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GanjaChanel

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Reputazione comunità

  1. sto chiedendo solo delle informazioni rispetto a questo tipo di strutture, soprattutto vorrei sapere se appena compio 18 anni posso scegliere di uscirne, o devo rimanere lì. Premetto che c'è un decreto del giudice che raccomanda il mio allontanamento dalla famiglia.
  2. Sono arrabbiatissima, ho avuto un problema abbastanza grave l'anno scorso di cui ancora mi porto gli strascichi, ma adesso va decisamente meglio. Con l'aiuto del mio ragazzo e della psicoterapeuta stavo iniziando a riprendermi in mano la mia vita. Pochi giorni fa è arrivato un decreto del tribunale dei minori: devo andare in comunità terapeutica. ma dico, è sensato??? quando ne avevo davvero bisogno mi hanno lasciata nel mio dolore, e adesso che dopo TANTA FATICA ce l'avevo quasi fatta mi sradicano dai miei amici, dal mio amore, dalla mia scuola, dalla mia terapia, dalla mia vita??? non so davvero che fare, il posto è una comunità psichiatrica ad alta assistenza e si trova IN MONTAGNA! io odio la montagna, sono una ragazza di città e non c'è nulla che mi possa far stare meglio dei lampioni, le vetrine, le strade asfaltate. che senso ha tutto questo? io ho bisogno ancora di fare le mie sedute, finalmente dopo tanti mesi ero riuscita ad aprirmi con la dottoressa (sono mooolto mooolto riservata e ho problemi a parlare delle emozioni), adesso che avevo bisogno di darci sotto con questi incontri che mi facevano solo bene mi fanno ricominciare da capo??? e il mio ragazzo? e se mi lascia? non dite 'se ti ama non ti lascia', perché comunque abbiamo 17 anni e siamo ancora piccoli. poi che diamine, sono stufa di essere sempre la più piccola nei posti in cui mi mandano! ero la più piccola durante i ricoveri coatti in psichiatria, sarò la più piccola in comunità, BASTA! sono disperata. poi ho saputo che lì dentro si fa psicoterapia di gruppo, non individuale. ma io non ce la farò mai! io non ce la faccio in gruppo, ho BISOGNO di un rapporto esclusivo col medico, e ho bisogno della mia dottoressa! che cosa mi stanno facendo?? no, no, non lo accetto. a qualcuno di voi è successo di finire in comunità? come è? come ci si trova? sono spaventata, disperata, ho un macigno nello stomaco. e tutto questo non ha senso, dovevano farlo prima. adesso non ha più senso :'(
  3. beh ti parlo da inesperta, ed è inesperto anche lui (eravamo entrambi vergini).. comunque abbiamo avuto dei problemi anche a far avvenire la penetrazione, a me faceva un male cane e all'inizio più di metà non entrava forse c'è stato troppo attrito, non so.
  4. domani vedo le mie amiche e forse andrò al consultorio, io volevo aspettare il mio ragazzo che tanto torna tra poco.. però non so se riesco ad aspettare
  5. Ma infatti io mi sono preoccupata di prendere le opportune precauzioni, abbiamo provato a farlo la prima volta un mesetto fa con i preservativi normali, ma lui diceva che sentiva dolore perché gli stringevano troppo dove c'è l'elastico e voleva farlo senza.. io mi sono rifiutata categoricamente e gli ho regalato i durex XL che sono più larghi e con quelli siamo riusciti, solo che si è rotto! è stata davvero una cosa inaspettata, io sono una persona ansiosa e sapenso che schifo di vita potrei dare in questo momento a un ipotetico bimbo NON AVREI MAI rischiato
  6. La mia non è stata una vita facile finora, mia mamma è una figura autoritaria, mi tratta male perché non sono la figlia che voleva, mi insulta e non ricordo da quanto tempo non mi fa una carezza.. mio fratello è alleato con lei, mio padre non c'è mai e poi lui non conta, secondo mia mamma è solo un vecchio alcolizzato. Allora io mi trovo spesso da sola contro lei e mio fratello e non ce la faccio davvero più. Ho qualche problema a livello psicologico, nel senso che soffro di sindrome borderline e bipolarismo e non riesco a condure una vita normale. Per fortuna c'è il mio ragazzo che bene o male non mi ha mai abbandonata, neanche durante i miei ricoveri in psichiatria per tentato suicidio, quando passava le serate con me in un ospedale puzzolente invece di uscire con i suoi amici. io lo amo e anche lui, siamo insieme da quasi 3 anni anche se abbiamo avuto dei periodi di crisi in cui ci siamo lasciati, ma prima o poi ci ritrovavamo sempre perché abbiamo bisogno l'uno dell'altra per sentirci veramente noi stessi. Con lui ho perso la verginità il 15 dicembre, ero a 20 giorni dal ciclo e si è rotto il preservativo, lui l'ha sentito squarciarsi ed è venuto fuori, per quant ha potuto. Adesso sono a 5 giorni di ritardo, ieri ho avuto febbre e vomito e invece che le maledette mestruazioni continua a uscirmi un liquido biancastro appiccicoso tipo quello dell'ovulazione.. ho una paura matta! ho solo 17 anni e tanti problemi, una famiglia che sicuramente non mi appoggerebbe e sono ancora piccola, devo ancora crescere non me la sento di fare già la mamma, non voglio fare gli errori dei miei genitori. Dovrei comprare un test e lo farò tra 6 giorni, quando torna il mio ragazzo da Parigi.. Lui mi ha detto che se così fosse ne parleremmo con i suoi che di sicuro sarebbero più comprensivi, ma io mi sento uno schifo! Vorrei parlarne con la mia psicoterapeuta ma ho paura che lo dica a mia mamma perché sono minorenne Non so davvero che cosa fare, sono disperata..
  7. io non so assolutamente di che tipo di terapia si occupa la mia.. so solo che è medico chirurgo specializzata in psicoterapia. forse questo aiuta in questo senso, magari essendo prima di tutto medico è abituata a lavorare col corpo..
  8. Scrivo questo post perché ne ho sentito parlare molto su un altro forum che frequento, in cui quasi tutti affermano che un buon terapeuta non debba avere nessun tipo di contatto fisico con il paziente, al di fuori della formale stretta di mano all'inizio e alla fine della seduta. Anche per me era così all'inizio, per i primi 4-5 mesi. Ovviamente era una persona nuova che entrava a far parte della mia vita in modo sicuramente non trascurabile, non sapevo ancora se darle fiducia, non avevo ancora creato un buon feeling con lei e non avrei mai neanche pensato di andare oltre la stretta.. Poi col passare dei mesi il nostro rapporto terapeutico è diventato molto profondo (infatti sono felice, perché non è facile trovare il giusto dottore al primo colpo!) e adesso capita che durante una seduta mi prenda le mani, mi accarezzi la spalla, o mi abbracci forte, oppure mi tenga una mano alla bocca dello stomaco perché le ho detto che è lì che sento tutto il mio dolore accumulato. Ultimamente poi quando arrivo io avvicina le poltrone (che normalmente sono parecchio distanti, una di fronte all'altra) "in modo da poter intervenire più facilmente in caso di bisogno", come ha detto lei. Devo dire che la cosa non mi disturba affatto, anzi, mi fa piacere! Soprattutto perché ormai mi conosce abbastanza da sapere quando è il momento giusto e lo fa nella misura giusta. Abbiamo molti anni di differenza (almeno 30) e lei è femmina come me, quindi non provo proprio nessun imbarazzo! A volte è veramente salvifico poter avere un contatto con lei, e lei mi ha spiegato che non è una cosa che può fare con tutti, con me lo fa perché sa di poterlo fare e perché sa che ne ho bisogno e alla terapia serve tanto! Infatti a volte con questi piccoli gesti riesce a farmi aprire molto più di quanto mi apra "a freddo". Io non credo che sia una cosa così da condannare, come mai ci sono tante opinioni contrarie?
  9. forse mi son spiegata male, apatica nel senso che non riesco più a concentrarmi, a studiare, a rendere come potrei..
  10. Cercherò di essere breve anche se ho il vizio di dilungarmi parecchio quando ho la possibilità di scrivere Fino a pochi mesi fa andare bene a scuola era l'unica cosa che mi teneva su, l'unica cosa per cui mi sentivo davvero importante e riconosciuta. Prendere un 8 o un 9 mi faceva sentire considerata e rendeva le mie giornate un po' meno buie. Un giorno ne ho parlato con la mia psicoterapeuta, intendo della mia ossessione per la "perfezione" scolastica (c'è da dire che mia mamma è un'insegnante e mi ha umiliata fin dalla prima elementare quando avevo un insuccesso) e lei mi ha fatto riflettere sulla questione fino a spingermi a trarre delle conclusioni. "Forse allora cerco di coprire con i bei voti che prendo a scuola le parti della mia vita che vanno in rovina, li vedo come un modo per non affondare del tutto" ho pensato, e da quel giorno è iniziato il disastro. Non so cosa abbia mosso questo pensiero ma adesso è quasi un mese che ho perso interesse per tutte le materie, per le cose che studio, ho quasi il terrore dei libri. Per esempio con storia, ho una professoressa molto severa ed esigente e con lei se resti indietro poi è difficilissimo risalire, spiega 20 pagine alla volta e il giorno dopo le vuole sapere alla perfezione. Io pur sapendo questo continuo a rimandare, mi dico "ma sì, lo faccio dopo" e passano i giorni, le ore.. Il grave è che non sto bene facendo così, nel senso che vivo ogni giorno con un'oppressione nel petto che credo sia ansia e mi sento una coltellata ogni volta che penso alle pagine di storia che aumentano. Di notte a volte mi sveglio e mi sento soffocare, mi sembra di annegare tra i libri, di morire. Non so se sono attacchi di panico, so solo che è bruttissimo. Quando finalmente mi convinco che è ora di studiare apro il libro e le righe che dovrei leggere mi si sovrappongono una all'altra, non riesco a vedere in modo chiaro e dopo un po' non ce la faccio più e lascio perdere e la coltellata nel petto diventa sempre più profonda. Prima la scuola era l'unica cosa che mi tirava su, adesso sto affondando e vivo malissimo questo distacco dai libri. E' partito tutto da quel pensiero.. se solo non l'avessi fatto! Non sarò mai una persona normale, non farò mai contenta mia madre. I voti sono l'unica cosa che le importa davvero, prima riuscivo a dargliela, adesso? adesso affogo e sono sempre più sola..
  11. Ciao, anche io mi chiamo Silvia ti posso dire che ti capisco, ti capisco tantissimo. Io sono in terapia da poco, sono 6 mesi più o meno e ancora non sono nella fase acuta in cui si liberano i fantasmi del passato. Molto spesso quando devo rievocare un ricordo doloroso mi irrigidisco e non lo lascio uscire, però sento che con questa persona io potrò superare questa situazione. Anche io sento di starmi affidando a lei, sento che le sto aprendo una porta dentro di me che non avevo mai aperto a nessuno, neanche a me stessa. Quando vado lì e la trovo sorridente che mi dice di accomodarmi sulla poltrona penso sempre che in quel momento non ci sarebbe cosa al mondo che mi farebbe stare meglio. Ogni volta che devo prendere una decisione, fare una scelta, affrontare un problema, penso a lei e a quello che mi direbbe se fosse accanto a me. E' una cosa maniacale forse, lo so. Però questo tipo di rapporto mi sta facendo tornare a vivere piano piano, sono felice di potermi e di volermi AFFIDARE a lei. In certi momenti mi prende lo sconforto, è legittimo, ma non ho paura. E credo che neanche tu dovresti averne, ora dobbiamo pensare a goderci questa dipendenza che comunque sia ci rende felici, quando poi sarà finita non smetteremo di esserlo, perchè finalmente cammineremo sulle nostre gambe Quindi è tutto una lunga salita, verso la luce (: Un abbraccio
  12. GanjaChanel

    Ciao, io sono..

    è la sezione giusta per potermi presentare? va beh, al massimo dopo copio-incollo anche da un'altra parte Mi chiamo Silvia, ho 17 anni e sono di Bergamo. Studio in un liceo linguistico e inizialmente ero davvero interessata alle materie che studiavo, soprattutto al giapponese, ma da quando è iniziato questo schifo non mi importa più neanche di quello. Ho una famiglia strana, nel senso che i miei genitori hanno sempre avuto un pessimo rapporto tra loro, mio papà è di carattere piuttosto fragile mentre mia mamma è forte e permalosa, quindi ogni poco scoppiano scintille. Fino alla nascita di mio fratello (adesso ha 13 anni) diciamo che me la passavo abbastanza bene, anche se sono sempre stata una bambina solitaria. A volte, a 3 anni, mi hanno raccontato che me ne andavo in camera e chiudevo la porta e ci stavo dentro autonomamente per delle ore Poi quando è nato è cambiato tutto: mio papà ha iniziato a soffrire fortemente di depressione e mia mamma ha subito posato tutta la sua attenzione sul "nuovo arrivato" trascurando me, i miei bisogni.. Adesso è ancora così, lei non vede altro che lui, io sono quella che tanto "se la sa sempre cavare" e sono anche troppo orgogliosa per spiegarle che avrei bisogno di sentirla più vicina e che a volte piango da sola nel buio sperando che in qualche modo lei mi senta.. Mio papà si è accorto di questa situazione e ha iniziato a farglielo presente, morale: grossa spaccatura nella mia famiglia: io e mio papà contro mia mamma e mio fratello. E' stato questo, insieme al fatto di dover abbandonare danza classica dopo che la frequentavo da 11 anni per una tendinite al piede e all'abbandono del mio (ex) ragazzo (con cui poi mi sono riavvicinata e adesso stiamo insieme, ma allora è stata davvero tragica..) a spingermi a novembre scorso a rubare una scatola di tavor e una boccetta di gocce en a mio padre (che non se ne è mai accorto..) e da lì è iniziato il mio travaglio con gli psicofarmaci. Li prendevo a manciate per stordirmi, dormire e non sentire niente. Quando li finivo ne rubavo degli altri e dovevo sempre più rincarare la dose. Tutto questo è durato fino a Marzo, quando a scuola sono andata in bagno per "farmi la mia dose" e mentre le avevo in mano è entrata una mia professoressa e mi ha beccata alla grande. Ovviamente mi ha tartassata di domande, cosa stai facendo? cosa sono? ma è droga? ma perchè lo fai? Siccome ero molto legata a lei (la vedevo un po' come la mamma che avrei voluto avere) le ho raccontato tutto piangendo e lei il giorno dopo ha convocato i miei genitori insieme al preside. Lì l'hanno saputo e sono stati costretti dalla scuola a trovarmi un supporto psicologico (che ho trovato ad Aprile) e ad assicurarsi che io non mettessi più mano alle pastiglie. Insieme alla psicoterapeuta ho iniziato a frequentare anche un neurologo che si occupava della gestione degli psicofarmaci (che ormai non potevo più togliere perchè ero diventata dipendente). Tutto è filato liscio fino a metà maggio quando in seguito alla morte di mia nonna ho ingerito un sacco di pillole (tavor, xanax, halcion, en, pasaden, serpax) e sono scappata di casa. Sono andata a dormire da una mia amica quella notte e la mattina dopo sono andata a scuola, lì sentivo di non riuscire a reggere, mi dava immensamente fastidio vedere persone felici intorno a me mentre io provavo un dolore tanto grande, allora ho preso ancora tante tante tante pastiglie e sono svenuta. Mi sono svegliata alle 19 della sera in pronto soccorso col sondino della lavanda gastrica che mi stava trucidando la gola.. Mi hanno ricoverata in psichiatria per due settimane (l'hanno interpretato come un tentato suicidio), poi sono uscita e diciamo che sono riuscita ad essere abbastanza "stabile" fino alla fine di luglio. Una sera, il 31 luglio, ero particolarmente giù senza un vero motivo, avevo voglia di sparire, non riuscivo a respirare e vedevo gli oggetti che si muovevano.. Allora ho preso ancora una volta una dose eccessiva di psicofarmaci, in più mi sono tagliata i polsi con una lametta da barba e ho fumato un sacco di erba. Tornata a casa cercavo di essere normale, ma avevo davvero un aspetto devastato e mio papà, dopo aver litigato di brutto con mia mamma (che voleva tenermi lì per "non fare brutte figure, chissà che qualcuno mi vedesse in giro così, che figura ci avrebbe fatto lei, povera donna?") mi ha portato in ospedale. Altra lavanda gastrica, altro ricovero in psichiatria (stavolta di un mese), minaccia di chiudermi in comunità da parte della psichiatra (ma non ce l'ha fatta, mia mamma sempre per "non perderci la faccia" ha firmato per farmi dimettere) e diagnosi: Disturbo Di personalità Borderline, Disturbo dell'adattamento, Sindrome da attacchi di panico, Sindrome ossessivo-compulsiva, altre psicosi NAS. Adesso sto meglio e sto cercando di tirare avanti con la convinzione che da grande sarò una mamma diversa, avrò una famiglia diversa e sarò così felice da non ricordarmi neanche più quello che ho passato. Intanto la scuola dopo i due ricoveri ha fatto una segnalazione al tribunare dei minori di Brescia, quindi adesso ho tra i piedi assistenti sociali che mi seguono a volte di nascosto anche quando esco.. Inoltre ho sviluppato una dipendenza affettiva molto forte dalla mia psicoterapeuta e la cosa da una parte mi fa sentire al sicuro, dall'altra mi preoccupa perchè sento che non sarò mai in grado di reggermi da sola sulle mie gambe.. Scusate se è un po' lungo, ma avevo bisogno di parlare un po' di me, è la prima volta che faccio un resoconto degli ultimi 10 mesi
  13. Non so se sia o meno la sezione giusta ma in questo momento sto pensando che sarebbe ora di andare a dormine e non ci riesco minimamente. Il problema è veramente strano, non mi era mai capitato prima d'ora e se ci fosse mi farebbe piacere anche il parere di un esperto. Quattro giorni fa ero in tabaccheria e c'era parecchia coda, stava per arrivare il mio turno quando mi sono guardata alle spalle perché mi sentivo osservata e tra le tante facce dietro di me ne ho messa a fuoco una che continua a tormentarmi. Era una signora anziana con degli occhi grandissimi verdi, i capelli grigi corti e tutta vestita di nero, tranne un foulard marroncino. Sono ancora scossa perchè nel momento in cui l'ho guardata ho sentito il sangue gelarsi nelle vene, come in quelle scene dei film in cui si vede tutto al rallentatore e si sentono i battiti del cuore a mille. Non l'avevo mai vista prima, o almeno credo che sia così. L'ho guardata per pochi secondi e anche lei mi guardava, neutra, fredda, come una sconosciuta. Ho comprato le mie sigarette e sono corsa fuori, sono uscita col resto in mano e stavo tremando, ho dovuto appoggiarmi al muro perchè mi sentivo svenire. Sono rimasta apposta dietro il negozio aspettando di vederla uscire e quando è uscita ho riprovato la stessa sensazione di gelo nel petto. L'ho osservata mentre saliva sulla bici e pedalava via e poi ho iniziato a fare dei lunghi respiri e mi sono un po' ripresa. Fatto sta che è da quattro giorni che non faccio che pensarci, a volte sono tranquilla, giro lo sguardo e rivedo i suoi occhi. Mi ossessiona anche di notte, non riesco a dormire, non riesco a spegnere la luce (di solito il buio mi rilassa tantissimo), sto davvero impazzendo! Ho provato a ripensare al mio passato ma sono proprio sicura di non averla mai vista. Ma allora perchè mi fa questo effetto? Sto iniziando a credere che faccia parte di un ricordo che ho parzialmente rimosso e che il suo incontro in tabaccheria abbia "sbloccato", può essere così? E se è così, come liberarsi di lei? Mi sta davvero ossessionando! Se vi può essere utile ho 17 anni e una miriade di disturbi psicologici, due ricoveri in psichiatria e una chiamata al tribunale minorile, ma vi assicuro che non sono pazza nè schizofrenica! Frequento una psicoterapeuta da sei mesi ma ho paura di parlargliene, sono come bloccata..
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