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kris1

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  1. La mia è un'ansia nella norma. Bè, credevo peggio. Credo di avere imparato l'arte di convivere con le mie conflittualità interiori e a rimuovere l'ansia e so che non è troppo buono, ma, almeno mi pongo al riparo dalla sofferenza; ho ibernato le emozioni forti, steso un velo anche sul piacere, sulle aspettative, e so che è un modo di autodifesa. Ogni cosa mi sfiora marginalmente, solo per un po', dopo torna tutto silente. Non godo a fondo di nulla.Tutto questo avviene nel mio profondo, in quanto in superficie appaio diversissima: vitale, energetica, euforica.Ma in realtà non lo sono. Mi ritengo contorta e ho perso le speranze di essere capita e di ritrovare l'essenza di me stessa. Disincanto quasi totale da tutto e da tutti. Eppure, sorrido Kris
  2. kris1

    CAPIRE....

    un saluto a tutto il forum! Buon fine settimana.
  3. kris1

    chiedo pareri....

    Si, verbena, va un po' meglio, decisamente. Questa persona, aiutato dalla moglie, con la quale si è avviato un sincero dialogo, un confronto a cuore aperto, ha deciso di avviare un passo determinante affidandosi ad un valido neuropsichiatra che li sta aiutando, sia alivello di coppia, che individualmente. Spero tanto che riescano insieme a trovare nuovi equilibri e di reimpostare la loro vita di coppia, ma soprattutto, che quest'uomo, possa gradualmente ritrovare la sua consueta energia, la motivazione per continuare a trainare la sua vita con maggior leggerezza; le cose, come ti ho detto, vanno decisamente meglio. E ti ringrazio profondamente per il tuo interessamento e per aver intuito, percepito questo problema nel suo profondo, problema che è anche il mio, perchè quest'uomo è "mio figlio"Grazie di cuore. Kris
  4. kris1

    chiedo pareri....

    ]grazie verbena per la risposta, il tuo parere mi sembra condivisibile, equilibrato. Il mio è uno sfogo, ma leggere pareri e commenti è sempre un sollievo e cosa costruttiva. Grazie :) Kris
  5. kris1

    chiedo pareri....

    Una persona che mi sta molto a cuore sta attraversando un momento difficile. E' un uomo, quasi quarantenne, attivo, brillante, professionista. Schiacciato da problemi oggettivi diversificati, dei quali il più rilevante è l'hanidcap di uno dei suoi figli per il quale si richiede continua assistenza e terapia, situazione difficile da gestire; altri problemi collegati al lavoro: da manager, carriera brillante, gratificante e ben retribuita, si è ritrovato per un breve periodo senza lavoro (a causa di problemi contigenti dell'Azienda che lo ha liquidato) e dover retrocedere verso un'occapazione, diversamente retribuita e valutata, con un contratto del piffero che non gli garantisce stabilità e che lo porta a vivere una vita stressantissima. E' sempre stato una persona sana, sportiva, che ha canalizzato nell'attività agonistica tutto lo stress e le sue energie, ma, a causa di un problema alla colonna vertebrale, si è dovuto sottoporre a un intervento che lo ha portato ad un ribasso della sua resa in campo sportivo... E', inoltre, l'unico a dover contribuire al mantenimento della famiglia (la moglie non lavora) e si sente fortemente responsabile per questo...Ultimamente, anche i rapporti con sua moglie si sono incrinati, a causa dello stress che lo pervade, della sua stanchezza psico-fisica che lo ha portato a una demotivazione generale, quasi una resa... Crede di non potercela più fare. E' convinto di dover soccombere prima o poi... E' triste vederlo in questo stato, anche perchè è una bellissima persona, ricca di vitalità e di imput positivi e sicuramente con un forte potenziale di recupero, ma, attualmente, il suo equilibrio è franato. Chiedo semplicemente un parere o un consiglio su questa situazione. grazie Kris
  6. kris1

    chiedo un consiglio....

    GRAZIE carissimi per le vostre risposte, è sempre un sollievo potersi relazionare con qualcuno. Non credo che si possa parlare di durezza, ma di realismo. Naturalmente ho omesso molti paricolari relativi alle pesanti problematiche derivanti dall'accudimento di un ragazzo con handicap. Dal di fuori, non si renderà mai concretamente l'idea di quanto sia stressante, paralizzante. Trattandosi di una persona tanto amata e così vicina, la cosa è ancor più destabilizzante perchè ti si ingenera un senso di colpa, mescalato a tanti sentimenti contraddittori... Confido soltanto nel loro senso umanitario (se così posso definirlo)affinchè comprendano che al di là di un certo punto non gliela posso fare, a livelli sia fisici che psichici.
  7. kris1

    chiedo un consiglio....

    Sono una mamma, sono una nonna... La mia vita è stata costellata di doveri, pesanti problematiche, responsabilità. Mi sono sposata giovanissima.Ho cresciuto 4 figli, lavorando contemporaneamente fuori casa, con lo scarso apporto di un marito che mi ha sempre accollato ogni responsabilità, forse mai cresciuto. Ho 60 anni; lavoro ancora, per necessità: ho ancora un figlio "da sistemare", impegnato negli studi. E il mio lavoro è pesante, (soprattutto mentalmente) , di grande responsabilità e mi impegna persino il sabato. Devo, altresì occuparmi di un nipotino adolescente autistico, con problemi di schizofrenia, che lo portano ad essere violento ed a compiere azioni sconsiderate per se stesso e per gli altri. Ha sprazzi di aggressività che mi spaventano e va tenuto costantemente a bada, come un bimbo di due anni perchè tende a fuggire dal controllo.. I genitori, per avere un po' di pace (fine settimana) me lo affidano alcune ore ed il peso ricade unicamente su di me come un macigno, oltre al senso di responsabilità estremo. Mi sento distrutta, braccata. Comprendo che anche loro hanno il santo diritto di andare a mangiare una pizza, a passare una serata con amici; ma io non gliela faccio più! Il mio piccolissimo spazio di fine settimana (lavoro mezza giornata il sabato) che vorrei dedicare al mio riposo mentale e fisico, di cui ho estremo bisogno, occupandomi anche delle faccende tralasciate durante la settimana, mi viene scippato. Non me la sento di rifiutare il mio aiuto, sono una mamma e pertanto, antepongo (come ho sempre fatto) le esigenze dei figli alle mie, ma davvero sono molto provata, sono stanca davvero. Inoltre, fungo da baby sitter telefonica, il bimbo mi viene affidato per intrattenimento, in qualsiasi momento della giornata (al bisogno) anche mentre sono al lavoro, a cena o in situazioni empiriche. Questo bimbo mi cerca continuamente ed io mi sento dentro una trappola.... Ditemi una parola qualsiasi, un consiglio, quello che volete. Grazie Cristina
  8. kris1

    paura....

    Si, mi hai effettivamente tranquillizzata (entrambe le risposte) in quanto avete ridimensionato la cosa, riportandola nei canoni ordinari, di uno stato d'animo comune ai più... E' vero che vivo attraverso loro, che mentalmente non sono autonoma. Effettivamente mi sono cristallizzata nei ruoli di madre e di moglie e vivo me stessa, la mia autonomia personale, come un qualcosa di optional, una sorta di deprivazione nei confronti della mia famiglia...perfino il lavoro, che mi allontana temporaneamente da loro; il tempo libero cerco di dedicarlo alla famiglia, (non che mi pesi) in piena condivisione: presenza-doveri. Il mio senso di colpa è latente e dovrei imparare (difficile) a percepirmi come un'unità a se stante, al di fuori da ogni ruolo... Spesse volte ricerco la solitudine, momenti da condivedere con me e per me stessa, al di fuori da tutti e da tutto....
  9. kris1

    paura....

    vorrei qualche parere per una sindrome ansiosa che mi accompagna da sempre. Una paura generalizzata rivolta agli eventi "esterni", quali: disgrazie accidentali, incidenti stradali, episodi di violenza... o malattie. (in pratica, tutto ciò che esula dal mio controllo). Devo precisare che questo stato ansioso non è rivolto alla mia persona (anzi, mi reputo una persona coraggiosa, intraprendente per quanto riguarda me stessa), tuttavia ho timore per le persone a me più care: figlia e marito. (ho concentrato la mia vita soprattutto su questi due affetti, profondamente delusa e disillusa degli altri a livello parentale che amo in maniera molto più labile) Vivo la società come un'enorme piovra, pronta ad avvolgerci fra le sue spire, totale disincanto per eventi futili, piaceri effimeri, diffidenza verso l'essere umano capace di commettere le più incredibili aberrazioni, non mi fido... sento di vivere in un mondo ribaltato nei valori, un mondo dentro il quale, pur facendo una vita attiva e normalissima, non mi riconosco più, nonostante faccia emergere quella parte di me positiva, quella che "CREDE" nelle persone, nei valori umanitari.... E' una lotta con le mie conflittualità che tendo a non far trapelare per non inquinare la vita di chi mi vive accanto e anche per esorcizzarle; cerco di abbatterle, recuperando una sorta di fatalismo e in genere ci riesco bene, però basta un ritardo, o qualcosa che esca dalla normale routine ad agitarmi , a pormi nella confusione totale che cerco, ovviamente, di vincere con la forza della ragione o anestesizzando le mie emozioni. Si vive male così. E' pur vero che provengo da un vissuto conflittuale e traumatico dell'infanzia, dal quale sono stata irrimediabilmente segnata ed in seguito ho assorbito parecchie "botte" (metaforico). Una vita non facile. Naturalmente mi rendo conto di attribuire una valenza sproporzionata a queste persone di famiglia, senza le quali, son convinta, non potrei vivere, come fossero un'appendice di me stessa, determinanti in quanto "connotazione del mio essere", senza di loro sarei persa, nella totale desertificazione affettiva, sarei il NULLA.... Kris
  10. Effettivamente ci sarebbero delle domande riguardo il perchè di questa avversione alla scuola, un'avversione da panico, che sconfina in una crisi esistenziale. Cosa c'è che non va? Ti stressa lo studio? Il doverti relazionare e confrontarti con te stessa? I professori? ....... In ogni caso, è bene che tu stringa i denti e che concluda il ciclo didattico, almeno fino al diploma. Capisci da sola che senza di quello, le prospettive lavorative si assottigliano davvero di molto. Molto probabimente ti mancheranno due elementi essenziali: delle vere amiche e un ragazzo del quale sentirti innamorata. E' così? Alla tua età sono le giuste coordinate per sentirsi in pace noi stessi, per vivere questa fase adolescenziale con pienezza e spirito energetico. Scrivici ancora, se vuoi. Un abbraccione Kris :p
  11. Ma quanti anni hai? 23? Leggendoti mi si sono rizzati i capelli! Sia per il contenuto osceno del tuo post = leggi pure demenziale, ma non te la prendere, anzi, medita su questo. E poi? Ma che scuole hai frequentato? No, non è ammissibile! Mi spiace, ma non meriteresti nemmeno risposta e non ti offendere. Cerca di recuperare un pelino di autocritica e rileggiti.
  12. Ciao Vera, sono Kris. Volevo semplicemente dirti che ti ho scritto all'interno del mio post "sconforto esistenziale". Un abbraccione enorme, piccola. Kris :)
  13. Carissima Vera, neanche te lo immagini quanto possa comprenderti!Ti ringrazio per le belle parole che mi dici ed infatti hai ragione: in famiglia e chi mi conosce appena un po' mi vuole bene, sono caratterialmente una persona effettivamente molto dolce e comprensiva, soprattutto nei riguardi di chi è sofferente, di chi ha bisogno. Le esperienze "dure" della vita, invece di indurirmi mi hanno resa molto più ricettiva ed hanno sviluppato un senso umanitario non indifferente. Riesco a mettermi nei panni delle persone: EMPATIA. Nello stesso tempo, però mi sono abbattuta, lasciata andare interiormente, diventando diffidente e paurosa. Ho paura delle disgrazie, e come te HO PAURA DI PERDERE IL PRESENTE che, anche se è insoddisfacente, mi tranquillizza e penso che qualsiasi cambiamento complicherebbe le cose, mi farebbe stare peggio e non saprei gestire la situazione. Dall'esterno, come credo di aver già detto, sono una persona normalissima. Appaio solare, comunicativa, decisa, ma nessuno conosce le mie ferite interiori e le mie vulnerabilità. Inoltre, non posso permettermi di cedere perchè vivo con mia figlia, tua coetanea, una ragazza sensibile che in passato ha sofferto di crisi d'ansia e di depressione ed io sono il suo punto di riferimento. Ora sta bene, ma anche questa cosa ha contribuito a sconvolgere la mia vita, perchè non me l'aspettavo, perchè non l'ho mai accettato. Per ora ti saluto, cara amichetta virtuale. Sappi sempre che se hai bisogno di un consiglio o di parlare, io ci sono e puoi scrivermi anche in privato. Un abbraccione forte forte. Kris :)
  14. kris1

    chiedo consiglio

    Un amico è affetto da una patologia che va degerando sempre più. In pratica: sragiona. E' affetto da manie di persecuzione, vede nemici dappertutto e paventa continuamente dei danni perpetrati contro la sua persona. Non vado nei particolari, ma arriva anche a delle punte di aggressività e si è convinto che i suoi amici stiano tramando contro di lui... Per quanto riguarda il suo vissuto, è opportuno dire che è stato sconvolto dalla scomparsa prematura di suo padre. All'inizio, sembrò avere assorbito bene il colpo, ma dopo un po' di tempo ha iniziato con questi scompensi comportamentali. Naturalmente è in terapia e, sembrava, che ultimamente avesse superato questo stato di alterazione, ma è bastato un piccolo incidente di percorso nella sua vita di studente universitario che è ricaduto alla grande in queste paranoie e sta peggiorando sempre più, barricandosi in casa, evitando ogni relazione interpersonale... C'è qulacuno che sa da dare qualche risposta, magari professionale, se puo' esserci una via di uscita a questa situazione, o se qualcun altro ha vissuto o vive una realtà analoga. Grazie Kris
  15. kris1

    Sono a pezzi

    Ciao Saretta, sono Kris :) , entro soprattutto per darti un salutino. Seguo quello che scrivi e mi metto nei tuoi panni. Lo so che le chiacchiere stanno a zero. Però considera che questo è il momento più duro da superare, il dolore è più cocente. Sai cosa dicono "gli addetti ai lavori" delle separazioni, degli abbandoni, dei cambiamenti radicali? Che sono eventi luttuosi, insomma dei lutti e lo stato d'animo percepisce questa devastante sensazione di perdita. Ma, da ogni evento, anche il più distruttivo si riesce ad uscire indenni, a superarlo ed è solo questione di tempo. Non è retorica, Sara, è proprio il nostro istinto di sopravvivenza che ci spinge a reagire, ad andare avanti, nonostante tutto... Regalati una serena domenica e cerca di uscire, non importa dove o con chi, ma non startene a casa a rimuginare, apriti più che puoi ed abbi cura di te stessa, te lo devi. Ti mando un forte abbraccione sincero. Kris :D
  16. Ciao piccola Vera, io sono molto più grande di te, potrei esserti mamma. Quindi, gioco forza, ho avuto molte più esperienze di te, di vita diretta e indiretta. Anche il mio essere mamma mi ha insegnato moltissimo. Il tuo sfogo mi intrisce molto, lo sai? Parli in termini molto negativi della vita; osservo che hai un ragazzo, come mai, mi chiedo, nemmeno lui riesce a scrollarti di dosso questo stato d'animo penoso, cosi' pessimimistico? Naturalmente non conosco nulla di te, del tuo presente, del tuo passato e, soprattutto come vivi in famiglia, il tipo di rapporto instaurato con i tuoi genitori. Sarebbero elementi fondamentali per la comprensione di questo tuo sconforto esistenziale, rassegnazione...che per certi versi, è simile al mio. Mi viene spontaneo poterti aiutare, anche con poche parole di conforto. Se ti va di parlare più diffusamente puoi scrivermi in privato, se vuoi. Sono essenzialmente una "mamma" ed ho connaturato un forte stile materno e protettivo soprattutto verso chi soffre. Sappi che ti comprendo e che sono dalla tua parte, a prescindere perchè ti sento abbattuta e indifesa. p.s. oso una ipotesi azzardata: hai realizzato dentro te stessa se il rapporto con il tuo ragazzo, sia realmente appagante, soddisfacente? Oppure lo stai trascinando e non hai il coraggio di prendere una decisione? Intanto ti mando un caldo abbraccione :) Kris
  17. kris1

    sconforto esistenziale

    Ciao Eufrasia, sei veramente carina con me, anche io ci sono se ne dovessi aver bisogno, per parlare, sfogarti e quant'altro puoi scrivermi in privato, se vuoi. Anche io ho un gatto e un cane e ti comprendo benissimo, sono molta legata a queste bestioline, li considero di casa. Possono davvero darti conforto ed appagare quel senso di utilità, di bisogno affettivo, attraverso la loro silenziosa dedizione. :) Scrivere qui dentro, anche per me rappresenta uno sfogo e mi scaturisce spontaneo, riesco ad essere profondamente me stessa perchè mi rendo conto di entrare in un luogo frequentato da molte persone sofferenti e con varie problematiche. Sono convinta che il senso di solutidine profondo e i dolori dell'anima, non sempre sono compresi da tutti e percepiti nella loro autenticità di logoranti tarli, demoni che ti avvelenano la vita e che prescindono dall'età, dalle varie situazioni (oggettive) che si vivono..non sempre si è compresi da tutti, ma da chi ci è passato, da chi veramente conosce il significato della sofferenza, da queste persone siamo comprese e si sviluppa anche un legame di profonda empatia, condivisione e comprensione reciproche. Un abbraccione Kris :)
  18. Carissima, dici che hai solo 20 anni, pertanto, quello che posso dirti è che, essendo giovanissima, la tua situazione non resterà statica, non sarà irrisolvibile. Sicuramente, in te, ci sono delle componenti caratteriali, legate a una accentuata sensibilità difficilmente rimovibili, c'è una tendenza in te ad essere come sei, tendente all'ansia, al pessimismo. Ma, come ti dicevo, la tua vita è in esordio e cambieranno (oggettivamente) tantissime cose, la tua vita cambierà, si evolverà, farai delle scelte, avrai tante esperienze successive... E sono certa che non ti sentirai a terra per sempre, ne sono quasi sicura. Io ho molti anni più di te e mi sono convinta (forse anche io a torto) che la mia situazione resterà inamovile, statica e che ormai il "mal di vita" si sia cancrenizzato in me, sai, ne ho passate tante! Sono riuscita sempre a riemergere, ma, anche se adesso, avrei quelle coordinate per essere serena (se non del tutto felice) mi accorgo che sono cambiata "dentro", come se qualcosa dentro di me fosse morto irrimediabilmente e non spero più in un futuro nuovo o migliore.. Un abbraccione di vero cuore Kris :)
  19. kris1

    sconforto esistenziale

    Ehi si, la mia età. Mi chiedi un qualcosa che non mi appartiene. Per lunghi anni ho esibito la mia età come uno stendardo, un fiore all'occhiello, conscia di non dimostrare affatto i miei anni (tutt'ora ne dimostro una quindicina di meno!). Tuttavia, gli anni passano alla velocità della luce, mentre io continuo a percepirmi giovane, sia nell'aspetto, sia nell'interiorità che nell'energia psicofisica (sprecata) ed anche sotto il profilo della salute. La mia età apparente è sui 40/45 anni, ma l'anno prossimo saranno "60"!! Una parolaccia. E, credimi che non c'entra il discorso effimero dell'ambizione femminile, della civetteria..tutt'altro! E' che se penso a una persona di 60 anni, la vedo tristemente anziana, quasi "vecchia", in declino ed anche se arranca a voler apparire giovanile, in forma, a suon di palestra, corsette di joking in tuta rosa fuxia, massaggi rilassanti, attività alternative..sempre anzianottaresta e la vedo un po' patetica, magari si permette anche un amante più giovane, uscite libertine con le amiche, viaggetti esotici.. Che tristezza! Io non sono affatto cosi', non sembro cosi', io sono relamente una bella donna, giovanilissima, intrigante, agile e vivacissima e, malgrado consapevole di questo, vive una vita integra,(per sua scelta) facendo la moglie, la mamma e talora la nonna (adorata da tutti) e soprattutto senza grilli per la testa, ma ligia alla sua etica, senza farsi illusioni. Con mio marito, è una fase di non ritorno: non lo amo piu' da illore tempore...tuttavia lo adoro nel senso che è un legame stretto, ho bisogno di lui. Riflettendoci bene, potrebbe trattarsi di un discorso egoistico. Ho solo lui, soltanto lui mi da la consapevolezza di essere amata tantissimo, o meglio "voluta bene" ed io, forse per mancanza di una certa autostima e per tutte le problematiche che mi porto dentro, mi sono autoconvinta che senza di lui sarei veramente "SOLA", perchè, nonostante la mia estroversione, il mio altissimo livello empatico con la gente, non rieesco e, sottolineo "NON RIESCO" o forse non voglio approfondire nessun tipo di rapporto relazionale con nessuno. Non mi fido più, forse, come dici tu, voglio mettermi al riparo dalla sofferenza, dall'abbandono, da frustrazioni eventuali. Ho scritto di getto, cara Rain, come se parlassi a me stessa. Il mio è uno sfogo e un'analisi sincera (ma questo lo comprendi, vero?) Un bacione Kris
  20. kris1

    sconforto esistenziale

    Grazie Sara per le tue parole, sento che anche tu stia passando un momento difficile. Ti sento molto vicina :) sono certa che tu riuscirai a risolvere le tue problematiche. Un abbraccio sincero Kris :)
  21. kris1

    sconforto esistenziale

    ciao Eufrasia :) e grazie per la risposta. Infatti, per certi versi mi riconosco in te. Siccome il mio stato d'animo è altalenante, il mio post è particolarmente forte e sofferto, mi sentivo tanto giù in quel momento. Anch'io come te cerco di reagire, tanto che chi mi vede, dall'esterno, ha un'immagine sfalsata e non immaginerebbe mai il mio reale stato d'animo. Cerco sempre di comunicare calore in chi mi sta accanto: all'ufficio, quanto in casa. Sorrido spesso, incredibile, ma mi sorge naturale e spontaneo. A livello di amicizie non ne ho, per lo meno come le intendo io. Tanti contatti superficiali, proprio come te, ma non riesco più ad instaurare un rapporto amicale, vero, continuativo. Forse questo è uno dei principali problemi. Avere un'amico/a è un fattore importantissimo, un antitodo anche per la solitudine, soprattutto quella dell'anima. Un bacio Kris :)
  22. kris1

    sconforto esistenziale

    Ciao S. Mi spiace per questa defaillance. Ma vedi,il fatto di averlo postato tre volte, è motivato dal desiderio di avere maggiori opportunità di risposta. Avrai notato dal tema esposto che non si tratta di un viaggio alle Antille...La lettera maiuscola, è un altro elemento che ti fa comprendere il mio desiderio di visibilità perchè il mio sfogo è quasi un urlo, ed ho bisogno di parole e di conforto in questo momento. Tuttavia mi rendo conto di entrambi gli appunti e mi adeguerò.Kris
  23. kris1

    sconforto esistenziale

    SI. ANCHE STAVOLTA HAI PERCEPITO BENE. IN PRIMIS, E' VERO SONO INKAZZATA NERA...E FORSE, SOPRATTUTTO CON ME STESSA PERCHE' MI RITENGO RESPONSABILE DI NON AVER FATTO (PROBABILMENTE) DELLE SCELTE GIUSTE, O PRESO DECISIONI ADEGUATE QUANDO ERA IL MOMENTO: PER QUANTO RIGUARDA IL CONFLITTO LUTTUOSO DI CUI PARLI, CI PENSO SPESSO ANCH'IO,AVENDOLO DEFINITO COSI': SENSAZIONE DI LUTTO-PERDITA. ESSENDOMI FATTA LA TUA STESSA DIAGNOSI, MI SON DATA ANCHE UNA MOTIVAZIONE A QUESTO STATO D'ANIMO. STRADA FACENDO, HO PERSO "QUELLE COORDINATE", INTESE ANCHE COME PERSONE FISICHE O RIFERIMENTI, CHE, SEBBENE NON SIANO VENUTE A MANCARE DEFINITIVAMENTE, SI SONO ALLONTANATE (VEDI FIGLI, DISTACCO FISIOLOGICO, LORO SI SON FATTI UNA LORO VITA AUTONOMA), VEDI MARITO, FIGURA NELLA QUALE, TUTTO SOMMATO, RIPONEVO "ABBASTANZA" FIDUCIA ED APPIGLIO, IL QUALE, ANDANDO IN PENSIONE, HA CEDUTO LE ARMI, SI E' INVECCHIATO PRECOCEMENTE: INTROVERSO, SUL DEPRESSO, PROGETTUALITA' ZERO, INTERESSI...IDEM...TOTALMENTE INCAPACE DI EMPATIA (NEANCHE SI ACCORGE DEL MIO MALESSERE) E A SUA VOLTA FRUSTRATO, STRESSATO, TANTO CHE HA INIZIATO AD ACCUSARE MALESSERI EFFETTIVI E DIVERSIFICATI, SI E' AMMALATO.STRADA FACENDO. PIGRAMENTE, MI HA ACCOLLATO TUTTO ADDOSSO, NON PRENDE INIZIATVE, MENTALMENTE VEGETA..ED IO, PUR VOLENDOGLI TANTO BENE, MI SENTO SOLA, SOLISSIMA (ANCHE SE VIVIAMO MOLTO A CONTATTO)MI SENTO..COME DIRE "SENZA ANCORA PROTETTIVA", MI SEMBRA COME L'AVERE A CHE FARE CON UN BAMBINO DA PROTEGGERE..SQUALLORE, CREDIMI, TANTA TRISTEZZA. P.S. MENTRE LA VERA ME STESSA SAREBBE ANCORA ESTREMAMENTE VIVA, MENTRE SI E' CONDANNATA AD OMOLOGARSI AD UNA VITA PIATTA, SENZA SBOCCO ALCUNO..ACCANTO AD UNA PERSONA AMORFA CHE MI HA SPENTO E CHE SENTO BISOGNOSA DELLA MIA PRESENZA, LUI HA BISOGNO DI ME. p.s. anche io da anni, mi interesso di Psicologia e dintorni. Ma la conoscenza, non sempre ci aiuta, quando si tratta di aiutare "noi in prima persona".Ciao, carissima. Un bacio. Kris :)
  24. kris1

    sconforto esistenziale

    CHE NE PENSO? CHE HAI PERFETTAMENTE RAGIONE. ED HAI INQUADRATO BENE, CITANDO LA PAROLA "MORTE", SIA LA MIA MORTE INTERIORE ED ANCHE, PIU' OGGETTIVAMENTE IL TERRORE DI PERDERE CHI MI STA VICINO. FORSE QUESTA MIA CONDIZIONE ESISTENZAILEE' IL MIO CROGIUOLO, CHISSA'....SONO DI UN ALLUCINANTE PESSIMISMO, SONO AFFETTA DA VITTIMISMO, FORSE E' COSI'.... MA VEDI, MI DO' DELLE ATTENUANTI, PER ESEMPIO IL MIO VISSUTO, FIN DA PICCOLINA: UN'INFANZIA TRAUMATICA, DOVE OLTRE ALLE PERCOSSE, HO ASSISTITO ALLA MALATTIA DI MIO PADRE...ESAURIMENTO NERVOSO GRAVISSIMO, ALCOLISMO DERIVANTE, VIOLENZE...E QUANT'ALTRO E QUANT'ALTRO ANCORA...RICORDO CHE A SEI ANNI TREMAVO COME UNA FOGLIOLINA, PER IL TERRORE DELLE LITI FRA MIA MADRE E MIO PADRE..CRUENTE E DEVASTANTI E MIA MADRE AFFETTA DA CRISI ISTERICHE ED IO CHE HO VISSUTO COL TERRORE CHE IMPAZZISSE O CHE MORISSE..E POI E POI.... TUTTAVIA, NELLA VITA HO COSTRUITO MOLTO DI MIO, HO AVUTO FIGLI, LAVORATO..E TUTT'OGGI HO SCELTO DI CONTINUARE A LAVORARE "PER SOPRAVVIVERE", PER CERCARE QUALCHE MOTIVAZIONE. IN PARTE CI SONO RIUSCITA, ESPLICO UN LAVORO GRATIFICANTE, QUALCOSA CHE TIENE IMPEGNATA LA MENTE, QUALCOSA DI INTELLETTUALE...MA LA MIA VITA PRIVATA E' INSODDISFACENTE, MI DEPRIME. TROVO TANTO CONFORTO DEL DONARE ATTENZIONI, AMORE ED UMANITA' ALLE PERSONE, SONO DOTATA DI TANTA EMPATIA E MI SENTO DALLA PARTE DI CHI SOFFRE, DALLA PARTE "DEBOLE", DEGLI INCOMPRESI...TUTTAVIA, VIVO CON QUESTO SCONTENTO ESISTENZIALE PROFONDO E TANTE PARANOIE INTERIORI CHE CERCO DI ESORCIZZARE E DI MOSTRARMI FORTE, OTTIMISTA, REATTIVA, PERCIO' ARRANCO E E MI DO DA FARE PER NON PENSARE E NON CREDERE CHE SEDIMENTI QUESTA ME STESSA NELL'IMMOBILISMO, CERCO DI REAGIRE, CI PROVO PER AMORE DI CHI MI VIVE ACCANTO E CHE HA BISOGNO DEL MIO SOSTEGNO E DI UNA FIGURA PROPOSITIVA E SOLARE. grazie, carissima per la tua attenzione, le tue parole mi hanno indotto a riflettere. :) Un bacio Kris :)
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