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KITCHEN

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  1. ..SCUSATE, ho sbagliato l'invio ....stavo scrivendo: a me piace sapere come la pensano gli altri, a cosa si appellano dentro di se', cosa "sentono" nella loro anima...Per litigare non c'è bisogno di usare questo postO. E poi è la cosa piu' facile del mondo litigare ed insultarsi, dare sfogo ai propri istinti verbali di aggressività..Forse serve litigare anche, si', per capire CONTRO CHI E COSA siamo veramente arrabbiati , almeno: io lo capisco davvero solo quando mi arrabbio, e la risposta è (purtroppo) sempre la stessa.Pero' a volte serve anche questo per riflettere: arrabbiarsi. PER AIKON: riguardo al concetto di Tempo: sono d'accordo sul Tempo Interiore della coscienza (il concetto non è mio..) cha vale anche per la terapia, ma credo, per mia esperienza, che se uno/a NON PENSA e NON è piu' preoccupato di quanto durerà la terpia ha già un buon rapporto col terapeuta, con se stesso e con i suoi stessi problemi. Io, per es, ho un pessimo rapporto col Tempo in generale nei vari suoi aspetti.
  2. Si, insomma, direi che, alemo in questo posto "virtuale" di parole scritte da persone "vere" è bello vedere I PENSIERI VERI DI CHI SCRIVE,
  3. grazie dell'intervento, Juditta. Cque nel mio caso non si è trattato di "abbandonare" la terapia come "capriccio di resistenza", ma perchè ho sentito sulla mia pelle che essa non fosse più incisiva nè costruttiva per me, ma in un punto di stallo dovuto alla metodologia del terapeuta, anche se non solo...Per dirla con una metafora: se si vuole abbattere un albero, puoi decidere sì di puntare l'accetta in un determinato punto, ma se poi non s'inclina nè si piega, forse si è sbagliato il punto e bisognerebbe cambiarlo...In fondo dice Freud che il setting e la terapia non la crea il paziente, che, almeno qualche volta, doverbeb aver pur ragione? Questo è ovviamente il mio punto di vista di ora, giacchè non sono affatto serena nel sapere che al momento non ho piu' l'aiuto professionale su cui ho contato e investito economicamente..Infatti io al momento non ho risolto i miei problemi, anche se la lunga (almeno per me)terapia mi ha ovviamente arricchito e diversificato i punti di vista e le consapevolezze. Insomma, per dirla in breve, io vorrei ancora e ancora fare terapia, perchè non sono mai sazia di conoscere la mia interiorità, ma ho dovuto interrompere per motivi "oggettivi dentro di me", e per giunta con un terapeuta che ritengo "bravo", e per motivi forse qui difficili da spiegare se non per tentativi; faccio un esempio: se io ho "un problema" a me charo, e il mio terapeuta mi dice che "non è quella la cosa importante", anche se io la sento tale.....visto che ci si vede da mesi e io lo preciso sempre, perchè non avermene dato atto almeno una volta...? Sai quando senti che "è vero" un qualcosa che lui ti dice che "non è vero" ? Sì, d'accordo, terapia+resistenza, ecc...ma credo che come paziente, tenuto conto della fiducia e del bisogno di capire e vivere meglio, ognuno di noi possa sentire se quel percorso che sta facendo sia "generativo" per se stessi oppure stagnante, come puo' capitare, senza nulla togliere alle buone intenzioni, umane e professionali , delle due parti.
  4. ciao a tutti..sono Kitchen. Ho praticamente letto tutto questo blog in varie settimane, forse mesi(visto che ho trovato che per un po' era stato sospeso). Ovviamente mi interessava l'argomento "terapia" in generale, ma in particolare confrontarmi con alcune di voi, cosa che ho fatto finora "in silenzio" . Anch'io sono reduce da un anno di psicoterapia, ed ora, giusto pochi giorni fa, ho smesso..voglio riflettere un attimo meglio da sola. E comunque ho deciso io, non il terapeuta. In particolare ho seguito i pensieri e le evoluzioni di alcune di voi, in primis Juditta,cosi' riflessiva e razionale, che saluto, e ora Euridice canta il jazz, cosi' istintiva e sentimentale.... Ma anche altre, che purtroppo non scrivono più...Intanto butto sul tavolo il mio primo dubbio: quanto è giusto seguire il proprio "sentire" nel mettere fine ad una terapia che secondo il terapeuta dovrebbe continuare? un saluto a tutti! K.
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