Adesso vi spiego meglio, perchè la vostra attenzione merita altre spiegazioni e poi provo molto sollievo a leggere le vostre risposte. Quando mio figlio era piccolo a 10 mesi circa notammo un leggero strabismo che ci spinse ad andare da un primo oculista, il quale gli diagnosticò l'occhietto pigro, cominciammo il bendaggio alternato agli occhi, gli occhialini, che erano così piccoli che dovemmo prendere quelli che si fermavano dietro le orecchie, era così piccolo e tenero con gli occhiali che non immaginate la tenerezza che faceva, ma eravamo pieni disperanze perchè il problema si sarebbe risolto di lì a poco con un intervento chirurgico , cosa che avvenne quando aveva circa due anni e mezzo. Ha sempre avuto due occhi azzurri di un azzurro stupendo, quasi una beffa della natura| Era la prima cosa che si notava nel suo volto, con l'intervento, che fu per noi abbastanza traumatico, e anche per lui che quasi inconsapevole in clinica, non si aspettava i bruciori che conseguivano all'intervento. ritornò tutto normale, facevamo visite periodiche per controllare l'ipermetropia e lui era ritornato ad essere il bambino vispo e vivace che era sempre stato. In uno di questi controlli, che credetemi non hanno NULLA a che fare con la sua malattia, l'oculista, guardandogli il fondo oculare in atropina, si accorse che c'era qualcosa che non andava alla retina, ma non sapeva cosa esattamente...non aveva mai visto nulla di simile e ci consigliò un retinologo abbastanza accreditato a Napoli, che è la città dove abitiamo e siamo nati. Il retinologo lo visitò, e ci convocò al policlinico, da soli, senza il bambino, e ci disse che sicuramente c'era una malattia genetica di cui non aveva casistica, perchè rara...malattia degenerativa, che non porta alla cecità, ma che attiene alla difficoltà delle risoluzioni delle immagini, nel senso che ci sono difficoltà a focalizzare le immagini in maniera nitida,in quanto la malattia ha colpito la macula che è il punto della retina dove si mettono a fuoco le immagini, dove tutto ciò che colpisce il nostro sguardo diventa immagine. la parte periferica della retina, cioè tutto ciò che non si trova al centro della retina è sano ed intatto. Ci disse anche non essendo casistica analoga non sapeva dirci di più, che era un problema serio, e ci indirizzò l'ospedale san raffaele di Milano. Ecco il nostro calvario era cominciato...intanto il bambino aveva otto anni, era un bambino come tanti, intelligente vispo e felice, e faceva tutto quello che facevano gli altri bimbi della sua età. Pian piano crescendo la situazione è lentamente mutata, ma mio figlio se n'è accorto gradatamente non in maniera traumatica, solo facendosi grande diventando uomo ha veramente preso coscienza del suo limite e non essendo molto volenteroso, caparbio, tenace...tutte qualità che aiutano, che sono necessarie per andare avanti , si è chiuso e si è rifugiato nel pc, aspettando chissà cosa, procastinando le decisioni importanti, allontanado le responsabilità che la vita ti impone, è senza stimoli, senza fiducia , ma allo stesso tempo è tenerissimo, è un buono, non si è incattivito. Ormai parla del problema con tutti, lo dice a tutti, ma non sa cosa fare. E' paradossale ma ha sempre rifiutato tutto quello che avrebbe potuto fare...non so, lavorare in una palestra, nel turismo, con i bambini, nel sociale, nella ristorazione...E' paradossale ma avrebbe fatto volentieri il poliziotto, il carabiniere, il tecnico, se avesse avuto abbastanza volontà a studiare, anche il medico... o qalcosa di tecnico, tipo ingegnere o informatico. Forse anche noi, non siamo stati abbastanza realisti, forse anche noi non siamo stati abbastanza drastici, ma credetemi non sono uno struzzo, questo chiodo dalla mia testa non si schioda mai. E' il primo pensiero del mattino e l'ultimo della sera. penso ai suoi 25 anni e mi spavento sia per il tempo che passa e sia per paura del suo futuro, del peggio che può arrivare, se arriva. Non avere speranze nella medicina è molto scoraggiante. Gli studi al momento sono fermi, o assolutamente lenti...troppo lenti e nebulosi si brancola ancora in tentativi , e anche se si individuasse il gene, nell'ambito di quel gene individuato non è detto che si possa fare qualcosa per la sua malattia in particolare. Anche la nostra separazione non ha aiutato, un conto è avere due genitori vicini, che ti seguono e un conto avere un padre che sebbene coinvolto e sensibile al problema è pur sempre un padre separato che ormai ha la sua vita, altri obiettivi e altre priorità. La nostra separazione è stata molto traumatica, quella si...molto traumatica perchè sebbene con la stanchezza e a volte con l'abitudine di un rapporto che andava avanti da 25 anni...noi eravamo una bella famiglia. Una famiglia in cui c'era amore e unione, ma forse si è dato tutto per scontato, forse non ho capito che l'amore può finire o può indirizzarsi verso altre persone diverse da te, se non è adeguatamente alimentato. Io mi sentivo libera di sbagliare, libera di appofittare, perchè tanto lui mi amava e mi avrebbe sempre amato e invece non è così. Forse voi lo sapete già, ma io non lo sapevo e adesso lo so, ma è troppo tardi, e il mio errore non ha avuto appello, è stata una condanna alla solitudine senza possibilità di recupero...e a babbo morto nulla è più possibile.
Ora vi lascio e grazie di tutto. Grazie.