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Erin

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  1. Erin

    Abbiamo chiuso

    Ciao a tutti, come state? Ritorno al forum con parecchi cocci in mano... In questo periodo di pausa e di intenso lavoro, ho nutrito la mia relazione con Lui, e tutto sembra andare per il meglio. Con i genitori, invece, nemmeno l'armistizio. Ho tentato, tentato invano di rendere "compatibile" la mia vita privata con le loro esigenze, le richieste, le aspirazioni... Tentato invano di far loro capire che ora la mia vita sta prendendo una bella piega. Purtroppo loro sono convinti che non sia così, che io abbia fatto un grosso errore a voler continuare la mia storia con Lui. Ebbene, a questo punto mando giù: sono affari miei, pazienza se non capiscono. Ho smesso di raccontare la mia vita, in quanto mi pesa troppo ricevere soltanto dei musi lunghi, dei silenzi, dei giudizi negativi e delle imposizioni. Mai una parola di incoraggiamento, solo un: "dicci qualcosa"... e che ddevo di'???? La mia risposta è sempre: "Mamma, sto bene così, per ora. Non mi va di parlare del privato, perchè tanto so che non approvi. Per favore, parliamo della quotidianità, della nostra salute, di quello che facciamo" Bene, ci proviamo. Ma il risultato è questo: a. Se non trovi un lavoro fisso, non sei una persona seria (di questi tempi, ce n'è un mucchio di persone poco serie...) b. Se non ti sposi, non sei una persona seria. c. Se non hai una lavoro fisso e non ti sposi e non sei PRONTA (che cosa cavolo vuol dire?...), non puoi avere un figlio (grazie tante, a 31 anni...). Perchè ti devi farcela da sola e su di Lui non puoi contare. d. Perchè Lui non è in grado di fare il padre e. Se non ti sposi, se non hai un lavoro fisso, SE NON HAI UN FIGLIO, noi non ti aiuteremo economicamente, quindi se vuoi una casa tua, devi fare da sola (benissimo) f. Se decidi di fare un mutuo, devi pagartelo tutto tu. E poi, cosa lo fai da fare un mutuo se non sei neanche sicura che per i prossimi 30 anni starai ancora con questa persona? (e chi ti dice che io tra 30 anni ci sarò ancora?) g. Non puoi vivere nel disordine h. E' ridicolo rilassarsi nel weekend, andare a farsi un giro dopo 40 ore di lavoro settimanale, non è serio. Bisogna LAVORARE, FARE LE PULIZIE. (Poi mi sparo, così sono a posto...) Va bene tutto, va bene programmare, va bene essere previdenti. Ma m'è passata la voglia anche di far due chiacchiere... Tanto i discorsi che saltano fuori sono sempre questi... Il quotidiano è sciocco, ma i discorsi "seri" sono questi.... e allora? A momenti ho paura di dirle che sono andata in bagno 2 volte anzichè 1....non si sa mai che non sia serio. Accidenti a me e a quando ho deciso di raccontarle i fatti miei. Se vogliono Wonder-woman, che guardino la preferita (mia sorella) non me. Sono arrivata alla saturazione. Ho provato a smettere di cercarli, di telefonare... nessuna piega. Mio padre ha smesso di parlami da 3 settimane e non risponde neanche più al telefono (perchè siccome lavoro, mangio e dormo, non ho avuto tempo di fargli un lavoretto, perchè secondo lui "IO ME NE FREGO") Mia sorella non mi telefona da 6 mesi. Sono stata in ospedale per un piccolo intervento: manco si è degnata di chiedere come stavo. Quando ha avuto bisogno di soldi, mi ha fatto telefonare da mammà. Mia madre si sforza di essere cordiale, ma appena si intavola un discorso... salta fuori tutto quello di cui sopra. A casa dei miei a trovarli devo andare da sola perchè "Lui i piedi qui non ce li mette più". Sono stanca di dover fare la ragazzina ubbidiente, perciò ho deciso che taglio corto, in attesa di tempi migliori. Ad essere buoni, la gente se ne approfitta sempre. Ti schiacciano finchè gliene dai la possibilità.. se poi sono genitori, si sentono ancora + autorizzati a farlo, ancor più autorizzati a dover essere ascoltati.... Se ti aprono la porta, ma non ti fanno entrare, è inutile che tu stia continuamente sullo zerbino a pulirti i piedi. Che tristezza.
  2. Ciao! Io mi trovo in una situazione simile alla tua e anch'io mi sono sentita fare un discorso del genere... Noi siamo in affitto ed i nostri genitori non possono o non vogliono aiutarci economicamente, perciò abbiamo molte più spese. Lui ha un lavoro fisso e ben retribuito, io sono precaria, con il rischio che, con i tempi che corrono, mi lascino a casa da un momento all'altro... Tuttavia faccio un mestiere (sono ingegnere) per cui posso rivendermi abbastanza bene. Quando lui mi ha detto: "Se non ti trovi un lavoro più stabile non possiamo nè sposarci, nè avere figli" mi sono offesa molto. Per tutta risposta gli ho rimpallato che sono sicura di avere le capacità per trovare qualcosa di meglio e che comunque, come dici tu, non starò certo a grattarmi la pancia. Credo che il tuo Lui, come il mio, abbiamo solo un po' di paura. E vanno un po' "convinti"... Non lasciarti buttare giù, prenditi i tuoi tempi per cercare qualcos altro! Tieni questa tua posizione, che mi sembra assolutamente logica. Ti supporto moralmente.
  3. Ciao, mi scuso tanto per l'assenza dal forum, ma ho avuto un periodo incasinato con il lavoro :) Quanto all'argomento della discussione, ti dico: ne sono certa, ormai. In questo periodo faticoso per entrambi, ho avuto comunque modo di notare come Lui si sia non solo impegnato, ma abbia anche capito che fare un passo ( e più d'uno) verso di me in quel senso abbia portato benificio alla nostra armonia. Per rispondere anche ad Ego, ...abbiamo passato dei momenti nei quali entrambi eravamo parecchio giù di corda ed entrambi chiedevamo all'altro di tirarci su, senza essere in grado di uscire dalla tristezza. Lui aveva i genitori malati ed io non andavo d'accordo con i miei. Eravamo preoccupati per il lavoro e non avevamo nessun appoggio per costruire un futuro. Lui era diventato apatico e io ho sclerato. Io chiedevo (e chiedo tutt'ora, con meno insistenza e in modo differente) più intimità fisica. Lui invece non sapeva bene di che cosa avesse bisogno per stare meglio. Il sesso non lo interessava, ed io ero disperata. Quindi, forse, la mia non era depressione, ma disperazione. Non m'era passata la voglia di fare, ma m'era passata la voglia di pensare positivo. Quindi facevo per inerzia, chiedevo per inerzia, ma lo chiedevo in un modo che lui non capiva. Ho imparato a farmi ascoltare, ho imparato a non pretendere. Come il sesso non c'è nient'altro, per me. Una felicità così, non la provo in altro modo. Tuttavia, ho imparato a valorizzare anche il resto. Tutto il resto che faccio, a partire dagli hobby, dal rapporto con gli amici, dal modo di rapportarmi con gli altri, dal modo di organizzare la mia vita ed i momenti di divetimento, di relax e di intimità. A coltivare delle cose che mi fanno felice, ed alle quali il pensiero può andare volentieri se quel giorno in particolare "non si fa". Pensando che queste altre cose sono ugualmente molto importanti per la mia serenità e non sono cose banali o futili. Ho iniziato a coltivare la mia vita, ad arricchirla come un giardino, piuttosto che a pensare solamente a lavorare, agli obblighi, alle scadenze. E in questo cerco di convincere un po' anche Lui, che è un po' più ansioso, ma so che mi vuole bene :) Grazie a tutti.
  4. Ciao, So che le relazioni uomo/donna hanno tante sfumature...e i meccanismi di attrazione a volte sono incomprensibili... Tuttavia a me ha colpito moltissimo il fatto che in momenti di "sclero", il tuo compagno ti metta le mani addosso. Per qualunque motivo, non dovrebbe farlo, a mio avviso. Nemmeno uno schiaffo, non parliamo dei lividi. Non c'è nessuna giustificazione alla violenza in famiglia. E il fatto che con la causa delle botte c'entrano pure i problemi con i genitori... non so, io mi offenderei anche. Carissima, valuta, valuta bene. E non basarti solo sul suo giudizio. Forse entrambi avreste bisogno di un compagno diverso. Non farti umiliare così.
  5. Sì, se parliamo di fastidio, aggiungerei anche quello. Io apprezzo tantissimo che Lui voglia condividere i suoi momenti felici dell'infanzia con me, tuttavia a volte ho l'impressione che non voglia costruirne ALTRI con ME. O meglio, ho l'impressione che, come dicevo prima, in questo periodo NON desideri vivere la nostra relazione come "matura". Infatti, alla comunicazione dei ricordi dell'infanzia, si lega anche un atteggiamento nell'intimità di coppia che io definirei "infantile", se mi consentite. Quindi, coccole, carezze, preliminari un po' impacciati, passività e velocità.... Anche queste cose sono importanti e lo abbiamo detto tante volte anche qui. Più Lui è stressato, più si riduce il tempo in cui mi sembra di essere la sua compagna ed aumenta quello in cui mi sento sua madre. Chiaro è che con sua madre non si permette più di fare il tenero (ci mancherebbe!), pertanto, nei confronti di Lei tende a presentarsi come uomo, di fronte a me, come bambino. ;_; E vede me come bambina, quindi gli risulta più difficile associarmi a desideri di altro tipo, che non siano quelli delle carezze innocenti. Credo che come in tutte le cose ci voglia equilibrio. Io lo preferisco ad altri perchè quando è nervoso mi rispetta ugualmente e resta affettuoso. Il rovescio della medaglia è che nei momenti di crisi si "trasforma" in un bambino che ha bisogno della mamma. Se mi mostro troppo comprensiva, mi rendo conto di assecondare questo suo atteggiamento e di renderlo "normale" e "gradito", ma mi rendo conto anche che la relazione sta andando in una direzione che non è più rapporto uomo/donna, ma è più amico/amica. Perciò cerco di diventare più severa quando "esagera". Non è tanto una questione di mancanza di rispetto, ma quanto un cercare di fargli capire che ho anche l'esigenza di essere trattata come una donna... E se lui mi chiede di essere una donna un po' più "di polso", affinchè in lui si risvegli quell'ammirazione che potrebbe aiutarlo a modificare atteggiamento, io cerco di darmi una mossa. E' una lotta continua, un equilibrio instabile, ma cerco di non mollare. Ora che ho finalmente capito che cosa mi serve per stare bene. Grazie a tutti per le risposte.
  6. Sul fatto dell'ascolto io sono sempre disponibile. E' quando questo ascolto consente di "fissare" dei comportamenti a chi parla, che la situazione ti sfugge di mano...
  7. Su questo hai ragione, concordo. Sono sicura che, nel momento di incertezza lavorativa e finanziaria nel quale versiamo ora, questo sia per lui un buon modo per tranquillizzarsi, il modo migliore che conosce. Ricordarsi della mamma, della nonna, eccetera. Il problema è questo: che lui è perlopiù rievocativo. Nel senso che per lui l'unica felicità assoluta ormai è passata e non torna più. La nostra vita attuale, piena di problemi, lo schiaccia e gli toglie la felicità. O meglio, gli toglie la serenità, che credo sia il punto di partenza per trovare la felicità. I progetti insieme si fanno, sì, ma sono sempre così schiacciati dalla paura del domani che nemmeno l'amore può distoglierlo dalle sue preoccupazioni. Ergo, nemmeno io. Ergo, nemmeno la mia immagine di donna e compagna, che non è in grado di sostituire le figure femminili della sua vita, che ha le sue esigenze fisiche, psicologiche. Che viene vista sempre come una figura che chiede un amore più completo, ma non lo riceve e Lui NON SA come darmelo, nonostante i miei sforzi per renderlo partecipe dei miei bisogni. Io chiedo semplicemente un amore più maturo, perchè credo possa essere la chiave di volta a questa staticità, e cerco di proporlo come alternativa all'atto rievocativo dell'infanzia. Tuttavia il ruolo che mi viene richiesto è un altro (parole sue): è soltanto quello di "spalla". E credo sempre più fortemente che Lui non abbia necessità di crescere, troppo preso com'è dai problemi concreti della vita. Non so se sono riuscita a spiegarmi. Io posso condividerlo, ma resta una cosa non mia e non NOSTRA.
  8. ... Secondo voi che cosa vuole comunicarmi? Vi spiego meglio: mi capita molto spesso (ormai da un paio d'anni) che nei momenti di difficoltà sia per la coppia, sia per il suo lavoro, chiacchierando insieme salta fuori questo discorso. L'argomento è sempre più o meno lo stesso: "quando ero bambino come ero felice, che posti belli che ho visto, come ero spensierato...!" "Nella mia famiglia c'erano ancora i nonni, i cugini, i fratelli. (i nonni sono scomparsi ormai da circa 15 anni) e io, il più piccolo, ero coccolato, e amato" "Adesso, che vita difficile, adesso!" "Quanti problemi da risolvere!" (compresi i problemi di coppia) Quando è nervoso, perciò, la sua reazione è quella, in un certo qual modo, di "regredire" e di crogiolarsi in questo tipo di ricordo. (chiaro, ovvio che la cosa che ne fa le spese tra noi due, è, sempre, LA STESSA) Un ricordo dal quale io sono esclusa. Ossia, lui mi fa partecipe di questi ricordi e me li presenta come assolutamente meravigliosi ed insostituibili, anche rispetto alla nostra relazione attuale. Debbo pensare che io non sono in grado di renderlo felice come quando era bambino? Debbo pensare che non vuole crescere? Cosa significa secondo voi? E' una cosa che fa parte di lui, perchè so che è fatto così. Tuttavia volevo cercare di capirlo di più. Grazie.
  9. Erin

    un tradimento assurdo...

    Adesso capisco meglio la tua rabbia e la tua tristezza. Chissà, forse a volte nella coppia si parte con delle idee non soltanto su come dobbiamo essere noi, ma anche su come deve essere l'altro (e con questo, mi riferisco ad entrambi voi due)... un po' per partito preso, un po' per le esperienze di vita che ci hanno segnato ed insegnato ad essere in un certo modo e a voler perseguire un certo ideale di noi stessi... Talvolta perseverare in questa idea fissa di noi stessi (per esempio come assolutamente corretti o anche assolutamente inaffidabili) in un certo modo "convince" l'altro che non cambieremo, oppure semplicemente condiziona i suoi atteggiamenti. A volte è semplicemente un discorso di coerenza... Purtroppo se ci sono dei ruoli fissi da mantenere "per coerenza", non si riesce a vedere l'altro come realmente è, o che sta cambiando, che stanno cambiando le condizioni al contorno, ecc... E' giusto secondo me squarciare il velo, come state facendo ora. Un abbraccio.
  10. Erin

    Un po' di fiducia no?

    Ti dirò... sul fatto che i parenti chiudono gli occhi perchè non sanno cosa fare...hai ragione. I miei fanno così. E non credo sia perchè non mi vogliono bene... è proprio perchè non sanno cosa fare.
  11. sante parole... Ci arrovelliamo per essere il meglio per i nostri genitori e non ci accorgiamo che perdiamo noi stessi... Forse era meglio essere autentici si dall'inizio, piuttosto che accorgersi a 30 anni di aver creato un'immagine di sè completamente falsa...
  12. Ciao! Gli aspetti della vita da sistemare sono sempre tanti... però ce ne sono alcuni che fanno da "pilastri". A volte questi pilastri non si vedono perchè sono avvolti nella nebbia della preoccupazione o del senso di inadeguatezza. A volte la famiglia d'origine ti fa il lavaggio del cervello con le priorità da tenere, ma tu non ti ci ritrovi... pazienza. A volte invece scopri che c'è un pilastro che ti sostiene e che rappresenta un aspetto della vita che tu non avevi considerato, ma che ti aiuta. Se non va proprio tutto male, ma neanche tutto bene, anche secondo me vale la pena di focalizzare sui pilastri che ci sostengono. Che sono sicuramente i nostri bisogni (come dice Impa) e anche i nostri punti di forza, che ci danno gli strumenti per poter lavorare e combattere per stare bene. So che ci sono persone forse come te (e come me) che sentono il bisogno di cercare una soluzione più che soddisfacente a determinati problemi della vita (l'amore, la casa, il lavoro), se no non si sentono a posto. E'una questione di carattere. Credo che una parte del lavoro tu l'abbia già fatto, ossia quello di abbozzare un nuovo modo di vedere la vita. E se c'è anche da spazzare un po' per terra, a volte lo si deve fare. Quanto al consultare uno psicologo, secondo me anche solo una chiacchierata periodica con qualcuno di veramente esterno ai tuoi problemi, può far bene. A me ha fatto davvero bene. Le tue conquiste ci sono, non dimenticarle. E per poter colorare meglio la tela che tu stesso hai avuto la forza per ri-disegnare, puoi soltanto affidarti a quello che va bene per te. Senza sensi di colpa!
  13. Guarda, gliene ho parlato ma non è stato per niente facile trovare le parole e soprattutto l'atteggiamento giusto per farmi capire... All'inizio ero così depressa (andavo dalla psi una volta la settimana) che l'unica reazione che avevo era quella di essere terribilmente triste. Con un uomo che già ha poca voglia, presentarsi depressa, non lo invoglia per niente a "consolarti" in quel modo... Chissà perchè, ma con lui era così, con altri non lo era. In quei momenti ero molto insicura dell'importanza che il sesso poteva avere per me, e non capivo che era una cosa che davvero mi faceva stare meglio. Però alla fine ho capito che per me era importantissimo :), perchè ne potevo direttamente testare le conseguenze E allora gli ho spiegato con molta franchezza e con molta decisione (e questo solo qualche mese fa) quello di cui avevo bisogno per poter essere felice insieme a lui e non tanto il "quanto" farlo, ma il "come" farlo, il modo in cui desideravo essere avvicinata. Sembrava che ci fosse un muro che non riuscivo a scalfire, ma se mi mostravo più convinta dell'importanza della cosa, questo passava anche a lui, che lo percepiva come veramente importante per me. Il risultato che ho ottenuto al momento è ancora incerto e molto fragile. Ci sono momenti in cui lui si allontana ancora e momenti in cui lo sento più vicino. So bene che non ho cambiato le sue priorità fisiche, tuttavia, spero di averlo fatto maturare (mi si consenta di dire questo) anche da questo punto di vista .
  14. Mi spiego meglio: lui è sempre stato diverso da me in quanto a "entusiasmo", ma questo non è mai stato un problema, fino a un paio d'anni fa. Fino ad allora avevo sempre saputo avere argomenti convincenti e avevamo sicuramente meno problemi da affrontare. Con il passare del tempo, putroppo ho capito che eravamo diversi quanto ai "significati" del sesso e al modo di gestirlo. Quando sono arrivate le diffficoltà, la prima cosa che lui ha accantonato è stata quella, che è passata dietro al lavoro, alla famiglia, alla casa e al sonno. Invece io, nei momenti di difficoltà, lo passavoo tra le priorità. E per questo mi sono sentita come se mi avessero segato le gambe. C'è stato quindi un progressivo allontanamento che mi ha portato a cercare altrove la comprensione che non sentivo di avere più. La sensazione di fastidio e di rifiuto che lui mi trasmetteva mi mandava in depressione.
  15. Purtroppo è cambiato molto negli ultimi due anni, prima era molto più sereno. Ma credo che il fatto della "priorità" ci sia sempre stato, solo che io non volevo vederlo, pensavo solo fosse timido. Diciamo che la maturità lo ha molto schiacciato del peso delle responsabilità. Quando eravamo più giovani le priorità erano altre, chiaramente. tuttavia, non riesco a capacitarmi di come anche l'aspetto sessuale dell'amore non possa raggiungere una dimensione più matura. Io personalmente so molto bene che cosa desidero e non mi sembra di desiderarlo in maniera "infantile". Il sesso non è soltanto una roba da adolescenti... e questo putroppo dovrò dirglielo.
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