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LUDMILLABLU

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  1. Vi saluto anch'io, è tanto che non scrivo, ma vi leggo. Saluto Patrina e Stauff, i più assidui. Ad Euri: svuoti la casella di posta? Mi unisco al coro di voci per Rob 15, che è però ancora tanto giovane e allora le si potrà perdonare qualche ingenuità di troppo. Le vorrei dire: crescerai, come abbiamo fatto tutti e capirai molte cose. Concordo sull'impressione di alcuni di voi che tu non sia stata adeguatamente 'contenuta' dalla tua psi, che forse era impreparata e ha avuto paura. Vorrei dirle che forse è utile che si affidi a qualcun altro (più preparato e di maggiore esperienza), riprendendo i fili di qst vicenda con un nuovo psi, che la aiuti a tirarsene fuori. Non demonizzando l'uso di farmaci, se le venisse consigliato di assumerli, a tempo debito potrà stare bene anche senza. Il mio transfert è sempre attivo, forte e pulsante, per cui nessun rischio di OT! Certo lavorarci su è sempre doloroso, ecchecavolo, vampate di caldo infernale a dicembre e sudori freddi in piena estate. Ma quanto avevo accumulato senza accorgermene? Sotto quale cappa di difese vivevo, senza saperlo? Buon pomeriggio a tutti!
  2. Mi spiace molto, deve essere una situazione molto difficile, anche se molto più frequente di quanto si possa immaginare. Solo temo che, senza aiuto, per te da sola, sia ardua da superare, anche solo da rileggere in altra chiave. E immagino sia questo quello di cui hai bisogno ora. Non di fare tabula rasa di tutta questa storia, che è impossibile e sarebbe ingiusto, c'è un pezzo di vita dentro e forti sentimenti, ma darle un senso, e da lì ripartire. Per quello che ho potuto cogliere, da persone a me vicine, che hanno vissuto esperienze analoghe, è una situazione molto invischiante, per entrambi. Per te forse di più, da quello che racconti. I sentimenti, in qst casi, si intrecciano a dinamiche profonde, che, se vorrai, potrai approfondire con una persona esperta. Da sola è un'impresa difficile, sfibrante. Anche una buona amica con cui sfogarti sarebbe di molto sollievo, ma non ti offrirebbe quell'approfondimento che forse tutta questa vicenda richiede. Mi auguro che tu possa trovare la spinta a chiedere a qualcuno di aiutarti, ed in ogni caso ti auguro di essere serena. Buona notte anche a te.
  3. Ciao, mi metto sulla stessa linea di Jean, è un'esperienza frequente, per noi donne, inseguire qualcuno che fugge. Almeno una volta nel nostro passato sentimentale abbiamo provato in molte questa dolorosa esperienza. Fa' che non duri troppo a lungo, però, fa che sia solo una parentesi, appunto. Perchè la vita non può e non deve essere questa. Ognuno merita di essere felice e quantomeno sereno, nella sfera affettiva. C'è qualcosa in te che ti fa sentire 'familiare' questo modo di vivere il rapporto, così sbilanciato? Fatti delle domande, de puoi, su te stessa. Usa questo dolore per trarne qualcosa di costruttivo, fatti aiutare se ti accorgi che da sola affoghi dentro il dolore e non sai come venirne fuori. Fallo per te, tutto l'amore che hai sempre agognato da quest'uomo, che hai atteso pazientemente, in silenzio, in disparte, aspettando che lui volgesse verso di te quello sguardo, riversalo su te stessa,interrogati, chiediti cosa hai cercato spasmodicamente - senza trovarlo - in questa persona. Forse ti accorgerai che tu stessa non hai avuto amore verso te, accettando di stare dentro una situazione così dolorosa, ma solo una volta che ne sarai uscita potrai esserne consapevole, allora, potendo, inizia il prima possibile questo percorso. Ti assicuro che, mutata la prospettiva, dopo aver rimesso te stessa al centro della scena, sotto i riflettori, lui ti sembrerà quello che è, che ora non riesci a vedere, un piccolo uomo indeciso, ripiegato su se stesso, narciso, incapace di darsi. E tu ti guarderai indietro con tenerezza, pensando a quanto tempo hai sprecato appresso al suo egoismo, mentre la vita era altrove, ti scorreva a fianco e non te eri accorta. Ti auguro tutto questo. Però devi trovare la forza di metterti in discussione. Meriti la serenità. E la vita è una sola. Forza!!
  4. I Vostri beneamati festeggiano l'unità d'Italia? Lui si, e si era pure dimenticato di dirmelo.. Detesto questa ricorrenza che cade di giovedì, mi dispiace, ma me non me ne può frxxxare di meno in questo momento e questa deprivazione non mi ci voleva. WWWWWW la Lega che voleva boicottare!!! (scherzo, ma solo un po') W.E. infinitoooooooo
  5. Non ho mai pensato che esistesse lo psy adatto a me,non mi sono mai posta il problema, ecco. Forse ho sempre inconsciamente pensato che era l'unico "adatto". Un grande amore, ecco. Era l'unico che mi capisse. L'unico, primo "amico", con cui parlare. Ho respinto qualsiasi altra idea. La mia è stata la solitudine interiore più profonda, sempre. Ho chiuso i rapporti con il prossimo in tenera età. Ho cambiato famiglia, non ho mai avuto qualcuno con il quale accoccolarmi a parlare. La mia famiglia ero io, e basta. Ho vissuto sola, nonostante i rapporti con i familiari, ee, si può dire che nessuno mi conosce all'infuori di lui. Per cui si può parlare di miracolo, ci ha messo tre anni per aprirmi.:)) Quoto in pieno Light, fulminanti le cose che hai scritto. Sembra un frammento della mia storia infantile e adolescenziale. Il miracolo consiste nell'essere 'entrati in profonda intimità emotiva con una persona' (lo psi). Nonostante non ci sia contatto fisico, quello è il rapporto più intimo che abbia mai avuto ( e che ho). Permettere a qualcuno di toccarci dentro così in profondità, è questo il prodigio che facciamo sì che si realizzi in quella stanza. Tanto più prodigioso quanto più profondo è stato l'isolamento affettivo patito. Buona serata a Voi tutti. Sono sempre contenta di leggervi..
  6. Pulcino, che bello questo scambio di stimoli. Un input che nasce da un vissuto mio, che tu cogli, sviluppi e 'rimbalzi' ad Euri. Bellissima la canzone 'il maestro', che non conoscevo, racconta in poesia lo spirito di chi introduce un allievo ad un'arte, ne stimola le risorse e lo incoraggia a spiccare il volo, avendo piena fiducia sulle sue capacità. Come anche in ogni percorso di conoscenza interiore guidata da un 'maestro' appunto. Vorrei manifestare il mio sostegno ad Euri, di cui ammiro il coraggio. Non credo si possano fare paralleli con il percorso di qualunque altro di noi, secondo me il lavoro analitico in quel caso viene modulato in maniera diversa, come dire che va più a fondo, perchè viene data risonanza anche gli angoli più remoti, affinchè il mondo interiore del paziente che domani farà lo psicoterapeuta venga ampliato il più possibile, sì da sviluppare la più ampia gamma di vissuti possibili e poter contenere, poi, quello dei futuri pazienti. Ma questa è solo un mio pensiero, basato su 'percezioni' mie. Non mi sento di dire nulla sui vissuti di Euri, perchè il percorso è diverso dal mio, è diverso lo scopo, è diversa la persona, la relazione. Credo solo - in cuor mio e non è detto che ciò venga condiviso - che in quella stanza/relazione contenitore lei sia chiamata a sperimentarsi, nel senso più ampio possibile. E' lì per quello, anche in considerazione del lavoro che andrà a fare. Quello che cambia, da analisi ad analisi, è poi l'ampiezza di questa sperimentazione, che sarà - penso - tanto più accentuata quanto più profondamente andrà quel percorso. In sostanza, io lo faccio perchè voglio e sento di dover stare bene con me stessa, interiormente e munirmi delle risorse necessarie. Euri, che farà la psicoterapeuta -e sicuramente avrà come corredo suo personale un mondo interiore più 'ampio', più sfaccettato, più accogliente - lavorerà su tanti di quegli aspetti quanti sono quelli che compongono il suo mondo interno. Euri, scusa se parlo anch'io di te, è che ci offri stimoli di riflessione molto interessanti, che ci toccano. E torniamo alle mie pene d'amore di transfert...tanto mi sto rassegnando al fatto che sarà un tamburo battente per molto tempo ancora..Ho pescato un'altra poesia di Renato Zero, grazie a Pulcino, che mi ha 'rapito' e ha fatto risuonare l'eco della nostalgia: E come viene e va con perfetta ingenuità come un bambino è voce chiara in te e canta così forte che poi si incrinerà. E' lì nei tuoi pensieri si fa scudo delle tue incertezze si fa strada e non lo sai l'ingeneria genetica di un fiore il tocco della vita, e tu. Chiudi gli occhi in pieno sole che stai cadendo giù nel fondo di un amore da toccare sommare blu con blu. Dentro un amore sei è così che ti sveglierai sta suonando una musica sta suonando per te e ti sfiorano l'anima due mani, le sue. E' un vento così lieve che muove le tue vene che dita lunghe ha è ninna nanna antica l'infanzia della vita gioca nei sensi tuoi...
  7. Ciao a tutti, ogni tanto passo da queste parti e vi leggo con piacere. Ho cominciato a disvelarmi, pian piano, come un fiume che esonda dagli argini. Lui è stato dolcissimo.. Oggi comincia la pausa settimanale, si rivediamo la prox. settimana con lui, ed io sento già la nostalgia che mi inonda dentro. Ho cercato questa canzone, come in un flash, descrive benissimo come mi sento (e mi sentirò a lungo). Mi lascio cullare dalla musica e ascolto il dolore che mi sale su.. Magari toccasse a me prendermi cura dei giorni tuoi svegliarti con un caffè e dirti che non invecchi mai... Sciogliere i nodi dentro di te le più ostinate malinconie.. magari Magari toccasse a me ho esperienze e capacità trasformista per vocazione per non morire, che non si fa... Puoi fidarti a lasciarmi il cuore nessun dolore lo sfiorirà.. magari! Magari toccasse a me Un po' di quella felicità... magari Saprà aspettare te domani, e poi domani, e poi... domani Io come un ombra ti seguirò la tenerezza è il talento mio Non ti deluderò la giusta distanza io Sarò come tu mi vuoi ho un certo mestiere anch'io.. mi provi... mi provi Idraulico cameriere all'occorrenza mi do da fare Non mi spaventa niente tranne competere con l'amore ma questa volta dovrò riuscirci guardati in faccia senza arrossire... magari... Se tu mi conoscessi certo che non mi negheresti.. due ali Che ho un gran disordine nella mente e solo tu mi potrai guarire... rimani Io sono pronto a fermarmi qui il cielo vuole così Prendimi al volo e poi non farmi cadere più da questa altezza sai non ci si salva mai... mi ami? Magari... Mi ami!? Magari.. (Renato Zero- MAGARI)
  8. Judi, no che non è la prima volta. Mi sono innamorata altre volte, anche in maniera così coinvolgente. Così come ho avuto relazioni molto 'ragionate'. Ma ci si innamora sempre in maniera diversa, almeno per me è così. Perchè ci si innnamora per la prima volta di quella persona. Io o non mi innamoro e resto sulla soglia del rapporto (emotivamente) oppure mi innamoro, vivo il rapporto con grande trasporto, e quando il ciclo di esaurisce sono svuotata. E lo strappo è dolorosissimo. Sto osservando al microscopio, insieme a lui, il modo di innamorarmi, il modo in cui mi lego, nella relazione analitica. Pur essendo, l'attaccamento, in parte indotto, è ugualmente travolgente, come ogni vero innamoramento. E porta sofferenza, insieme a tante piacevoli sensazioni. Forse sto osservando il modo in cui mi sono legata anche alla principale figura di riferimento della mia infanzia, visto che la relazione analitica è una ri-messa in scena della modalità di attaccamento che abbiamo 'imparato' (io la vivo così). Ci devo passare attraverso, con tutte le paure ed i sussulti del caso..
  9. Buondì a tutte. Rifletto e ancora rifletto e ancora rimugino (é questo il mio problema!! l'ipertrofia della ragione) su quanto sia forte questo e travolgente questo oceano di sentimenti che mi lega a Lui. Ne soffro atrocemente, mi rimbomba dentro mentre cammino, parlo con le persone, lavoro, come se qualcosa stesse cercando inesorabilmente di farsi spazio dentro me, l'ondata emotiva che viene da Lui, ovvero che viene da me e va verso di Lui. Potrei scoppiare dalla nostalgia, dal desiderio, dalla tristezza di doverlo prima a poi salutare, come anche sono costretta a salutarlo alla fine di ogni seduta, prima del w.e., ad ogni separazione. Ma la vita non è questo? un continuo separarsi dalle cose, dalle persone, anche dai pensieri. Come di impara l'eleasticità necessaria senza perdere pezzi di se' per la strada, senza provocarsi lacerazioni dolorosissime ad ogni distacco? Naturalmente parlo delle situaizoni a forte carica emotiva. Po penso anche che non me ne frega assolutamente niente di trarne considerazioni di stampo filosofico sulla vita.... Che io ricordi, quella che sto vivendo è la scossa più forte mai vissuta (se escludiamo familiari stretti, ma con loro è diverso, la relazione non è al microscopio come nell'analisi ed è per molti versi più diluita), il famigerato BIG ONE. A volte mi domando: dove andrà a finire tutto questo tumulto interno? Io prima non 'sentivo' in maniera così forte. Spesso mi domando: troverò pace? Ed un minuto dopo mi sembra di sentire già la nostalgia di questo stato emotivo a tinte forti, per certi versi penso che lo rimpiangerò. Come qualcosa che afferri, miracolosamente, riesci a tenere per un attimo e poi svanisce. Ho paura di tornare alla quiete dei sensi e delle emozioni. E ho paura che Lui possa essere l'unico viatico a questo stato di 'esaltazione' dei sensi e che quindi, non essendoci più Lui, tutto questo possa svanire ed io non riuscire più a recuperarlo. Si può vivere sereni in una impasse di questo tipo? Per 'buttarla' sul tema sesso....come ogni tanto Lui fa, non senza imbarazzo da parte mia..vista la tensione erotica che aleggia lì dentro... è un po' come dire che ad un certo punto incontri un uomo che ti fa impazzire, con cui provi sensazioni fantastiche, ti accende il fuoco dentro ed una volta provato non vuoi più lasciarlo andare...perchè hai paura che senza di lui mai più riproverai le stesse sensazioni...temi persino di lasciarle andare quelle sensazioni di 'pienezza' che lui ti fa provare. Che ti fanno sentire LA VITA. Il dramma diventa quindi quello di staccarsi, da Lui, da quelle sensazioni, emozioni.. Che tortura.. Pensare poi di tornare alla vita di tutti i giorni, in cui tutto è più sbiadito, più grigio, spento. Con la morte nel cuore, gli occhi gonfi di lacrime invisibili ed un'unica speranza: di ritornare al più presto da Lui e sentire ancora i brividi che ti attraversano la schiena. E' grave. Lo so. Come l'incantesimo nelle fiabe dei piccoli.. Sto messa molto male, lo sento.
  10. Ciao a tutti. Il tema della separazione (anche tra una seduta e l'altra, così come da una settimana all'altra, o nei periodi di vacanza) è sempre stato un leit motiv per me durante l'analisi (ed è ancora di tremenda attualità) a causa della mia storia personale. Leggendo sull'argomento e riflettendo anche sui miei vissuti durante la stessa analisi, ho compreso quanto sia importante sapere separarsi bene. Sembra che sia un nodo cruciale nella vita emotiva di chiunque e spessp sottovalutato. A questo link http://www.nicolalalli.it/pdf/consultazione/separazioni.pdf troverete un articolo molto ben fatto e molto esaustivo sul tema che aiuta anche a capire molte sfumature. Io l'ho trovato di grande aiuto in momenti difficili del percorso, ci ho trovato il perchè di molte delle cose che accadono in terapia e che vivevo come espressioni di un certo sadismo nei confronti del paziente. Agli addetti ai lavori e a chi mastica della materia per una sua personale curiosità potrà forse sembrare un riassunto di cose già note. Per me è stato illuminante. Vorrei condividerlo con voi. Buona lettura!
  11. Ciao a tutte, grazie afri ed euri per le belle parole. Io mi sento solo molto vulnerabile lì dentro, non so quando potrò dire tutte le cose che ho scritto, che intanto hanno richiesto tempo perchè potessi maturarle in me stessa. Oggi l'ultimo incontro prima del w.e., che come al solito mi spalanca le porte alla nostalgia. C'e' un attimo,quando ci salutiamo sulla porta, in cui incrociamo gli sguardi, come in un rituale, sempre uguale, e dal modo in cui lui mi guarda, se dritto negli occhi o abbassando subito lo sguardo, e dall'espressione che ha il suo viso, se seria o pensierosa o sfuggente, io posso capire se ci siamo 'incontrati' durante la seduta o se ognuno è andato per fatti suoi. Quando mi guarda e mi sorride e i suoi occhi brillano mi sembra di essere la persona più felice della terra, in quel momento non voglio nient'altro. Col pensiero è come si abbracciasse e mi stringesse forte. Anch'io vorrei abbracciarlo, guardarlo più intensamente, ma stupidamente abbasso lo sguardo e sorrido. Anche oggi è stato così. In quei momenti è come se facessi il pieno di lui, del suo sorriso e del suo sguardo su di me fino al momento in cui lo rivedrò. Non è che passo il tempo della seduta in contemplazione. Anzi, parlo, mi avventuro per strade impervie e ogni tanto faccio un giro su me stessa, i pensieri si contorcono, lancio messaggi, parlo per metafore, per immagini, mi addentro nei dettagli dei sogni (ora mi rendo conto, sempre più espliciti e che sembrano gridare '.....................!!!!!!!!!' tutto quello che non si può dire a parole. Lui sempre lì, dietro, a volte una presenza silenziosa, enigmatica, a volte interviene, porgendomi il filo, il nesso, il senso.. E' come se stessimo tessendo una tela, trama e ordito, trama e ordito, io metto un filo, lui l'altro, io un filo e lui l'altro..e la tela si fa sempre più fitta e il disegno (me stessa) più chiaro e nitido. Io che vorrei invece, che mi toccasse anche, per sentirne la presenza fisica. A volte sento il suo odore, a distanza, che è buonissimo, e lo inspiro in gran segreto. Se potessi chiudere gli occhi e lasciarmi andare in quei momenti....a quella beatitudine..Ma non posso, lui è lì, con lo sguardo fisso su di me. Mi tradirei inesorabilmente. Lo sento respirare, a volte trattenere il respiro, o respirare in modo quasi tremolante, o fare lunghi sospiri, a volte mi è sembrato tirasse sul col naso e avesse la voce 'rotta' (si era forse commosso?). Non ho osato chiedere, ne ero quasi spaventata. Lui deve stare saldo su quella sedia, devo sentirlo solido. Se ne avvertissi l'instabilità, di fronte alle mie cose, me ne spaventerei. Io che non oso entrare nel suo 'privato', neppure nelle sue reazioni emotive, che' mi sembrerebbe di essere invadente, maldestra. quando lo faccio lo faccio in modo cauto, in punta di piedi, col passo leggero di un gatto che cammina sugli specchi. Del resto sono io la paziente lì dentro, non lui. Non è quello il mio compito e cerco di restare fedele al mio. Qualche volta mi sono avventurata sul questo terreno, cercando di scrutare nelle sue reazioni, nel perchè delle cose che diceva, nel come le diceva. E' stato molto chiaro nel ribadire quale fossero i ruoli lì dentro, con garbo. E nello spiegarmi che semmai era lui a doversi interrogare sui perchè, e che questo compito non potevo sobbarcarmelo io. E' come se mi avesse detto: fidati di me, lasciami lavorare. Mai una volta ha interrotto una mia reazione emotiva, di stizza, rabbia (ce ne sono state...), o il mio pianto. Ha lasciato che fluisse liberamente e poi, tornata la quiete, mi ha parlato facendomi capire che per tutto il tempo lui era stato lì ed aveva ascoltato, accolto, raccolto. Chiarito talvolta. Non sempre: per lungo tempo ce l'ho avuta con lui perchè lasciava porte aperte, domande irrisolte, emozioni (le mie) sospese nel vuoto...Non mi contiene, mi dicevo, con rabbia...e talvolta l'ho esternata questa rabbia. Col tempo ho capito. Non era disinteresse, noncuranza. Era il 'suo' modo per fare sì che sperimentassi certe emozioni, che entrassi dentro certi vissuti in maniera profonda, che imparassi a raccogliere me stessa da quegli abissi (mi sembravano tali, perchè talvolta ho avuto la sensazione di scivolarci dentro come in un burrone, senza mai toccare il fondo). E' quello il modo in cui ci viene insegnato a 'contenerci', facendoci sperimentare certi vissuti.Per poterci poi incontrare nuovamente e dirci: 'hai visto, puoi sopportarlo, puoi sentire il fondo e risalire, contenendo te stesso'. Quante volte ho dovuto ripetermi, per non perdere la speranza e la fiducia in quello stavo facendo ed anche in lui: l'analisi non è un 'maternage', non è una culla calda ed accogliente che ci fornisce riparo dalla vita e dalle emozioni (dolori compresi). E' una esperienza condivisa, è percorso di ampliamento della consapevolezza di se', è un portare in superficie e acquisire a se'. A volte mi dico: se non è amore questo.. O forse è solo professionalità. E umanità. Per me è costruire dentro di me quel genitore amorevole di cui sono carente: provo grande tenerezza oggi per i miei genitori, dopo averli odiati, rinnegati, processati, giudicati e condannati senza riserve per le loro (mie) carenze, per le sofferenze che mi portavo dentro. Ero arrivata a voler fare della stanza d'analisi il luogo della loro definitiva crocifissione, il tribunale supremo dove eseguire la pena. Dopo un lungo periodo di rabbia feroce, mi è arrivato sonoro lo stop. Basta rabbia, basta giudizi e condanne. Lui non poteva e non voleva più sentire parlare di loro in quei termini. Hanno fatto ciò che hanno potuto, ciò che era in loro potere. Se non mi avesse dato lui lo stop, ora non sarei in pace (intimamente) con loro. Non riuscirei a pensare a mia madre sententomi vicina a lei emotivamente, non potrei sentirne l'assenza struggente e non avrei le lacrime agli occhi ogni volta che il pensiero di lei risale in superficie. Non potrei guardare mio padre e sentirmi stringere il cuore mentre osservo la lentezza dei suoi movimenti, ascolto i suoi ragionamenti ormai incerti e i ricordi che sfumano ogni giorno di più, non avrei la consapevolezza che il suo cammino si fa via via più breve. Cosa voglio dire? Forse solo riflettere ad alta voce, io che ho tanto scritto durante questi anni, quasi un diario paralleo delle sedute, perchè certe cose non andassero perse, non volassero via. Forse i miei stessi pensieri, le mie sensazioni. E' da un po' che non lo faccio, forse perchè strada facendo, come dice lui, 'ho imparato a contenerli in me stessa certi vissuti, sono più saldi, ho meno paura di vederli evaporare'. Torno invece a scrivere, su un forum, dopo un po' di tempo, perchè è un momento particolare del mio percorso. Pensieri ad alta voce, questa volta non nella solitudine di un diario, ma in condivisione con chi fa il mio stesso persorso, la mia stessa esperienza. Forse anche per rendervi partecipi dei miei vissuti, se possono fornirvi spunti utili - in negativo o in positivo - per dirvi, se posso, in questi momenti di beata sintonia emotiva con Lui, quando la sua presenza è ancora molto forte in me (e sperando che sfumi il più tardi possibile, almeno fino alla prox seduta), di abbandonare il braccio di ferro, di mettersi in ascolto di se' stessi, del proprio bambino interiore, loro sono lì per 'agganciarci' come fossimo navicelle spaziali fluttuanti e restituirci parti di noi. Ah, (sospirando....) cosa fa l'amore...........diventa tutto rosa intorno..........
  12. E sì, è proprio così, solo dopo quasi dieci anni il problema del transfert è diventato non più evitabile. E 'proprio questo che ho fatto, in tutto questo tempo. L'ho evitato, e non per sport, come suol dirsi. Ho costruito il rapporto di fiducia con lui, ho 'succhiato' sostegno da lui,ne ho fatto il mio padre spirituale, mi ha accompagnato mentre entravo nel modo del lavoro, mentre 'uscivo' di casa, andavo a vivere da sola, nelle mie vicissitudini amorose, mi ha accompagnato durante la malattia di mia madre, durante e dopo la sua morte - in assoluto il dolore più lacerante della mia vita, indicibile, indescrivibile, ne sento ancora oggi, a distanza di cinque anni, il dolore fisico - mi ha accompagnato e ancora mi accompagna nella gestione di una complicata situazione familiare..insomma, il transfert era l'ultimo dei miei pensieri, credo possiate capirmi..ero molto più bisognosa di sostegno e di un porto sicuro dove portare le mie angosce e lui ha svolto questo ruolo per tutto il tempo, con grande pazienza, assecondando la mia richiesta, che era in fondo quella di esserci, in quello spazio, per accogliermi, a volte sostenermi, senza mai forzare i tempi. Di questo non posse che essergli infinitamente grata. Penso ora sia venuto il tempo, la mia vita e' 'stabilizzata', sono in grado di sostenere questa fase (forse.....fosse per me eviterei ancora un po'), sento che è giunto il tempo di fare il salto, di spingermi oltre i miei 'evitamenti', cioè oltre quello che è il mio problema di fondo. 'Il problema', il 'fantasma', come ama definirlo lui. Che dire? Spero di non farmi troppo male, ho un grande bisogno di avvicinarmi più a lui emotivamente, e allo stesso tempo ne sono terrorizzata. Terrorizzata da quello che posso sentire, dal timore di non sentire più i confini di quello che provo e quindi di me stessa. Una situazione che devo avere già sperimentato in un tempo molto antico e della quale continuo a sentire una nostalgia struggente ed insieme una grande paura. E' questo conflitto che mi ha portato da lui, in analisi ('se non l'avesse sperimentato, questo stato di fusione totale, non lo conoscerebbe, non lo cercherebbe, non sarebbe qui', come mi disse lui una volta). Potrei darmela a gambe a questo punto, in fondo non c'è nessuno che mi punti una pistola alla tempia..Potrei dire che ho una gran paura e che non me la sento di continuare. Che ho paura di perdermi..E di uscirne a pezzi. Ma io penso che lui saprà contenermi. E' abbastanza preparato. In fondo l'analisi personale e anni di training a questo servono. Io non posso fare altro che fidarmi. Perchè la vita possa riprendere, fuori da quella stanza,perchè non si esaurisca lì dentro. Ho una vita da vivere; voglio innamorarmi, avere un figlio, sentirmi parte del mondo, tornare ad appassionarmi al mio lavoro e alle cose della vita, gioire, piangere, incaxxarmi, godermi la serenità d'animo, il sesso, invecchiare, sentire la vita che scorre, insomma. Restituirmi alla vita piena, penso sia questo il gesto d'amore più grande che lui possa fare. Se per fare questo devo passare 'attraverso' di lui, non ho altra scelta. Gli chiederò di sostenermi anche in questa fase, finchè non potrò contenermi da sola. Poi gli chiederò di aiutarmi a separarmi da lui, che sarà la cosa più difficile. Mi prenderò tutto il tempo necessario. Gli chiederò di aiutarmi a non cercarlo nell'uomo che deciderò di avere al mio fianco, nelle persone che incroceranno la mia strada, perchè non saturi il mio desiderio e mi permetta di viverlo fuori da quella stanza. Infine gli chiederò di aiutarmi a trovargli un posto dentro di me, dove possa restare, come un padre buono ed amorevole, una riserva di energia, fino alla fine dei miei giorni, con la sicurezza che mi sarò lasciata attraversare fino nel profondo, che a lui avrò permesso di arrivare fino quel posto lontano dentro di me dove non è arrivato nessuno, così che quando lui me ne avrà restituito i pezzi lì ci sarà un po' più di luce e non farà più così freddo.Ed io ne avrò meno paura. Vorrei che alla fine che ci saremo detti tutto quello che potevamo dirci e che quello che rimane è vita da vivere. Vorrei che fosse così, alla fine. A quel punto non mi servirà altro. Faccio un lavoro che nulla ha a che fare con la psicologia o affini. Lo faccio solo per me, pe stare bene, non mi occorre salire nessun altro gradino. Che miracolo sarà stato, alla fine, questo viaggio dentro me stessa. Mi avrà riportato alla vita. 'La meravigliosa avventura della psicanalisi' (Glauco Carloni, psicanalista SPI, scrive cose bellissime, se vi dovesse capitare di imbattervi in qualche suo scritto non esitate ad entrarci...) Buona notte a voi tutte...
  13. Thanks a lot to Zazà, froggy e afri. Ho già letto gran parte delle pagine del tormentone, ci ho impiegato due giorni (una notte ho fatto anche le cinque di mattina ) ma chissà perchè continuavo a pensare: noooooooooo, non può essere così!!! A me non deve succedere, ma evidentemente se mi sono ritrovata in qst discussione e ne sono stata inghiottita nel giro di qualche ora, beh... si vede che quello che temevo era già successo.....solo non osavo confessarmelo...Cavolo! Io, così razionale! A volte vorrei scavarmi una buca in cui nascondermi, all'idea di ritornare 'davanti' a lui..Sono ormai quasi dieci anni, è passata tanta acqua sotto i ponti, grandi dolori e lui sempre accanto (dietro) a me, con discrezione, ogni tanto una frecciata sulla mia 'impassibilità', ma comunque sempre con grande tatto. Io che mi dicevo, non crollerò mai ai suoi piedi, figuariamoci, non ho mai pianto neppure davanti a mio padre..., ho pensato per molto tempo che lui mi piace, sì, ma che era solo un effetto collaterale, un inciampo, un incidente di percorso, andiamo avanti con lavoro intanto...ora mi sembra di non avere null'altro da dire, come se avessi sviscerato tutto ormai e restasse solo un argomento a disposizione, dopo che ci ho girato intorno dieci, centro, mille volte...un punto gravitazionale intorno a cui sembrano girare tutte le cose che si muovono lì dentro...Ecccome se se n'è accorto ragazze, anch'io credo di sì..E ' pure un gran furbone, per come lo conosco, ma come potrebbe non saper leggere tra le righe sottili chi fa quel mestiere? E poi...c'è da dire che ultimamente gli ho raccontato una serie di sogni.....con tanto di candore......a distanza di qualche giorno ci ho ripensato e mi sono detta: ma sei scema? ma come ti è venuto in mente? all'improvviso quelle immagini mi apparivano così chiare......desiderio sessuale di lui, nudo e crudo...Lui, garbatamente, ha glissato, perchè non era il momento di rendermi così manifesto questo signifcato...ci sono arrivata io, dopo qualche giorno..che caxxxxxo di torda che sono! Secondo me lui si fa pure un sacco di risate in cuor suo a vedere questi miei reiterati quanto vani e maldestri tentativi di 'sviare' dall'argomento sesso... non in generale, perchè se n'è parlato, ma nel senso della presenza di tutta questa 'tensione' erotico-amorosa (da parte mia, perlomeno) perchè io poi lì sarei costretta a gettare la maschera e.... a scavarmi un tombino d'emergenza proprio sotto al lettino... Poi penso...questa sono io, sono le mie pulsioni,anche se dirette a lui 'solo per il fatto che sono cose sue, dovrebbe esserci affezionata...', come mi disse una volta lui stesso...cerco di ripetermelo come un mantra...perchè mi suonino tollerabili e, perchè no, belle... Così come cerco di non scordarmi mai che l'analisi è fondamentalmente 'una ricerca di senso', un portare alla luce le diverse parti di se' e 'dare loro un posto, un senso compiuto, una bellezza'...come farebbe un genitore amorevole.. Abbiate pazienza...ho appena cominciato ad assillarmi/vi...
  14. Buonasera a voi tutte (parlo al femminile perchè mi sembra che le protagoniste dei qst discussione siano soprattutto donne), sono contenta di essermi imbattuta in qst forum, che sollievo ho provato, pensavo di essere uno dei pochi esemplari di ominide sulla terra che si sono ritrovati, loro malgrado, presi in una vorticosa ossessione amorosa con il proprio analista. Invece leggo - con sorpresa, piacevolmente, così mi sento meno sola - che in questo vortice siamo in tante (ed in tanti credo..), anche se ognuno con le sue personali sfumature. Quanto è difficile gestire questa cosa! Ti rimbomba dentro, è un tormento che non puoi sviscerare dentro quella stanza come fosse una delle tue paure, una tua insicurezza, un tuo cupo pensiero. L'oggetto ' del contendere' è proprio lui, caxxo, il depositario delle tue confidenze più intime. E allora come si fa? E' un'impasse terribile. Quanto imbarazzo. Per una come me, poi, sempre misurata, direi timida di fondo. Con un grande pudore di se' e dei propri sentimenti. Che imbarazzo ad aprirmi in modo così 'fragoroso'. Come si fa? si dice .... Ehm... ehm... mi scusi, ma sento di dover parlare di una cosa.... è urgente .... sono tremendamnte a disagio... ma credo sia accaduta una cosa imprevista... mi dispiace... ma è successo ... ecco vede.... non so come dirlo.... ma.... io credo di essere innamorata di lei...no, non credo si tratti del cosiddetto transfert, di lei come persona intendo... del resto come posso farmene una colpa? Lei è.... il mio specchio, il mio confessore più intimo, il contenitore delle mie paure, dei miei pensieri, dei miei sogni, del mio intimo più privato...ora... non so se questa cosa può interferire con il nostro lavoro... E' che io... insomma... non è che sono venuta qui cercando qualcuno di cui innamorarmi, davvero... io avevo solo bisogno di vedere più chiaro dentro di me...di alleggerire il peso delle mie angosce, di imparare ad incassare i dolori e gli eventi della vita senza andare in frantumi, insomma respirare fuori dall'inquietudine.. ed invece, ecco, mi dispiace, non volevo, glielo giuro, ora non vorrei avere complicato le cose, reso impossibile proseguire il percorso, perchè davvero non ce la farei a tollerare che lei mi metta alla porta..non ora, sono troppo vulnerabile... insomma, mi aiuti, mi venga incontro... senza farmi troppo male possibilmente... E' abbastanza chiaro in che grande casino mi trovo? Ho letto tante volte che lo scopo dell'analisi è guarire, di norma spostando l''energia' bloccata verso mete vitali, perchè fluisca verso l'esterno e non torni su se' stessa, come in un corto circuito. Allora è questo, agli effetti pratici che accade? La spinta vitale (chiamamola libido, pulsione di vita o altro) riprende a fluire verso l'esterno, in cerca dell'Altro e questo deve avvenire passando attraverso l'analista? Cioè quest'ultimo deve fungere da catalizzatore? Perchè letto su un libro sembra tutto così bello, lineare, fisiologico, catartico...mentre vissuto su di se' ha gli effetti di una bomba atomica inesplosa, di cui si teme la potenza deflagratrice? E se lui è un tipo abbottonato? un freudiano doc? Se mi sembra di essre io la pazza inavasata lì dentro e lui una specie di saggio confucio con tiepide emozioni, senza scossoni ed un robotico selfcontrol? La testa mi sta andando in corto circuito, vorrei riuscire a piangere per rompere la tensione, ma mi si blocca tutto tra le mie rigide sinapsi.. Qualcono di voi va da un freudiano? Grazie per esserci, grazie per la generosità che mettete nel raccontarvi. Euridice, sei un vulcano! Così viva! Ma quanta sofferenza anche! Un bacio di affetto e solidarietà a voi tutte!
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