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lightning

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messaggi di lightning

  1. La prossima volta ci proverò a chiederle ma non sarà facile :redface: sai ho qualche problemuccio con la lingua quando sto lì :unknw:

    può darsi benissimo che tu non gliela ponga nemmeno la questione, perchè nel qui e ora della seduta e della vostra relazione, potrebbero essere prioritarie altre esigenze,quel che viene, non importa studiarci prima.

    Mette ansia doverci studiare, invece il bello è dire sul momento quel che vien da dire, senza desideri particolari:))

  2. esatto, proprio nel momento in cui cita e si aggrappa a un'altra, parla di sè.

    Questa è la psicoanalisi.

    in tutto ciò niente vi è di male, basta esserne consapevoli, consci.

    Tutto aiuta a comprendersi, a riflettere, a notare aspetti importanti di ciò che siamo, senza pregiudizi, senza gioire, senza incensarsi inutilmente, senza buttarsi giù inutilmente.

    senza teorie.

  3. Alda Merini: "Il mio passato"

    Spesso ripeto sottovoce

    che si deve vivere di ricordi solo

    quando mi sono rimasti pochi giorni.

    Quello che è passato

    è come se non ci fosse mai stato.

    Il passato è come un laccio che

    stringe la gola alla mia mente

    e toglie energie per affrontare il mio presente.

    Il passato è solo fumo

    di chi non ha vissuto.

    Quello che ho già visto

    non conta più niente

    Il passato ed il futuro

    non sono realtà ma solo effimere illusioni

    Devo liberarmi del tempo

    e vivere il presente giacchè non esiete altro tempo

    che questo meraviglioso istante.

    vi è una meditazione sull'attesa della fine, che ci riguarda tutti universalmente, come nel film "Melancholia" di Lars Von Trier.

    La ricerca del senso, "L'ho sempre saputo", è al fondo della nostra vita e delle nostre inquietudini.

    Vince chi accetta l'ineluttabilità del destino, è più forte chi non si chiude in sciocche, razionalissime autoillusioni, e chi confida nel regno del magico, nella "grotta magica" del presente.

  4. Una psicoterapia è l'archetipo del "viaggio", della Quest degli antichi cavalieri, ti porta a sofferenza ma anche a momenti di gioia, come tutto ciò che offre la vita.

    Un viaggio che si affronta soli, attraversando crisi, momenti di solitudine, per mano a una persona di cui fidarsi.

    Vi sono molti archetipi che ci rappresentano, TS Eliot ci ha visti come "The hollow men", Joyce come i Dubliners, uomini persi, alla ricerca di un significato non per se stessi, ma per tutti.

    Ed è un viaggio interminato e interminabile, la Merini pure l'ha descritto per fare un esempio, ha parlato del qui e ora di questo viaggio, solo per fare un esempio.

    Vi è poi il mito dell'infertilità, della ferita che ci rende aridi, inaridisce l'uomo e la Terra, il nostro animo, e quello della cecità, del cieco che vede al di là, l'indovino Tyresia.

    Sono tutte metafore di ciò che siamo e di ciò che facciamo.

    E il piccolo spazio che prendiamo, ci consente di riflettere, e non è gioia, non è dolore, è entrambe le cose.

  5. Imparare a combattere nelle relazioni, per farle funzionare, è un intento bellissimo, anche perchè secondo me si è in pace con noi stessi nell'altruismo, inteso nel non chiudersi nel proprio Io, ma nell'aprirsi agli altri.

    Più si è chiusi nelle proprie esigenze di autoconsiderazione, e più perdiamo autostima di noi stessi, per paradosso.

    Il depresso è colui che vede solo se stesso e il proprio malessere, o al contrario benessere, che si chiude al mondo in un impulso distruttivo e autodistruttivo.

    La terapia è costruzione di un rapporto con l'Altro da sè, che non significa dire "Io sto tanto bene, ho imparato a distinguere l'amico dal nemico, mi ritengo serena perchè ho grande stima di me, oppure sono tanto migliorata, tanto cambiata, tutto mi va bene", non è questo.

    In questo vi è solo " Io,io, io" ripetuto all'infinito.

    Quando l'Io lascerà il posto al dialogo con l'Altro,costruttivamente, avremo autostima vera.

    Il terapeuta è come tu lo vuoi, nel senso che vi riversi le tue emozioni, ma è anche come tu non lo vuoi, e così rispecchia il nostro limite, perchè il mondo non cambia a nostro piacimento, l'Altro è diverso da te, non è come lo immaginiamo.

    E dalla conciliazione degli opposti, nasce qualcosa.

    Nero e bianco, non solo bianco come lo vorremmo, non solo luce, ma notte, punto di vista diverso, comico e tragico, come l'esistenza.

    Ying e yang, vita e morte, luce e ombra, Io e l'Altro, Bianco e Nero.

    Energia che permea tutto l'universo tangibile, la ritrovi nell'infinitamente piccolo e nell'infinitamente grande.

  6. ..SCUSATE, ho sbagliato l'invio ....stavo scrivendo: a me piace sapere come la pensano gli altri, a cosa si appellano dentro di se', cosa "sentono" nella loro anima...Per litigare non c'è bisogno di usare questo postO. E poi è la cosa piu' facile del mondo litigare ed insultarsi, dare sfogo ai propri istinti verbali di aggressività..Forse serve litigare anche, si', per capire CONTRO CHI E COSA siamo veramente arrabbiati , almeno: io lo capisco davvero solo quando mi arrabbio, e la risposta è (purtroppo) sempre la stessa.Pero' a volte serve anche questo per riflettere: arrabbiarsi.

    PER AIKON: riguardo al concetto di Tempo: sono d'accordo sul Tempo Interiore della coscienza (il concetto non è mio..) cha vale anche per la terapia, ma credo, per mia esperienza, che se uno/a NON PENSA e NON è piu' preoccupato di quanto durerà la terpia ha già un buon rapporto col terapeuta, con se stesso e con i suoi stessi problemi. Io, per es, ho un pessimo rapporto col Tempo in generale nei vari suoi aspetti.

    Poichè questo posto è stato usato come luogo di prevaricazione e violenza psicologica e verbale proprio da chi si lamenta ora di esserne oggetto, è giusto stroncare ogni tentativo di presa di giro e di bullismo in anticipo,chiarendo che le prese per i fondelli sono un comportamento disfunzionale ed errato, e costituiscono un problema SERIO, sono lo specchio della nostra società.

    Una psicoterapia dovrebbe occuparsi della persona in toto, e curare anche chi prende in giro, chi SCHERNISCE con cattiveria il prossimo suo, il che è manifestazione di rabbia e aggressività.

    Con questo concludo.

    Perchè non parlare del ruolo educativo degli psicoterapeuti, indipendendentemente dal loro modello epistemologico, ma con particolare riferimento ai cognitivo-comportamentali, che non hanno solo il compito di assecondare l'Ego del paziente e colludere con lui per fargli recuperare la tanto osannata autostima, il cui confine col narcisismo e senso di onnipotenza è alquanto labile, ma di infondere dei dubbi, fare autocritica, dare l'autocoscienza dei propri limiti, in relazione agli altri?

  7. il problema economico in effetti non è da sottovalutare, ci preoccupa tutti, c'è un notevole dispendio economico e di energie.

    La garanzia non è prevista, secondo me, ed è giusto, fa parte del patto, del contratto, sarebbe disonesto un terapeuta, un professionista, che garantisse i risultati, non li garantisce neanche un chirurgo, l'incertezza e il dubbio fanno parte integrante dell'esistenza umana, ed è una crescita comprendere questo.

    Infine il tempo non ha senso, poichè parliamo di dimensione psichica, e non c'è fretta, l'unico limite di tempo è la fine dell'esistenza, ma per coglierne il senso, ed è probabile non coglierlo mai, bisogna aspettare la fine:)

    Ciao:)

  8. e comunque non me ne frega degli squallidi insulti personali a me, ma vedi di evitare di insultare un tipo di psicoterapia (la sistemico-relazionale) dato che così insulti terapeuti e pazienti che passassero di qui.

    sarebbe come a dire che io vedendo come ti comporti te dopo 6 anni di analisi dicessi che l'analisi è una terapia da cretini... ma non lo faccio, perchè ci sono sono ottimi terapeuti in giro.

    quindi un po' di rispetto, che al mondo non ci sei solo tu e le tue miserie personali.

    e anche un po' di rispetto per Add, per Kitchen, e per tutte le persone che passano di qui cercando un confronto, e senza capirci nulla si ritrovano in mezzo a messaggi di insulti.

    anche se te ne sbatte il caxxo di interagire con loro, puoi lasciare che dialoghino con qualcun'altro.

    anche te evita di rispondere con le tue solite finte smilies in cui ti sbellichi, veramente indisponenti e fatte ai danni altrui, se loro non se ne accorgono di cosa fai,meglio per loro.

    Io sì, invece, e stigmatizzo comportamenti che sarebbero da correggere, da parte del tuo terapeuta, visto propagandi la sistemico-relazionale.

    Con te non funziona.

    Ah, l'espressione, "te ne sbatte il caxxo" è volgare e non consona, secondo le tue rigide regole di netiquette, che invochi sempre.

    Complimenti.

  9. L'importante è che tu ne senta la portata. Non necessariamente un percorso deve avere l'obbiettivo del termine; Freud in realtà parlava di analisi terminabile ed interminabile.

    Si possono scoprire nuovi scenari e rendersi conto che i motivi per cui si va in terapia sono cambiati. Talvolta in analisi ci si spoglia della direzione della cura e si assumono tratti molto più esistenzialisti, é più una ricerca di se stessi che una cura per un disturbo.

    E' verissimo, solo chi ne ha fatto esperienza può comprendere questo passaggio così elevato, così grande.

    Grazie!

  10. Salve,

    sono un uomo di 43 anni, single, probabilmente (non ho mai ricevuto una diagnosi in tanti anni di terapia) borderline.

    Sono sempre stato "magro", cioè ho sempre avuto un fisico alquanto asciutto e tonico, anche perchè ho sempre frequentato palestre e fatto attività fisica (essenzialmente per cercare di essere più gradevole agli altri o, meglio, alle altre).

    Da qualche mese mi sto alimentando molto male.

    Una premessa essenziale da fare è che da anni soffro per la mancanza di amici, il classico gruppo con cui si impegna piacevolmente il tempo libero, oltre che per la mancanza di una compagna. Conosco delle persone con le quali mi vedo nel weekend molto sporadicamente. Generalmente trascorro il we a casa (vivo da solo) in completa solitudine; l'unica persona da cui ricevo telefonate è mia madre. Questa situazione attiva la mia tendenza alla depressione e mi procura molta sofferenza. A volte a casa, dopo ore e ore di solitudine e dopo aver esaurito i mezzi per distrarmene, mi sento così male che mi sembra di impazzire.

    A parte il fatto che quasi tutte le sere ceno molto tardi (23, 24 ed oltre) con cibi tutt'altro che sani (bastoncini e cordon ble scongelati e scaldati al microonde, primi pronti in busta, scatolame vario), da qualche mese sto abusando di carboidrati, semplici e complessi.

    Un paio di volte ho fatto razzia al supermercato di cibo-spazzatura, come merendine, Nutella e dolciumi in genere, che ho consumato in brevissimo tempo (mangio 10 merendine di seguito). Sono molto goloso e non ho il senso della misura: non mi accontento di una o due merendine, di 3 o 4 biscotti al cioccolato, ne mangio finchè non mi sazio o inizio ad avvertire disgusto (e ce ne vuole).

    Spesso faccio colazione a casa con corn flakes e poi, giunto in ufficio, al bar mangio una brioche o un cornetto. Cioè, colazione doppia.

    Sempre più spesso sento il forte desiderio di mangiare pasta/pane/biscotti/cereali/dolci.

    Presumo che ciò sia connesso alla proprietà di tali alimenti di provocare il rilascio di serotonina. D'altro canto, temo che, come ho letto su un libro, mi sto assuefacendo ad essi, per cui ho bisogno di assumerne maggiori quantità per avere lo stesso "effetto coccola".

    Io, che negli anni scorsi avevo la famosa tartaruga (ventre piatto e scolpito), adesso ho messo su almeno 3/4 Kg e ho notato che il mio stomaco s'è gonfiato.

    E' una sensazione per me nuova e sgradevole: mi sento appesantito e quella pancia non mi piace.

    Ieri, per fare un esempio, a pranzo ho mangiato 250 gr di pasta ben conditi SOLO PER NOIA, non per fame. Dopo mi sono sentito molto appesantito e ho trascorso il pomeriggio nella totale apatia.

    Questo modo di mangiare, oltre che dannoso per il mio fisico, è dannoso per la mia psiche: dopo il breve periodo di gratificazione seguente l'assunzione, subentrano senso di colpa e, soprattutto, un forte senso di vuoto e di disillusione, come se mi rendessi istantaneamente conto del fatto che mangiando in quel modo non ho affatto risolto il mio problema di fondo, ma l'ho solo aggirato.

    Qualsiasi consiglio sarà molto apprezzato.

    Saluti

    chissà, forse hai sempre controllato troppo il cibo e con esso i tuoi bisogni più profondi e le tue emozioni, che stanno emergendo adesso.

    é molto comune, nel cibo convogliamo molte tematiche psicologiche, la pasta è buona,forse ci cerchi gratificazione per qualcosa che ti è mancato o ti manca affettivamente.

    Prova a dirlo a uno psicologo se ti senti, guarda quanti libri oggi parlano del fattore dieta associato al malessere,alla depressione, allo stress,ecc.

    L'ultimo che ho letto è "dimagrire senza dieta", è significativo come titolo.

    Puoi confrontarti in rete con tantissimi che vanno al frigo e smangiucchiano inconsapevolmente fuori orario, colmando insoddisfazioni e vuoti, oppure si fa in altri modi, esempio comprando oggetti inutili per gratificarsi.

    Comunque la strada migliore è una persona competente. Ciao.

  11. bisogna rileggere alberoni,l'innamoramento è una cosa, l'amore un altra.

    L'innamoramento è quella luce intensa, che poi per tutti si spegne, che dà luce alle proprie giornate, ti fa lavorare in funzione dell'innamorato, ammanta di energia ogni cosa che fai, l'amore invece è anche tristezza, è il quotidiano costruito e vissuto assieme, le difficoltà passate superate insieme, un bagaglio di anni.

    L'amore dell'adolescente è uno, l'amore dell'adulto è più difficile, ma completo.

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