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Impa

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  1. Già, ma i pornazzi sono una nostra invenzione e non una nostra appendice. Qua si parlava delle funzioni degli organi. Da questo punto di vista, nessun organo isolato ha un'utilità: che te ne fai di un cuore se poi non hai le vene in cui pompare il sangue? Interessante... non ci avevo mai pensato...
  2. Impa

    cannabis, mostro o angelo?

    Forse le canne non fanno per te, parlarne col medico è una buona idea, però non so se questo possa avere effetti sulla patente o il porto d'armi. Anni fa, parlai col mio medico di droghe molto più pesanti e lui non spifferò niente, quindi non ebbi nessun tipo di conseguenza sulla patente. Non so se siano tenuti al segreto professionale oppure se, in caso di porto d'armi, siano obbligati a comunicare quanto sanno alle autorità competenti. Ti conviene informarti prima, magari da un avvocato, come ti ha suggerito tex.
  3. Credo che dipenda da te e dai tuoi limiti. Per me, ad esempio, non sarebbe affatto facile accettare una situazione così e già ti ho ammirato quando ho letto il discorso che le hai fatto all'inizio del vostro rapporto, cosa che io, evidentemente molto più chiusa di te su queste cose, non avrei assolutamente accettato! Tu però hai già dimostrato di poter lasciarla fare e mi viene da pensare che, se era solo un gioco virtuale all'inizio, lo potrebbe essere anche adesso. Inoltre, il fatto che le si sia riaccesa la passione, fa pensare che questo gioco la riaccenda anche con te, evidentemente per lei è un modo per dar corpo in modo accettabile ad una fantasia e questo le permette poi di ritrovare il desiderio anche nella coppia, altrimenti si sente spenta. Sta a te decidere, però devi essere sincero con te stesso: se pensi che possa veramente andarti bene, lasciala fare, magari dicendole solo che la cosa nn ti dà fastidio purchè non si arrivi al tradimento vero e proprio; ma se pensi che, alla lunga, potrebbe frustrarti, non è giusto che tu vada contro te stesso, più che altro perchè penso che, se la tua accettazione non è sincera, alla fine crolleresti.
  4. Ripeto: sei troppo drastico. Io non ho mai detto ciò che scrivi, ho solo detto che oggi c'è la tendenza a teorizzare su tutto quando invece, a volte, basterebbe metterci sullo stesso piano dei bambini. Poi è chiaro che non può essere una regola generale, ci sono casi specifici, però spesso, secondo me, le cose si potrebbero risolvere in modo più semplice. Certo che se uno scarta a priori la propria esperienza passata, magari anche quella presente, che è poi quella del bambino, e si rivolge immediatamente a psicologi di struttura e quant'altro, rischia di delegare ad altri un lavoro che potrebbe fare benissimo da solo e forse anche in modo migliore, visto che è il genitore. Se poi non ne esce e non sa come fare, ben venga lo psicologo, ma almeno un tentativo di capire e, magari, aiutare suo figlio lo deve fare. Però mio figlio, terza elementare, fa proprio così... Però io le medie le ho fatte proprio "una volta" ed eravamo già messi così: tecnica era disegno tecnico, con squadre, carta millimetrata e compassi. E l'insegnante era uno. Il circuito elettrico l'abbiamo fatto, ma col prof. di scienze. Per il resto, sono d'accordo che vada recuperata anche la manualità, cosa che noi facevamo durante la lezione di educazione artistica, forse adesso queste cose si sono un po' perse... Sei forse della scuola steineriana? A grandi linee condivido anch'io che la motorica sia importante, però per me non si può puntare solo su quella. Mi piace di più la proposta di light: mattina attività didattica, pomeriggio (o qualche pomeriggio) motorica, ma non tanto per sviluppare i movimenti sottili del corpo, che quelli cominciamo a svilupparli a 3 mesi, quanto per un discorso di apertura mentale. E' importante non perdere di vista il fatto che si può imparare qualcosa da tutto, anche da un lavoro all'uncinetto o da un mosaico. E riprendere contatto con la nostra dimensione più naturale, quindi non scarterei nemmeno la cura di un orto.
  5. Impa

    Sono tornataaaaa

    Neanch'io ti conosco, comunque bentornata!
  6. Kris, tua figlia ha due anni, è nel periodo della ribellione, dei no, della ricerca della propria autonomia. E' normale che faccia così. Ti sfida, vuole vedere fino a che punto può arrivare, cosa succede se si comporta in un certo modo. Io ho un figlio di 8 anni e un altro di 2, il piccolo si comporta proprio come tua figlia e lo stesso ha fatto il grande. Il mio atteggiamento è questo: niente sculacciate (non servono a un tubo!), punizioni tipo stai seduto e non ti muovi finché non hai capito lo sbaglio (col grande ormai non serve più, il piccolo, al momento, lo lascio seduto a riflettere con me - perchè non lo lascio mai da solo durante le punizioni - al massimo per due minuti, perchè di più sarebbero troppi alla sua età, l'importante è che capisca che la mamma è arrabbiata per il tal comportamento e che non deve più accadere), quando il piccolo mi rifiuta lo accontento: sei arrabbiato perchè ti ho sgridato e mi mandi via? Bene, me ne vado, ma tu quella cosa non la fai più lo stesso. Tempo fa mi faceva anche le sceneggiate buttandosi per terra a piangere, io non mi scomponevo e gli dicevo: "Così non risolvi niente, il no rimane no!". Vedendo che non funzionava, le sceneggiate si sono risolte nel giro di un paio di settimane, forse anche meno. E ti assicuro che non l'ho mai picchiato. Quando ti rifiuta al tuo rientro dal lavoro, invece, potrebbe essere una punizione nei tuoi confronti per averla "abbandonata" durante il giorno. I bambini lo fanno, l'importante è continuare ad essere affettuosi con loro, senza però costringerli a baciarci, giocare con loro non appena si può, trovarsi un momento esclusivo, tipo dargli al pappa o metterla a nanna, perchè si possa sentire rassicurata dalla tua presenza nonostante di giorno tu non ci sia. Vedrai che, vedendo che in ogni caso può contare sul tuo rientro a casa e sul tuo amore per lei, le passerà non appena sarà abbastanza grande da capire che il papà sparisce non perchè non la vuole, ma perchè è costretto ad andare a lavorare.
  7. Io una volta ero molto timida (ora non più! ) e avevo più o meno il tuo stesso problema, con la differenza che, per fortuna, nessuno mi ha mai rifiutata. Però ti posso dire che più di una volta le persone mi hanno manifestato il proprio disagio perchè credevano di starmi sulle balle o che non mi divertissi con loro. Ovviamente spiegavo che non era così e la mia era solo timidezza, però non è che fossero troppo convinti. Forse la stessa cosa accade ai tuoi amici: scambiano la tua timidezza per presunzione di superiorità o per antipatia che tu provi nei loro confronti. Magari un bel chiarimento, in cui tu per quell'unica volta fai lo sforzo di prendere coraggio e dirgli come stanno le cose, risolverebbe tutto.
  8. Ma infatti nessuno ha mai detto che devi escludere il padre dalla vita del bambino. Non capisco perchè bisogna essere così drastici: o lui esclude te o tu escludi lui? Siete entrambi i genitori ed entrambi avete il diritto/dovere di crescerlo e passare del tempo con lui. E' un'ottima cosa che giovedì inizi una terapia, vedrai che, una volta raggiunto l'obiettivo di migliorare il tuo problema, avrai anche molto più coraggio per gestire la situazione e riprendere in mano il rapporto con tuo figlio. In bocca al lupo!
  9. Impa

    la moglie di mio cugino

    Io non ho capito il problema...
  10. In effetti... si! E ha funzionato! Il "bullo" ha iniziato a rispettare mio figlio e da quel momento sono diventati pure amici! Secondo me, la tua analisi è più consona ad un bambino che deve iniziare la materna e non ad uno che va alle elementari. Qui il distacco c'è già stato da un pezzo. Andiamo, veramente tu, quando sei andato alle elementari, eri preoccupato perchè non potevi controllare la mamma? Io il primo giorno di scuola me lo ricordo benissimo, ero in ansia perchè non sapevo se la maestra era buona o cattiva, non sapevo se avrei fatto amicizia, non sapevo se avrei mai imparato a leggere, ecc. ecc. Alla mamma neanche ci pensavo! E infatti, una volta appurato che la mia maestra era un angelo approdato sulla terra, che fra i miei compagni ce n'era pure qualcuno simpatico, che leggere non era poi così difficile, i problemi sono svaniti nel nulla! Sai cosa penso? Che spesso, ci si dimentica di come si era da bambini, col risultato che si va ad interpellare le più svariate figure per risolvere problemi che hanno la soluzione semplicemente nei nostri ricordi. Su questo non sono d'accordo, non pienamente, almeno. Gli operatori della scuola sono utilissimi ad appoggiare i genitori e a dare un punto di vista esterno, però la vera sicurezza nell'affrontare una situazione il bambino la può avere solo dal genitore, perchè rimane il suo punto fermo nella vita. Credo che debba essere un lavoro di squadra, più che un passaggio di consegne. Inoltre, riagganciandomi a quanto ho scritto sopra, temo che ci sia molto la tendenza a teorizzare un sacco di cose che sarebbero risolvibili semplicemente ricordandoci di quando eravamo bambini, delle emozioni che abbiamo provato e di come le abbiamo superate. Quoto tutto! TUTTO!
  11. L'orgasmo femminile ha una specifica funzione riproduttiva: con le contrazioni, la vagina diventa una specie di "risucchiatore" che facilita il cammino degli spermatozoi facilitando così la fecondazione dell'ovulo. Il clitoride, facilitando l'orgasmo, ha quindi funzione riproduttiva indiretta.
  12. Sono d'accordissimo! Questo è interessante... quindi tu, se ti stimoli solo il clitoride e hai un orgasmo, provi le stesse cose che senti quando hai l'orgasmo con penetrazione? Beata te! A me non è mai successo, io sento proprio cose diverse. E' incredibile quanto le donne siano diverse, a 'sto punto mi viene da pensare che non si possano dividere solo in chi ha l'orgasmo e chi non l'ha, ma ogni donna ha un suo particolare orgasmo, e quindi di cosa parlano tutti quei libri e quegli studi che pretendono di descriverlo? Mi sa che alla fine si basino veramente su poca roba, perchè ognuna ha la sua personale sensazione riguardo all'orgasmo. Io, invece, ho conociusto una ragazza con tre capezzoli! Però diceva che il terzo era insensibile...
  13. Sei mai andata da uno psicologo? Credo sia il primo passo che dovresti fare per curare, o almeno migliorare, il tuo disturbo. Una volta raggiunto questo obiettivo, può darsi che tu ti senta anche più sicura di te stessa e riesca a stare da sola col tuo bambino. Inoltre, lo psicologo potrebbe aiutarti anche per la bassa autostima verso te stessa, che ti sta portando, a mio modo di vedere, a subire passivamente cose assurde, tipo accettare il fatto che il tuo compagno possa escluderti dalla vita di tuo figlio solo perchè si trova un'altra. Forse ti sei dimenticata che tu sei sua madre e niente e nessuno potrà mai escluderti dalla vita di tuo figlio, neanche il padre naturale. Certo che lui trova gioco facile se tu ti arrendi subito, ma devi capire che fa solo leva sulle tue debolezze. Se tu combatti, lui non potrà fare niente.
  14. Impa

    Studente (o demente)?

    Il mio forse è un consiglio un po' "prudente", ma io penso che bisogna essere realistici: hai una passione, l'arte e la letteratura, ma, a livello professionale, che opportunità ti possono dare? Sono lauree che, purtroppo, non offrono grandi sbocchi e probabilmente finiresti a fare l'impiegata o la commessa da qualche parte, a meno ché tu non sia fra i pochi fortunati che riescono a far fruttare il loro titolo di studio umanistico, ma non si possono fare progetti per il futuro sperando nella fortuna. Per questo, secondo me, faresti bene a cogliere l'opportunità che ti è stata data, anche se magari non è il lavoro della tua vita, però rimane comunque un lavoro che ti permetterà di essere economicamente indipendente e ti assicuro che questo, come dice Ego, allevierà la tua frustrazione. Soprattutto in questi tempi, dove trovare un lavoro non è affatto facile.
  15. Certo, però non possiamo basarci sulle nostre conoscenze per sapere quanto sia la media delle donne che hanno l'orgasmo. Bisognerebbe andare a leggere qualche statistica, io in passato lessi alcune cose su quelle riviste che ti arrivano dopo che partorisci e parlano spesso di come ritrovare una buona vita sessuale dopo il parto, però non so quanto siano affidabili le loro statistiche e, in ogni caso, non me le ricordo. Dovrei andare a ridarci un'occhiata. No, mi hai assolutamente fraintesa! Sono orgasmi tutti e due, ci mancherebbe, però per me non sono la stessa cosa. O, almeno, io non sento le stesse cose. Sono bellissimi tutti e due, però a me accade il contrario di quello che accade a voi, o almeno così mi è sembrato di capire: mi è capitato, a volte, di non avere l'orgasmo clitorideo nonostante fosse stimolato, mentre se mio marito mi penetra, l'orgasmo vaginale è assicurato. Allo stesso modo, se in un rapporto ho solo l'orgasmo clitorideo (cosa che però mi capita solo con le mestruazioni perchè mio marito si rifiuta di penetrarmi e quindi, magari, me lo procura col dito) non mi sento soddisfatta in pieno, mentre se ho solo quello vaginale mi sento comunque soddisfatta. C'è da dire, però, che nel primo caso neanche vengo penetrata, quindi forse la soddisfazione minore è data anche da quello. Ma ribadisco, non è che il vaginale sia un orgasmo di serie A e il clitorideo sia di serie B, sono entrambi orgasmi, solo che a me danno sensazioni diverse. Infatti, quando ho il clitorideo provo una cosa, quando ho il vaginale ne provo un'altra, quando li ho insieme ne provo un'altra ancora. Sto pensando mentre scrivo... ma in cosa sono diversi? In effetti, entrambi hanno un crescendo di piacere, fino al culmine dell'orgasmo che comporta contrazioni... forse nella localizzazione: quello clitorideo è più esterno, le contrazioni partono da un certo punto del canale vaginale in poi, o meglio, partono dal clitoride e arrivano ad un certo punto del canale vaginale, mentre quello vaginale parte dall'interno, io in effetti sento anche l'utero che si contrae, cosa che non mi accade col clitorideo. O forse, perchè in quello clitorideo il clitoride continua ad essere stimolato anche durante l'orgasmo, mentre in quello vaginale la stimolazione del clitoride è più indiretta o comunque meno netta... bhò! La prossima volta che lo faccio provo a farci caso!
  16. Sono d'accordo, io arriverei al cambio di scuola solo nel caso per lui diventasse insostenibile proseguire lì e non ci fosse modo di risolvere la cosa seguendo altre vie. La cosa migliore, secondo me, è continuare a parlare con lui finché non vuota il sacco. Un bambino, quando vede il genitore deciso ad aiutarlo, si sente più rassicurato e parla più facilmente, quindi forse, insistendo, riuscirai a sapere qualcosa di più. Anche perchè finché non ti è chiaro cosa lo turba, tu non puoi fare molto... Il mio, per esempio, mi raccontava nel dettaglio episodi successi a scuola che io sono andata a riferire alle maestre in sua presenza (ovviamente, prima, l'ho preparato a questo colloquio, altrimenti l'avrei traumatizzato ancora di più!), ma se tu non hai niente in particolare da riferire (e, eventualmente, smontare) non hai neanche nulla su cui intervenire...
  17. Se un bambino ti racconta qualcosa, stai sicuro che quella cosa ha avuto qualche effetto su di lui. Poi, non è detto che sia l'unica. Per esempio, il mio secondogenito è nato quando il primogenito aveva 6 anni e mio marito è stato molto male, col risultato che lui si è vissuto, nel giro di pochi mesi: nascita del fratellino, malattia del padre e inizio delle elementari. Credo che per un bambino sia stato veramente troppo! Ha passato ovviamente un periodaccio e sicuramente, nel suo disagio, hanno avuto un ruolo tutte le cose. Sta poi al genitore cercare di capire come aiutare il figlio ed io, non avendo la bacchetta magica, sono intervenuta cercando di capire da lui come fare. Mi raccontava di maestre e compagni terribili? Bene, magari non era colpa solo della scuola, sicuramente c'era di mezzo anche un po' di gelosia per il fratello, un po' di ansia per il padre, ma lui della scuola parlava e così gli ho fatto affrontare quel problema, facendoglielo chiarire direttamente con quelli che lui riteneva i responsabili. In questo modo ho risolto il problema "scuola", ma non ho risolto, per esempio, il problema "ribellione vs i genitori" dovuto alla gelosia per il fratello, che ho risolto in altro modo. Questo per dire che il disagio di un bambino può essere dato da più cose, ma quando il bambino ti parla di un problema in particolare, quel problema ha sicuramente un ruolo e iniziare a risolverlo può essere un inizio.
  18. Ego, sei troppo drastico. E' ovvio che i bambini mentono, cominciano prestissimo a raccontare le balle. Ma qui il senso del discorso è un altro: in questi casi, quando esprimono un disagio, non mentono, nel senso che magari raccontano le cose condendole anche di fantasia, ma il disagio che provano è reale e quindi bisogna cercare di cogliere quello che vogliono comunicare.
  19. Non saprei, onestamente non so quante donne, in media, abbiano l'orgasmo, ma ho sempre pensato che fossero la maggior parte. Però sono due cose diverse. Ok, ora ho capito.
  20. Secondo me, muchacha, non sono segnali da sottovalutare. Sono d'accordo con light, i bambini non mentono mai, al massimo ti raccontano una realtà a modo loro, condendola in vari modi, rimane comunque la loro realtà, quello che stanno vivendo dentro. A mio figlio era successo qualcosa di simile al tuo, anche se non era arrivato a piangere o farsi la pipì addosso. Però era triste, la scuola non gli piaceva, diceva di essere stato preso di mira da un bullo. Risolto il problema "bullo" (che poi non era un bullo, ma un bimbo un po' aggressivo che ce l'aveva con tutti), lui continuava a lamentarsi, a non trovarsi bene, a sentirsi vittima di tutti, maestre e bambini. Ne ho parlato con le insegnanti che, come è successo a te, mi hanno detto che non era assolutamente vero. Però mio figlio non stava inventando: lui si sentiva realmente così. Allora, d'accordo con le maestre, abbiamo fatto un colloquio con lui presente, dove gli sono stati spiegati i perchè di certi atteggiamenti che lui poteva fraintendere e, visto che ha detto di non avere il coraggio di dire niente alla maestra durante la lezione, si sono accordati in questo modo: avrebbero messo a sua disposizione una scatolina dove lui, ogni volta che se la sentiva, poteva scrivere un biglietto alle maestre dove diceva tutto ciò che gli era parsa un'ingiustizia. E' stata un'idea fantastica e ha funzionato alla grande! Lui si è sentito rassicurato perchè aveva un modo per farsi valere senza esporsi troppo e alla fine la scatolina non l'ha nemmeno mai usata. Ha però iniziato a leggere gli atteggiamenti delle maestre per quello che erano, e cioè non solo attacchi gratuiti, ma spesso interventi educativi nei suoi confronti e nei confronti della classe. Il cambiamento è stato velocissimo e incredibile! Questo per dirti che, se tuo figlio è a disagio, non è detto che lo sia perchè gli fanno qualcosa, ma potrebbe esserlo perchè lui interpreta la realtà a modo suo e lo fa soffrire. Un chiarimento con chi ritiene fonte delle sue ingiustizie per me potrebbe aiutarlo, perchè potrebbe fargli capire che le cose non stanno come pensa lui.
  21. Impa

    Avete dei peluches in casa?

    Io sono piena! E li odio! Non mi hanno mai detto niente, eccetto uno che avevo da piccola a cui ero affezionatissima: un orso altro circa 1,60 m (quindi, da bambina, per me era quasi un gigante!) e che chiamavo Balù! Quelli che ho ora sono dei miei figli, tutti regalati. Alcuni sono riuscita a chiuderli in una scatola e metterli in cantina, ma dagli altri (credo siano almeno una trentina) mio figlio non si vuole separare, così sono tutti in bella mostra sopra la libreria della sua camera, a raccattare polvere e farmi diventare pazza per lavarli e, soprattutto, asciugarli!
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