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alessandro crescentini

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Contenuti inseriti da alessandro crescentini

  1. Io credo, e lo sostengo anche in qualità di psicologo che collabora con l'Associazione Nazionale Tumori, che la cultura della morte o tanatologia debba essere conosciuta per esprimere al meglio quel corteo di cure palliative che rinforzino la cultura della vita. Il fondatore di questa fondazione promulga dunque il verbo dell'Eubiosia inteso come cultura della vita ed espressione di tutti quei sentimenti di solidarietà che rendano giustizia e dignità ad un Essere Umano anche in condizioni di sofferenza. Fino a pochi anni fa probabilmente un discorso simile sarebbe stato utopico, ma oggi che gli ospedali si sono spostati a casa, che il metabolismo emotivo del sofferente viene considerato debitamente, che esistono strumenti sempre più efficaci di controllo del dolore, noi pensiamo che anche un secondo di vita speso dignitosamente e affettivamnte valga la pena di essere vissuto e protetto da un'équipe di medici, inferimeri e psicologi che si prodigano per adattarsi alle esigenze del sofferente e dei familiari. Tutto ciò oggi è possibile, e diventano rarissime quelle condizioni di esasperazione della patologia, ma sempre più frequenti situazioni di controllo della stessa e di ritorno ad una logica in cui la buona morte divenga l'espressione finale e la naturale conseguenza di una buona vita. Io questo lo posso testimoniare perché l'ho visto con i miei occhi.
  2. "Alessandro, il messaggio che non ho capito è l'ultimo che hai scritto rivolgendoti a me, e non parlando di me. se poi è (forse)il tuo psichismo a ritenermi meschina, come mai non è il tuo psichismo a percepire un litigio che io non ho percepito?" In sostanza il litigio in effetti non è avvenuto poiché l'abbiamo diluito, contenuto, tutto è rimasto sull'orlo dell'ipotesi e dell'ironia perché in tutta onestà il litigare con una S. non credo mi permetta una qualsivoglia opportunità di crscita. In ogni caso ascolta agnello: asserzioni del tipo "il resto è sterile rancore, parlarsi addosso...e Crescentini" a ciel sereno come una scarica di diarrea appare al senso comune come una forma di comunicazione meschina che cerca la lite, poi l'autorichiamo è il lassativo; dunque si tratta di un'equazione: la tua stipsi (di cui ho cercato in passato di parlarti ma ti sei ritirata) si è evoluta in scariche adrenaliniche ed attacchi di penetrazione che preconizzano lo scontro. Non lo accetto chiaramente, dunque porgi la tua attenzione altrove e non soffermarti su di me, grazie. "a coloro che si dichiarano favorevoli alla pena di morte nei confronti dei pedofili vorrei fare una domanda, dato che non sono capace di analizzarne le motivazioni(ma ci sarà senz'altro qui qualcuno atto a fare questo lavoro):avete mai pensato ad un pedofilo come un essere umano?come una persona che sta molto molto soffrendo?avete mai pensato che anche lui è stato un bambino,e che probabilmente ha subito un abuso? non voglio far cambiare idea a nessuno, ma qualche volta guardare le cose sotto un'altro punto di vista può aiutare..... " Io credo che trattandosi di PSICOnline sia necessario soffermarsi sulla dimensione mentale di un pedofilo senza ergersi a giudici, altrimenti andrebbe bene un "sentenzonline" o giù di lì....tra l'altro il pedofilo comunica una modalità o schema esistenziale fortemente interpretativo e dunque degno di attenzione clinica; alla condanna ci pensa la magistratura, non lo psicologo. "ps:dato che la mia moderazione è contestata, Ale mi affiancheresti?tu sei molto più bravo di me" No, io credo che siete entrambi bravi, come è possibile affermare il contrario? Però, nonostante la vostra incredibile bravura, io continuo a sostenere la candidatura di quel moderattore hce oltre che bravo è pure bello!! :D
  3. ...chiedo ufficialmente l'intervento del moderatore, ma non di uno qualsiasi, quello nuovo! Quello bello con la bicicletta! :)
  4. "..forse era questo che mi sfuggiva nel senso del messaggio...menomale che ho capito,pensavo di essere rincitrullita." Cara S., nonstante non ti nascondo la sensazione di meschinità che mi trasmetti (la qualcosa naturalmente può facilmente appartenere in parte o in toto al mio psichismo), ti vengo incontro e ti chiedo di dirmi quale messaggio non hai compreso, e sarò ben lieto, anzi sufficientemente lieto di spiegarlo. "YY..io non mi ero accorta che qualcuno stesse litigando, mi sembrava un forte e civile scambio di idee...ma magari mi sbaglio. " No, YY ha visto bene perché ha colto la tua modalità conflittuale e aggressiva di proporti nonché la mia voglia e piacere di replicare, insomma YY appare più "individuato" (si può dire?) di te...
  5. Guarda Ying hai ragione, e scusa per questo. E' che la signorina mi risulta proprio insopportabile. Grazie per avermi ricordato che non scherzo neppure io, cerco di stare più attento; ognuno si tenga i fantasmi suoi. La solitudine è vincolata di solito con la rabbia o con l'aspettativa; altrimenti sentirsi soli è la condizione più sublime dell'essere umano, la più autentica. Non per rubare le parole al mio omonimo il Martinelli, ma mia va di mandarti un abbraccio se lo accetti.... Ale
  6. "ps:Alessandro: non ho capito un solo solitario concetto del tuo messaggio di risposta, ma mi piacerebbe capirne almeno qualcuno, ti dispiacerebbe darmi qualche spiegazione?Grazie" Tu ri-leg-ge-re con moooolta caaaaalma guida-ta da arche-ti-pi e seeeenza ter-zo occhio e foooorse com-pren-dere quaalcooosaa. Tu ca-pi-re o io ri-spie-ga-re?
  7. A me viene in mente una comica: una fila di neri che possono esprimere un desiderio davanti al genio della lampada; il primo: "io volere diventare bianco!!!" Ed ecco che per magia diventa bianco. Il secondo:" io volere diventare bianco!!!!" E anche lui bianco. Intanto l'ultimo neretto della fila se la ride di gusto....Il terzo nero: " anche io volere diventare bianco!!!!!" e tac! anche lui bianco mentre l'ultimo della fila se la ride grassa.....quello dopo: "anche io bianco!!" "anche io!" "anche io" e via tutti bianchi. Finché arriva il turno dell'ultimo nero che ancora se la ride a crepapelle e il genio incuriosito gli chiede: "Ma cosa ti diverte tanto?" E il nero ridendo: "il mio desiderio......LORO TUTTI NERI!!!!" :D :D :D Ammazza che infame!!!!!!!!!
  8. "Fantastico! Quindi vuol dire che stiamo manipolando noi stessi facendo diventare noi stessi spaventosi e crudeli." Credo che manipoliamo il rapporto con la realtà, sì dunque in sostanza noi stessi certo. L'immagine esplicativa è questa: ci trasformiamo in mostri che fagocitano la realtà. ""quella realtà non è mai esistita" era solo la nostra realtà di quel momento che ci ha permesso di conoscerci meglio, di conoscere meglio una realtà più vera. Ci ha insegnato che conoscere la realtà non può essere disgiunto dal "sentirci", dal "sentirla"." Esatto, io penso che in questo modo abbiamo una chance di conoscenza di noi e della realtà intesi come entità separate ma in comunicazione bidirezionale. "Io ringrazio ogni cosa che mi porta ad avere un senso più profondo della realtà... Per salire più su partiamo inevitabilmente dal gradino più giù: grazie allora al gradino più giù. " Sono d'accordissimo: sono arrivato a postulare l'ipotesi di studio che ogni "prima" comunicazione con la realtà possiede il carattere dell'allucinosi, dell'interpretazione, della manipolazione del dato, insomma dell'estroflessione allucinata di noi stessi nella realtà, da cui l'idea che la realtà non esiste. Poi dietro la manipolazione, se scoperta e destratificata, la sorpresa: noi da un lato la realtà dall'altro. "Un pò di tristezza, umanamente, ci viene quando ci voltiamo indietro, guardando in basso... ma se appena alziamo lo sguardo, dalla nuova posizione, vedremo orizzonti che non avremmo mai immaginato...ed allora alla tristezza farà posto la gioia. Insieme, entrambe, andranno ad arricchire il nostro senso di felicità." Insomma il lavoro della disillusione e del sentirsi in un compromesso accettabile della realtà.
  9. Ci sono passato anche io ed a livelli esasperati. In sostanza avviene una manipolazione pesante del dato di realtà, come dire che facciamo diventare la realtà spaventosa e crudele per evaderla. Ma perché la evadiamo? Credo si tratti di un meccanismo difensivo: fare affiorare la realtà al di fuori di noi significa riappropiarsi di tutti quei mostri psichici proiettati all'esterno e capire/sentire che fanno parte del nostro umile essere, e vi troviamo di tutto, dalla forza alla debolezza più infima, ma va accettata quale conditio sine qua non per essere umani. In sintesi la realtà che ci fa soffrire per i giudizi dati appartiene ad una nostra ricerca di contatto con la realtà stessa e con la nostra intimità, una sorta di esplorazione, che inizia in questo modo e prosegue con un'analisi interiore di ripresa del proprio sfaccettato vissuto interiore. Insomma, quando vi trovate di fronte ad un malessere publlico, non fuggite, accettatelo e concedetevi il lusso di sentire ciò che accade, poiché si tratta in realtà di un confronto importante con noi stessi proiettati all'esterno. e la chance non va perduta. Curioso eh? Quella realtà piena di nemici non è mai esistita.....
  10. Sì certo.....l'autenticità del legame con se stessi....il confronto con sé....ovvero la base per accettare l'esistenza dell'altro e, in definitiva, per coltivare un legame....
  11. "Io il senso di malessere lo percepisco prima del giudizio negativo, il mio malessere sta nella paura di un ipotetico giudizio negativo non nella reazione ad esso. Spesso infatti ciò che mi blocca ad interagire con gli altri è proprio il timore degli altri." La capisco. In sostanza si adotta un meccanismo proiettivo, paranoico, attivo: l'idea conflittuale costruita dal soggetto viene proiettata nella dimensione mentale dell'altro da cui si fugge, agendo una distruzione prima che avvenga l'incontro; il sintomo blocca la dimensione anticipata del meccanismo offesa-malessere-rabbia; credo che questa dimensione rappresenti l'intuito citato dal Mattioli. In queste condizioni non si corre il rischio di dover impegnarsi per gestire un legame basato sull'autonomia emotiva delle parti.
  12. ...riguardo all'argomento del topic ritengo necessario un approfondimento in chiave analitica, e il mio contributo è nell'analisi psicodinamica e neurologica dell'evento punitivo, è il mio lavoro e questo so fare; per ciò che riguarda la mia idea personale di essere umano, e non credo interessi (giustamente) a nessuno, sono certo che la violenza generi altra violenza, sempre e senza discussioni.
  13. Non ho visto linciaggi mediatici. Credo che sia opportuno che ognuno dica le proprie idee con serenità, senza attaccare le persone. Riguardo all'autorichiamo era intriso di ironia e di nulla, altro che dignitoso; mi hai attaccato laddove non ce n'era alcun motivo, e di gente abituata a calpestare l'altro senza motivo ne ho vista tanta; un tempo era mia abitudine prenderli a calci in culo, ora preferisco scartarne l'esistenza e cercare legami in cui il veicolo comunicativo sia intriso di rispetto; lascia stare la sensibilità, pure io sono sensibile a questi argomenti ma non mi nascondo dietro ad un manto di presunta sensibilità per attaccare le persone; se lo faccio me ne assumo la responsabilità. In generale però sottoscrivo che la tua sensibilità passa attraverso la sterilità di un mezzo mediatico, è vero, spero che sia questo il tuo veicolo predominante nei rapporti umani, sarebbe splendido.
  14. "Crescentini, mi ritengo esente da volontà di potenza e/o autoritarismi vari, ma da moderatore ti invito ad un pò più di rispetto." Bene, io da utente ti invito ad un po' più di correttezza professionale, sai a cosa mi riferisco; un moderatore che scrive: "il resto,Nello, è sterile rancore, e Crescentini, è parlarsi addosso" dovrebbe stare solo in dignitoso silenzio. "non mi pare proprio che ciò che ho scritto possa giustificare il tuo paragone forum=water...ovvero, per dirla fuori dai denti: non ho scritto m e r d a t e." Non hai scritto m e r d a t e, è vero, non mi permetterei mai di asserirlo, anzi ho sempre trovato una certa grazia nella tua burbera comunicazione, una sensibilità di base che mi fa tenerezza e che appoggio. Ma poi improvvisamente fai la p i p ì sul forum, da cui l'equazione proposta, ti ricordo infatti che il forum siamo tutti noi, me incluso, volente o nolente. "Grazie".
  15. "io credo(e l'ho già scritto ma vi è evidentemente sfuggito)che chi è favorevole alla pena di morte stia biecamente delegando il suo istinto omicida, lo stia proiettando(avete presente miss Proiezione?bè, è una brutta bestiaccia)al di fuori di sè perchè è troppo da sostenere. " Naturalmente è evidente che chi spinge nell'autoritarismo del NO sta difendendo gli altri dalla sua smania di "assassinio". Nello specifico ciò è eloquentemente dimostrato: "chi ha lavorato per anni su di sè è consapevole dei propri vari mostri interiori, e non va a cercarsene altri all'esterno.è questo il punto. il resto,Nello, è sterile rancore, e Crescentini, è parlarsi addosso. S." Per concludere in "bellezza" ecco la fenomenologia del terzo occhio: "ps:e adesso mi autorichiamo perchè sono stata odiosa. si può volere di più da un moderatore?" Naturalmente la moderatrice nonché professionista che non conosce il fenomeno della stipsi scambia il forum con il water dell'atelier e poi si arroga il diritto di tirare giù l'acqua.
  16. "La pena di morte non è un semplice si o no come i perbenisti vogliono ridurre ma riguarda l'interiorità della società e della persona.....". Grazie mr. Nello, credo che al solito tu abbia centrato il punto qualificante. Il forum (bada bene di PSICOnline) è attinente e vincolato con tematiche di discussione su come può essere studiata la realtà; la psicologia insomma non è lo scibile umano per intenderci, ma una chiave di lettura delle esperienze umane tra tante. Molti lo scambiano forse con il luogo adatto a dire le proprie preferenze, un grottesco e narcisistico atelier. Chiaramente io son convinto che ognuno abbia il diritto di esprimersi (lo dico perché suona bene), ma qui si cerca di capire. Da te si può cercare di capire, anzi CON te, dunque ci tengo a inneggiare l'intelligenza se vincolata con la relazione. Io ho studiato psicologia perché era pieno di donne e perché ero pugile, poi ho capito (10 anni dopo) che le mie motivazioni erano appunto psicologiche e di relazione, e le ho studiate.
  17. Io penso, a prescindere dalla condivisione altrui che non auspico (tendo allo svisceramento del ragionamento e null'altro), che sub soli si rischi di bruciarsi. La "dittatura del relativismo" ci lascia sempre un po' esterrefatti. La metafora dei novanta minuti è interessante, naturalmente essa stessa diviene schema, ovvero "commento"; a questo livello è necessario: astenersi completamente dal giudizio (clinico o morale? Per intenderci...); o, ed è la via che perseguo, cercare un modello che rechi le maggiori possibilità di adattameno nel vivo della partita, d'altronde l'allenamento è imprescindibile e non si basa (solo) su chi troviamo dinnanzi, ma soprattutto sul come (quale bagaglio personologico) ci poniamo, il ché rende giustizia al coacrevo di interventi terapeutici tranne che al comportamentismo se non in integrazione con il cognitivismo più recente. L'idea umanistica dell'esserci è basilare, e non appartiene ad un indirizzo terapeutico, né ad un qualsivoglia tentativo di speculazione teorica, appartiene a pieno titolo all'essere umano e al suo declinarsi nel flusso cornologico storico; o metastorico? Questa è la questione BASILARE, pensiamo, di ogni attività clinica. Ovvero: quando la storia reclama lìesserci, nel ci si condensa il dispiegarsi di svariate modalità dell'essere, che è necessario perndere in considerazione; anche a posteriori, se è necessario; e non è ciò che peculiarizza il popolo italiano, magari lo fosse...
  18. Apro e chiudo parentesi, poiché penso che più voci diano un senso maggiore ad un discorso antico. Vedere l'uomo nella sua totalità (ho dei seri dubbi che ciò sia possibile senza crearci aprioristicamente un concetto quantomeno schematico di totalità) significa, a mio avviso e ripeto MIO, avvicinarvisi con umiltà e conoscenza: nell'una rientrano a pieno titolo i personali percorsi formativi analitici, senza i quali il limite tra collusione e sim-patia si affievolisce sino a confondersi; nell'altra rientrano gli studi didattici e di marca culturale, all'interno dei quali, studiando la psiche umana, non possono mancare né le leggi della percezione né le ricerche psicoanalitiche né gli studi basali del comportamentismo né la base dell'emotività umana, la neuroanatomofisiologia biologica, sfera alla quale appartengono tanto le emozioni quanto lo psichismo intero, concetto aleatorio che sfuma di fronte a quello più pragmatico e poderoso di legame/relazione. Lo scibile umano è così vasto che non sarebbe possibile avvicinarsi neppure superficialmente a tutti gli ambiti di competenza; ma da qui a rifiutare credo che intervengano variabili soggettive che andrebbero rivisitate. Certo, per amor dello sviluppo della disciplina.
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