Gineprix, se posso, cosa intendi per direzione priva di molte cose buone e, se ti va potresti descrivere, quali occasioni ritieni perse.
A parer mio, non sembra corretto parlare di amicizia ma di conoscenza o meglio ancora di propensione a socializzare.
L'amicizia è quel rapporto che nasce (la maggior parte delle volte) in giovane età, che accompagna la propria crescita affiancandosi ai vivi e intramontabili momenti/esperienze/situazioni/emozioni e che se è duratura continua a far parte della tua vita nel tempo come una delle colonne portanti, altrimeti si abbandona al ricordo.
Sembra più giusto parlare di conoscenza, di intrattenimento, di condivisione (molte volte momentanea)... quella che "ti serve" e "si serve" di te, di me, di noi. Pensa con quante persone sei uscito anche solo per andare al cinema, in enoteca, al centro,ecc.. in tutti questi anni...persone con cui hai trascorso ore, giorni e mesi in piacevole compagnia, quelli erano e sono i conoscenti. Molte volte è anche naturale servirsi di loro, come loro di noi. :)
Sono sempre i conoscenti che si annoiano a sentire e vedere le persone spente, stufe, noiose, lamentose; non perchè sono insensibili o egoisti, ma semplicemente perchè la natura del loro legame è strettamente legata al verbo servire e hanno bisogno di persone vivaci, allegre, solari con cui avere (giustamente) attimi di spensieratezza! Come tu stesso hai giustamente scritto: loro sono attratti solo da chi sta visibilmente bene e rifugge chi mostra segni di qualsivoglia sofferenza.
Gli amici quelli veri, invece, loro non si stancheranno mai di ascoltarti, consolarti e rincuorarti e a loro poco importa se l'attimo condiviso con te sia bello o brutto, l'importante è viverlo con te.
Non è sbagliato quando scrivi: che la tua propensione a socializzare è inveramente proporzionata a quella degli altri. Ma dovrà essere un buon motivo per rinunciarci, l'abbiamo detto prima..il mondo è pieno di persone che desiderano compagnia.
Ma è sbagliato scrivere: tutto sommato....sono una persona normale... Certo che lo sei!!! Gli anormali sono quelli che negano la natura del nostro essere ( tra cui rientra anche la solitudine), sono quelli che diventano vittime della solitudine e dell'apatia! Non le persone che vogliono vivere, in tutti i modi, affrontando l'inquitudine della solitudine.
Si può vivere felici anche senza un compagno, l'amore di un figlio e senza amici.
Come si può vivere anche infelicemente con un compagno, un figlio e amici.
E tanti sono gli esempi reali. Il discorso sarebbe anche lungo...
Guarda, molte volte proiettiamo la (nostra)felicità in quello che più ci manca o desideriamo avere. Ma non sempre è cosi. Perchè poi, una volta avuto/raggiunto la "missione" come la definisci tu, ci sarà sempre accanto a noi ad accompagnarci la solitudine e l'insoddisfazione.
Purtroppo bisogna conviverci. E diffida da chi afferma il contrario! :)))