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Alessandro Amapsiche

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  1. Alla fine mi ha lasciato, scrivendomi queste parole: <<Alessandro, capisco che sei arrabbiato, ma ti assicuro che seguo il mio cuore quando ti dico che non dovremmo più sentirci, romanticamente parlando. Non è vero che sono state le differenze a farmi prendere la decisione di chiudere. Quello che c’è stato significa molto per me, è stato bello averti nella mia vita e do gran valore a te e a tutto quello che abbiamo condiviso. A volte la vita cambia, per varie ragioni. Non sarebbe giusto che ti scrivessi come facevo prima, visto che non provo più i sentimenti che provavo. Tu hai bisogno delle attenzioni piene di una donna, e io non posso dartele. Sto esplorando altre opportunità che si sono presentate. Voglio essere onesta e non sentirmi in colpa. Non ti volevo far del male. Desidero tu sappia che non ti dimenticherò mai, che custodirò gelosamente il libro che hai scritto su di noi. Sarai un medico fantastico e renderai felice la donna al tuo fianco. Se ti può far sentire meglio cancellarmi da FB, capirò. Ciao, Alessandro>> Ha ragione vindla*: la vita reale è stata più forte, e alla fine ha prevalso. Mi piace pensare che un giorno ci incontreremo di nuovo. Chissà se un giorno sarò ancora in grado di risvegliarle un'emozione. Chissà se quella magia che io rappresentavo per lei esiste ancora da qualche parte, seppur soffocata. Chissà, lo spero... E ho anche paura di innamorarmi di un'altra, di essere il primo a chiuderle la porta in faccia casomai dovesse bussare di nuovo. E' la vita... ;)
  2. Cara vindla, ti faccio i miei complimenti: non ho mai letto o sentito un'analisi tanto saggia, misurata ed approfondita. Non so più cosa fare: tengo davvero a lei e non posso neppure sentirla. Spero soltanto che una parte di lei mi desideri ancora, le evochi ancora un'emozione. Altrimenti è davvero finita per sempre. Continuo a pregare che tra qualche tempo si faccia viva, magari sgravata dal senso di amarezza e rianimata da un bambinesco senso di speranza. Per molto tempo lei è stata speranzosa come me, desiderosa come me, romantica come me. Chissà che non ci sia di mezzo anche l'opera persuasiva di qualche amica. Escludo l'affacciarsi di un altro uomo, visto che ho percepito il deteriorarsi quando ancora non c'era stato nessun tipo di allontanamento: in altre parole, lei era costante e continuava a scrivermi decine di messaggi al giorno anche quando qualcosa dentro di sé aveva già iniziato a cambiare; un altro uomo ne avrebbe determinato lunghi e profondi silenzi. Il primo screzio che abbiamo avuto è stato incomprensibile per me ed ha avuto un impatto abbastanza importante : mi spedì un regalo di compleanno che consisteva in un libretto, un sassolino con le nostre iniziali, un biglietto con la sua calligrafia e un CD con canzoni significative, il tutto impregnato del suo profumo. Quando lo ricevetti, fui contentissimo. Le scrissi un messaggio lunghissimo, ricco delle emozioni che quel profumo, quel regalo, mi aveva risvegliato e che mirava a darle soddisfazione. Credevo che farle percepire quanto speciale quel regalo fosse per me sarebbe bastato. Invece ho commesso un errore, un solo errore che ha rovinato tutto: non ho completato subito la lettura del libretto che mi aveva dato. L'avrei letto, ma essendo l'oggetto che per me aveva minore attinenza con lei, l'ho messo in secondo piano. Ho provato a spiegarglielo, ma non le è bastato. Quello è stato l'inizio della fine.
  3. Ciao David70. Innanzitutto grazie per la partecipazione. Hai proprio ragione: le donne sono molto chiare nel voler concretizzare. In realtà io e lei avevamo innanzitutto l'obiettivo di vederci a Marzo, poi, dalla mia vicina laurea in poi, avremmo preso uno spacco. Certo, non è un piano vero, ed è possibile che il fatto che non lo fosse ha condizionato negativamente il rapporto. La cosa strana, però, è che tra i motivi della rottura, lei non ha citato mai lontanamente la mancanza di un progetto o la distanza. Forse perché sono scontati? Di certo ha dato rilievo a delle divergenze caratteriali che, a mio avviso, sono state enfatizzate dal mezzo di comunicazione. Ho tentato di farle capire che non siamo poi così diversi, eppure, non mi risponde. La contatto e non mi risponde. Non ho la possibilità di comunicare con lei. E' un muro, e questo mi fa soffrire. Sembra sicura di andare dritta per la sua strada, senza avere il minimo dubbio che possa sbagliarsi su di noi. Vorrei andarla a trovare, ma sai benissimo che un viaggio negli USA va pianificato molto prima e richiede un po' di denaro, di cui uno studente non dispone molto facilmente. E io temo nel tempo che passa. Temo che lei possa incontrare qualcun altro, che io mi rassegni a trovare un'altra donna. Temo che un qualcosa di davvero bello venga fatto morire senza appello.
  4. Grazie della risposta, vindla :) Hai ragione, certe reazioni nervose dovrebbero sempre essere evitate. Ed ho sbagliato. Sai quale è il fatto strano, però? Nell'interrogarla sulle ragioni della rottura e nel presentarle le mie reazioni come possibili cause, non ho mai avuto impressione che lei ci desse peso, almeno non in modo razionale. Poi, comunque, le mie reazioni non sono mai state tante e violente, e sono sempre stato premuroso, ho sempre cercato di capire i suoi sentimenti. E' vero, dovrei andarla a trovare, ma sai benissimo che un viaggio verso un altro continente richiede di essere pianificato con mesi di anticipo ed anche una certa disponibilità economica che da studente spiantato manca. Sai come è andata la nostra ultima conversazione? Te la riepilogo: 1) Io le ho chiesto con garbo se ci fosse qualcosa che non andava, visto che non rispondeva ai miei messaggi da ore; 2) Lei mi ha risposto che non aveva voglia di contattarmi perché, più la corrispondenza proseguiva, più notava differenze tra di noi ed aumentava il senso di estraneità; 3) Inizio a scriverle continuamente "quindi non mi ami più?", e lei continua a rispondermi "ti amo, ti adoro e ritengo che tu sia tra le persone di più alta qualità che abbia mai incontrato e mai incontrerò... ma siamo diversi". La discussione va avanti, con lei che mi elenca tutte le nostre differenze con pathos. 4) Ad un certo punto le scrivo un bel messaggio in cui parlo della bellezza delle differenze e lei risponde: "sei diplomatico e intelligente, per questo ti amo, anche se non mi credi. Non lo so, Alessandro, forse sono i cinque e più messaggi al giorno che semplicemente non posso fare: risultano forzati e noiosi. Io ti adoro, anche se non mi credi. Buona notte". Da quel momento niente. E' scomparsa e mi ha lasciato solo con i miei dubbi e le mie speranze. Sai cosa non capisco? Il peso che lei ha dato a certe differenze che sono normali in una coppia (per esempio, differenze nei gusti musicali). Certo, ha affermato anche che abbiamo una sensibilità diversa. Ma, innanzitutto, non mi ha dato diritto di replica (certe incomprensioni sono solo frutto del pessimo mezzo di comunicazione), secondo, fino a una settimana prima sembrava contenta ed eccitata. Avevo pensato di scriverle un ultimo messaggio del tipo: "Ciao, questo è il mio ultimo messaggio, perché non posso comunicare col fantasma elusivo e in fuga della donna che ho amato... penso che tu abbia condannato senza appello una coppia magnifica, che saremmo stati felici insieme... di te mi rimane il ricordo... e il ricordo delle nostre speranze oramai spezzate. Grazie di essere entrata nella mia vita". Lo so, è conclusivo. Ma non pensi che la sua reazione a questo messaggio possa indicarci la verità? Se mi lascerà andare, vorrà dire che non c'è più niente da fare; se mi inseguirà, che, in fondo, non vuole perdermi.
  5. Salve a tutti, mi chiamo Alessandro, ho 28 anni, sono studente in medicina e appassionato di psicologia. Nonostante la mia passione e la lettura di numerosi libri in materia di relazioni, mi rendo conto di aver bisogno di un parere tecnico. Sto per scrivere un messaggio lungo. Spero di avere l'attenzione di quelli che, fra voi, amano i romanzi rosa e le dinamiche psicologiche relazionali. Del resto, solo con un messaggio lungo posso fornire a dei veri professionisti materiale utile per capire. Nel 2008, molto casualmente, nasce su Facebook un rapporto epistolare con una donna americana più grande di me di sette anni. La conversazione, piano piano, acquista una certa costanza ed, in poco, io e questa ragazza sviluppiamo una sorta di infatuazione reciproca. Lei mi dice che sono bello, pieno di qualità, equilibrato nelle riflessioni ed attraente: l'uomo perfetto. Io, d'altro canto, l'adoro fisicamente ed intellettualmente. D'un tratto il rapporto si interrompe perché ognuno di noi ha la sua vita. Nel 2010, non so perché, mi viene l'idea di farle un saluto e scopro che, nello stesso istante in cui le invio il messaggio, lei sta organizzando via telefono una vacanza in Italia. Entrambi diciamo: "Che coincidenza, che coincidenza!" In breve? Alla fine ci incontriamo a Sorrento, però per una sola serata. Non riusciamo a baciarci, ma lei torna negli USA con le lacrime agli occhi e la sensazione che insieme, io e lei, saremmo perfetti. La comunicazione continua e, anche una volta fidanzatasi con un tizio, lei continua a scrivere che ha bisogno di tornare da me, perché ha la sensazione che io sia l'amore della sua vita. Questo Settembre (e lei non era più fidanzata) ci siamo incontrati sulla costiera amalfitana e abbiamo trascorso insieme 4 giorni meravigliosi. Cari utenti di psiconline: avete presente il sogno d'amore più bello mai esistito? Io e lei l'abbiamo vissuto: mare, cene a lume di candela. Abbiamo fatto l'amore in due occasioni, ed è stato intenso e appagante per entrambi. Lei mi ha detto che sono l'uomo più sexy al mondo e che so passare a perfezione da una natura passionale ed animalesca ad una natura sensibile, intellettuale. Non vi racconto il mio modo di vedere lei perché è secondario nella definizione della sua psicologia. Dopo quella fantastica avventura, decidiamo di provarci e, nonostante la distanza, nutriamo entrambi serie speranze di vivere un giorno insieme. L'unica ombra è che, seppure ci sia da parte di lei la pianificazione di venirmi a trovare quanto prima di nuovo, allo stesso tempo manca una concreta progettualità sul nostro destino. Io non sollevo spesso l'argomento perché ancora studente e desideroso di rimandare il problema il più possibile. Ma lei? Comunque, ci scriviamo tramite FB tutti i giorni e con enorme intensità. Lei sembra rivelarmi emozioni via via più intense: "Tu sei la prima persona che mi dia la sensazione di poter amare all'infinito," "Mi piace immaginare quando vivremo insieme," etc. Poi, a Natale, qualcosa inizia a rompersi: io, essendo un po' egocentrico e nervoso, qualche volta l'accuso se mi scrive in modo meno passionale o romantico; lei, d'altro canto, si giustifica dicendo che non sa più cosa scrivere e sostiene di aver paura di perdermi, dati i miei sempre più frequenti disappunti. Io, dopo ogni reazione esagerata (nervosa, un po' ingiusta, ma mai offensiva) sono sempre pronto a chiedere scusa e a spiegare con tutto il mio cuore che certe reazioni sono solo il frutto di limiti caratteriali che tento di sfidare e combattere ogni giorno. Facciamo sempre pace, dopo uno scontro, e, immediatamente dopo Natale, il nostro rapporto sembra nutrirsi di un nuovo slancio (il 31 Dicembre si sveglia la notte col bisogno di me e mi scrive "Ti amo"). Finché, un bel giorno... ...un bel giorno lei si fa sentire pochissimo e io le rimprovero di aver cancellato un mio messaggio d'amore su FB; sono duro, ma, come al solito, le chiedo scusa. Lei dopo alcuni giorni mi perdona, ma stavolta, riprende la conversazione in modo freddo, come se io fossi un amico. La cosa strana di quest'ultima ripresa è che svela un intento di maggiore costanza nella comunicazione, da parte sua, ma allo stesso tempo rivela un gelo del tutto nuovo. Un sabato parliamo del suo lavoro, non le piacciono le domande incuriosite che io le pongo su di esso e da quel momento sparisce. La domenica successiva le mando una mail di chiarimento, in cui le chiedo di esprimere i suoi sentimenti. I chiarimenti vengono espressi in chat, lei mi dice: "Io ti amo, ti adoro, ma ho scoperto che siamo troppo diversi per questo, questo e quest'altro". Io le dico che non può basarsi su un tipo di comunicazione del genere per giudicare e cerco di difendere le mie posizioni. Dopo un messaggio particolarmente brillante da parte mia, in cui le spiego che le differenze possono essere stimolanti, lei scrive: "Sei intelligente e diplomatico; per questo ti amo, anche se credi non sia vero. Non lo so, Alessandro, forse sono solo i cinque e più messaggi al giorno che io semplicemente non posso sostenere. Ti adoro, anche se non ci credi. Buona notte." Passano giorni e provo a stupirla con una telefonata. Non risponde. Una settimana dopo le invio una registrazione audio nella quale le spiego che il dialogo è la prima cosa e che sono disposto a rivoluzionare le modalità di comunicazione e ad ascoltare senza esprimere giudizi, immedesimandomi in lei con tutto me stesso. L'ho inviata due giorni fa: niente risposta. Vuole chiudere. Mi piacerebbe un parere da voi in merito a due punti: 1) Cosa pensate sia successo in lei; 2) Esiste un margine di recupero? Se si, quale è la strategia psicologica migliore: la durezza e il rimprovero per le non risposte, la minaccia di allontanamento definitivo, la sopportazione amorevole o il silenzio indeterminato e misterioso? Grazie e perdonatemi ancora per la lunghezza.
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