Salve a tutti...
Non so se è la sezione giusta. Forse dovevo scrivere in "Chi mi aiuta?", ma io leggo sempre questa parte del forum... anzi, quel topic mega-lungo mi ha fatto compagnia per taaanto tempo...
Ho 24 anni e in questo momento sento un forte bisogno di "aprirmi a qualcuno"...
Gli unici essere umani che incontro ora sono i miei genitori (che in questi giorni sono in vacanza) e lo psicoterapeuta da cui vado – due volte a settimana – da un anno abbondante.
Lui mi ha trasmesso serietà, ma anche delicatezza e tranquillità, già dal primo incontro... altrimenti sarei "scappata via", come è successo nelle due volte precedenti, mentre tentavo di iniziare un percorso di aiuto.
Comunque... negli ultimi mesi mi sono resa conto di quanto io sia incapace – e sia stata incapace – a stare con gli altri, a comunicare con gli altri, a vivere con gli altri.
Dopo aver perso i contatti con la mia amica d’infanzia, non ho più creato nessun tipo di legame importante, né a scuola né all’università... durante quell’unico primo anno che sono riuscita a frequentare. Non ho mai avuto una vita sociale attiva... mi bastavano quei brevi rapporti che si creavano prima – dopo – durante le lezioni.
In famiglia, l’unica persona su cui riesco – e non sempre (anche per colpa mia) – a contare è mia madre... Mio padre ha più paure di me e con mia sorella (più grande ed ora andata a vivere per conto suo) non ho mai avuto alcun tipo di rapporto.
Comunque, fino a qualche anno fa, mi "bastavo" e avevo imparato a credere di star bene, aggrappandomi all’iper-controllo che avevo (ed ho) sul mio corpo e il mio peso, al mio "andar bene a scuola" e ai conseguenti sogni universitari e professionali...
Quando mi sono trovata di fronte al mondo vero, fatto di continui contatti umani, in questo "mondo aperto" e che richiede apertura... mi sono richiusa sempre di più. Tutto è crollato ed ho continuato a rotolare per mesi... anni... finché mi sono convinta che così non poteva continuare.
Pian piano questi incontri settimanali sono diventati importanti per me... E lo psicoterapeuta anche. È diventato una specie di sole. Una figura positiva e "protettiva", vicina ma lontana... e mi sembra che questo sia l’unico modo per far sì che io riesca a provare affetto per qualcuno.
Tante consapevolezze sono affiorate ora, con la terapia...
Solo che ora mi ritrovo qui, adulta, senza niente dentro e niente attorno. Non riesco più a portare avanti gli studi... non ho più la testa e mi dà un fastidio assurdo aver buttato via tutti questi anni... vorrei cancellare tutto e ricominciare da capo in maniera ordinata e lineare. Non riesco a lavorare – ci ho anche provato – perché non sono in grado di interagire con le persone e lavorare "partecipando".
Sento un vuoto dentro... ma con cosa lo dovrei riempire? Condividere la mia vita con altre persone mi sembra una cosa assurda e faticosa.
A casa non riesco più a starci... non si respira... e non mi riconosco in questo passato che non sento.
In seduta parlo in retromarcia... saltando le parole e sottovoce, quando riesco ad andare oltre al silenzio. Non sono capace – e lo vorrei tantissimo – di andare lì e urlare chiaramente tutto il dolore che ho dentro.
Scusate la lunghezza... ma in questo momento non so che pensare... sono a casa da sola e chiusa qua da lunedì. Apro la porta solo per far uscire i miei cani in giardino. E non ho fatto altro che ingozzarmi di cibo e lassativi.