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A.Vita

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  1. Per farmi un'idea di te. Ci fai stare in pensiero, a tutti. Ma a parte i nostri pensieri, sono i sentimenti disolidarietà che amergono da tutti noi.

  2. Di dove sei, quanti anni hai, che lavoro fai, qual è la tua posizione anagrafica, sposata, separata etc.

    Mi pare che tu sia sovrappeso, ma non so se sei tu quella. Dammi altre informazioni possibili

    Grazie a presto

  3. Patrina, scusa se non mi sono fatto sentire prima. Ci sono stati inconvenienti vari.

    Oggi c'è sole, mi pare anche da te.

  4. Da uno psicoterapeuta si può anche andare, però, o no?

  5. Prova con un po' di psicoterapia... possibilmente a livello psicoanalitico...

    Da sola ci riesci, ma devi provare con l'animo di cambiare.

    Con lo sport: vai Kunfu - a Karate -

    Ovvero vai ad imparare i balli caraibici....

    Sono salutari.

  6. Deporre le armi significa arrendersi al nemico: cioè a noi stessi. Noi siamo i peggiori nemici di noi stessi.

  7. Il sole c'è. E' coperto dalle nuvole e dalla nebbia. Occorre avere l'energia e la determinazione di togliere la nebbia e combattere le nubi che ci ostacolano la vista e il calore del Sole.

    Occorre combattere per la propria felicità.

  8. Beh Patrina,

    Succede, a volte. Mica sempre è così. Ci sono cose che destabilizzano, che danno fastidio, che ti fanno pesare la vita... Poi passa, capisci che la vita è sempre difficile viverla giorno per giorno. Troppe cose da affrontare, da sopportare, da vivere con il magone addosso.

    Domani ci sarà un po' di sole e andremo avanti meglio.

    Ciao Patrina.

  9. Salve Patrina.

    Non so se mi hai inviato un messaggio, e se sì dove lo leggo. Ne trovo uno che dice , salve, come va? è questo??

    Va, va... insomma non mi lamento. Tu come stai?

    Qualche problema ti assilla?

    Beh, a risentirti. Quando vuoi.

    A.Vita

  10. Io ce l'avrei una ricetta per dimagrire.... a.vita
  11. Aggiungo in calce... Gentile Amica, Lei avrà sentito dire che qualche volta in alcuni bambini o bambine si manifesta il fenomeno dell'ENURESI, diurna e notturna (specialmente). E sa che l'enuresi notturna, una volta assodato che la bambina non soffra di malattie renali e della vescica, è un problema di origine psicologica. Il trattenimento dell'urina, o il suo rilascio senza possibilità di contenimento durante la notte, è un problema psicologico di cui qui non diciamo altro perché occorre sapere molti fatti che riguardano i componenti della famiglia. L'incontinenza urinaria è quindi un sintomo che risale all'ansia. Può essere un fenomeno di FISSAZIONE, cioè sin da piccola la bambina non ha mai appreso la capacità di contenere l'urina, o di REGRESSIONE, ritorno ad una fase di incontinenza a tre a quattro o a sei anni, per motivi diversi. Es.: la nascita di un fratellino o di una sorellina provoca in lei una situazione di ansietà associata a gelosia e invidia. Allora ritorna a fasi precedenti della crescita e si fa la pipì addosso specie durante la notte. E questo può durare a lungo, sino alla tarda adolescenza, in alcuni soggetti. Bene. A questo fenomeno può assomigliarne un altro: l'ENCOPRESI, cioè il NON TRATTENIMENTO delle feci che sporcano le mutandine, sia durante la notte, ma anche durante il giorno. L'encopresi, una volta appurato da un proctologo (medico specialista dell'ultima parte dell'intestino) che non vi è nulla di organico, è riconducibile agli stessi motivi dell'enuresi: ansia, gelosia, invidia ed altri motivi psicologici (persino, a volte all'ansia della madre!!). Alcune bambine, adolescenti e ragazze, al contrario dell' incontinenza delle feci, trattengono le feci per giorni e giorni e questo però è un altro discorso o un discorso sempre di origine psicologica contro il quale occorre prendere provvedimenti sia di origine psicologica, sia di origine medica. Allora, se si tratta di encopresi, e qui siamo in diversi a sostenerlo, occorre andare da uno psicologo, madre e figlia, parlarne e forse lo psicologo vorrà vedere l'intera famiglia e magari sottoporvi ad una terapia collettiva (della famiglia) . È l'unico modo di affrontare il problema. Previa verifica medica di cui abbiamo detto sopra. Antonio V.
  12. Gli "orchi" e l'anima di Antonio Vita L'anima per Jung è intesa in due modi: come interiorità dell'uomo, e come ciò che rappresenta la "sua femminilità inconscia". In altre opere Jung chiarisce il concetto e ci fa comprendere che l'uomo porta con sé gli elementi psicologici che egli attribuisce alla donna, quella che lui ricercherà per tutta la vita. Il suo ideale di donna. La donna comunque appare all'uomo in diversi aspetti e connotati: come madre, compagna, moglie, amante, figlia… varie forme della figura femminile su cui nella sua vita la sua anima si proietta. Sono forme archetipiche che lo accompagnano nella sua vita e che gli permettono di esprimere i suoi aspetti inconsci e realizzarli, togliendoli dalla pura sfera dei bisogni, dei desideri, delle aspirazioni, delle attese, delle necessità…. Le figure più importanti della donna sono così riassumibili: - EVA, la donna primordiale, che genera e che nelle diverse mitologie è sempre presente perché portatrice di prole e di vita; - ELENA, la donna che rappresenta l'amore profano, in tutte le sue manifestazioni e in tutte le sue forme, sino agli aspetti sessuali e alle tensioni erotiche e carnali; - MARIA, la donna che rappresenta la maternità, l'amore protettivo e premuroso, la donna mediatrice tra i valori maschili del pensiero e della potenza a quelli della tenerezza e della sensibilità; - infine SOPHIA, la donna che rappresenta la scienza e gli aspetti più evoluti ed emancipati del sapere e della conoscenza. Gli orchi sono espressione di anime deviate, i cui archetipi alterati esasperano le forze della psiche. Sono generati dal deterioramento delle espressioni più significative dell'anima, quelle che dovrebbero guidare verso una vita regolata ed equilibrata che sortisce il far bene e che stabilisce l'ordine, secondo regole cariche di elementi positivi. È quell'ordine che non permette la ferocia dei comportamenti umani e la violenza che si perpetuano spesso e che prorompono in deviate forme di violenza, come se fossero generate da una consunta e raggrinzita strega nel cuore inaridito degli uomini. Gli orchi albergano in noi e noi ne siamo portatori. Uomini e donne. Quando sono gli uomini ad esprimere questa furia omicida, è segno che essi hanno smarrito tutti gli elementi dell'anima e che le quattro figure archetipiche si confondono e portano ad una crudeltà e ad una malvagità delittuosa e criminale. Gli orchi sono nascosti nel cuore degli uomini, vi albergano contrastati dalla ragione e dai sentimenti, cioè dagli aspetti femminili che sono barriere e steccati che non permettono che la ferocia, l'insensatezza e l'imbecillità si affaccino nella vita e producano nefandezze. Esse si alimentano con i condizionamenti esterni, con la commedia sguaiata che l'industria della superficiale e perversa scelleratezza trasmette anche con accattivanti spettacoli che le ingigantiscono, favorendone la crescita e l' esaltazione. Quando l'uomo si riapproprierà dei valori del sentimento, della sensibilità e dell'amore, allora nascerà un nuovo umanesimo che libererà l'uomo verso orizzonti più ampi e più umani, più grandi e meno repressi. La libertà d'agire e di pensare sarà ancora una prerogativa degli uomini non condannati ai condizionamenti inferti da parole e da immagini prive di senso e da comportamenti vacui e fatui, superficiali e sciocchi. L'uomo, riprendendo consapevolezza della capacità di pensare e di costruire un mondo fatto da queste qualità femminili, oltre alle proprie, si libererà dagli orchi che premono indisturbati nelle profondità dell'anima.
  13. A me sembra una buona interpretazione. La grandezza del canotto era rapportata all'età. A quell'età lo sviluppo intellettivo del bambino, che non segue una via obliqua che sale ma è fatta come una scala di casa, con i gradini che costituiscono delle pause e la salita che che rapprresenbta la crescita, può svilupparsi in modo esponenziale. O uno crede che così posa essere. Sì, ci può stare. Ma mi piacerebbe sentire gli altri.... se hanno il tempo e la bontà di seguirci un attimo.
  14. Trascrivo la prima lettera di una mamma di una bambina affetta da mutismo selettivo ! Trascrivo qui di seguito la prima delle lettere che mi ha inviato la mamma della bambina affetta da mutismo selettivo. Credo che la lettura dello scritto possa dare anche una qualche idea sul modo di porsi della famiglia, sulle cure effettuate dalla bambina, sul peregrinare dei genitori, e soprattutto su una espressione usata dalla mamma quando afferma che "la migliore CURA per Ch..... è quella del prendersi cura di lei"! Ma giudicate voi tutti. Pongo questa documentazione alla vostra attenzione sicuro di trovare suggerimenti idonei da riferire alla famiglia. Gentile Dottor Vita, sono arrivata al suo nome navigando in Internet, come faccio da anni, in cerca di nuove notizie che riguardino il problema di mia figlia. Io sono una mamma, abito in provincia di .............. e ho una bambina di 8 anni, Ch...., a cui è stato diagnosticato il disturbo Mutismo Selettivo. La neuropsichiatra e la psicologa a cui ci siamo rivolti sono arrivate a questa conclusione dopo mesi di incontri e dopo averci rivoltati come calzini, ma noi genitori eravamo già consapevoli di quale sarebbe stata la diagnosi. In definitiva dopo 4 anni di consulti vari ne sapevamo già più di loro. Ch..... aderisce perfettamente a tutte le definizioni del disturbo che abbiamo letto su vari testi, da cui peraltro anche diversi medici attingono, non avendone una conoscenza diretta. Ci siamo accorti che qualcosa non andava già alla scuola materna e da allora abbiamo fatto tutto quello che ci veniva consigliato da medici, pedagogisti ed esperti vari. Ma principalmente abbiamo seguito il nostro istinto. Abbiamo cercato di lavorare sul potenziamento della sua autostima e i risultati sono stati notevoli. Ch.... 4 anni fa non parlava con nessuno oltre a noi genitori, la sorella di due anni più grande e i nonni. All'asilo ha iniziato a parlare con una bambina ma in presenza di adulti diventava una statua. Pian piano ha iniziato a sciogliersi fino ad arrivare alla collaborazione in tutte le attività, ma sempre in silenzio in presenza di adulti. Vuole partecipare a recite e saggi vari pur sapendo che rimarrà immobile per tutto il tempo. Ha acconsentito a registrare un video in cui legge e commenta, o ripete una poesia a memoria , che poi abbiamo consegnato alle maestre, perchè lei ci tiene che sappiano che studia: Le abbiamo proposto di mostrarle alla classe, ma il suo no è stato categorico. La reazione dei compagni non sarebbe facile da gestire, nonostante parli con tutti loro. E' molto intelligente, un piccolo genio del disegno, bravissima a scuola, molto capace in tutte le attività manuali, socievolissima in casa quando invitiamo i suoi compagni o quando lei va a casa loro. Adesso partecipa a tutte le feste a cui viene invitata. Prima non voleva neanche andarci. Frequenta un corso di disegno e un corso di nuoto. Parla con qualche bambino, mai con gli insegnanti. A scuola è il punto di riferimento per gli altri bambini. Si rivolgono tutti a lei per un consiglio, per un disegno, per un aiuto nei compiti. E' capitato che bambini con cui non ha mai parlato riescano per la prima volta a farsi rispondere, all'uscita da scuola mi vengono incontro per dirmi "Sai, oggi C.... mi ha parlato". Mi commuovono. Sembra che si sentano dei privilegiati. Da quest'estate, però, ha avuto diversi episodi in cui, o sbadatamente, o volontariamente, ha risposto con naturalezza anche ad alcuni adulti. E' riuscita a ordinare un gelato, un'altra volta una pizza, ha iniziato a rispondere ad una mia amica e ad una mamma di una sua compagna. Episodi sporadici certo, ma solo un anno fa impensabili. E' difficile descrivere questi anni in poche parole, più passano gli anni e più il racconto si impoverisce di particolari, forse perchè aumentano le conquiste rispetto ai fallimenti, e il problema sembra sempre meno serio, e sono più i sorrisi che i magoni . Tutti quelli che hanno avuto a che fare con Ch.... pensavano "Vedrà signora che con me..." Io ritengo che non esista LA CURA con lei, ma il prendersi cura di lei e questo lo possono fare solo le persone che si occupano tutti i giorni di lei, che con lei tutti i giorni lavorano e le vogliono bene. Quando mia figlia incontrava la psicologa inizialmente collaborava, poi pian piano ha iniziato a non voler più andarci, ( "io non sto male " mi disse), fino a che la dottoressa mi ha detto che gli incontri non erano più necessari. La sua valutazione è stata che Ch..... è dotata di una forte personalità, è pienamente consapevole della sua condizione e inizierà a parlare quando sarà lei a deciderlo, quando crescendo riuscirà sempre meglio a gestire l'ansia e dominarla. Negli incontri che ha tenuto con le insegnanti ci ha indicato delle linee guida da seguire tutte rivolte al potenziamento dell'autostima. Lo sta già facendo nel suo piccolo. Noi genitori condividiamo questa valutazione perchè i risultati migliori sono sempre arrivati quando non c'erano pressioni esterne ( noi, le insegnanti o i medici) abbiamo ritenuto (Tutti), quindi di non dover più trattare Ch..... come una persona malata. E' una bambina forte e serena che vive le sue piccole frustrazioni con una saggezza impensabile per la sua età. "La prossima volta ce la farò"... lo dice spesso e questo ci fa credere che prima o poi sarà davvero così. Le sue piccole conquiste le ha ottenute sempre così. La parola d'ordine è diventata "provare...provare...provare..." Quando si verificano situazioni nuove è commovente vederla immobile ad osservare e solo quando si sente sicura, avanzare verso la novità, come se raccogliesse dentro di sè le energie. Noi abbiamo imparato che in questi momenti dobbiamo solo aspettare... se qualcuno interviene a spronarla in questo momento di concentrazione... tutto sfuma e non trova più il coraggio di farsi avanti. Noi genitori, le insegnanti e tutti coloro che hanno a che fare con lei pensiamo di doverci comportare come se fossimo la strada , le stampelle che la sostengono, il rifugio a cui tornare, ma che la forza per avanzare ce l'abbia soltanto lei . Tutta la letteratura che c'è in materia mi fa capire che le definizioni le hanno date i medici, ma i rimedi, le tecniche, le strategie arrivano da insegnanti, da genitori, da operatori scolastici, da coloro che con questi bambini hanno a che fare tutti i giorni. E' per questo che a queste strategie abbiamo attinto e i risultati, se pur lentissimi, arrivano. Io non so se si prenderà il disturbo di leggere questa lettere e se riterrà poi di rispondermi, ma se ha un'idea di come si sentano i genitori in questi casi, saprà che è difficile ogni volta sentirsi dire "e non hai nemmeno telefonato?" Ne ho fatte tante di telefonate in questi anni. Ogni persona che conosco ha un numero di telefono di qualcuno. A lei ho voluto scrivere per non sentirmi fissare il solito appuntamento. Che cosa mi aspetto? Forse solo la conferma che stiamo lavorando bene o ... magari un consiglio? Posso solo ringraziarla se si è disturbato a leggere fin qua. Con stima. E....... E......... A questa prima lettera ho risposto con questa breve e-mail. Gent.ma Signora, Io non le do nessun appuntamento. Ho avuto un caso di mutismo elettivo o selettivo anni fa. Una bambina di 9/10 anni, mi pare. Oggi dovrebbe essere grandina. Ma non ne so più niente. Non conoscevo per nulla tale patologia.- Quindi l'ho dovuto affrontare come un caso del tutto nuovo. Ero riuscito a farmi accettare dalla piccola, ma non mi parlava, non mi ha mai parlato. Tra i suoi privilegiati io non c'ero e non ci sono stato mai: non ho avuto questa soddisfazione e non conosco la sua voce. Però era attentissima a me. Avevo stabilito con lei una sorte di linguaggio alternativo. Stabilendo, ovviamente, delle regole. Quindi ci intendevamo a segni o se io parlavo lei rispondeva con dei cenni adeguati. Era un sistema simbolico inventato da noi. Non era il linguaggio dei muti che non conosco. A parte che la bambina, con gli occhi, esprimeva tutto. Tutti i sentimenti possibili. Però la voce non l'ho sentita mai. C'è stata una volta, quando l'aveva accompagnata il nonno che stava quasi per sussurrarmi una parola, ma non ce la fece. Quindi, dopo alcune sedute, rinunciai all'incarico, d'accordo con i genitori. Io ritengo che la CURA se esiste non è stata ancora trovata, o forse come dice giustamente lei, non è la cura che conta, ma il prendersi cura di lei. Questa è poi una regola che vale per tutte le terapie, alla faccia delle tecniche che oggi ci sommergono e che molto spesso non portano a risultati di nessun genere. Avete fatto bene a potenziare la sua autostima. Quando sento che la bambina dice alla mamma "(Vedrai- mamma) : La prossima volta ce la farò", mi si stringe il cuore, perché lei stessa si sforza, enormemente e coscientemente, per esprimersi, ma c'è una forza oscura che glielo impedisce. Un archetipo maligno. Ma come è venuto su dai remotissimi luoghi della psiche? e perché? Già : PERCHE'? Mi scriva ancora e mi faccia sapere. Cordialissimi saluti e un bacione alla piccola Ch……. Antonio Vita
  15. Non puoi impararlo da sola....

  16. Appunto, poiché sei nervosa invece di prendere farmaci ed altro, fa' un po' di training.

  17. Il dottore Gianmaria BENEDETTI, neuropsichiatra infantile di Firenze mi scrive in Medicitalia.it: caro Antonio Vita, ti segnalo che ho descritto brevemente una seduta in cui una bambina con M.E. comincia a parlare. http://neuropsic.altervista.org/drupal/?q=node/437 Molto emozionante per tutti, bimba, genitori e anche per me. Saluti Gianmaria Benedetti Il mutismo elettivo, o selettivo, è una forma strana di "non mettersi" in contatto con il mondo esterno. Il bambino non si isola completamente dalla realtà e dagli altri, ma parla sotanto conpochissime persone, interne o esterne alla famiglia. C'è riuscito. E' descritto in una pagina del suo blog e ci potrete andare attraverso il link qui descritto, se non ci riuscite ditemelo che lo trascrivo integralmemte. Ne ho il permesso.
  18. I sogni dei bambini e degli adolescenti. Vogliamo sentire il racconto dei sogni di bambini e di adolscenti ? Intervenite e raccontate le vostre esperienze raccolte, udite, e a voi note. Grazie
  19. Sono perfettamente d'accordo. Un'educazione alimentare è sempre meno frequente in famiglia. Ci sono poi famiglie di obesi. Ci sono adolescenti che sono stati obesi sin da piccoli e non sono riusciti a rientrare nella normalità. In cura psicoterapeutica, hanno spiegato di avere genitori obesi e per tutti è una cosa normale essere abbondanti e non curarsi di essere più parchi nel mangiare. E più ordinati.
  20. Truillio,

    Dove vado acercare quella lettera aperta di Correale>?

    Grazie

    A. Vita

  21. <B> E' scomparso Giovanni BOLLEA, medico, psichiatra, fondatore della Neuropsichiatria Infantile in Italia. Insigne studioso di Psicologia, Psichiatria , Psicoanalisi, ha formato tanti bravi neuropsichiatri infantili in IItalia. Ha curato tanti bambini ed è stato punto di riferimento per famiglie e genitori di soggetti portatori di handicap o di problemi psicologici di varia natutra. A lui dobbiamo molto perché è stato un pilastro della scienza dello sviluppo e delle patologie infantili. </B>
  22. Non lo conosco. Me lo puoi far avere?

    Grazie.

  23. OBESITA' a TRE ANNI ??. 1 - Si può essere obesi a tre anni? 2 - e ad un anno? 3 - Quale il futuro del bambino o della bambina OBESI ? 4 - quali i rimedi ? 5 - le colpe dei genitori ? - ci sono colpe ?
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