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anastasja

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  1. E' l'Altro che deve toccare le corde dello psicologo, per non essere tradotto/tradito, per trascinare lo psicolatra oltre ogni risposta, non nella cura ma nella Verità (sempre Lacan)dell'impossibile ricomposizione tra Io e Me. Speriamo di non esserci ca®piti....
  2. Oilà...arrivano i rinforzi, gli sforzi. Bene, meno "siamo" più ci si diverte... P.S. Sono donna, è Lis che - probabilmente non paga di essere fake a se stessa ( e torniamo a Lacan) o sui forum - mi crede uomo. E' un suo inconfessato desiderio...
  3. E allora perchè ti stizzisci e rispondi a chiappe strette? A questi monologhi però non manchi mai di rispondere, mortificandoti nella persuasione di essere "tu" a rispondere, nell'allucinazione poi di rispondere a "qualcuno"...Comicissima, te la canti e te la (o te le) suoni...
  4. Stizziti Lis e Ste, i nostri Gianni e Pinotto di Psico-foro...ma divertentissimi i duetti.
  5. Ecco infatti il grande successo della psicanalisi - o della presunta tale - a parte rare eccezioni come Lacan, Winnicott, Bion, R.D.Laing e più recentemente Mark Epstein e qualche altro. Il grande successo di una pratica in cui, per dirla ancora con Nietzsche (filosofo ma finissimo psicoanalista, che a differenza degli "psicolatri" non arrestava l'opera di scavo...)"il rimedio è peggiore del male"....
  6. Bravo...in quanto se approfondisse tali convinzioni - e prima fra tutte quella di essere un soggetto che ha delle convinzioni - le vedrebbe vanire insieme al primo in una catena di determinismi e condizionamenti senza fine, ciascuno dei quali rimanda sempre ad altro ed oltre, in un'alienazione incessante. "Colui che pensa profondamente - fino a scoprire che lo stesso soggetto del pensiero non è altro che un pensiero impermanente - sa che ha sempre torto, qualunque cosa pensi" (F. Nietzsche). In tal senso vera psicanalisi è, dall'etimo, dissoluzione della psiche, del soggetto, dell'anima e della sua volontà propria. E non l'intrattenimentazzo segaiolo di quattro fessi sui "loro" problemi
  7. Come Kraus dell'ASL sei fesso davvero...non è una teoria, non c'è alcuno ad esporla, non un "io" o un "loro" se non in proporzione al credersene autori. Se si facessero scudo della "teoria da me esposta" la dovrebbero utilizzare per dichiararsi non autori ma in quel caso sarebbero doppiamente fottuti. Passa a Cioran, va....
  8. Lis, ti assolvo dalla responsabilità delle minchiate che scrivi. Davvero non è roba tua, nemmeno tu sei tua, solo un aggregarsi accidentale di pensierucci casuali, non tuoi, ai quali fai precedere il pronome "io" - solo un altro pensieruccio - per persuaderti di essere autrice e soggetto di qualche dire. Piuttosto dovresti togliermi tu una curiosità: utenti con 24.000 messaggi e seduti su questo cesso da 6 anni sono automaticamente, per anzianità, immuni dallo sparare stronzate a raffica e dunque non criticabili?
  9. Daiiii Lis...allora sei di coccio, ancora persuasa di essere "tu" l'autrice di ciò che scrivi, che ciò che scrivi siano parole "tue", di essere una scrivente e non una di-scritta, ancora convinta di esistere in proporzione a quanto scrivi e non viceversa. Copia-incolla di te stessa o meglio affannata a mantenere in vita l'illusione di una "te stessa" (mai la stessa..)incollando sul tuo nulla, sul nulla di ogni "te" dei gargarismi che chissà da dove provengono, condizionamenti e contenuti mai te, mai "tuoi". Idem per il guitto che si è scelto Kraus come avatar, autore (di che?) sopravvalutato e parolaio da mercataglia letteraria. Per dare un culo alla tua faccia o una faccia al tuo culo almeno scegli roba di qualità, chessò, un Emile Cioran ad esempio....
  10. (io) invece glisso sulle minchionate che tu ed il guitto Ste partorite, sparlati dal Linguaggio
  11. anastasja

    stare da soli

    Infatti, a volte è proprio quell'io, quella folla di pensieri compulsivi, di contenuti psicologici che nemmeno ci appartengono, che "ci" pensano nostro malgrado, a costituire una solitudine plurale sfiancante e sterile...
  12. Mitico, ma è su quell'"io" che si casca. Meglio un'altra glossa lacaniana, questa è di Carmelo Bene (dunque ovviamente "non" è di Carmelo Bene ): "Chi dice d'esserci è co.....e due volte: primo perché si ritiene Io, secondo perché è convinto di dire; è co.....e una terza volta perché è convinto di dire quel che pensa, perché crede che quel che pensa non sian significanti, ma sian significati, e che dipendano da lui, ma Lacan ha insegnato: "il significato è un sasso in bocca al significante".
  13. Più di quanto si creda. Il "qualcosa" di cui il desiderio è mancanza non è come potresti pensare in base alle tue esperienze, quello della trousse per il trucco, la scarpina con tacco 12 o il mendicare attenzione o affetto. E' mancanza ad essere, in pratica il signor Lacan ti sta dicendo che non esisti, che non sei parlante ma (s)parlata, non sei un soggetto di alcunchè ma solo un discorso d'Altro e d'altrove, un vuoto ansimante che produce rumori che presume "suoi". Appunto il linguaggio non è nell'essere parlante ma semmai viceversa...
  14. Lacan è strutturalista. Per lui l'inconscio è strutturato come un linguaggio, ma un linguaggio sempre d'Altro, è un Altro che parla nel "nostro" parlare, una domanda (che è sempre domanda d'amore)che nasce dallo scarto, dalla frattura che il bambino patisce tra Io e Sè, un fondo incolmabile. Il bambino chiede, chiede all’Altro materno, l’Altro che gli è a più diretto contatto, che vengano soddisfatti i suoi bisogni e che venga risposto alle sue domande, o meglio alla sua unica domanda, mascherata da mille altre domande: appunto una domanda d’amore, di desiderio dell’Altro, perché è il desiderio (che sta «al di là della domanda») dell’Altro che dà un senso al bambino, che lo fa riconoscere, che lo fa sentire l’unico, insostituibile. Quindi il bambino domanda all’Altro che questo gli riconosca la sua particolarità, che gli doni il suo desiderio: desidera il desiderio di lui che sta nell’Altro. Ma perché il soggetto desidera proprio il desiderio dell’Altro? Per il semplice fatto che potrebbe non essere desiderato. Sotto questa luce, il desiderio risulta essere una mancanza di qualcosa, ciò che Lacan definisce «mancanza ad essere».
  15. anastasja

    E' paranoia?

    Se scrivi ancora un post come questo ti spacco la faccia!!!
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