Buon giorno a tutti,
vengo subito al punto:mia madre è un'uditrice di voci.
Il problema ha iniziato a delinearsi circa 10 anni fa,quando c'è stata un'improvvisa rottura dei rapporti con una sua vecchia e carissima amica,nonchè nostra vicina di casa.
Nessuno di noi familiari ha mai capito cosa fosse realmente successo,fatto sta che mia madre improvvisamente non ha più voluto saperne nulla.
Fino a quel momento mia madre è sempre stata una persona normale,magari un po' riservata e severa,ma sicuramente senza nessun tipo di atteggiamento che potesse far pensare ad alcunchè di patologico.
Ciò premesso,da quando i rapporti con la sua amica sono venuti a mancare,c'è stata una lenta ma inesorabile escalation che l'ha portata a manifestare dei tratti paranoici ed ossessivo/compulsivi.
Riferiva di essere costantemente spiata dalla sua ex-amica,di sentire delle "brutte cose" che venivano dette sul suo e sul nostro conto,e che dovevamo stare attenti ed evitare la sua amica.
In una fase successiva ha iniziato a mostrare sempre più spesso,oltre alla paranoia,dei comportamenti ossessivo/compulsivi(tirava lo sciacquone del bagno decine di volte al giorno senza motivo,fumava come una ciminiera,passava le giornate in giardino a fissare il vuoto,quando passava l'ex amica iniziava ad urlare ed insultarla...etc...)
Dopo un lungo periodo nel quale mia madre ha sempre rifiutato qualsiasi tipo di approccio terapeutico(la frase ricorrente era "io non ho niente,sono gli altri che hanno problemi"),circa 3-4 anni fa siamo finalmente riusciti con l'inganno a trascinarla al CSM.
Hanno iniziato a somministrale psicofarmaci(prima Zyprexa,poi Haldol ed infine un altro di cui non ricordo il nome) e per certi versi le cose sono migliorate,nel senso che l'effetto sedativo dei farmaci ha completamente represso gli scatti isterici di rabbia.
Dall'altro però le cose cose sono anche peggiorate,nel senso che l'effetto sedativo ha portato anche alla repressione di qualsiasi stimolo vitale...oggi mia madre è apatica,trasandata,passa le giornate in casa,ha perso praticamente tutti i rapporti di amicizia e con la famiglia.
Parla pochissimo,è sempre "assorta" nei suoi pensieri,distratta,e per inciso continua a sentire le voci,che nel frattempo hanno assunto una connotazione impersonale(non è più la voce della sua ex-amica,ma voci generiche).
Al CSM l'hanno bollata come un caso disperato,nel senso che dopo aver provato vari tipi di psicofarmaci,aver tentato un approccio psicoterapeutico(sia privato che di gruppo),e aver cercato di coinvolgerla in attività di gruppo,non sanno più che pesci pigliare.
So di essere il figlio e quindi probabilmente non del tutto obiettivo,ma io sono assolutamente certo che dentro quella persona apatica e trasandata ci sia ancora mia madre...lo colgo dagli sguardi,dai sorrisi,dalle cose che goffamente cerca di dirmi e dalla voglia che ha di abbracciarmi e di baciarmi quando ci salutiamo.
La dottoressa che la segue ci ha detto che l'unica cosa che possiamo fare è continuare a somministrarle piscofarmaci ed accettarla per quello che è diventata,ma io sono fermamente convinto che quell'evento traumatico che l'ha portata a diventare così possa invece essere identificato e metabolizzato da mia madre.
Non mi arrenderò fintanto che non riuscirò a tirarla fuori da quello stato comatoso e di totale passività emozionale che la sta trasformando in un vegetale.
Il punto è che non so dove andare a sbattere la testa...di fronte al fallimento del CSM,cosa posso fare?Esiste qualche tipo di approccio non convenzionale?
Grazie a tutti per l'attenzione,
Ciao