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fioriblu

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  1. Mah...riguardo al mio post "io sono la paziente preferita" voleva essere ironico..ti dirò che forse io non sono la paziente preferita, mi convinco sempre di più che forse la paziente preferita non c'è, siamo noi che vogliano per forza essere le preferite. Quello che posso testimoniare è che il rapporto che c'è fra me e lui è unico, come dice lui "irripetibile", ma non perché è "meglio di", semplicemente perché ogni rapporto (e questo anche nella vita, per così dire, reale) è una cosa speciale a se. Questa cosa l'avevo letta in molti manuali di psicoterapia, ma all'inizio non la concepivo, non la sentivo mia, io volevo essere l'unica, col tempo inizio a capire che in un certo senso il rapporto che ho con lui è unico per davvero. Ho paura di rimanere delusa? No non più, ho lui che mi protegge , almeno dentro quella stanza.........
  2. Meno male che a me non potrà capitare mai perché IO SONO LA PAZIENTE PREFERITA!!!
  3. Non l'hai presa malissimo?sei sicura? Da quello che scrivi non si direbbe.......comunque a me fai tenerezza.
  4. "Comunicare o meno le sue ipotesi........" non credo che significhi mentire, penso possa significare starsene neutrali e tacere, che poi era anche quello che dicevo io. Se poi vogliamo giustificare in ogni modo il paziente perché noi stesse lo siamo...., è un altro paio di maniche.
  5. Avulsi dalla realtà non era riferito all'aggressività, anche perché io l'ho attaccato più volte, invece mi riferivo alla frase "nella terapia si è giustificati a fare tutto", sinceramente io in quella stanza non mi sento giustificata a fare tutto. Se io critico il modo di lavorare del mio psi, credo che mi possa aspettare da lui una risposta, che sarà più o meno aggressiva, ma sicuramente non giustificativa del mio modo di agire, anche perché non avrebbe senso. Mi spiego: che senso ha analizzare una frase che mette in dubbio la sua professionalità? se ho dei dubbi su quella è un controsenso averlo come psi, ergo è un controsenso analizzare.
  6. Ma lo vedi che non l'ascolti? che non gli credi? C'è una regola che a suo tempo mi disse il mio, per stasera, dolce psi: sono obbligati a dire la verità al paziente, qualsiasi essa sia, non si può mentire, perché si fonderebbe l'analisi sulla mezogna, meglio tacere che dire una fandonia, sta' regola per lui vale anche nella vita "reale" tanto di più in analisi.
  7. Si è giustificati a fare tutto? ma il setting analitico è quindi fuori da qualsiasi contesto di realtà? Ragazze, ma che vi devo dì? Io a regredire talmente, come certa terapia incoraggia a afre, fino ad arrivare ad essere totalmente avulsa dalla realtà non ce la faccio, forse è un mio limite. Sul resto concordo con te, che sei sempre più diplomatica di me.
  8. Sai che avevo pensato che mi ribattessi su questo punto? Tu gli hai detto che ti trovi meglio con un altro perché questi ti fa le domande e tu riesci ad aprirti.......credo che tu gli abbia suggerito di come secondo te dovrebbe fare il suo mestiere...altro conto , credo, sia dirgli "Dottore io con lei ho delle difficoltà ad aprirmi per questo, questo e questo...". Figurati Elli, si stasera sono felice e sopratutto serena e me la voglio godere. Non invidiarmi anche io ho passato momenti brutti in cui avrei mandato tutto al diavolo e sicuramente ce ne saranno di nuovi, ma stasera..............
  9. Io credo che giustificare a priori tutti i comportamenti di un paziente sia sbagliato, uno perché si dimentica che comunque un minimo di realtà c'è anche in un setting analitico, altrimenti tutti potremmo fare ciò che vogliamo (mica male....), due perché non è costruttivo neanche per il paziente, non è che l'analista sta lì per compensare tutti i no che abbiamo ricevuto fuori, altrimenti diventa semplicemente un bastone su cui appoggiarsi, si può giustificare tutto in nome dell'analisi?
  10. Elli io non sono uno psicoterapeuta, ma la cosa che mi balza all'occhio è che prima di sforzarti di aprirti con lui, dovresti forse affrontare questo tuo dilemma, come mi disse a suo tempo il mio psi "se il problema sono io è inutile girarci intorno, parliamone". Poi ogni psicoterapia è na cosa a se. Io prima di mandare tutto al diavolo mi sforzerei di parlare con lui di questo mio disagio,gliene parlerei sino alla nausea e con lui prenderei la mia decisione, magari vedete che è il caso di smettere, magari lui capisce meglio i tuoi meccanismi, magari tu stessa ti capisci meglio.
  11. Si era già capitato, questa volta ha letto sul giornale una notizia che gli ha ricordato me, mi ha mandato un sms chiedendo se l'avevo letta e facendo un commento divertente, più che diveretnte mi ha fatto morire dal ridere. Alle volte ha queste uscite al di fuori dal setting, che mi lasciano senza parole.
  12. Dolce Elli, litigare con una persona non è mai piacevole litigare, se poi questa persona è tra quelle per noi significative, è ancora più deleterio. Ti incazzerai ma...........io da una parte la sua reazione la capisco......... se gli vai a dire che ti apri meglio con un altro lui mi sembra umano che si senta attaccato, non mi venite a dire che lui è lo psi e doveva capire....capire cosa? Elli, lo psi è anche un uomo e come tutti alle volte si incazza.......anche il mio si è xxxxxxxxxxx più volte, ma mai e poi mai ho messo in dubbio lui e la sua professionalità, insomma anche nell'incazzamento dentro di me so che lui è il mio psi, forse è su questo che ti dovresti interrogare, tu lo senti che lui è quello giusto per te? Oggi è stato veramente carino mi sono scompisciata dalle risate mentre lo leggevo e poi era del tutto inaspettato.
  13. Alle volte pensi che il tuo psi sia freddo e distaccato, alle volte ti arrabbi perché di fronte all'affetto che cerchi lui mette un muro, alle volte ti viene la voglia di mandare tutto a puttana....... e poi alle volte, nel bel mezzo del pomeriggio, ti arriva un sms talmente carino e disarmante che sorridi e pensi che l'affetto che cerchi forse non lo troverai mai, in compenso ti dici che uno psi così non lo cambieresti per nulla al mondo.
  14. Io mica dico che lui non mi vuole bene. Ti dirò di più io in seduta sento l'affetto che c'è. Questo non toglie che non è il bene che voglio o vorrei io ( e non mi riferisco all'aspetto sessuale), come diceva zazà, con lo psichiatra, psicoterapeuta, analista o che dir si voglia, vorrei costruire un legame legato da un affetto vero, ed io è qui che ho i miei dubbi.ù Dubbi legati sia ad un punto di vista per così dire "oggettivo": io con quelli che riterrei affetti veri non conto i minuti, se mi va di parlare ci sto anche tutto il pom e sopratutto non mi faccio e non mi fanno pagare alla fine. Dubbi legati anche ad un aspetto "irrazionale": credo che lo psi effettivamente possa provare qualcosa, che noi pazienti però tendiamo a "dilatare" a seconda dei nostri bisogni, insomma l'affetto che lui prova non corrisponde per grado ed intensità a quello del paziente. Poi magari (lo spereri quasi) mi sbaglio. Stamani sono in ufficio così vi rompo i maroni....
  15. Sembra il mio psi! Mi chiedo dopo aver capito da cosa deriva il desiderio, che si fa? Io sinceramente non mi sento affatto meglio,rispetto ad altri rifiuti è un rifiuto consapevole, ma sempre un rifiuto di affetto rimane!!!!!!!!
  16. Alla prossima seduta proverò ad usare la linea argomentativa tua e di Judi, farò una bella arringa, vai a vedere che non ci ricavo qualcosa
  17. Non mi permetterei mai di insinuare che il tuo analista era pazzo. La mia voleva essere una riflessione. Vorrei davvero (e allo steso tempo avrei timore della risposta) che il mio psi mi rispondesse alla domanda "qui dentro fra me e lei che c'è, lei prova l'affetto che provo io?", so che non mi risponderebbe, perché "non siamo qui a parlare di me". Oggi si è definito come il pronipote di Freud (con alcuni accorgimenti)..........tanto per intendere la sua ortodossia.......................
  18. Mi viene da pensare che non cerchi un' analista. Io non credo che l'analista possa darci l'affetto che noi cerchiamo, e lo dico a malincuore perché anch'io lo vorrei il suo affetto, ma purtroppo credo che bisogna arrendersi e metterci una pietra sopra: lui l'affetto che noi chiediamo non lo potrà mai corrispondere, magari ci saranno psi più aperti e meno ortodossi di altri,ma da qui a parlare di corrispondenza fra l'affetto o l'amore che il paziente cerca e l'affetto o l'amore che l'analista "può dare", ce ne corre. Vorrei che lui mi dasse anche solo un briciolo dell'affetto che io chiedo, so che non lo farà mai, perché se lo facesse non potrebbe più aiutarmi, non sarebbe più lucido, credo che sia quella che Freud definisce una "follie a deux". Lo vedo nel mio lavoro, nel mio piccolo, quando devo lavorare per le persone a cui voglio bene, io lavoro male, non vorrei rispettare termini, vorrei tutto e subito, insomma mi vengono dei pensieri paranoici che con un cliente qualsiasi non mi verrebbero. Credo che anche per loro sia così, come potrebbero essere lucidi e consapevoli se ricambiassero il nostro affetto? Io credo che loro provino affetto, ma credo che sia un affetto del tutto diverso da come lo intendiamo noi pazienti.
  19. ebbene mi hai scoperto, lo ammetto sono io!
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