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Anega Tanega

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  1. La sensazione di inadeguatezza e i sensi di colpa riaffiorano inesorabilmente, sono duri da reprimere. A tutto questo si aggiunge un'operazione d'urgenza subita da un mio caro zio, che di solito ha sempre passato il Natale assieme a noi. In mia assenza l'avrebbe passato assieme ai miei genitori. Ringraziando Dio l'operazione pare sia andata bene, ma con tutta probabilità passerà il Natale in degenza. Per questo i miei genitori saranno pure soli e questo aggrava le mie brutte sensazioni... che difficile che è! Comunque... intanto Buon Natale e buon viaggio, cara Darknight! :icon_nav1:
  2. Intanto questo Natale il pranzo, per la prima volta in vita mia, non lo passerò con loro... non voglio mettermi in una situazione di disagio per tutto il giorno, mi voglio godere la festa con mio figlio, che a 2 anni inizia a capire qualcosa di Babbo Natale e di Gesù... una sensazione molto strana!
  3. Mah... alla fine quando avrai un figlio cambierai idea su molte cose, credimi...
  4. Non è molto gentile dirlo, non vorrei essere frainteso, ma mi consola sapere di non essere solo... sia chiaro, non sono certo contento per quello che vivi, ma mi sei di conforto, grazie! Stavo seriamente iniziando a pensare di essere io quello sbagliato...
  5. Hai ragione... per questo sono partito ostentando una improbabile difesa della mia privacy, ma poi non ce l'ho fatta e mi sono sfogato... Ti ringrazio! Una cosa in più voglio dire, o meglio, voglio chiarire: il mio amore per i miei genitori non cala con questi problemi, credo non calerà mai, ma evidentemente ci sono dei momenti nella vita di ognuno di noi in cui il bisogno di porre dei limiti alle ingerenze altrui ci mette davanti a scelte difficili e probabilmente scomode. Se ne uscirà tutti più forti di prima, lo spero tanto, tra un pò.
  6. La schiettezza va benissimo! Dunque, l'ho pensato anch'io, senz'altro. Però mia mamma, con i suoi modi, sta facendo di tutto per escludersi da sola. Basterebbe poco, davvero poco, per appianare tutto, ci sono state tante occasioni ma si accanisce su discorsi che hanno poco senso: presunti complotti alle sue spalle, il mio matrimonio che sarebbe un fallimento. Ho volutamente omesso dal mio racconto particolari scomodi, devo dire, che vorrei non narrare per "privacy" ma che, naturalmente, mostrerebbero in modo più articolato la vicenda. Il punto, per quanto mi riguarda, è che le decisioni, in famiglia, vanno prese da madre e padre (e ti assicuro che funziona così anche a casa mia); chi è esterno alla famiglia non può che prendere atto di queste decisioni. Può naturalmente esserne contrario e manifestarlo, ma non accanirsi, non dirmi cose del tipo "secondo me dovresti riconsiderare il tuo matrimonio". Questo è inaccettabile, per me. Se all'inizio ritenevo un pò esagerata la posizione di mia moglie (e glielo ho ben fatto notare) ora quello ferito sono io, perché non accetto questo atteggiamento. Se mia madre non avesse spinto insistentemente per gestire alle sue condizioni il nipote e fosse invece venuta a casa a trovarci quando il lavoro glielo permetteva, a prendere il nipotino per fare due passi o solo per stare lì con lui, invece di dire a mia moglie cose del tipo "ma che vengo a fare lì alle 18 se poi alle 18:30 il bimbo va a fare il riposino, sto con lui solo mezz'ora?", magari i rapporti sarebbero stati migliori. Visto che lavora e un pomeriggio è a casa, le avevamo "assegnato" quel pomeriggio per farla stare con lui: il risultato è stato che dopo qualche settimana ha iniziato a tardare (e mia moglie doveva andare di corsa a lavoro) o a mandare senza preavviso mio padre che ha qualche difficoltà a cambiarlo se si sporca o a gestirlo se piange; e mia moglie doveva andar via, a lavoro, con la preoccupazione che andasse tutto bene... Prima ancora, avendo il pomeriggio libero, invece di venire a trovare il suo nipote andava dalla parrucchiera, o dalla manicure. Per carità, nessuno critica le sue scelte: però poi non posso sentirmi dire "non vedo mai mio nipote". Ripeto, ingenuamente (non ci ho proprio pensato) sono andato a raccontare queste cose a mia moglie sfogandomi perché mi dispiaceva e avrei tanto voluto che venissero a trovare il loro nipotino come fanno tutti i nonni, e lì si è rotto qualcosa tra mia moglie e mia mamma, perché io insistevo con lei per lasciargli il bimbo nei momenti in cui mia madre era disponibile, minimizzando e giustificando sempre questi suoi atteggiamenti, e mia moglie cedeva a malincuore. Poi la situazione è peggiorata, io ho imparato a stare zitto e a non riportare le cose da una parte all'altra, ma ormai era tardi, le cose si sapevano. Ora siamo dove siamo, mia moglie non vuol più sentir parlare di mia madre perché mi vede sofferente e allo stesso tempo non vuole cedere, perché abbiamo litigato per mesi e rischiato di mandare a monte il nostro matrimonio non per problemi tra noi due, ma per "agenti esterni" che si intromettono. Ha recentemente organizzato una cena per trovarci tutti insieme e provare a ricucire e i miei genitori si sono rifiutati di presentarsi. Insomma, parte delle cose che avevo omesso ormai le ho dette... Nessuno esclude che la situazione possa rientrare, almeno in parte; di sicuro il rapporto tra mia moglie e mia madre difficilmente tornerà a brillare, ma io ho la ferma intenzione di fare in modo che mio figlio passi del tempo "di qualità" con i suoi nonni, e mia moglie è pienamente d'accordo con me, lei stessa mi ha detto più volte di portare il bimbo da loro, quando magari ero io a non volerlo fare o per pigrizia o perché ero arrabbiato con loro. Ora però ho bisogno di uno stacco, di prendermi del tempo per riflettere e per far riflettere mia madre, che deve capire che non posso vivere secondo le sue esigenze, ma la mia famiglia, la mia nuova famiglia, ha delle esigenze e dei ritmi che sono, ovviamente, diversi dai suoi. Quello che ci va di mezzo suo malgrado, a questo punto, è mio padre, che è esasperato da questa situazione ma allo stesso tempo mi urla dietro cose irripetibili nei riguardi di mia moglie, mi dice che è una pazza e va rinchiusa (se ripenso alle scene mi domando dove siamo finiti!). A me pareva una situazione così lineare e semplice: visto che mia mamma lavora può venire a trovare il suo nipotino quando finisce (peraltro la storia del sonnellino delle 18:30 regge fino a un certo punto, visto che quando è un pò cresciuto quello è il primo sonnellino che ha tolto, restando sveglio fino a dopo cena, quindi "disponibile" per visite, coccole e gioco) o nei weekend (purché non si piazzi in casa tutto il giorno, che sono gli unici giorni che io come padre mi posso godere mio figlio). A mio padre è stato detto un milione di volte di venire nel pomeriggio, quando mia moglie era ancora in maternità, a trovare il nipotino quando è sveglio, magari a prenderlo e fare due passi con il passeggino, e non è mai venuto se non costretto con qualche scusa accampata dal sottoscritto all'insaputa di tutti. Mia moglie l'ha chiamato un paio di volte, ma poi si è stufata. Francamente non riesco a sentirmi troppo in colpa. Un pò si, e sbaglio, perché le opportunità, per tutti, ci sono state e ci sono, ma non è possibile che le condizioni vengano dettate da loro. In tutta questa storia mia suocera sta alla porta (certo, è in una situazione decisamente vantaggiosa...): ci tiene il bimbo quando serve e poi se ne va per la sua strada. Ripeto, mio figlio veniva con me due volte a settimana a trovare i nonni, io lo lasciavo lì e andavo a farmi un giro o mi mettevo in un'altra stanza a fare i fatti miei, per lasciargli un pò di intimità, di libertà. E da quello, se avessero smesso di denigrare la mia famiglia e le mie scelte, saremmo presto passati ad altro. Ma ogni volta che faccio un passo arriva una mazzata, e sono mesi che prendo mazzate... e a questo punto deve passare del tempo perché mia moglie non ce la fa più, io non ce la faccio più, e nostro figlio lo capisce già. Sono pronto a rimettere tutto in discussione, lo sono sempre in tutto quello che faccio: o meglio, lo sarò tra un pò, ora devo "ricaricare le pile" perché sono stremato, e poi tornerò alla carica per chiarire le mie posizioni e cercare di sistemare tutto, è più forte di me e mia moglie lo sa bene. E sono un fiume in piena...
  7. Nella foga credo di essermi spiegato malino... alla fine il bimbo viene accudito dalla nonna materna, mia suocera. Poche ore al giorno (3, la mattina) perché mia moglie ha scelto di lavorare meno di prima per crescere il bimbo al meglio. Fatti due conti (economici) abbiamo deciso così. La babysitter, per come siamo fatti, non la prendiamo proprio in considerazione, almeno per ora, visto anche che abbiamo la fortuna di beneficiare di una alternativa per noi migliore (di cui naturalmente non abusiamo affatto, visto che, ad esclusione dei momenti in cui lavoriamo entrambi, il bimbo è sempre o con me o con mia moglie, proprio perché chiediamo già troppo alla nonna e vogliamo che lei abbia la libertà di cui ha diritto, e poi non abbiamo fatto un figlio per farlo crescere da altri). La reazione di mia madre è proprio strana... non me l'aspettavo proprio. Una mia zia mi ha detto che probabilmente la questione legata alla gestione del bambino è sostanzialmente un pretesto: la questione, a conti fatti, è quella che io, suo figlio, non sono più sotto il suo completo controllo e lei non è più l'unica donna della mia vita, il mio riferimento. Questa cosa l'ho letta da diverse parti e inizio a credere che sia vera. Da questo la "ricerca di attenzione" e di controllo sulla vita mia e della mia nuova famiglia. Cosa che è restata latente per anni perché non c'era nessun evento che sconvolgesse l'equilibrio trovato ma poi, con l'avvento del nipotino, ha trovato un epilogo a dir poco deflagrante. Spero solamente che col tempo la cosa si riduca, che rientri nei ranghi di un normale rapporto familiare, perché è molto pesante non poter avere un bel rapporto (come c'è sempre stato) con i propri genitori: so bene che sono lì a casa e soffrono a non vedere né me né il loro unico nipote. Però adesso sono con le spalle al muro e devo/voglio stare dalla parte di mia moglie, la amo e l'ho pure promesso davanti al Signore...! E lo devo a mio figlio, che ha bisogno di tutto tranne che di due genitori che litigano per colpa dei nonni.
  8. Chiedo anzitutto scusa all'autore del thread, non è mia intenzione inquinarlo... ma accidenti... cerco conforto in internet e quello che trovo è che i miei problemi sono così comuni...! Questo da un lato mi fa piacere, perché penso di non essere solo. Vivo questa situazione da quando mia moglie ha ripreso a lavorare dopo i mesi di maternità. I miei genitori non passavano volentieri a trovare mia moglie e mio figlio "per non disturbare" (in realtà, ho scoperto dopo, che si sentivano buttati fuori casa "solo perché tuo figlio doveva andare a fare il sonnellino..."; questo succedeva mentre io ero a lavorare, naturalmente). Mia madre lavora, mia suocera no: chi tiene il bimbo quando la mamma finisce la maternità? Una babysitter sconosciuta o una nonna premurosa e disponibile? Soluzione di comodo, senz'altro, economicamente vantaggiosissima, ma anche dal punto di vista affettivo ed educativo non abbiamo avuto alcun dubbio: la nonna. E mia mamma? Apriti cielo, un disastro su tutta la linea, scenate infinite con me, parole pesanti sulle nostre scelte, doveri nostri nei suoi confronti creati solo per seminare confusione. Io ho giocato un ruolo decisivo in questa vicenda, sbagliando in tronco: ho raccontato a mia moglie, sempre e nei dettagli, quello che mia mamma mi faceva passare. Il risultato è stato che mia moglie è scoppiata e ha mandato (letteralmente) a quel paese mia madre, se ne sono dette di tutti i colori e il rapporto è degenerato a tal punto che si sono messi in mezzo anche gli altri suoceri con i quali c'era sempre stato un ottimo rapporto (prima della nascita del bimbo si andava sovente a cena insieme, facendo feste vere, genuine). Mesi così, tra alti e bassi, con me che, devo ammetterlo, facevo fatica a "rinunciare" ai miei genitori, a mia madre. Con fatica, forse con poca maturità devo dire, ho finalmente ammesso la centralità della mia nuova famiglia, mia moglie e mio figlio. Loro sono al centro della mia vita, niente e nessun altro. Ora però raccolgo i cocci di quel che resta del rapporto con mia moglie (quasi vicina all'esaurimento) e con i miei genitori (pressoché troncato: ho sempre evitato di creare problemi ai miei, sono sempre stato accondiscendente e "sottomesso", non sono mai stati abituati a sentirsi dire no da me. Ora, tutto d'un colpo, questa rottura, che naturalmente stanno vivendo come fossi morto, con una pena infinita, e mi dispiace molto). In tutto questo passi pure quello che soffro io, che ho le spalle larghe e in qualche modo ne uscirò, ma non voglio che sia mio figlio a subirlo, in alcun modo. E allora, dopo mesi in cui per due volte a settimana lo portavo ai nonni (non se ne parla di lasciarlo lì da solo con loro perché sia per mia moglie (soprattutto per lei) sia per me (anche per me, per orgoglio...) sarebbe come "dargliela vinta) stando lì dopo il mio lavoro e sacrificando il poco tempo che un padre lavoratore ha per stare con il proprio bimbo, mi sono pure sentito dire che non basta, che devo lasciarglielo lì, che vederlo 2 ore a settimana è come l'ora d'aria di un carcerato. Ma è possibile? Ora non ne posso più io, scusatemi lo sfogo pesante, ma mio figlio per un pò non lo vedranno perché voglio recuperare con lui il tempo perso in questi mesi, voglio stare con lui, fare una passeggiata anche se alle 18 in inverno è buio e freddo, leggergli un racconto, fare le costruzioni o disegnare su un foglio. Lui ha bisogno dei nonni, sicuramente, e i nonni di lui. Ma non in queste condizioni, non se poi viene tutto rinfacciato nonostante gli sforzi. Ditemi un pò, dove sbaglio? A fatica, lo so, ma sono arrivato a conclusioni che, mi pare di capire, sono quelle giuste. Ho fatto tanti errori, ho cercato di mediare una situazione penosa. Mia moglie mi ha accusato solo di una cosa: non volere ammettere che la situazione è quella che è, senza prenderne atto e cercare di salvare il salvabile ma volere a tutti i costi una famiglia in stile "Mulino Bianco", perché in questo modo porto lei e il nostro rapporto matrimoniale sull'orlo del baratro. E mi sa che ha ragione. Scusatemi ancora per lo sfogo...
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