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muchachaenlaventana

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messaggi di muchachaenlaventana

  1. anche io ero d'accordo con te e con light (quando avevo 15 anni), e con la quasi totalità degli adolescenti...

    fatto sta che non hai risposto... :Waiting:

    non hai mai provato a vedere i compiti a casa come una possibilità in più per lo sviluppo cognitivo e personale di tuo figlio, invece che solo come qualcosa che ti sottrae del tempo libero (il tuo tempo libero)?

    No, perché a 6 anni lo sviluppo cognitivo di un bambino passa anche attraverso lo svago, da solo, con i coetanei e con la famiglia. A 15 anni la situazione è un po' diversa.

  2. e che cosa pensi di insegnargli facendogli (fare) i compiti con l'atteggiamento che ritieni di avere invece?

    E' giusto per questo che trovo deleterio assegnare i compiti per casa (so per certo di non essere l'unica ad affrontarli così).

    Io sono d'accordo con Light ma non so quanto sarebbe apprezzata un'iniziativa simile: di solito chi ha la possibilità di esercitare un certo potere non ci rinuncia facilmente :Shame On You:

  3. Ego, l'ho detto quasi subito che il problema è più che altro mio.

    Io i compiti glieli faccio fare da solo per quanto possibile, però un bambino di 6 anni si inceppa spesso e richiede una presenza costante. In quelle ore non posso: fare la spesa, pulire la casa, star dietro all'altra figlia, nutrire il marito, farmi gli affaracci miei (che includono anche una buona dose di lavoro che spesso e volentieri mi segue a casa). In pratica si tratta di una mansione in più che si aggiunge alle tante di cui una donna deve occuparsi nel tempo, uhm, libero.

    Quello che mi turba è:

    1) Il nervosismo con cui inevitabilmente affronto la missione, che certo non giova al bambino.

    E soprattutto, per indole mia personale (e NON dico di aver ragione, anzi mi rendo conto di avere un problema a riguardo):

    2) I compiti assegnati sono davvero tanti (20 pagine di italiano, 10 di matematica: oggi ne ha fatte 2 in più di un'ora) e per me questa propaggine di scuola che si insinua nella mia vita privata e la condiziona pesantemente (sarebbe stato lecito andarcene quattro giorni al mar a grattarci le balle?) è un'ingerenza che mi fa saltare i nervi. Avrei voglia di scrivere alla Signora Maestra che XY non ha finito i compiti a causa di impegni di famiglia. Mi frena solo la consapevolezza che così facendo gli insegnerei solo ad aggirare le responsabilità. (Ma intanto io mi rodo il fegato e tratto male suo padre)

  4. Mucha, nessuno nasce genitore, questo almeno penso di poterlo dire, si imparerà pian piano... :Four Leaf Clover:

    Io davvero ci penserei alla scuola privata, lo so non è bello a dirsi e ideologicamente sarei contrario ma di questi tempi...

    Ma almeno è capace ad insegnare ? O se la sbriga scaricando una montagna di compiti ?

    Sì imparerà pian piano ma io sono abbondantemente fuori corso e comunque non so niente di pedagogia, per cui certe mansioni che a me ispirano solo scappellotti preferirei le svolgesse chi di dovere.

    Scuola privata, ti prego no, sto facendo le croci sul calendario per contare i giorni che mi separano dalla fine del nido della piccola che costa quanto un master alla Bocconi, figuriamoci se voglio ricominciare a pagar rette.

    La maestra, per insegnare insegna ma suscita tanti dubbi su altri versanti. Secondo me è un'infiltrata della Gelmini per distruggere definitivamente la scuola pubblica.

    Ma noi resisteremo fino alla fine :boxing:

  5. Scusa però, ho notato che a volte sembri un pò troppo negativa con tuo figlio, ma per forza un bambino deve essere valutato una cima o no per come rende a scuola? E poi ha 6 anni, su dagli tempo per mettersi alla prova :Four Leaf Clover:

    Il problema non è quello: sono io che mi innervosisco perché vorrei finire in fretta quella caterva di lavoro e lo incalzo e magari finisco per farlo sentire un incapace. Insomma, io con i bambini non ci so fare: perché devo farlo io il lavoro delle insegnanti??? :Straight Face:

  6. Cambiare non credo servirebbe a niente perché mi risulta che l'andazzo sia quello ovunque. Del resto non è che il ragazzino sia quella cima da non aver bisogno di un po' di esercizio, e tuttavia ha 6 anni e una gran voglia di giocare.

    Il problema è più che altro mio: mi ribolle la rabbia perché le insegnanti (appena 5) facciano pure il loro mestiere, ma il tempo libero e la vita degli altri membri della famiglia mi piacerebbe fossero gestiti in casa. Un'amica svedese mi dice che là tutto il lavoro si svolge a scuola e che vacanze e weekend sono sacri.

    Ricordo che in classe mia alle elementari c'erano due gemelli che venivano apertamente criticati dalla maestra perché il sabato erano spesso assenti e non si perdevano un ponte che fosse uno, perché i genitori li portavano a sciare, al mare, in gita qua e là ecc. ecc. A parte l'atteggiamento discutibile della maestra, io con questi due compagni sono ancora in contatto e hanno un rapporto invidiabile con i genitori e con i rispettivi figli e non mi sembra abbiano alcun bisogno di psicoterapia. Devo aggiungere altro?

  7. Mio figlio frequenta la prima elementare e trascorre in classe 36 ore la settimana.

    Tutti i fine settimana, durante le vacanze di Natale e adesso, vacanze pasquali, io o mio marito ci troviamo costretti ad assisterlo nello svolgimento dei compiti per casa: tanti, davvero tanti, incluse le famigerate schede da ritagliare, incollare ecc. ecc. ecc.

    Mio figlio non è un fulmine e non è ancora sufficientemente autonomo per sbrigarsela da solo: oggi pomeriggio abbiamo trascorso più di due ore per svolgere circa un quarto dei compiti assegnati, e addio faccende domestiche e lavoro mio personale. Senza contare la sorellina che reclama la sua dose di attenzione.

    Io mi chiedo: è giusto condizionare pesantemente la vita di una famiglia che potrebbe anche desiderare qualche giorno di vacanza? Che ne è della scuola dell'obbligo se 36 ore di lezione non sono sufficienti a formare un bambino di 6 anni?

    Ma soprattutto: quanto è diseducativa la mia ribellione nei confronti di questo metodo che condiziona pesantemente i ritmi della famiglia? Avrei voglia di gridare e di dire a mio figlio di lasciar perdere tutto che andiamo ai giardini, magari due giorni al mare o che so io. Ma intuisco che minare fin d'ora l'autorevolezza delle insegnanti non sia una grande idea...

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