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Mochi

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  1. Mochi

    Uno, nessuno, centomila

    Ciao, sai, a tratti mi riconosco in pieno in quello che hai scritto! Provo a risponderti per quello che posso. Per me è uguale. Un po' peggio in realtà, perché non sono riuscito ad instaurare buoni rapporti con molti dei miei familiari, e ho perso i contatti con quasi tutti gli amici di vecchia data. Ma capisco perfettamente cosa intendi. Anch'io non davo peso alla situazione, dando la colpa alla mia timidezza e altre cose. Finché, a un certo punto, ne ho preso coscienza all'improvviso. E la solidutine forzata non è facile da sopportare. Anche qui ti capisco alla grande. Io non ho nessun problema a uscire con gente nuova, anzi cerco di cogliere le occasioni nell'illusione di poter socializzare un po'. Ma, come succede per te, oltre a due o tre persone al massimo, non c'è nessuno con cui ho un vero rapporto di amicizia. wow, qui davvero mi sembra di leggere me stesso! Per me è la stessa cosa. E, mi dispiace, ma ancora non ci ho capito nulla. Sai quante volte mi sono chiesto dove sbaglio, cosa ho di così diverso da tutti gli altri... boh! Ho provato e provato ad andare incontro a quello che la società chiede, forzandomi in comportamenti superficiali, cercando di essere allegro nonostante le sofferenze interne, correggendo i miei difetti che riconosco, ecc. E non è servito a molto. Un po' sì, ma sempre e solo per risultati superficiali. Inoltre, come dici tu, io sono sicuro di apparire molto diverso da come sono. Nessuno mi ascolta quando parlo, tutti mi giudicano per delle stupidaggini quando basterebbe parlare con me in modo un po' più serio per capire che genere di persona sono. Il risultato è che l'unico che mi capisce, sono io stesso. E non poi così tanto :) Su questo invece siamo diversi quindi evito di dileguarmi. Anche a me non dispiace la solitudine, ma nel mio caso, la quasi totale mancanza di rapporti umani e il fatto che nessuno abbia un reale bisogno di me, in pratica mi ha costretto a cambiare totalmente atteggiamento verso la vita. La cosa che veramente mi irrita, è che gente come dici tu più stupida e banale ottiene tutto dalla vita. Gente a cui non frega nulla dei sentimenti, li ottiene e spesso causa sofferenze alla persona che invece dovrebbe amare. Ora che abbiamo capito le nostre similitudini, se ti va possiamo discuterne. Ti avverto però che io non ho trovato soluzione, e dato che (soprattutto per cause sentimentali) ero giunto al limite della sopportazione, ho dovuto rinunciare praticamente a ogni aspettativa e oramai vivo in isolamento psicologico. Perché se c'è una cosa peggiore della solitudine, è il vedere cosa potresti avere e sapere che non lo avrai mai. A questo punto è molto meglio mettersi l'anima in pace e far passare il tempo, senza aspirare a nulla.
  2. Mochi

    Troppo 'calmo'?

    Ciao Xtent, molti anni fa avevo anch'io un po' questo problema. E' uno di quelli che, in parte, sono riuscito a superare, quindi forse posso darti una mano. Premetto che essere tranquilli e non portati all'aggressività è, secondo me, un enorme pregio, anche se è eccessivo. Ad esempio, non sopporto chi durante una conversazione, per farsi sentire alza la voce, anche se ha ragione. Con questo voglio dirti che il "problema" non è la tranquillità, ma piuttosto la mancanza di fiducia su questa stessa tranquillità. L'insicurezza spesso deriva dal non conoscere se stessi e quello che si vuole nella vita, ma dipende da caso a caso. Perché non mi fai qualche esempio pratico, così ne parliamo?
  3. Mochi

    Fobia sociale.

    Potresti provare a spiegare un po' meglio cos'è che ti spaventa, nell'interagire con le altre persone?
  4. Mochi

    Fobia sociale.

    Ciao miamissy, non saprei aiutarti riguardo ai tuoi disturbi di alimentazione, ma per la fobia sociale se vuoi possiamo parlarne. Anch'io potrei quotare la tua frase dicendo che sono un ragazzo "che vorrebbe stare in compagnia,uscire,fare tutto quello che fanno le altre persone ed invece non riesco". La mia fobia, probabilmente, non è profonda come la tua, perché nel mio caso si tratta più che altro di una forte ansia che in determinare circostanze riesco anche a superare. Non posso negare, comunque, che anche se supero i miei blocchi, ho come una barriera che mi impedisce quasi sempre di aprirmi e attirare gli altri. Ne ho parlato meglio in un thread, aperto qualche giorno fa. Hai mai provato a chiederti il perché di questa paura? Io l'ho fatto, e devo dire che alcune risposte le ho trovate. Non che abbia risolto nulla (capire un problema e risolverlo sono due cose diverse), ma è sicuramente un primo, importante passo.
  5. Mochi

    Auto-analisi dell'ansia

    Cari amici, oggi vorrei condividere una auto-analisi che riguarda uno dei miei vari problemi: l'ansia. Non è tra i miei problemi più gravi, ma proprio perché credo di aver capito abbastanza bene le sue dinamiche, forse vale la pena tentare di risolverlo col vostro aiuto. Io mi sento ansioso praticamente sempre quando devo interagire con persone che non conosco. In particolare, più il tipo di rapporto che si dovrà instaurare è di tipo personale, più cresce l'ansia. Questo significa che se devo incontrare qualcuno per motivi di lavoro o per qualche scopo preciso (ad esempio, devo andare in un negozio a chiedere un oggetto preciso), non ci sono assolutamente problemi. Invece, quando c'è necessità di instaurare un tipo di rapporto più personale, ecco che mi riempio di insicurezze e di agitazione. Un'altra cosa da notare, è che se in queste occasioni sono con un amico che conosco bene, l'ansia si riduce in modo drastico. La parte interessante del discorso, è che io ho capito piuttosto bene il perché di questo. Cerco di spiegarlo con un esempio. Supponiamo che un forum tematico dove sono iscritto, decida di organizzare un ritrovo una domenica. L'idea mi piace e confermo la mia presenza. Al momento di presentarmi, però, tutti i miei problemi mentali vengono alla luce. Cerco di fare un elenco per non essere troppo dispersivo: - Non ho mai approfondito molto nessun argomento (so poco di varie cose, piuttosto che molto di poche cose), perciò ho sempre timore di non avere nessun argomento di discussione e non poter approfondire nessun discorso. Vedo spesso persone che parlano per ore di uno stesso argomento, scambiando opinioni ed esperienze. Io non potrei mai farlo. - Non avendo mai ottenuto nessun particolare risultato nella vita, e non avendo un vero scopo, mi manca una colonna portante su cui basare le mie sicurezze. Per questo, su tante cose spesso non ho posizioni personali, non ho risposte o opinioni. Appaio come una persona vuota, in quanto... beh, lo sono. Questo si vede benissimo quando magari mi trovo da solo con un'altra persona, e vorrei fare un po' di conversazione. Penso a cosa potrei dire, ma io non ho un punto di partenza, se non delle banalità non correlate a me stesso. Se mi chiedessero "parlami di te", ci metterei 2 minuti a dire tutto. - E' un dato di fatto che il 90% delle persone che conosco sono più allegre di me. So di essere una presenza poco gratificante, anche se ho le mie ragioni. Sapere di apparire cupo e sgradevole mi spinge ancora di più a chiudermi in me stesso. Posso sorridere e rilassarmi, ma non posso cancellare la tristezza anche se volessi, e questo traspare all'esterno. Questo l'ho notato e mi è stato fatto notare, non è una mia paranoia. - Infine, forse la cosa più importante: dato che nessuno in vita mia ha mai mostrato un reale interesse per me come persona, ho una estrema insicurezza dal punto di vista della mia personalità. Per questo, ho molta paura di trovarmi in situazioni dove devo mettere allo scoperto me stesso, perché in quei casi non so mai se sto facendo cose stupide o no, se sto dicendo assurdità o cose sensate, se mi sto comportando normalmente o come un sociopatico. In questi casi, se sono con un amico che conosco bene, sono più tranquillo perché so che in casi di panico, posso staccare e parlare con lui. Ma mi rendo conto che è una vigliaccheria e non risolve nessun problema. Se avete qualche consiglio, ve ne sarò immensamente grato! Grazie!
  6. Ciao, grazie per la risposta. Sai, non sono certo di capirti completamente, ma in molte tue parole ritrovo alcune delle mie esperienze, quindi forse abbiamo qualche "problema" in comune :) A volte, la "confusione", come quella che tu dici di provare, potrebbe essere in realtà l'esatto opposto, e cioè l'inizio di una presa di coscienza profonda. Naturalmente ci sarà un periodo in cui ti crollerà un mondo e ne nascerà un altro, e in questo periodo la confusione è bella forte. A me, proprio negli ultimi tempi dell'università, è capitato esattamente questo. Mi sono reso conto piano piano di avere sbagliato tutto nella vita. Io spero dal profondo del cuore che non sia il tuo caso, ma se provi tanta fatica a studiare o a dedicarti alla vita universitaria, prova a essere sincera con te stessa e a chiederti se davvero è quello che vuoi fare. Procedere in una direzione che non si sente come propria, richiede una quantità di energie enorme. Tu dici che "mi ritrovo a non sapere neppure se continuare l'università perchè sia mente che corpo rigettano quel posto", perché secondo te è così? Hai qualche idea? Per capire l'origine di un problema, a volte un buon metodo è escludere cosa di sicuro NON è l'origine. Perciò, iniziamo con questa domanda: sei sicura che la direzione e gli studi che hai scelto siano quelli giusti per te? Riguardo i problemi sociali, con me vai sul sicuro :) Io mi riconosco tre grossi problemi, e il non riuscire a legare con gli altri è uno di questi. Perciò se vuoi spiegarmi meglio, forse posso capirti un po'. Buona serata!
  7. Cara amica, perché non ci racconti un po' di più? Anch'io, per esempio, ho capito di avere bisogno di uno specialista, ma sono uno che anche per andare dal dottore quando sta male aspetta di essere con un piede nella fossa, quindi sto rimandando... Potresti approfondire un po' il tuo problema?
  8. Ciao kouga, ti posso assicurare che per quanto possa sembrare inverosimile, a noi (almeno a me) fa piacere sinceramente risponderti. Non è certo per pietà, ma perché quando si soffre in prima persona, si riesce a capire almeno in parte anche la sofferenza altrui, e una delle poche gioie che ci rimangono è quella di aiutarci l'un l'altro. Se vuoi provare a rispondere al mio invito virtuale di prendere una birra possiamo provare a farti capire meglio dov'è il tuo problema. Per esperienza personale, ti posso dire che narrando e descrivendo le proprie problematiche, ci si avvicina sempre di più al fulcro del problema stesso, il che non è poco. Nel frattempo ti posso dire che ti capisco eccome, quando dici che ti manca ridere. Sapessi anche a me quanto manca... Ma soprattutto ti capisco quando dici di sentirti solo. Io ho ancora speranza di risolvere i miei problemi sociali, e fortunatamente ho qualche amico con cui posso distrarmi, ma ho rinunciato in modo definitivo ad avere legami emotivi con qualcuno. E viene da chiedersi che si vive a fare... Rimaniamo comunque in attesa della tua risposta!
  9. Caro kouga, vorrei anche dirti che non sei il solo a valutare il suicidio. Ma, per esperienza personale, posso dirti questo: se dici di non averne "il coraggio", è perché in realtà non vuoi affatto morire, è solo che ti pesa troppo la vita che stai facendo. Posso capirti perché anch'io sono nella tua situazione. Vivere con una continua sofferenza emotiva, senza nemmeno un attimo di vera gioia, escluso da qualsiasi scambio di emozioni fra le persone, e senza una reale speranza che questo possa cambiare... ti riconosci un po'? Proprio pochi minuti fa ho ricevuto una notizia che rischia di far crollare l'ultimo mio appoggio. Eppure, ci sono delle scappatoie meno drastiche del suicidio. Io ne sto provando alcune. Difficili, e probabilmente non funzioneranno, ma... direi che vale la pena di provarle tutte prima di arrendersi, no? Quelli come noi non odiano la vita, ma al contrario vorrebbero prenderne il meglio. Il suicidio non fa per noi, anche se sono il primo ad ammettere che ogni santa sera spero che nella notte finisca tutto.
  10. Davvero un bel discorso orion78! E allora mi unisco anch'io al coro. Io molto spesso mi chiudo nel mio mondo a guardare le stesse cose che guardate voi. Telefilm, anime ecc. E sapete perché? Perché almeno posso vivere da spettatore certe emozioni, che ormai ho rinunciato a trovare nel mondo reale. Almeno posso sognare un po'. E posso dimenticare un po' la rabbia che mi fa questo mondo, dove chi come noi vorrebbe offrire sinceramente sé stesso agli altri si trova isolato, mentre la gente egoista la fa da padrone. Scusate la banalizzazione, ma è un piccolo sfogo :) Kuga, proviamo a fare una simulazione (serve anche a me!). Ti telefono: "pronto? sono quel malato di mente del forum, ti va di uscire a prendere una birra?" Cosa rispondi? Non prenderla sottogamba perché è una cosa molto utile per capire dove stanno le tue paure.
  11. Ciao kouga, hai fatto molto bene a scrivere. Io in passato ho avuto un po' di paura nello stare in mezzo alla gente (e un po' continuo ad avercela...). Probabilmente non con la tua intensità, però alcuni sintomi sono simili, ad esempio quando dici: "ho paura di stare con molta gente o che magari mi si chieda qualcosa". Nel mio caso era dovuto alla grande confusione che avevo dentro di me. Essendo così sconosciuto a me stesso, non sapevo con che criterio mostrarmi agli altri. Adesso mi conosco molto meglio, anche se questo è ben lontano dall'aver capito il mio posto nel mondo. Secondo me dovresti partire dal cercare di capire bene chi sei.
  12. Ciao Laraa, certo che mi ricordo. :) Grazie ancora per l'incoraggiamento! Il mio essere "fuori dal mondo" era un po' separato dal mio discorso sentimentale, ma certamente fa tutto parte della mia vita. Naturalmente ci sono persone in situazioni simili alla mia (anche se, proprio come la mia, ancora non ne ho trovate), e anche in situazioni ben peggiori della mia. A volte mi vergogno di lamentarmi visto che c'è chi sta tanto peggio di me. Il mio percorso non pretendo che mi porti alla serenità, ma almeno vorrei evitare di cadere in depressione e limitare un po' la tristezza. Il segreto è accontentarsi di quello che si può avere, e di non fare l'errore di vivere sempre nella speranza di cose che non arriveranno mai. La parola chiave è "rinuncia", che non ha solo il carattere negativo che salta subito agli occhi. Non vorrei rubare altro spazio al thread di please... anche se questo mio discorso sarà il punto di arrivo del percorso che le sto mostrando.
  13. Ho capito, è differente dal mio stato attuale, ma naturalmente ci sono passato e, in fondo, anch'io continuo sempre un po' a sperare e a chiedermi le stesse cose. Quello che NON ti dirò assolutamente è "vedrai che prima o poi ecc. ecc." perché è semplicemente falso. Ma, d'altra parte, se tu non hai barriere personali che ti impediscono di legarti sentimentalmente a qualcuno, e ne hai la volontà, sicuramente c'è speranza. Però, se l'attesa è troppo pesante (e può durare chissà quanto tempo), devi in qualche modo usare dei trucchi mentali. Ti propongo dunque due percorsi paralleli: il primo è cercare di capire se ci sono degli impedimenti di tipo sociale o altro, che ti impediscono di conoscere altre persone o di legarci; il secondo è di rendere l'attesa meno difficile. Sul primo punto, tu credi che ci sia qualcosa che possa ostacolare la tua ricerca di una persona con cui legare? Io ne ho tante di cose in effetti, e ancora non sono riuscito a superarle per bene (e magari qui ci possiamo aiutare a vicenda...) Sul secondo... ti posso dire quello che ho fatto io. Il primo passo è vedere con distacco il tuo bisogno di emozioni. "Con distacco" vuol dire che devi separare il resto della tua mente da quella sensazione, quel dolore. Questa è forse la parte più dura, perché è il primo passo. Per quanto possa essere duro e benché sia con te 24 ore su 24, devi vederlo non come un qualcosa di coincidente col tuo spirito, ma come un qualcosa che ti sta avvolgendo. È sempre lì, e tocca ogni parte della tua vita, ma l'importante è capire che non è la tua vita. Non è facile da spiegare ma ti assicuro che se riuscirai a fare questo passo, avrai già fatto molto. Chiedimi qualsiasi cosa se hai dei dubbi, e quando sarai pronta potremo continuare. Ciao!
  14. Cara please, in buona parte mi riconosco nella tua descrizione, e siccome sto piano piano riuscendo a superare almeno una parte dei problemi, vorrei provare ad aiutarti. Adesso io ho 28 anni (ragazzo), e proprio come te, ho aspettato per tanto tempo di trovare la persona a cui dedicarmi. Un anno fa circa è successo quello che aspettavo, e mi sono innamorato di questa donna che però non mi ricambia. Da due mesi circa ho "ufficialmente" chiuso ogni speranza, anche se in realtà sapevo già da ben prima di non averne. Ma so bene che i miei sentimenti non cambieranno per anni. Ma torniamo a te. Ho passato e passo tutt'ora momenti di crisi, simili ai tuoi. La tristezza, soprattutto. Perché non c'è solo il dolore per l'amore non corrisposto, ma anche la consapevolezza che per tantissimi anni, o forse per sempre, non sarò in grado di amare nessun'altra, perciò devo rassegnarmi a una vita da solo. C'è anche rabbia in tutto questo, perché io ho molti difetti ma so di essere una persona capace di amare in modo sincero, eppure sembra che siano proprio gli uomini peggiori quelli che trovano la felicità. Ma questo è il meno e sto divagando. Come te, anch'io ogni sera mi chiedo cosa vivrò a fare un altro giorno. Come te, cerco di uscire con amici ma, per citarti, "non mi accade mai niente la mia vita rimane monotona, vuota e senza soddisfazioni." E sai quante volte penso a quello che tu hai scritto: "ho bisogno di un'amore, di un vero amore da condividere, da vivere, per star bene ed essere felice... è da troppo, troppo che lo aspetto e non arriva... " Dunque, abbiamo alcune cose in comune. Però abbiamo anche dei punti molto diversi. Le mie soluzioni in parte possono tornarti utili, ma è facile che io mi sbagli nel comprendere il tuo stato d'animo. Perciò, prima di approfondire il mio percorso che sto intraprendendo per migliorare il mio stato emotivo, vorrei capire meglio cos'è che ti pesa tanto. Nel mio caso, ci sono due cose: la prima è la sofferenza e il dolore per la solitudine e la lontananza emotiva dalla persona amata. La seconda cosa, è la forte tristezza e mancanza di motivazione per la consapevolezza che per molti anni (o peggio...) non potrò amare nessun'altra, e sarò dunque solo. Ti riconosci un po' in questa situazione, o nel tuo caso è diverso?
  15. Mochi

    Fuori dal mondo

    Ciao, grazie per la risposta. Forse mi ero espresso male, ma quando parlavo della depressione intendevo dire che la escludo al 99,9%. Forse varrebbe la pena provare a vedermi con uno psicologo (vedrò semmai a ottobre che dovrei essere in un periodo più tranquillo), ma come ho scritto prima, non so bene in che aiuto sperare. Sicuramente potrebbe darmi delle "dritte" su come socializzare meglio, ma sui veri problemi non ho idea di cosa si possa fare. Mi sto rendendo conto che la maggior parte della mia tristezza è dovuta a questa vicenda sentimentale, dove, per farla breve (avevo aperto un altro thread a riguardo) ancora non posso concedermi il lusso di rinunciare in modo definitivo. Ci ho provato a parole, ma non è cambiato nulla. Ormai è passato tanto tempo e in me non cambia niente. Ho passato da poco una bella vacanza visitando dei bei posti, dove mi ritrovavo sempre a pensare a quanto sarebbe stato bello condividere appieno quelle emozioni (cosa che si può fare solo con chi si ama), mentre invece rimangono chiuse dentro di me. Non capisco cosa potrà mai fare lo psicologo per cambiare questo. Inoltre, io NON voglio sacrificare una parte di me stesso che mi piace, nonostante mi faccia soffrire. Non voglio che lo psicologo mi porti a uccidere i miei sentimenti in modo innaturale, perché sono troppo importanti per me. Chi sono lo sto capendo proprio grazie a loro. La mia tristezza non mi impedisce di portare avanti i miei interessi, semmai il problema è che traspare quando interagisco con gli altri, ma questo è inevitabile, no? So di essere abbastanza confusionario nel dire le cose, ma molti aspetti li sto valutando via via che vi leggo e rispondo. Come vedete non so nemmeno cosa vi sto chiedendo
  16. Mochi

    Fuori dal mondo

    Grazie Laraa per la risposta. Non posso escludere al 100% la depressione, ma non credo che si tratti di questo. La mia è proprio semplice tristezza, causata dalla solitudine, dall'amore non corrisposto e dal fatto che non trovo un mio posto nel mondo. La depressione è per di più irrazionale, mentre nel mio caso ci sono delle motivazioni ben precise e non patologiche. Per questo motivo non mi sono mai rivolto ad un medico, perché non credo che la mia situazione sia patologica. Sicuramente può farmi bene parlarne, ma non serve un dottore per questo. Ne ho parlato un po' con un familiare molto vicino e scrivendo su questo forum. Forse il mio è un problema psicologico, ma non psichiatrico come può esserlo la depressione (spero di non fare confusione con i termini...^^) Non escludo che uno psicologo possa darmi una mano, ma temo che in quel caso si agirebbe solo sui sintomi mentre io vorrei risolvere le cause. Non voglio "accettare" il mio stato, perché vorrebbe dire distorcere una parte di me stesso. Voglio capire se ho possibilità di migliorare la mia condizione, e in quel caso come posso fare. Grazie ancora per il supporto :)
  17. Mochi

    Fuori dal mondo

    Non sono sicuro di questo. È dura avere un atteggiamento positivo quando a 28 anni non si è riusciti ad avere un vero legame con nessuno. Anche se dici che sono giovane, come posso pensare di ottenere qualcosa se finora non è stato così? Purtroppo non è un "momento" difficile, ma un'impostazione di vita. Io sono triste, e non posso fingere di non esserlo. Certo, ci sono tanti momenti in cui mi diverto o sono sereno, ma nel profondo provo sempre tristezza. E sono sicuro che gli altri lo vedono, e mi stanno lontani per questo. Ma è un cane che si morde la coda. Quello che dici è un po' come "la speranza è l'ultima a morire", dico bene? Trovare una persona con cui condividere la vita non è facile, e io sono uno che non si accontenta (come tanti altri) di stare insieme a una ragazza solo perché "mi piace". Ho necessità di condividere dei sentimenti per questo. Prima di innamorarmi sono passati 28 anni, quante possibilità potrò mai avere di innamorarmi ancora e proprio di una persona che mi ricambia? Se ci penso, è naturale che io stia distaccato dal mondo. Oltre a non avere motivo di essere lì, quando ho provato a trovare un vero contatto, ho ricevuto sofferenza. Sto usando tutte le mie energie per riassorbire i sentimenti che non posso condividere, ed è molto stancante.
  18. Mochi

    Fuori dal mondo

    Ciao Egocentrum, grazie anche a te per la risposta. Queste motivazioni, come le chiamo io, sono ciò per cui affronti i problemi, le cose per cui hai voglia di andare avanti. Io do molta importanza ai sentimenti, quindi una prima motivazione che posso dire è l'avere una persona a cui dedicarsi. Oppure, o anche in aggiunta a quello, può essere una grande passione per qualcosa, da applicare nel lavoro se sei molto fortunato altrimenti nella vita privata. In generale il trovare la propria strada, e percorrerla. È quello che nella tua vita dovrebbe rimanere sempre al centro, quello su cui basare il resto, nei limiti del possibile. Senza esagerare perché ovviamente nulla è eterno e bisogna essere sempre pronti a ricominciare. Ci sono, forse, anche persone che non hanno bisogno di tutto questo per poter vivere felicemente. Molti non hanno problemi a vivere per sé stessi accontentandosi dei beni materiali. Se ci pensi, nella vita facciamo tante cose perché servono a "sopravviere", non necessariamente cose dure. Si lavora essenzialmente per guadagnare (è ovvio che molti lavori sono anche in parte piacevoli), si pensa alla casa, alla macchina, si fanno sacrifici per risparmiare... ma alla fine, qual è la cosa per cui fai tutto questo? Se ti puoi rispondere, quella è la motivazione di cui parlo.
  19. Mochi

    Fuori dal mondo

    Ciao Laraa, grazie mille per la risposta. Cerco di spiegarmi meglio. Quando mi capita di trovarmi insieme ad altre persone, anche quando mi ci trovo bene e sono tranquillo, è come se io fossi sempre come un ospite in casa di altri. Vedo che le persone hanno un loro posto nel mondo, hanno magari una passione per cui vivono e altre persone a cui dedicarsi, e questo le inserisce nel mondo. Io invece osservo, sicuramente interagisco parlando e anche scambiando emozioni, ma alla fine mi trovo sempre a dover tornare nel mio mondo dove ci sono solo io. Riesco a ricevere i messaggi dagli altri, e a capire i loro sentimenti molto bene. Ma non riesco ad andare nel senso opposto, e cioè a inserire me stesso nel loro mondo. Non credo sia una questione di timidezza. Io ero timido anni fa ma ho superato bene la cosa. Per esempio, non ho avuto problemi a lottare (e vincere) a parole con un avvocato che voleva chiedere soldi indebitamente a un mio amico (e io non sono certo del mestiere, semplicemente sapevo di avere ragione e avevo fiducia in me stesso). La mia personalità, invece, sicuramente ha qualche colpa. Tendo a chiudermi, sentendomi un estraneo rispetto a tutti. Però mi sforzo molto di aprirmi. Credo però che la mia chiusura sia dovuta a questa sensazione di isolamento, e non viceversa. Credo tu abbia ragione sull'ultima cosa che hai detto. Molto dipende da come io mi presento agli altri, sono d'accordo con te ed è una cosa che anch'io ho capito. Se non apro me stesso, non posso pretendere che gli altri lo facciano con me. Io mi sforzo molto, ma anche quando riesco ad aprirmi davvero, non so se cambia qualcosa per me. E poi più passa il tempo, più perdo la volontà e le occasioni di aprirmi tanto a qualcuno. Io parlo di risultati piccolissimi perché, e purtroppo questo è un dato di fatto, mi ritrovo a quasi 30 anni con pochissimi amici (e non molto legati a me) e senza nessun legame sentimentale (non certo per mia scelta). Io mi sto rassegnando piano piano. Mi chiedo perché dovrei continuare a vivere isolato così.
  20. Mochi

    Fuori dal mondo

    Ciao a tutti. Ho 28 anni, e in tutta la mia vita non sono mai riuscito a fare parte veramente del mondo. Vivo come in una dimensione parallela, e osservo il mondo da fuori, anche se fisicamente sono lì presente. Mi sembra che la mia presenza fisica sul mondo sia in qualche modo una forzatura. Io vorrei sentirmi parte del mondo e della società, ma non riesco a trovare nessuna motivazione. Soprattutto, avrei bisogno di creare dei legarmi forti con altre persone, ma sembra che non possa avvicinarmi più di tanto a nessuno. Io faccio già una selezione piuttosto forte sulle persone, quindi sono poche quelle con cui mi trovo bene. Inoltre i legami che posso creare sono sempre piuttosto leggeri, non penso di aver mai avuto amici veri (di quelli che sono pronti a sacrificare qualcosa gli uni per gli altri). Poi, io vedo che tutti gli altri hanno un motivo per vivere, e allora mi sento sempre isolato. Poco meno di un anno fa, ho incontrato l'unica donna di cui mi sia mai innamorato. Siamo rimasti solo ottimi amici. La sua amicizia è molto importante, ma solo un legame affettivo poteva darmi un ruolo in questa vita. La sofferenza sentimentale mi fa pesare molto di più questa mia situazione. Io mi sforzo di aprirmi il più possibile con gli altri, quando vedo l'occasione, ma farlo sapendo che otterrò solo risultati piccolissimi è molto faticoso. Non so cosa dovrei fare, sento di non avere un motivo di esistere, e sono stanco di essere solo. Grazie a chiunque possa rispondermi.
  21. Ciao. Sono riuscito a fare il passo cruciale, dicendo chiaramente a lei e a me stesso che è tutto chiuso. Purtroppo questo è avvenuto in modo molto doloroso, perché non sono riuscito ad ottenere nessuna spiegazione ai mille dubbi che ancora avevo, e che adesso temo rimarranno tali. PrincipessaMononoke, tu mi chiedevi se avevo qualche idea per superare questa situazione. Come avevo scritto nel mio post precedente, ritengo inutile cercare di trovare il lato positivo di questo stato d'animo. Forse sono un po' fatalista, ma nonostante i miei sforzi sto sempre peggio e non vedo una via d'uscita. Allora, ieri ho preso una decisione. Non voglio continuare a vivere così, perché so che questa mia vita non ha futuro, ha solo solitudine. Non è recuperabile. Tu hai parlato di volerti togliere la vita... anch'io ho pensato che forse sarebbe meglio se una mattina non mi svegliassi più. Ma c'è un'altra soluzione: se questa vita è ormai irrecuperabile, possiamo provare a crearcene una nuova. Ed è quello che ora voglio fare. È una soluzione drastica e pericolosa, ma non ho altra scelta. Ho iniziato a liberarmi di tantissime cose, a buttare via oggetti che mi legano al passato, ad esperienze e interessi. Fotografie, i biglietti del cinema che mi piaceva collezionare. Ho deciso di regalare libri, CD e altre cose, a meno che non ci tenga davvero tanto. Voglio il più possibile svuotarmi. E allora, sarò costretto a rivedermi da zero, a ripartire. La mia speranza è che questo stimolo sia abbastanza forte da farmi vedere questi 30 anni passati come una vita conclusa, a sé stante. Mi restano pochi anni per tentare di trovare il mio posto e, finalmente, poter amare e essere ricambiato, e anche in quel caso non avrò molto tempo per godermi quella vita, ma l'alternativa è morire dentro. Devo almeno provarci.
  22. Ciao, grazie di aver scritto. Ancora non è "ufficialmente" finita, nel senso che sto ancora procedendo lentamente (ma senza ripensamenti) nel chiarire le cose in sospeso. Ci sono anche gli impegni personali che fanno passare il tempo. Il prossimo fine settimana farò un altro passo avanti, che potrebbe essere quello definitivo ma probabilmente ci vorrà ancora qualche altra volta. A giugno o luglio non potrò vederla per molto tempo (3 o 4 mesi), e prima di allora devo assolutamente concludere tutto... Passando alle tue domande... io mi sono chiesto tutte queste cose, e anche molte altre. Ho imparato di più su di me in questi mesi, che in tutta la mia vita precedente. Ogni situazione che coinvolge i rapporti umani è unica, e diversa dalle altre, per questo è molto difficile generalizzare o anche solo fare paragoni. E' utile, forse, cercare di vedere il nostro stato d'animo da tutti i punti di vista. Nel mio caso, ad esempio, io non soffro solamente per l'amore non corrisposto. L'amore ti amplifica tante cose, in positivo come in negativo. Io soffro anche perché ho paura di non aver fatto del mio meglio per farle capire quanto sarei disposto a fare per lei, e di aver perso così questa occasione. Non tanto per me, quanto per lei. Soffro perché non potrò stare al suo fianco ed aiutarla in tante cose, e mi chiedo se la vita che avrà, la renderà abbastanza felice. Soffro perché sono stanco di vivere senza scopo, senza aver mai ricevuto amore, sempre in solitudine. E soffro alla fredda consapevolezza che una vita così ideale come quella che ho sfiorato, non la avrò mai. Come mi sono risposto? Nell'unico modo possibile. Che devo convivere con questi pensieri. Non c'è un "trucco", non c'è un altro punto di vista, e non c'è una qualche magia per cambiare la realtà. Cosa si fa quando non c'è via d'uscita da una situazione? Si cambia ciò che è già stato deciso. Nel nostro caso, si mette in discussione il fatto che non si possa vivere con questa sofferenza. E invece, proviamo a considerarla una parte di noi, una nostra compagna che non ci lascia mai. E che forse, in un futuro, potrà anche farci apprezzare di più tante cose. Io condivido in pieno quello che hai scritto nelle ultime righe. Non posso credere che ci basteranno le "briciole". Però forse, potremo apprezzare anche solo quello che avremo. Anch'io sai mi sono chiesto, in realtà mai seriamente, se continuare a vivere così abbia senso. Perché quando sai che la vita non ha niente da offrirti se non la sofferenza, per quale scopo affrontarla? Eppure, ogni giorno ci sono persone che soffrono immensamente più di noi, che perdono davvero tutto, o che subiscono traumi terribili. Ne conosco personalmente alcune, e mi chiedo sempre come facciano ad andare avanti. Allora cerco di imparare da loro, e guardando la mia vita dal loro punto di vista, forse riesco a intravedere qualche briciola di speranza.
  23. Mochi

    Ripartire

    Ciao a tutti. Oggi vi scrivo per chiedervi consigli, aiuto o anche semplice incoraggiamento in una situazione sicuramente comune a molti. Sto cercando di ripartire con la mia vita, senza avere nessun punto fisso di riferimento. Ho già scritto in un altro thread la mia storia ma la ripeto brevemente qui. Sono un ragazzo di 28 anni, quasi sempre stato solo e in attesa della persona giusta. 8 mesi fa, ho incontrato quella persona. I dettagli non sono importanti, ma il riassunto è che lei ha inizialmente accettato di uscire con me, e per tutti questi mesi ho dato tutto me stesso per lei ma alla fine ha deciso di non approfondire il nostro rapporto. E' stata un'esperienza impegnativa a causa del suo passato che l'ha fatta soffrire, e che mi sono proposto, fallendo, di compensare. 8 mesi in cui ho lasciato crescere senza freni i miei sentimenti, per pagarne infine le conseguenze. Adesso mi ritrovo solo, convinto che l'occasione della mia vita mi è passata sotto il naso. Perché, al di là dell'ovvia distorsione della realtà causata dall'amore, una donna così ideale per me sono sicurissimo di non ritrovarla mai. Razionalmente, sicuro. E anche lei è rimasta sola, forse perché io non le piacevo abbastanza (spero sia così), ma forse perché io non sono stato capace di farle superare il suo passato. Non ho molti amici. Ho alcuni conoscenti, che ormai vedo un paio di volte al mese, e forse uno o due veri amici. Tutti gli interessi che ho sono irrisori rispetto a quello che ho sognato di avere. Non ho uno scopo nella vita, e non mi basta più vivere per me stesso. Inoltre, io rimarrò in contatto con questa persona ancora per molto tempo, vedendola almeno una volta a settimana. Eppure, devo andare avanti, o la mia mente finirà per cedere. Non so cosa fare, perché non ho più un sogno da inseguire, né un motivo per affrontare la giornata. Vado avanti per inerzia, da solo.
  24. Ciao, scusami per la domanda un po' strana. Credevo che tu pensassi qualcosa di simile e, avendo passato anch'io quella fase, magari avrei potuto darti qualche consiglio più mirato. Io, non avendo mai avuto storie sentimentali lunghe come la tua, non posso comprendere appieno la tua sofferenza. Ma ne conosco il sapore, e immagino sia semplicemente molto più grande di quella che provo io. Sai, anche la persona di cui sono innamorato ha vissuto un trauma simile. Non voglio divulgare informazioni personali in quanto non sarebbe giusto nei suoi confronti, ma posso dire che dopo molti anni vissuti con un ragazzo che amava molto, alla fine ha dovuto lasciarlo perché lui la trattava male e si è comportato malissimo. Ma lei lo ricorda ancora per quelle volte che la trattava bene, e dopo molto tempo da questa perdita ancora non si è ripresa. Cosa c'entra tutto questo con te? C'entra perché io sto disperatamente cercando, da mesi, di liberare questa persona dalle sue catene. Anche se non vorrà stare con me, la cosa importante è che possa ritrovare la forza di cercare la felicità, che possa riprendersi ciò che quel trauma le ha tolto. E credo che lo stesso discorso si possa fare anche nel tuo caso. Devi provare a liberarti, perché come succede quando si è incatenati, all'inizio ti fai male e ti ferisci se cerchi di slegarti, ma poi una volta liberato è come una rinascita. Certo, detto così sembra assai più facile di com'è in realtà, ma forse alla base di tutto c'è la volontà. Ora sei ad un bivio, e devi scegliere: vuoi continuare ad inseguire per sempre un sogno perduto, oppure provare, piano piano, a prendere la strada in salita che però ti porterà avanti?
  25. Ciao, scusa ma ti faccio una domanda diretta: hai paura che lui non capisca quanto tu ti voglia dedicare a lui? Quanto tu voglia il suo bene e la sua felicità? E hai paura che sia per questo che lui ti abbia abbandonata?
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