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Margherita76

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  1. Caro Dapanico, putroppo capisco molto bene il tuo problema, perchè ne ho sofferto anche io per qualche anno. Io, però, l'ho risolto (almeno mi sembra). Non so che tipo di terapia tu abbia fatto nè posso consigliarti nessuno, non essendo di Bari. Tuttavia, posso dirti cosa è successo a me. Io ho seguito una terapia cognitivo-comportamentale (con quale "aggiusto" teorico che non ti sto a dire perchè neppure me lo ricordo) e, contemporaneamente, mo assunto un ansiolitico e un SSRI (Inibitore Selettivo Del Re-Uptake Della Serotonina). La terapia è durata due anni e l'assunzione di farmaci 15 mesi, ovvero fino a questo settembre. Fino ad ora non sono ricaduta nel problema, anche se, proprio in questo momento, sto affrontando un periodo molto difficile da tutti i punti di vista. Ciò che penso sia cambiato è il modo in cui reagisco alle situazioni, per le quali ho elaborato una sorta di "strategia". Insomma, nulla di trascendentale, ma sicuramente almeno quanto i farmaci mi ha aiutato la terapia. Per farti un esempio banale, c'è un fatto accaduto ormai molti anni fa che, solo a pensarci, mi scatenava una tachicardia pazzesca e mi faceva stare male. Ne ho parlato, ci sono stata ancora più male ma, adesso, è come se fosse archiviato. Non "passato", perchè rimane lì nella sua tragicità, ma non mi scatena più il panico. Quindi ti consiglio di riprendere la terapia, di concordare un percorso col tuo terapeuta e di affrontare di nuovo la cosa. Non poi continuare a non vivere. So che è tremendo e so quanti anni di "non vita" si rischia di fare se non si ottiene l'aiuto giusto. Fatti forza e comincia subito, chiedi in giro, chiedi al tuo medico, vai al policlinico universitario, fà come puoi, ma riprendi la terapia. Funzionerà e riprenderai a fare cose che neppure ti immagini, sii fiducioso! Sarai contento di nuovo.
  2. Scusa, Dori. Avevo scritto un post forse troppo duro, con l'intento di scuoterti, dovuto alla mia situazione personale di questo momento, che non è delle più felici. Cerca di farti coraggio e, come dice Juditta, sappi che puoi chiere aiuto. Fatti forza!
  3. Cara Froggy, come ho scritto, tutti partono. D'altra parte, come ho scritto in passato, la mia terapia si svolgeva in una struttura pubblica, dove la maggior parte del lavoro la fanno ragazzi giovani che, anche per la situazione disastrosa delle modalità contrattuali (nonchè per le loro esigenze di studio e formazione), vanno e vengono. Non so ancora se e quando riprenderò il mio percorso (che sarebbe una cosa sicuramente auspicabile), anche perchè non avrei comunque alternative al pubblico, non avendo uno stipendio fisso e, di conseguenza, la possibilità di pagarmi una terapia nel privato. Comunque sto attraversando alti e bassi, momtni up e momenti down. Per adesso, sto a guardare, un po' inerte e stanca. Un bacio, Margh
  4. Salve a tutte! salve a Froggy, Digi e salve a Judina, sempre tanto cara anche se appaio ormai molto raramente. Stasera, in un momento di ansia esistenziale, mi sono collegata e ho trovato questo nuovo topic, che riassume, nella sua formulazione, quelli che erano i miei desideri da paziente. Ci sarebbero molti aggiornamenti da fare, ma non è questo il momento nè la sede giusta: diciamo che le mie ansie si sono trasformate e riesco anche quasi a guardarle in faccia, ma sono ancora lì; ne conosco quasi sempre la causa, ma non riesco ad avere il coraggio di agire in modo da farmele passare. Ormai non sono più paziente di nessuno. Come sapete, il "primo" partì ad aprile ed il "secondo" è partito alla fine di dicembre. Insomma, terapia terminata soprattutto per indisponibiltà da parte del terapeuta, sebbene io abbia fatto dei passi avanti. Quanto all'argomento trattato qui, a me sembra francamente una mezza follia la situazione descritta da Filotea e sono assolutamente d'accordo con Froggy. E' possibile che io sia stata abituata male, con psi che mi davano del lei anche dopo due anni e che non hanno mai lasciato spazio per una frequentazione, anche amicale, post-terapia; tuttavia, che lo psi di Filotea abbia parlato di innamoramento mi sembra abbastanza incredibile. Non che non creda a Filotea, ovviamente, ma mi sembra comunque strano. In ogni caso, non sono un'esperta nè una teorica: l'esperienza-terapia l'ho vissuta seduta dall'altra parte della scrivania e, per fare il paziente, non si studia come rapportarsi al terapeuta. Tuttavia, quanto al post-terapia col "primo" (ovvero quello di cui mi ero innamorata), vi posso raccontare la mia esperienza. Gli avevo chiesto la sua mail (da usare in caso di emergenza) che, in effetti, anche se non si trattava strettamente di emergenze, ho usato qualche volta (diciamo 4 ad aprile ad oggi: sono stata bravissima!). Lui dimostra, con mia grande gioia, di essere ancora presente, di offrirmi comprensione, ma sempre dandomi del lei (sebbene io gli dia del tu, per iscritto) e rispondendo con brevi frasi da sibilla che io poi leggo e rileggo per cercarvi dietro qualche recondito signficato che, ahimè, non c'è. Non so se questo possa essere considerato un "rapporto" post-terapia, ma sicuramente ha reso il distacco meno duro e, ancora oggi, mi dà l'idea che, in caso di emergenza, io non sia sola. Sebbene sappia che sta a me limitarmi, perchè lui mi risponde per gentilezza ma io non devo approfittare, in ogni caso questo "filo" mi aiuta molto. Dopo questa breve incursione, vi lascio. Buona serata a tutte :)
  5. Ciao cara. Sono passata e mi faceva piacere lasciare un salutino. Spero che tu stia bene :)

  6. Ciao Carissime! Rediviva, sono passata un attimo e con piacere vedo che il vostro gruppo continua a funzionare molto bene Quanto a me sono decisamente depressa: sarà l'interruzione dei farmaci, sarà la leggera influenza che ho preso, saranno i problemi mai risolti (nè mai affrontati) nella mia psicoterapia "a termine". Non so. Per ora vi saluto e auguro a tutte di trascorrere un buon week-end.
  7. Lo so, tutti mi dicono che devo sforzarmi di non pensarci. E' come se fosse il mio (comodo, lo ammetto) rifugio nei momenti di difficoltà. L'essere irreale il cui pensiero mi consola quando la realtà si fa troppo difficile.

  8. Io procedo, anche se seguire la rotta è un po' difficile per la situazione "climatica". Buona ricarica :)!

  9. Ma che ti scusi...che io idealizzi è un fatto, ma lo è anche che sono stanca di questo investimento emotivo altrettanto selvaggio.
  10. Ciao, artista. Spero che continui ad affidare alle tele e ai colori le tue emozioni. A presto.

  11. Care tutte, passo per salutarvi e ribadirvi che non vi ho dimenticate. Almeno una volta al giorno passo qui per farmi "i fatti vostri". Quanto a me, sto vivendo un periodo molto intenso al lavoro, dormo malissimo e ho perso totalmente fiducia nei confronti della terapia. Quando ero in preda al transfert, pensavo che fosse talmente intenso da influire negativamente sul mio percorso, da essere così invasivo da aver preso il posto di tutti gli altri problemi che ero andata lì per risolvere. Invece, adesso mi sono resa conto che senza transfert non si va da nessuna parte. Ci si arena. In fondo, sebbene in maniera del tutto diversa e di sicuro meno intensa di ciò che abbiamo provato (in un modo o nell'altro) nelle nostre terapie, tutti i rapporti umani sono basati su una qualche forma di transfert e mi sto rendendo conto che, se questo non c'è, non c'è neppure il rapporto. Col secondo mi trovavo bene dopo la partenza del primo, ma adesso quella sottile intesa, creatasi per il ruolo che aveva assunto di "consolatore" per il mio "lutto" è del tutto scemata. Mi rendo conto che lui mi è assolutamente indifferente: non provo certo sentimenti negativi nei suoi confronti (non ne avrei proprio motivo), ma non ne provo nessuno; qualsiasi cosa dica, non mi tocca, non mi entra dentro, non mi "muove". Quando sono lì devo sforzarmi, perchè non ho nulla da dirgli (sebbene abbia moltissimo dentro che vorrei dire). Figuratevi che durante l'ultima seduta mi ha detto di pensarci bene, perchè se non dovessi più essere motivata sarebbe meglio che interrompessi. Il fatto è che io mi sento orfana: il mio terapeuta non c'è più, e mi sento essere stata presa in carico da un altro di cui non sono una vera paziente, ma la rimanenza di un suo collega, al quale, evidentissimamente, non vuole sostituirsi. Vi basti sapere che, nei momenti più difficili, ho sentito la necessità di scrivere al primo, che mi ha sibillinamente risposto. Inutile dire che l'ho apprrezzato molto, che mi basta una sua parola per sentirmi confortata, ma che, allo stesso tempo, so di non poter fare una terapia telematica. Ad oggi, penso che le terapie vadano condotte solo con una sola persona e che debbano finire quando tutti i problemi sorti con quella persona siano giunti a risoluzione. Diversamente, il persorso risulta monco, interrotto, e non si raggiunge nessun risultato se non molto superficiale e transitorio: fino a che non si risolve il legame, il beneficio rimane collegato indissolubilmente a quella persona e la convinzione latente è che le parole di nessuno valgano quanto le sue. Si vive una sorta di commiato eterno. Intanto, mentre mi rattristo con questi pensieri, vi auguro una buonissima giornata :)
  12. Crao Iron, sono convinta che il primo passo per rtentare di risolvere i problemi sia quello di prenderne atto (cosa che hai fatto) e, di conseguenza, chiedere aiuto. Al Policlinico ci sono persone bisognose di aiuto esattamente come te e, di conseguenza, stai pur certo che non ci sarà nessuno che ti guarderà in maniera strana, poichè ciascuno di loro è lì perchè tenta di risolvere il suo disagio ed è abituato a vedere ogni giorno altri pazienti arrivare. Quanto a comunicarlo ai tuoi, non saprei cosa dirti: non so quanti anni hai, quanto sei convinto dal volerti far aiutare e quanto tu possa essere eventualmente scoraggiato da un loro ipotetico atteggiamento superficiale nei confronti del problema. Nessuno può sapere ciò che provi e conoscere il tuo disagio. Devi essere tu a prenderti cura di te stesso.
  13. Cara Judi, anche se sono spatira, almeno una volta al giorno visito il mitico topic, ricordando i bei tempi: quelli in cui ero più assidua tra di voi e, contemporaneamente, avevo una qualche forma di transfert verso il mio terapeuta. Ora, in periodo di magra, mi si è annullata anche quella lieve intesa che avevo col secondo...Tu come stai?

  14. Cara zazà, in effetti sono scomparsa, ma mi faccio sempre i fatti vostri! è un periodo strano, superimpegnato, in cui sto prendendo un pò le distanze anche dalla terapia...ormai sono stanca di tutto e pure di quella...

  15. cara Elli, mi congratulo per l'esame di cui hai scritto! Bravissima!!! Io sto maluccio, in questo periodo, per una serie di cose che sarebbe troppo lungo scrivere. A presto :*

  16. 'nsomma...solite altalene emotive, megadubbi sulla terapia e tantissimo lavoro :(. Però ti leggo bene e ne sono felice. Baci e a presto :*

  17. Ciao Zazà! Come sei stata carina a passare! Io sono in un periodo un po' di attesa, in cui cerco di capire cosa mi si muove dentro. Sono a tratti confusa, a tratti spaventata, un po' ansiosa. Il problema è che non riesco a capire cosa mi voglia dire il mio corpo e, così, mi sento un po' sbandata. Tu come stai? Baci :****

  18. Ciao Judi! Mi dispiace essere sparita :( Ti racconterò tutto appena troverò un po' di calma. Bacioni :***

  19. Ciao Frò!!! Un saluto anche da parte mia :)

  20. Ciao bellina!!!!

  21. Anche io funziono così. Purtoppo. Bacio a tutte :*
  22. Ciao Ellina! neppure io mi dimentico e ti leggo sempre. Un abbraccio forte :)))

  23. Ciao Froggina! Un salutino caro caro anche a te:)

  24. Grazie del "bella". Io sto un po' esplosa, ma sto cercando di vederli bene i pezzi che scappano via...

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