressione all’epoca in cui avevano cominciato a fumare marijuana. Ma è molto difficile riconoscere precocemente la depressione, perché nei giovani può essere del tutto invisibile. Il fatto è che per moltissime persone la marijuana è un ottimo antidepressivo. In molti casi le persone che erano già avviate a diventare depresse o schizofreniche praticano di fatto una forma di automedicazione. Ho incontrato molti pazienti che usavano la marijuana in questo modo. Se gliela sospendevo per un mese, come facevo in genere, loro tornavano a sentirsi esattamente come prima di cominciare l’assunzione. C’è poi un altro aspetto. Dato che il consumo di marijuana si è così diffuso tra i giovani, non crede che, se questi ricercatori avessero ragione, i casi di schizofrenia sarebbero aumentati? E invece? Invece non è accaduto. Nel 1974 Nature, la più prestigiosa rivista scientifica, pubblicò uno studio secondo cui la marijuana avrebbe compromesso il sistema immunitario. Dunque ci si doveva aspettare un aumento di malattie, in particolare tra i giovani, considerato anche il fatto che passarsi lo spinello favorisce la trasmissione di virus o germi. Aumento che invece non c’è stato. Quello che voglio dire è che nel corso degli anni sono state pubblicate ricerche su riviste scientifiche importanti i cui risultati si sono dimostrati completamente sbagliati. Esiste il pericolo che la marijuana possa provocare l’emersione di una schizofrenia latente? È stato dimostrato che se lei prende i filmati fatti in casa di bambini (parlo di bambini di tre o quattro anni) che hanno poi avuto una crescita perfettamente normale, e quelli di bambini che invece hanno in seguito sviluppato la schizofrenia, e li mostra a un gruppo di esperti, questi riusciranno a identificare i bambini che avevano le maggiori probabilità di diventare schizofrenici. Lei sta dicendo che se una persona ha un disturbo mentale latente come la schizofrenia, questa è destinata a emergere in ogni caso? Sì, questo accade a prescindere dal consumo di cannabis. È possibile che alcuni usino la marijuana perché si sentono male senza sapere il perché, e si sentono male perché portano dentro si sé il seme della schizofrenia. Secondo lei, perché persiste questo atteggiamento isterico nei confronti della marijuana? La responsabilità è del governo degli Stati Uniti che dette avvio alla proibizione negli anni ‘30, con il Federal Bureau of Narcotics. Il suo direttore, Harry J. Anslinger, decise che avrebbe dimostrato agli americani la pericolosità della marijuana e lanciò quella che lui chiamava una grande campagna di informazione. In realtà fu una campagna di disinformazione. Il film Reefer Madness (uscito in America nel 1930, ndr) era pura propaganda di governo. Da allora si è sempre cercato di dimostrare la pericolosità della marijuana. Se lei pensa che negli Usa sono stati arrestati a causa della proibizione 16 milioni di americani, capirà che è molto difficile che adesso dicano “oops, scusate, ci siamo sbagliati”. Un secondo motivo è che a partire dagli anni ‘60 il consumo di marijuana è stato associato alla crescita dei movimenti per i diritti civili e di contestazione. Penso che ancora oggi molte persone abbiano paura di questo. C’è poi un terzo motivo, ed è che intorno alla proibizione ruotano molti soldi. Pensiamo solo a tutti i poliziotti, alle carceri e al personale penitenziario che ci lavora, a tutte le compagnie che fanno i test antidroga, ecc. Sono veramente tanti soldi, e un sacco di persone hanno interesse a che la proibizione continui. Devo però dire che la gente non ha un atteggiamento isterico. Anzi, per quanto riguarda la marijuana sta diventando sempre più preparata, e questo non solo perché ci sono state persone che come me hanno cercato di fare chiarezza sull’argomento, ma soprattutto grazie al diffondersi degli usi medici. Come spiega allora i risultati piuttosto deludenti dei recenti referendum? Secondo me gli organizzatori hanno fatto il passo più lungo della gamba, mentre questa questione va affrontata con gradualità. In Nevada era stato proposto il possesso personale fino a tre once (circa 85 gr., ndr). Era troppo! Io e lei sappiamo che la proibizione è sbagliata, ma questo risultato non si può ottenere dalla sera alla mattina. Spesso si sostiene che la cannabis fumata oggi sarebbe molto più forte in termini di Thc rispetto a quella che si fumava negli anni ‘60 e ‘70. Lei che ne pensa? È un’assurdità per due ragioni. Prima di tutto, la marijuana oggi è effettivamente un po’ più forte rispetto al passato, perché le persone hanno imparato a coltivarla, ma non è affatto da 20 a 30 volte più forte, come sostiene il nostro governo. Vorrei che lo fosse, ma non lo è! Diciamo che il Thc presente negli anni ‘60 poteva essere il 2-3%, mentre oggi si aggira intorno al 4-5%. Il secondo punto, come ho spiegato nel mio libro Marihuana, the Forbidden Medicine, è che se la cannabis è più potente, è più sicura dal punto di vista dell’eventuale danno polmonare. Infatti alcune ricerche hanno dimostrato che, se il livello di Thc è più alto, si tende a fumare meno spinelli. Comunque non credo che chi fuma marijuana in quantità ragionevole si esponga a un grosso rischio per la salute. Se fumo uno spinello, sto esponendo i miei polmoni a un rischio inferiore che se passassi una giornata a Houston, Texas, dove c’è molto inquinamento. La cannabis è semplicemente una pianta. Gli esseri umani hanno sempre usato le piante sottoponendole a combustione, lo fanno da 200.000 anni. Prendiamo invece il tabacco. Le sigarette contengono tutte le sostanze chimiche che ci mettono le società produttrici. E poi, quale consumatore di marijuana fuma venti spinelli al giorno? A mio parere quest’idea che oggi la marijuana sia molto più forte che negli anni ‘60 è dettata da un intento politico ben preciso. I genitori di oggi, che magari da ragazzi fumavano la marijuana e ne conoscevano gli effetti, ora dovrebbero dire ai loro figli di non farlo... Lei cosa ne pensa? Ma certo, sono perfettamente d’accordo! È esattamente questo l’uso che si intende fare di questa falsa informazione. Secondo lei è casuale che gli studi vengono pubblicati adesso, proprio quando in Gran Bretagna si decide la riclassificazione della cannabis? No, penso di no. Sarebbe bello poter credere che la scienza sia assolutamente al di sopra della politica e del pregiudizio, ma spesso non è così. Per esempio il National Institute of Drug Abuse (Nida) ha investito molti soldi in ricerche il cui scopo ultimo era dimostrare la tossicità della marijuana, così da giustificare la proibizione di marijuana e l’arresto di 740.000 persone all’anno negli Usa. Perciò non mi sorprende che il British Medical Journal abbia pubblicato queste ricerche. ECCO ORA CHE HO RIPORTATO UN ARTICOLO IN CUI SI SOSTIENE IL CONTRARIO DI QUELLO CHE VIENE DETTO NEGLI ARTICOLI DI TEX, CHI HA RAGIONE? CHI PUO' VALUTARE CHE LE MIE O LE SUE FONTI SIANO PIU' O MENO IMPARZIALI? NON SI ARRIVERA' MAI DA NESSUNA PARTE IN QUESTA MANIERA!!!
  21. vorrei far vedere la cosa dal punto di vista positivo, visto che dal negativo hanno parlato in molti La prestigiosa rivista 'Nature Neuroscience' ha appena pubblicato on line una ricerca proveniente dall'Italia che potrebbe rimettere in discussione alcuni meccanismi fondamentali nella trasmissione nervosa e nel trattamento di sue importanti disfunzioni. Per i risultati di questo studio, cui il prossimo numero della rivista dedicherà anche un editoriale, s'ipotizza un notevole impatto sulle strategie di sviluppo di nuovi farmaci capaci di contrastare le malattie nervose e quelle periferiche. La ricerca si è focalizzata sulle alterazioni del sistema endocannabinoide e sull'azione svolta da due neurotrasmettitori implicati sia nelle tossicodipendenze sia nelle malattie infiammatorie e degenerative del cervello. Il lavoro scientifico si è svolto presso l'IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma in collaborazione con l'Università di Roma Tor Vergata e l'Università di Teramo; coinvolto, come supporto, anche lo statunitense The Scripps Research Institute. Le aree del cervello si scambiano informazioni mediante una fitta rete di segnali generati dai neurotrasmettitori: tra questi vi sono i cannabinoidi endogeni o endocannabinoidi, la cui azione è simile a quella di alcuni estratti della canapa indiana (cannabis) come hashish e marijuana. Il sistema degli endocannabinoidi si attiva in diverse malattie infiammatorie e degenerative del cervello, presumibilmente per frenare il danno neuronale. Due sono gli endocannabinoidi più coinvolti in tali patologie: l'AEA (anandamide) e 2-AG (2-arachidonilglicerolo). Come già osservato nella sclerosi multipla, sarebbe soprattutto AEA ad attivarsi in caso di malattie neurodegenerative ed infiammatorie, con un effetto neuroprotettivo. Per potenziare la sua azione attualmente sono usati a scopo terapeutico i cannabinoidi vegetali derivati dalla canapa indiana che, però hanno effetti collaterali tipici di queste sostanze psicoattive. Finora AEA e 2-AG erano ritenuti cooperativi e capaci di svolgere, fondamentalmente, le stesse azioni biologiche. Per tale motivo erano bersagli quasi equivalenti per lo sviluppo di farmaci contro gravi patologie neurodegenerative quali la malattia di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la còrea di Huntington, la sclerosi multipla e la sclerosi laterale amiotrofica, come pure per patologie periferiche quali obesità, cirrosi epatica e infertilità. Ora questa ricerca ha evidenziato, per la prima volta, che AEA e 2-AG possono inibirsi reciprocamente. In particolare si è dimostrata la capacità di AEA di ridurre i livelli endogeni di 2-AG. Quindi AEA svolgerebbe il ruolo di endocannabinoide 'buono' e il suo effetto neuroprotettivo in certe patologie scaturirebbe dall'inibizione di quello "cattivo", 2-AG, che ha invece un ruolo prodegenerativo ed è in grado di bloccare alcune sinapsi che normalmente tendono a preservare l'integrità neuronale. La scoperta comporta una radicale rivisitazione delle azioni svolte da questi fondamentali neurotrasmettitori ed apre interessanti prospettive nell'approccio farmacologico a quelle patologie correlate a disfunzioni del nostro sistema endocannabinoide. I risultati della ricerca suggeriscono lo sviluppo di farmaci in grado di stimolare la produzione nel cervello di AEA ma non di 2-AG oppure, al contrario, di inibire la produzione di 2-AG: Infatti, le attuali terapie basate sui derivati della canapa indiana attivano indiscriminatamente i recettori dei cannabinoidi del cervello (sia quelli per l'anandamide che per il 2-arachidonilglicerolo), con un effetto contemporaneamente antidegenerativo e prodegenerativo, oltre ad avere degli effetti indesiderati. Lo studio ha visto la stretta collaborazione tra due laboratori della Fondazione Santa Lucia: quello di Neurochimica dei Lipidi, diretto dal prof. Mauro Maccarrone, e quello di Neurofisiologia, diretto dal dott. Diego Centone. Coinvolti due dipartimenti dell'Università di Roma Tor Vergata: Neuroscienze e Medicina Sperimentale e Scienze Biochimiche. Per l'Università di Teramo, ha partecipato il Dipartimento di Scienze Biomediche, anch'esso diretto dal prof. Maccarrone. Dagli USA The Scripps Research Institute ha messo a disposizione dei ricercatori italiani un modello di topo geneticamente modificato. 'Proprio l'interdisciplinarità e la condivisione di competenze scientifiche diverse – sottolinea Centonze - ha permesso di dimostrare un aspetto inatteso dell'omeostasi degli endocannabinoidi che, se confermato anche in altre aree cerebrali, può davvero rivoluzionare il nostro modo di considerare la regolazione della trasmissione nervosa e il trattamento delle sue disfunzioni'. In quanto alle ricadute pratiche della scoperta, il prof. Maccarrone evidenzia che 'ora la possibilità di ridurre in vivo i livelli di 2-AG tramite l'aumento di quelli di AEA è piuttosto concreta, visto che già esistono inibitori della degradazione dell'AEA molto efficaci. Più remota è invece la prospettiva di modulare direttamente il metabolismo del 2-AG, per il quale mancano ancora inibitori con potenziali applicazioni terapeutiche'. altro Il nostro organismo produce naturalmente sostanze che svolgono azioni simili a quelle dei principi attivi contenuti nella marijuana e nell’hashish, derivati della canapa indiana (cannabis): sono i cosiddetti cannabinoidi endogeni o endocannabinoidi. Tali principi attivi quando sono assunti esternamente con l’uso di droghe hanno, notoriamente, effetti stupefacenti; nel caso di persone affette da sclerosi multipla possono però migliorare il decorso della malattia. Sulla base di tale osservazione, come potenziali agenti terapeutici si sperimenta da alcuni anni l’utilizzo controllato di composti in grado di stimolare i recettori per gli endocannabinoidi. Ora una ricerca congiunta della Fondazione Santa Lucia e dell’Università di Roma “Tor Vergata” si è concentrata per la prima volta sugli effetti della sclerosi multipla sul sistema che produce i cannabinoidi endogeni, modificandone quantità ed attività all’interno dell’organismo colpito. Uno studio innovativo che ha capovolto il punto di osservazione sulla relazione tra questa patologia e i benefici indotti da sostanze cannabinoidi. Il lavoro ha avuto la supervisione del professor Giorgio Bernardi, direttore della Clinica Neurologica dell’Università Tor Vergata e responsabile delle Attività di Neuroscienze Sperimentali della Fondazione Santa Lucia nel Centro Europeo di Ricerca sul Cervello. I risultati, già disponibili on line, saranno pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Brain”. Lo studio condotto negli istituti romani ha dimostrato che l’infiammazione del sistema nervoso centrale, causa degli attacchi di sclerosi multipla, aumenta la produzione di endocannabinoidi all’interno del cervello e nelle cellule del sistema immunitario; inoltre ha permesso di identificare negli enzimi che producono e che eliminano tali sostanze dei nuovi bersagli per farmaci, già in fase di sviluppo, privi degli effetti collaterali degli agenti cannabinoidi al momento disponibili. Attualmente il composto più utilizzato a fini terapeutici nei pazienti affetti da sclerosi multipla è il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo), il maggior principio della marijuana, che oltre ad essere uno stupefacente possiede numerose proprietà (antidolorifica, antinausea, anticinetosica, stimolante per l'appetito e in grado di abbassare la pressione endoculare). Purtroppo il ricorso al THC, o ad altri agenti che eccitano direttamente i recettori per i cannabinoidi, situati diffusamente nel cervello, è fortemente limitato dalle ripercussioni negative sulle funzioni cognitive e mentali dei pazienti. La ricerca ha visto la stretta collaborazione tra il laboratorio di Neurofisiologia Sperimentale della Fondazione Santa Lucia e il Centro Studi sulla Sclerosi Multipla dell’Università Tor Vergata, entrambi diretti dal dottor Diego Centonze. Un importante contributo è venuto da un altro laboratorio della Fondazione: quello di Neurochimica dei Lipidi, diretto dal professor Mauro Maccarrone. “Il nostro studio rappresenta un primo passo verso lo sviluppo di farmaci che non agiscano indiscriminatamente su tutti i recettori dei cannabinoidi nel cervello e nel sistema immunitario, ma – sottolinea Centonze – che funzionino piuttosto da ‘bombe intelligenti’ sulle alterazioni del sistema endocannabinoide specifiche della sclerosi multipla”. altro ancora Ritardare e alleviare i sintomi dell’Alzheimer: questo importante obiettivo terapeutico può essere raggiunto semplicemente con l’assunzione di marijuana. Secondo quanto affermano i ricercatori dello Scripps Research Institute , infatti, un principio attivo in essa contenuto, il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) può prevenire la caduta dei livelli del neurotrasmettitore acetilcolina meglio di quanto facciano i farmaci attualmente in commercio. In base a quanto riportato sulla rivista “Molecular Pharmaceutics” il THC è in grado anche di bloccare l’aggregazione di proteine che possono indurre un peggioramento dei processi cognitivi e mnemonici tipici dei soggetti colpiti da Alzheimer. Secondo i ricercatori i risultati di questo studio potrebbero aprire la strada a nuovi farmaci, tenuto conto anche dei benefici effetti del THC nell’alleviare i sintomi del glaucoma e gli effetti collaterali delle terapie dei tumori e dell’AIDS. e poi Il fumo di marijuana, a differenza di quello del tabacco, sembra non essere correlato a un aumento del rischio di cancro al polmone. (Il dato riguarda soggetti che fumavano esclusivamente foglie di marijuana, e non hashish, che per essere assunto viene solitamente miscelato a tabacco.) È questo il risultato di una ricerca condotta da ricercatori dell’Università della California di Los Angeles (UCLA). Il dato, che ha sorpreso gli stessi ricercatori, riguarda sia i consumatori “medi” – ossia, secondo la classificazione assunta dai ricercatori, quelli che negli anni precedenti hanno fumato almeno 11.000 “canne” – sia i forti consumatori (oltre le 22.000). La sorpresa è legata al fatto che precedenti studi avevano già dimostrato che nel catrame di marijuana la concentrazione di sostanze cancerogene è del 50 per cento superio a quella che si ha nel catrame di tabacco. Inoltre, il fumo di una sigaretta di marijuana lascia in media nei polmoni un deposito di catrame quattro volte superiore a quello lasciato da una sigaretta di tabacco. Ciò sia perché il tabacco e il ‘filtro” di una sigaretta di marijuana sono meno compatti, sia perché il fumatore di marijuana tipicamente trattiene il fumo nei polmoni per un periodo di tempo più lungo. La spiegazione dello strano fenomeno avanzata, in via d’ipotesi, dai ricercatori è che esso sia legato alla capacità del THC, il principale principio psicoattivo presente nella droga, di stimolare l’autodistruzione delle cellule senescenti, rendendo così più improbabile una loro degenerazione in senso tumorale. La ricerca è stata presentata al convegno della American Thoracic Society in corso in questi giorni. siccome si potrebbe andare avanti all'infinito citando articoli che parlano bene o male della marijuana giungendo ad un sostanziale pareggio, direi che non ci dobbiamo soffermare sugli studi medici, bensì vederla da un punto di vista più ampio come ho già ripetuto più volte in questo topic.
  22. ehi summer sorella cibernetica acquisita...

    è da un po che non ti sento...

    volevo lasciarti un saluto ;-)

  23. vorrei fare un breve riassunto: 1- fumare (qualsiasi cosa) nuoce gravemente alla salute. 2- fare uso di marijuana (non ho detto fumare, ho detto FARE USO in generale) in dosi non eccessive, non ha mai ucciso nessuno! 3- libertà significa: essere liberi di fare del proprio corpo ciò che si crede più giusto senza nuocere agli altri. 4- tutte le sostanze che inducono uno stato psico-fisico alterato sono da considerarsi droghe. 5- attualmente chi compra marijuana in italia alimenta con i soldi le organizzazioni malavitose! 6- chi compra la marijuana (o hashish) da sconosciuti per strada, il 99% delle volte compra schifezza che nuoce GRAVEMENTE alla salute in qualsiasi forma la si assume (dentro l'hashish di questo tipo si possono trovare mescolati pezzi di copertoni, lucido per scarpe, ecc...)! 7- ogni tipo di marijuana ha un diverso contenuto di principi attivi. 8- non si deve generalizzare dicedo che chi fa uso di marijuana sporadicamente è come un alcolizzato. 9- da quanto ho letto (tra libri e articoli) la marijuana non crea dipendeza FISICA, cioè non c'è una fase di malessere fisico una volta privati dell'assunzione di cannabis come accade con cocaina, eroina, oppio ecc... ma probabilmente, nei soggetti più instabili, può provocare dipendenza PSICOLOGICA, nella stessa misura che la potrebbe provocare una qualsiasi altra sostanza (droga o meno) generatrice di piacere assunta dal soggetto in esame. 10- tutt'ora in italia molti malati di sclerosi multipla hanno l'autorizzazione per poter fare uso di cannabis.
  24. forse riesco ad immaginare la sensazione che provi quando dici che le tue"sovrastrutture mentali erano spaventatate da tutto ciò e non volevano accettare una visione dell'esistenza diversa da quella che erano abituate a percepire fino al momento prima che avvenisse quell'annullamento": timore di rendersi conto che non ci si può attaccare alla normale concezione delle cose, e poichè noi vediamo in maniera opposta ciò a cui teniamo e crediamo che liberarsene significhi fare a meno di quello, in realtà succede il contrario: attaccarsi alle cose vuol dire privarsi della loro vera natura. ho letto in molti testi di persone che hanno ricevuto "inaspettatamente" la vera visione delle cose...
  25. pignolina... benvenuta sul forum, io trovo sia una bella e viva comunità questa ;-)

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