Imparare a combattere nelle relazioni, per farle funzionare, è un intento bellissimo, anche perchè secondo me si è in pace con noi stessi nell'altruismo, inteso nel non chiudersi nel proprio Io, ma nell'aprirsi agli altri.
Più si è chiusi nelle proprie esigenze di autoconsiderazione, e più perdiamo autostima di noi stessi, per paradosso.
Il depresso è colui che vede solo se stesso e il proprio malessere, o al contrario benessere, che si chiude al mondo in un impulso distruttivo e autodistruttivo.
La terapia è costruzione di un rapporto con l'Altro da sè, che non significa dire "Io sto tanto bene, ho imparato a distinguere l'amico dal nemico, mi ritengo serena perchè ho grande stima di me, oppure sono tanto migliorata, tanto cambiata, tutto mi va bene", non è questo.
In questo vi è solo " Io,io, io" ripetuto all'infinito.
Quando l'Io lascerà il posto al dialogo con l'Altro,costruttivamente, avremo autostima vera.
Il terapeuta è come tu lo vuoi, nel senso che vi riversi le tue emozioni, ma è anche come tu non lo vuoi, e così rispecchia il nostro limite, perchè il mondo non cambia a nostro piacimento, l'Altro è diverso da te, non è come lo immaginiamo.
E dalla conciliazione degli opposti, nasce qualcosa.
Nero e bianco, non solo bianco come lo vorremmo, non solo luce, ma notte, punto di vista diverso, comico e tragico, come l'esistenza.
Ying e yang, vita e morte, luce e ombra, Io e l'Altro, Bianco e Nero.
Energia che permea tutto l'universo tangibile, la ritrovi nell'infinitamente piccolo e nell'infinitamente grande.