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musa 83

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  1. Euridice, che bello sapere che in questa dimensione trovi sempre spunti di riflessione,lo stesso capita anche a me! altrettanto bello è capire i propri errori e limiti,spero che tu continui a credere nella pace e nella gioia che si può provare nel condividere se stessi e la propria vita con chi ha a cuore il tuo bene e ti ama,nel senso più elevato ed esteso del termine, per quello che sei. Come ben hai detto sei rimasta delusa da questa speranza perchè orientavi la tua attenzione su persone diverse da ciò che cercavi e ti aspettavi. Come dici non è sbagliato viversi la passione e l'attrazione ,ci vuole anche quella!Ma dopo quei momenti ci vuole la forza di capire che se si vuole un rapporto forte e profondo bisogna rimboccarsi le maniche ed iniziare a costruire, immergendosi l'uno nel profondo dell'altro, accettando anche i suoi difetti e impegnandosi a fornire all'altro chiavi di lettura diverse della propria realtà è allora, che le unità singole che siamo, divengono una entità diversa, quello che si dice essere il "noi due" . Riguardo alle tue "pene d'amore", ti capisco benissimo anch'io ho sofferto tanto perchè ho troppo amato e certamente ho inflitto la stessa sofferenza,sono arrivata alla conclusione che se da una parte ero causa del mio male perchè appunto sceglievo persone inopportune, dall'altra, a chi era in grado di amarmi e darmi ciò che cercavo non peremettevo di farlo perchè ero io che non mi volevo bene tanto da concedermi questo splendido sentimento. Adesso sto imparando a volermi bene a concedermi la vita nelle sue sfumature più belle e non è un caso se proprio quando ho cambiato registro ho trovato la pace dell'amore ;) Auguro davvero a tutte di sentirsi scorrere la felicità nelle vene!
  2. Juditta ,sono pienamente d'accordo con te, lo capisci quando è vero amore e quando è un sentimento diverso a volte anche forviato dai nostri stati interiori e dalle nostre nevrosi. é uno stato di pace totale con se stessi e con l'altro, ti fa sentire capace di dare senza subirne il peso, forte abbastanza da superare ogni difficoltà e piccola sofferenza.Molto diverso dalle tribolazioni che si provano in un rapporto di transfert con il terapeuta che costruisce ma a patto di sofferenze impronunciabili.
  3. Ciao...io penso come qualcuno ha detto,che ci sono tanti punti di vista scientifici, tutti validi. Ma per la complessità della tematica,riescono con difficolta ad incastrarsi bene a tal punto da dare una visione chiara e completa. Non dimentichiamo che il comportamento di per se è sempre difficile da studiare e le variabili sono innumerevoli. Per rispondere a tex, ci sono diversi studi di genetica e neurofisiologia che hanno scoperto differenze tra il cervello femminile e quello maschile, pertendo da queste evidenze hanno effettuato studi di confronto tra cervelli di uomini etero e quelli di uomini omosessuali ed hanno potuto notare che il cervello di questi ultimi era più simile,in alcune aree, a quello delle donne. studi genetici invece hanno notato che potevano esserci dei geni responsabili di questo sviluppo cerebrale.Gli studi, vanno accertati e replicati e comunque non vedono in queste differenze riscontrate un meccanismo patologico,anche perchè la patologia c'è solo se un organismo non funziona e gli organismi degli omosessuali funzionano benissimo.Tutti gli studi di genetica vedono l'omosessualità come un carattere recessivo del comportamento umano quindi del tutto naturale, del resto anche molte specie animali hanno comportamenti di tal genere. scusate se sono stata poco precisa, appena torno a casa reperisco i link degli articoli che ho consultato e li condivido per ora vi segnalo il sito: Pubmed da lì ho avuto modo di consultare le notizie che vi ho riassunto. buona giornata a tutti !
  4. Menarti!| e perchè mai... Euridice perdonami se non sono stata chiara... so che hai già qualcuno a cui appoggiarti con spalle ben larghe e una professionalità e competenza ben pronunciate, il mio era solo un modo per ammettere un mio probabile errore, vista la poca conoscenza della tua storia. Hai ragione quando dici che c'eri tu solo in quei 45 min. ho pensato che fosse importante in questa sede condividere un pensiero sopraggiunto nell'immediato, non per salire in cattedra o puntare il dito ma solo per scattare una sorta di fotografia da un'angolazione differente con una fotocamera diversa e non perforza funzionante. magari poteva dare uno spunto di riflessione a te o a qualcun altro. ci tengo a dare il mio contributo a questo gruppo dal momento che il gruppo mi sovraccarica di pensieri e riflessioni utili e di grande aiuto. grazie a tutte voi.
  5. Cara euridice, dalle tue parole è chiaro che vedi questo rapporto con il terapeuta come una reale attrazione reciproca sia fisica che mentale ma da ciò che riferisci sulle parole dette dal tuo terapeuta, mi è sembrato di capire che lui parla sì di un viversi da innamorati ma restando sempre su un piano professionale, di lavoro condiviso, non a caso ti ha detto che è possibile continuare il lavoro! se avesse provato qualcosa di diverso da l'interesse e l'affetto che un terapeuta nutre per il suo paziente avrebbe dovuto sollevarsi dall'incarico ed inviarti ad un altro terapeuta visto che è impossibile lavorare bene con un paziente per il quale si prova amore o altro. Perdonami se sono diretta, non vorrei che fraintendessi, voglio solo darti un altro punto di vista, sperando che sia utile...è una riflessione che mi è venuta leggendoti. Conta che non conosco bene tutta la situazione... se ti va di spiegarmi in modo dettagliato o se ho campreso male sono tutta occhi e mani :)
  6. ciao digi... è molto bello che tu sia riuscita a parlare di tutto questo con la tua terapeuta. in quanto all'emozione visibile sui suoi occhi vorrei fare una riflessione anche un pò generale. Spesso leggendo questo forum ho potuto notare che spesso ce la si prende con il terapeuta, che come molti hanno detto, in quei momenti di massimo sentimento tendono a prendere le distanze o essere più duri nello svolgere il loro lavoro, a volte mi è parso che si perdesse di vista un dettaglio fondamentale: il terapeuta che in quel momento vediamo come l'uomo o la donna dalle giuste risposte, che sta sempre un passo avanti a noi nel percorso di scoperta del nostro mondo interiore è anch' egli un essere umano con sentimenti e paure. Magari anche per i nostri terapeuti è difficile e doloroso affrontare la pressione emotiva di un paziente che prova certi desideri e certi sentimenti.Percui cara digi forse la commozione della tua terapeuta poteva anche essere dovuta alla felicità di poter parlare serenamente di una fase del vostro rapporto che è stata dolorosa e difficile per te quanto per lei. Sono felice che tu sia riuscita a trovare un equilibrio nel rapporto. in bocca al lupo ;)
  7. Ciao... è da un pò che sono iscritta ma solo ora leggendo questo discorso sento di dover dire la mia! la realtà è fatta da tanti percorsi alternativi, scelte insignificanti in quel momento ma che magari alla lunga rivelano una sterzata determinante nella nostra vita. Che sia una modifica positiva o meno noi possiamo solo afferrarla e renderla il più possibile formativa, il fatto che ti sia saltato all'occhio questa connessione non è negativo ma va utilizzata in maniera costruttiva. tutto sommato un passato scomodo ti ha portato anche qualcosa di positivo: un nuovo percorso di crescita e un modo nuovo di viverti nel mondo.
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