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enricamazzanti

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  1. Credo, temo, che se ci fosse stato unopsicologo e un'équipe, non avrebbe tratto un ragno dal buco. In questi casi la prof. fa tutto lei.

    Però prima occorre chiedersi: è la

    ragazza da sottoporre ad un'indagine psicologica? O sono i genitori non adatti per seguire un'adolescente?.

    Ci pensi su e può aggiungere tutto alla sua discussione iniziata.

    Non ci sono prec...

  2. Grazie mille a tutti, infatti mi sembrava un po' strano :) Intanto aggiungo, a costo di dire una solenne corbelleria: il comportamento di questi genitori ha tutte le caratteristiche della sindrome di Munchausen per procura, ma la ragazza viene fatta ammalare emotivamente invece che fisicamente. Ma non voglio fare analisi a buon mercato, cerco solo di spiegarmi... :) Se potessimo, come succedeva tanti anni fa, chiederei il consulto dello psicologo tramite la scuola. Ora purtroppo i fondi sono molto ridotti e lo psicologo è un paio di anni che non l'abbiamo più... con la conseguenza che in casi come questo i docenti possono solo fregarsene oppure mendicare informazioni in rete. E gli unici docenti che hanno una reale formazione in psicologia sono quelli abilitati in sostegno, ma da noi i pochi di sostegno sono non-abilitati, riciclati da altre materie... insomma, ne sanno quanto me!
  3. Scusate, ho sbagliato proprio forum. Mi scuso sentitamente. Pensavo che "La psicologia infantile" si riferisse all'argomento del forum, non al livello di sviluppo dei partecipanti. Buona continuazione.
  4. Buongiorno a tutti, approfitto di questo bellissimo forum che leggo da un po' per chiedervi se secondo voi il seguente comportamento di due genitori ha una definizione particolare nell'ambito della psicologia. In particolare, vorrei esporre il problema in consiglio di classe ma non so proprio come spiegarmi ... magari voi riuscite a capire! Lo spero proprio! Sono un'insegnante di lettere in una scuola media e sto notando un comportamento molto particolare nei genitori di un'alunna, non so cosa pensare e vorrei comunque esporre la cosa agli altri colleghi che magari avendo meno ore e meno frequenza con questi genitori, possono non aver avuto tempo di mettere a fuoco quanto accade ai danni della ragazza. In pratica, già dai primi colloqui dello scorso anno, mi sono resa conto che sia la mamma che il papà della ragazza (non vengono mai insieme) cercano di fare un'ottima impressione su di me e gli altri professori. Fin qui nulla di male, ma il fatto è che noto sempre di più che lo fanno a discapito della figlia. Mi spiego meglio: se io gli dico che la ragazza si sta impegnando poco per le sue possibilità, mi rispondono che è vero e anche a casa continuano a stimolarla ma senza risultati, mi dicono che cercheranno di fare di tutto per farla studiare di più e che con lei è una vera fatica (assolutamente no, è una ragazza molto sveglia e semmai un po' troppo sottovalutata e poco stimolata dai genitori). Dopo di che tornano ogni settimana al colloquio, anche se gli dico che non è necessario, e mi riferiscono come fanno fatica con questa figlia, che le impongono tot ore di studio ma lei è difficile ecc. Mi pare piuttosto che vogliano fare le vittime con me, cercano evidentemente la mia empatia, ma non per proteggere i figli o scusarli come fanno la maggior parte dei genitori, lo fanno proprio per ottenere la mia approvazione! Addirittura la collega di matematica mi ha raccontato che l'anno scorso, riferendo ai genitori di un'insufficienza probabile (doveva ancora mettere i voti definitivi), la madre le ha risposto di metterle assolutamente l'insufficienza perché se la meritava era giusto dargliela! Anche questa collega ha percepito qualcosa di strano, come se la madre dopo questa uscita attendesse la sua piena approvazione. Non so bene come spiegarmi, ma è come se queste due persone si aspettassero che noi dicessimo "ma che bravi genitori, è così che si fa! Poverini, che figlia terribile che hanno, ma loro sono bravissimi!". L'espressione testuale della collega, di solito molto moderata e tranquilla, è stata "Ma non ho capito cosa voleva dicendomi di dare l'insufficienza, che gli facessi il monumento?!" In compenso, la ragazza è sempre più introversa, chiusa, dall'anno scorso noto che è più ansiosa durante le interrogazioni e meno sicura di sé anche se è sempre piuttosto preparata. L'ultimo episodio che mi ha spinto alla decisione di parlarne con il consiglio di classe è il seguente. Siamo andati a visitare un museo e c'era il padre della ragazza tra gli accompagnatori. Al termine della gita la ragazza si è attardata con un altro gruppetto di compagne mentre l'autista insisteva per fare in fretta, io le ho chiamate a voce alta e il padre della ragazza, che arrivava dietro di loro, le ha fatto una solenne sgridata davanti a tutti i compagni. A parte il fatto che la cosa ha fatto perdere ancora più tempo e ha messo in imbarazzo tutti, ma mi ha dato molto da pensare il comportamento del padre. Mentre la sgridava, ho visto chiaramente che guardava in giro con la coda dell'occhio, come se volesse raccogliere dei consensi per quello che stava facendo! Anche in seguito ho avuto l'impressione che si aspettasse qualche gesto di partecipazione o frase di encomio per come si era comportato!!! Spero davvero di essermi spiegata e di non passare per una visionaria ... insegno da 15 anni e non mi è mai capitato un caso del genere, non capisco perché questi due genitori abbiano l'esigenza di mortificare la figlia in pubblico e si aspettino addirittura l'approvazione di altri adulti, in questo caso gli insegnanti e gli altri genitori... quest'ultimo aspetto è quello che mi lascia più perplessa. Ho già avuto a che fare con genitori troppo severi, ma in genere volevano che i figli eccellessero o che gli ubbidissero incondizionatamente, avevano manie di controllo magari, o ansie ingiustificate, ma questa ricerca oserei dire SPASMODICA di approvazione nel mortificare la figlia mi sembra invece così particolare... per caso è inquadrabile in qualche sociopatia? Mi sto domandando di tutto... grazie mille a chi vorrà dare un suggerimento!
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