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nabiki

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  1. Ciao a tutti, sono una ragazza di 18 anni. Con i miei amici sono generalmente solare e di compagnia; quando mi capita di affrontare situazioni insolite però, come uscire con gli amici del mio ragazzo, mi chiudo in me stessa. Ieri, ad esempio, ero a una festa di amici del mio ragazzo e non ho parlato praticamente per tutto il tempo. ero al tavolo con una conoscente e altri sconosciuti, inizialmente ho tentato di integrarmi facendo qualche domanda ma quando ho visto che parlavano di loro amici e argomenti a me sconosciuti sono rimasta zitta. rimango in disparte e vengo sempre etichettata come asociale e strana... mi sento fuori luogo. forse perché da un lato mi piacciono le persone strane e silenziose e quindi ho difficoltà ad adeguarmi a ciò che fa la maggioranza come ballare, partecipare a feste, o socializzare tutta la sera. eppure quando sono così sto male! che ne pensate?
  2. Scrivo di getto per sfogo, e per tentare di darmi delle risposte. Ho 17 anni, negli ultimi mesi nella mia vita sono cambiate diverse cose, ho lasciato quest'estate il mio ragazzo col quale stavo da 2 anni e poco dopo mesi mi sono messa con un altro ragazzo. non volevo relazioni inizialmente, ma lui mi era piaciuto fin dal primo istante in cui l'avevo visto, era uno di quei ragazzi con cui speravo fino in fondo che accadesse qualcosa, e trovato per la prima volta nella mia vita qualcuno che mi piaccia veramente e ho deciso di non 'sprecare l'opportunità' e affrontare nuovamente tutti i rischi e paranoie che comporta una relazione. Questo ragazzo mi da veramente tutto, mi sta facendo vivere esperienze che non avevo mai provato prima e gli piaccio (non capisco come) nelle mie stranezze, nella mia emotività e nei miei complessi. Ho quindi anche avuto l'opportunità di frequentare gente nuova, i suoi amici, che sono le tipiche persone che ho sempre desiderato di incontrare e conoscere in quanto ricche di interessi e principi solidi. ora che le ho conosciute, però, mi sento talvolta come 'inferiore'. quando mi trovo in un gruppo nuovo sono riservata, soprattutto se questo gruppo numeroso e di età più grande di me, e non riesco perciò a esprimere le mie potenzialità, gli unici lati che escono di me sono probabilmente solo la timidezza, la riservatezza, la stranezza talvolta... e anche se mostrano atteggiamenti di apprezzamento nei miei confronti non sono soddisfatta, come fanno a trovare interessante una persona così asociale e chiusa? Anche col mio ragazzo presento dei "blocchi emotivi", faccio fatica a esternare i miei sentimenti e a vivermi la relazione senza paure e paranoie. parlandogliene mi ha detto che è anche per questo che gli piaccio, che vuole aiutarmi a superare questi miei blocchi. con la mia 'compagnia' precedente,decisamente più banale e scontata, ero invece però estroversa, sicura, allegra... pur essendo sempre stata un po' timida all'inizio. con il mio ragazzo, con i suoi amici, non riesco invece a sbloccarmi completamente, probabilmente lui non immagina nemmeno quanto sia importante per me, dovendo sempre leggere tra le righe con me e interpretare i miei silenzi. dovrei solo essere felice delle cose che mi stanno capitando in questo periodo, eppure sta succedendo qualcosa in me e non capisco cosa, sento di non aver più un equilibrio preciso, son ormai settimane che barcollo, non capisco più bene chi sono. e anche se passo istanti di felicità con lui, appena lo lascio mi ritornano i conflitti interiori. forse per la prima volta mi sto rapportando con persone più grandi sia d'età sia mentalmente e sento che questa sia una 'sfida' con la mia maturità? oppure non sarò in sintonia con queste persone? grazie se qualcuno ha avuto l'enorme pazienza di leggersi questa pappardella.
  3. Ciao ragazzi! Scrivo semplicemente per confidarmi e ascoltare le vostre opinioni; circa un mesetto e mezzo fa mi è capitato di incontrare/scontrare un ragazzo che lavora in un bar, notando che si era girato dalla mia parte e piacendomi ricambiai il suo sguardo. Da lì in avanti, frequentando la stessa zona, mi ricapitò spesso di incontrarlo e incrociare il suo sguardo... anche se devo ammettere che a volte non ci capitavo proprio per caso Andando avanti la situazione è incominciata a diventare abbastanza strana, ha incominciato a salutarmi (?) e ora ci salutiamo come se fossimo due conoscenti, pur non avendo la più pallida idea di chi sia l'altro. Cosa significa il suo saluto? nella mia città è già tanto se ti saluti con chi conosci, figurarsi con gli sconosciuti non succedendo nient'altro ho pensato che magari ha capito semplicemente che sono ispirata da lui e se ne compiace, e che probabilmente sono io che do troppa importanza a semplici gesti come lo sguardo... voi che ne pensate?
  4. Ciao ragazzi! Scrivo semplicemente per confidarmi e ascoltare le vostre opinioni; circa un mesetto e mezzo fa mi è capitato di incontrare/scontrare un ragazzo che lavora in un bar, notando che si era girato dalla mia parte e piacendomi ricambiai il suo sguardo. Da lì in avanti, frequentando la stessa zona, mi ricapitò spesso di incontrarlo e incrociare il suo sguardo... anche se devo ammettere che a volte non ci capitavo proprio per caso Andando avanti la situazione è incominciata a diventare abbastanza strana, ha incominciato a salutarmi (?) e ora ci salutiamo come se fossimo due conoscenti, pur non avendo la più pallida idea di chi sia l'altro. Cosa significa il suo saluto? nella mia città è già tanto se ti saluti con chi conosci, figurarsi con gli sconosciuti non succedendo nient'altro ho pensato che magari ha capito semplicemente che sono ispirata da lui e se ne compiace, e che probabilmente sono io che do troppa importanza a semplici gesti come lo sguardo... voi che ne pensate?
  5. Non concordo con il pensiero della tua prof. di Filosofia, Roberta15 la libertà è una condizione forse difficile da realizzare, ma non impossibile! A mio avviso essere liberi significa avere una propria linea di pensiero senza badare alla maggioranza, a costo di ritrovarsi solo contro tutti, significa non essere schiavo di nulla: del lavoro, della paura, dell'abitudini, delle persone, della massa. Significa saper stare da soli, sapersi amare, essere liberi è un processo delicato: bisogna essere coraggiosi e stare attenti che la libertà non si trasformi in solitudine; essere liberi infatti non significa essere solitari ma star bene con gli altri mantenendo però un'identità propria ben precisa senza chinarsi al volere degli altri... questo per me significa libertà, l'anima libera esiste, io sto cercando piano piano di sentirmi sempre di più uno spirito libero :)
  6. Concordo pienamente con la risposta di Stefano.or; inoltre ti sei mai chiesto cosa sia effettivamente la NORMALITA'? Non è nient'altro che uno stereotipo, dei canoni radicati nella mente umana: se una determinata cosa corrisponde a queste insulse regole di giudizio viene considerata NORMALE, se sgarra viene considerata ANORMALE. Ma uscire dagli schemi può significare non essere ANORMALE, ma essere SPECIALE... prova a vederla da questo punto di vista! Se pensi veramente che la società si sbagli e non vuoi esserne schiavo non rassegnarti e lotta, 'rifugiarsi' nella droga non è una soluzione e rimpiangerai solamente la vita di ora. Penso che tu debba solo imparare ad accettarti e trovare le persone giuste, io non ti ritengo un matto, e non te lo dico da 80enne ma da tua coetanea.
  7. grazie mille della risposta, vedrò come si metteranno le cose :)
  8. Buongiorno a tutti quelli che hanno la disponibilità di leggere questa pappardella, ho 17 anni e ho deciso di scrivervi per accogliere consigli che possano aiutarmi a capire meglio, nonostante devo ammettere di avere appoggi solidi accanto a me! Dopo qualche riflessione ho preso la decisione di lasciare il mio ragazzo col quale stavo da due anni; l'ho fatto alla luce di alcune risposte che ho trovato dentro di me, ad esempio il fatto di non avere più voglia di trascorrere pomeriggi sola con lui, non sentirne la mancanza, pensare a un altro in certi periodi, trovare irritanti e ossessivi alcuni suoi attegiamenti... insomma mi sono posta una serie di domande e ho pensato che fosse la scelta più sincera per entrambi, inoltre ho deciso di agire prima che lui parta (starà via questo mese) in modo da avere un periodo di distacco che può aiutare entrambi a maturare idee. Il punto è che in questo periodo ho solo domande in testa, e non solo legate a lui, che penso possano aver influito nella mia decisione (esempio: cos'è in fondo la realtà? è giusto immaginare e viaggiare con la mente? oppure è solo una stupida illusione ed è meglio restare coi piedi per terra e distinguere bene tra il possibile e l'impossibile? riguardo le relazioni: è giusto accontentarsi? o bisogna cercare la persona che corrisponde al nostro ideale? ed esiste? esiste un'anima gemella? è normale litigare o significa non trovare un punto d'incontro? è proprio vero che gli opposti si attraggono o alla fine con una persona simile a noi ci si capisce più facilmente? è giusto cercare il meglio? quella relazione che sogniamo nella nostra mente? a volte mi chiedo come sia possibile dire che ami una persona quando al mondo ci potrebbero essere milioni di persone che potresti amare ugualmente o di più se solo le incontrassi, allora secondo questa teoria l'anima gemella non esiste? ci accontentiamo semplicemente di quello che ci capita?). Insomma, la mia mente è una domanda vivente, sono una persona incerta ma ho sempre avuto idee ben definite su molti argomenti. Quello che so è di aver fatto una scelta saggia, non perchè son certa che sia giusta ma perchè so che non ho preso in giro nè lui nè me e anche se difficile mi sono presa le mie responsabilità e non ho scaricato i miei dubbi su di lui... son sempre stata contro le situazioni portate avanzi per abitudine o per paura di cambiamenti, insomma se non va qualcosa agisci e cambiala, e penso di aver dimostrato coerenza con il mio pensiero. Questa cosa mi rende fiera di me perchè in una società dove ormai sta diventando di moda tirare avanti relazioni ogni giorno peggiori per incapacità di agire ho avuto il coraggio di fare qualcosa. Ieri pomeriggio mi sembrava che la mia mente fosse una stazione di domande, ho pensato addirittura di avere dei disturbi psicologici dato che è un periodo che mi sembra che mi si blocchi il respiro, ho tenuto conto che magari potesse essere un disturbo d'ansia. Oggi va meglio, sto prendendo questa crisi come un periodo di crescita dal quale se affrontata bene ne uscirò arricchita e con molte più certezze e che forse a 17 anni è normale avere un periodo con molte domande in testa, penso anche che devo imparare a stare da sola a contare su me stessa e non posso scaricare le mie incertezze su una persona... insomma, voi che ne pensate? la sto prendendo nel modo giusto? è una normale crisi adolescenziale? secondo voi è possibile che in questo mese maturino idee diverse e può rifunzionare col mio ragazzo? spero di aver reso la situazione, purtroppo in questo momento forse non riesco a trovare le parole più adatte... grazie mille in anticipo per ogni aiuto!
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