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Haran

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  1. Haran

    Aiutare un' uditrice di voci

    Sì CLB,la tranquillizzano,ma troppo...io credo che buona parte della sua svogliatezza e del suo rincoglionimento dipenda fortemente dai farmaci. E' continuamente distesa sul divano e alla sera si addormenta subito dopo cena. Nei giorni immediatamente successivi alla somministrazione fa fatica anche a muoversi! Non so se questa sia la normale reazione al farmaco,comunque al CSM hanno cambiato spessissimo anche i dosaggi ma i risultati sono sempre gli stessi. Se non le si concedono le energie necessarie per reagire,come potrà mai riuscire a farlo? Capisci cosa intendo? Comunque ne parlerò alla dottoressa,vediamo cosa ne pensa. Ciao e grazie
  2. Haran

    Aiutare un' uditrice di voci

    Questa cosa della parafrenia mi era sfuggita,evidentemente non ci avevo mai fatto caso. Non ho capito perchè la dottoressa non abbia semplicemente scritto "schizofrenia paranoide" al posto di tutta quella pappardella che sa molto di "perifrasi",al prossimo incontro non mancherò di chiederglielo. Riguardo ai farmaci...non sono un addetto ai lavori ma sono molto attento alla risposta quotidiana della paziente. Per quanto ho potuto osservare quotidianamente negli ultimi 10 anni,gli psicofarmaci hanno una valenza puramente sedativa e onestamente continuo ad avere dei dubbi sul fatto che la facciano stare meglio di quanto starebbe senza farmaci. Il fatto che ne abbiano già cambiati 4 tipi in 5 anni(e anche il Risperdal che assume attualmente non è diverso dagli altri,per ammissione della stessa dottoressa) dimostra che anche al C.s.m. stanno constatando che "qualcosa non va". Anzichè provare un altro tipo di farmaci(il quinto in 5 anni),sarebbe possibile secondo te provare a sospendere(ovviamente per un periodo di "test controllato")?
  3. Haran

    Aiutare un' uditrice di voci

    per completezza di informazioni,riporto la diagnosi della dottoressa: psicosi paranoide a contenuto prevalentemente allucinatorio,tipo parafrenia. L'esordio psicopatologico viene fatto risalire al 2000 circa,caratterizzato inizialmente,oltre che da alterazioni della sensopercezione,da una ideazione di riferimento ed interpretativa di tipo persecutorio. Negli anni la componente produttiva,soprattutto per quanto riguarda la componente del pensiero,è diventata meno evidente:attualmente non manifesta una chiara ideazione delirante mentre persistono le dispercezioni uditive,a contenuto semplice e stereotipato,e il quadro è evoluto verso una forma negativa con ritiro,abulia,distacco ed appiattimento affettivo e isolamente sociale. La paziente,data la ridotta critica di malattia e la conseguente scarsa compliance alle terapie,è in trattamento piscofarmacologico con Risperdal RP 37,5mg ogni 14 gg. In pratica la dottoressa ha scritto in 10 righe quello che io ho scritto in 150,comunque la cosa che non capisco e che al momento mi lascia perplesso,è il fatto che mia madre debba continuare ad assumere psicofarmaci. Dato che questi NON risolvono i disturbi allucinatori,hanno un fortissimo impatto sedante e sicuramente non fanno bene all'organismo...sono davvero indispensabili? Ciao
  4. Haran

    Aiutare un' uditrice di voci

    Ciao C.L.B, non si tratta di schizofrenia. Adesso non ricordo con esattezza la definizione clinica del disturbo che la dottoressa ha riferito(solo dopo parecchio tempo che ce l'aveva in cura),comunque la dicitura ricorda una "psicosi ossessivo-paranoica legata a delle allucinazioni uditive". Domani comunque verificherò la certificazione del C.S.M. e sarò più tecnico riportando il disturbo ufficialmente riconosciuto. Cosa posso dire? Hai ragione,stare da sola non le fa bene,ma davvero farla socializzare è un'impresa titanica. Se non ce la fanno i medici e gli infermieri del C.S.M.(dei professionisti),cosa possiamo fare noi in famiglia? Hanno provato sia con la psioterapia privata che con quella di gruppo,entrambe abbandonate per mancanza di risultati. Al centro sta sempre in disparte e non socializza con nessuno. A casa idem. Ogni volta che le si chiede come sta risponde con un semplice "bene",senza fornire spiegazioni. Mio padre cerca di coinvolgerla,ma lei reagisce sempre in malo modo rifiutando ogni tipo di attività. Le normali attività che ha sempre svolto(spese,pulizie,preparazione pasti...etc...) adesso non le svolge quasi più,e mio padre ha dovuto accollarsi completamente la gestione della casa,con notevoli conseguenze sul suo stato psico-fisico. Le poche attività che svolge le fa in modo sbrigativo e distratto,con i risultati che si possono facilmente prevedere. Non cura più il suo aspetto,è ingrassata,l'igiene personale è diventata molto approssimativa. Non lavorando più,non accudendo più i figli,non svolgendo più quasi nessun tipo di attività,avendo tagliato quasi tutti i legami affettivi con amici e parenti...mi chiedo spesso dove trovi ancora la forza per andare avanti! P.S.:forse non sono stato abbastanza chiaro,comunque mia madre frequenta tuttora il C.S.M.
  5. Haran

    Aiutare un' uditrice di voci

    ho fatto un macello,adesso vedo 3 discussioni...chiedo scusa! Colgo l'occasione per presentarmi,visto che non l'ho fatto prima:mi chiamo Marzio,ho 27 anni e vi scrivo dalla provincia di Padova. Ciao :-) P.S.:mods,se possibile delle 3 discussioni terrei buona questa,grazie
  6. Haran

    Aiutare un' uditrice di voci

    Buon giorno a tutti, vengo subito al punto:mia madre è un'uditrice di voci. Il problema ha iniziato a delinearsi circa 10 anni fa,quando c'è stata un'improvvisa rottura dei rapporti con una sua vecchia e carissima amica,nonchè nostra vicina di casa. Nessuno di noi familiari ha mai capito cosa fosse realmente successo,fatto sta che mia madre improvvisamente non ha più voluto saperne nulla. Fino a quel momento mia madre è sempre stata una persona normale,magari un po' riservata e severa,ma sicuramente senza nessun tipo di atteggiamento che potesse far pensare ad alcunchè di patologico. Ciò premesso,da quando i rapporti con la sua amica sono venuti a mancare,c'è stata una lenta ma inesorabile escalation che l'ha portata a manifestare dei tratti paranoici ed ossessivo/compulsivi. Riferiva di essere costantemente spiata dalla sua ex-amica,di sentire delle "brutte cose" che venivano dette sul suo e sul nostro conto,e che dovevamo stare attenti ed evitare la sua amica. In una fase successiva ha iniziato a mostrare sempre più spesso,oltre alla paranoia,dei comportamenti ossessivo/compulsivi(tirava lo sciacquone del bagno decine di volte al giorno senza motivo,fumava come una ciminiera,passava le giornate in giardino a fissare il vuoto,quando passava l'ex amica iniziava ad urlare ed insultarla...etc...) Dopo un lungo periodo nel quale mia madre ha sempre rifiutato qualsiasi tipo di approccio terapeutico(la frase ricorrente era "io non ho niente,sono gli altri che hanno problemi"),circa 3-4 anni fa siamo finalmente riusciti con l'inganno a trascinarla al CSM. Hanno iniziato a somministrale psicofarmaci(prima Zyprexa,poi Haldol ed infine un altro di cui non ricordo il nome) e per certi versi le cose sono migliorate,nel senso che l'effetto sedativo dei farmaci ha completamente represso gli scatti isterici di rabbia. Dall'altro però le cose cose sono anche peggiorate,nel senso che l'effetto sedativo ha portato anche alla repressione di qualsiasi stimolo vitale...oggi mia madre è apatica,trasandata,passa le giornate in casa,ha perso praticamente tutti i rapporti di amicizia e con la famiglia. Parla pochissimo,è sempre "assorta" nei suoi pensieri,distratta,e per inciso continua a sentire le voci,che nel frattempo hanno assunto una connotazione impersonale(non è più la voce della sua ex-amica,ma voci generiche). Al CSM l'hanno bollata come un caso disperato,nel senso che dopo aver provato vari tipi di psicofarmaci,aver tentato un approccio psicoterapeutico(sia privato che di gruppo),e aver cercato di coinvolgerla in attività di gruppo,non sanno più che pesci pigliare. So di essere il figlio e quindi probabilmente non del tutto obiettivo,ma io sono assolutamente certo che dentro quella persona apatica e trasandata ci sia ancora mia madre...lo colgo dagli sguardi,dai sorrisi,dalle cose che goffamente cerca di dirmi e dalla voglia che ha di abbracciarmi e di baciarmi quando ci salutiamo. La dottoressa che la segue ci ha detto che l'unica cosa che possiamo fare è continuare a somministrarle piscofarmaci ed accettarla per quello che è diventata,ma io sono fermamente convinto che quell'evento traumatico che l'ha portata a diventare così possa invece essere identificato e metabolizzato da mia madre. Non mi arrenderò fintanto che non riuscirò a tirarla fuori da quello stato comatoso e di totale passività emozionale che la sta trasformando in un vegetale. Il punto è che non so dove andare a sbattere la testa...di fronte al fallimento del CSM,cosa posso fare?Esiste qualche tipo di approccio non convenzionale? Grazie a tutti per l'attenzione, Ciao
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