Ho usato l'espressione in termini di ''saper fare'' che è il mio linguaggio, lui credo intenda che questa cosa deve avvenire spontaneamente senza dovr essere acquisita. Il problema forse è che io voglio sempre uscire vincente dalle situazioni e questa osa a volte fa venire meno il prendermi cura di me stessa in toto, quindi lavorare anche su aspetti non accettabili.
In questo secondo post mi è venuto in mente che tra le cose che detto c'è il fatto che in me ''non c'è il desiderio di scoprire le cose mie'' ma solo di uscire con una buona immagine a costo anche di appoggiarmi a meccaniche...(un po' è vero)... In poche parole non riesco a fare le libere associazioni come le intende lui, il problema è che io credo di associare ma lui mi dice di no, che quello che dico non sono associazioni ma chiecchere da bar...
l'unica volta che mi ha detto che ho formulato un pensiero è stto quando ho dato un senso metaforico ad alcuni episodi
ma l'uso delle metafore non mi piace perchè mi sembra di usare un registro forzato e che mi fa perdere tempo rispetto all'evolvere, mi sembra poco pratico e risolutivo, veramente intellettualizzato.
Comunque è vero che io voglio diventare migliore attraverso l'analisi ed il desiderio di uscire testa alta da li c'è, soprattutto di uscire con strumenti che mi facciano andare avanti bene, che non è una cattiva cosa ma in me coabita tuttavia un sentimento rivolto all'estetica non solo dell'aspetto, ma anche della vita, è come se volessi essere all'altezza delle cose...(che male c'è?)
Mi ha detto che io cerco sempre un alto valore di me e che mi sopravvaluto, rispondo alle interprtazioni con argomenti che non permettano di toccare l'autopercezione del mio valore, allo stesso tempo mi sottovaluto, tipo l'essere entrata in crisi per non aver n punteggo più alto in una graduatoria.
che mi dite?