Allora, vediamo se riesco a spiegarmi.
Sono sempre stato soggetto a questa tipologia di paura, che io ho sempre chiamato ipocondria anche se non so se è il termine esatto.
Quando era più piccolo, ad esempio, ho avuto per un (lungo) periodo (o meglio per vari periodi, ad alternanza) paura di avere un infarto. Parto da piccole motivazioni (il fatto di avere un'aritmia - questa ce l'ho davvero) per crearmi castelli di paure per così dire. Quindi c'erano periodi in cui non dormivo la notte, perché ascoltavo il mio cuore (non dal polso ovviamente, lo sentivo e basta, nel silenzio della notte..e questo era appunto la fonte del problema): bastava una leggera accelerazione del battito (che c'era sempre quando ero in questo stato d'animo già pronto all'ansia e alla paura) che scattava in me la paura e questa paura faceva aumentare ulteriormente il battito in un circolo vizioso. La paura di base era, dunque, che la paura stessa potesse farmi accelerare talemnte il battito da farmi venire un infarto. Se ci penso assomiglia molto a quello che ho ora...cioè si tratta in sostanza di avere paura di avere paura...ma se uno ha paura di avere paura di qualcosa, automaticamente ha già quella paura.
Questo, ripeto, lo avevo solo per brevi periodi, anche se nell'arco di un lungo periodo...e soprattutto era una paura quasi solo notturna.
Questa paura mi passsò definitivamente quando mi decisi a fare un'ecografia toracica e un ecg sotto sforzo. Il responso fu che non avevo nulla al cuore. Da allora mi calmai completamente su questo aspetto (anche questo mi fa dire che si tratta di ipocondria).
Questa è stata la paura più "seria" che ho avuto (prima dell'attuale)..ma ne ho avvute anche altre, sempre legate a piccoli sintomi fisici che ingigantivo e autoalimentavo.
La paura che ho adesso è ancora più subdola, perché non mi da modo di avere "riposo". Col fatto del cuore durante il giorno non c'era problema, semplicemente perché non lo sentivo.
Ora invece si tratta di avere paura di pensare sempre e solo a un qualcosa. Questo non ha riposo. Solo poche volte nella giornata mi capita che per qualche minuto riesco a distrarmi e quindi non ho in mente questa paura, ma quando mi torna in mente mi crolla il mondo addosso, perché allora penso che non riuscirò più a ridistrarmi.
Non so è come se ci fossero due giocatori, uno che mi mette i bastoni tra le ruote, che dice "guarda ora che ti è venuto in mente questo pensiero voglio vedere come fai a toglierlo!" e l'altro che cerca a tutti i costi di toglierlo. Quasi fosse una sfida con me stesso.
E il punto sta nel fatto che non è facile togliersi dalla mente un pensiero se ci si accanisce a volerlo togliere e se si ha paura di non riuscire a farlo!
Provate a pensare a qualsiasi cosa, al computer che avete davanti, pensateci per bene e fatevene una sua immagine nella mente...bene, ora non pensateci più. Ce la fate? Forse sì, forse avrete pensato a cosa avete fatto oggi ecc..e in poco tempo siete riusciti a *distrarvi*, ma se voi voleste a tutti i costi togliervi dalla testa il computer, perché avete paura che se pensate al computer allora non riuscirete a pensare al divano, a al film che volete vedere ecc..beh, allora la cosa diventa più complicata. Il computer diventa solo un pretesto, la sfida è con se stessi, con il controllo del proprio pensiero.
E partendo dall'assunto che il pensiero non si comanda, non del tutto (qui forse sta uno degli sbagli, il credere che il pensiero non sia sotto il mio controllo), allora la paura credo sia legittima, per quanto masochista.
Va bene, per ora ho scritto anche troppo..spero di avervi dato qualche elemento in più per capire quel che mi passa per la testa.
Se vi sembrano discorsi preoccupanti, del tipo "questo sta diventando matto bisogna che si faccia vedere da qualcuno", ditemelo pure...perché se è questo che serve, meglio saperlo piuttosto che andare incontro al pericolo più o meno ignari.
Ciao a tutti e grazie mille ancora