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dawes

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  1. io ti consiglio di iniziare, prova almeno il primo anno e vedi com'è. il tuo non è un caso di nausea verso ciò che studi, come prende a molti durante la carriera universitaria (e io ne so qualcosa...), perchè ancora non hai studiato niente (anzi hai pure passato il test che non è da poco), quindi l'università non c'entra. prova anche ad andare a vivere fuori sede, che per esperienza personale all'incontrario (cioè mi sono reso conto tardi che staccare il cordone ombelicale sarebbe stato molto meglio) ti consiglierei nel frattempo cerchi di risolvere questa situazione che mi pare di capire che dipenda da altri fattori
  2. no perchè doveva servire per altro, per sbloccare la mente come diceva lui, non è certo un metodo di redazione che posso usare per tutto (anche perchè vai da un professore a dirgli che gli porti i capitoli in ordine inverso...) comunque l'idea che mi sono fatto è che il terapeuta mi abbia aiutato per alcune cose ma non per tutto, cioè mi sia servito per archiviare alcuni pensieri negativi ma non per affrontare il problema principale. il fatto è che questi pensieri negativi, queste paure, questa sensazione di disagio, l'ho sempliecmente messa da parte e ogni tanto torna a farsi sentire, non l'ho affatto sconfitta! ad esempio oggi sono stato in università, continuavo a sentirmi un imbecille e appena ho intravisto un mio ex compagno ho cambiato strada perchè di questa situazione, del mio ritardo, mi vergogno profondamente!
  3. qualcosa si è mosso, fortunatamente. non riesco a capire bene quale sia stata la molla che abbia fatto scattare il meccanismo, ma ho ripreso in mano la situazione, perlomeno quella legata alla tesi. il resto ho deciso di metterlo da parte almeno per questi mesi. forse ho iniziato a essere davvero stanco della situazione stantia in cui mi ero cacciato, stanco di vedere i miei ex compagni andare avanti ed io rimanere fermo al palo. l'unico timore che ho è quella di una ricaduta, d'altronde mi era capitato anche a inizio anno di approcciarmi alla tesi con entusiasmo e vigore, per poi bloccarmi.
  4. sinceramente non lo so, o meglio so che è cambiato il modo di pensare, nel senso prima sapevo di dover studiare e terminare gli studi, e volevo farlo nel migliore dei modi per assicurarmi (quanto meno provarci) un buon futuro, un futuro nel quale riuscivo a vedermi con abbastanza facilità; quando ho iniziato ad avere nausea di tutto ciò che stava attorno a me ho incominciato a non vedermici più in quel futuro, e praticamente mi sono buttato via come se non mi importasse più niente, perchè sospettavo -sospetto- di non essere più all'altezza dei miei coetanei e del mondo esterno. quello che non capisco è il rapporto di causa-effetto in questa situazione, quale sia la causa e quale l'effetto, e come uscirne
  5. dawes

    stalking

    non ho capito se sei certa che sia lui oppure no; comunque la questura farà gli accertamenti del caso. quanto ai tuoi timori di rovinargli la reputazione, li trovo secondari rispetto alle tue paure: oltretutto è un avvocato e quindi dovrebbe conoscere quello a cui va incontro, e questo rende il suo comportamento ancora più grave perché vuol dire che non è affatto intimorito da eventuali conseguenze. perchè, per iniziare, non provi a cambiare numero?
  6. sempre, però mi è servito da stimolo in ogni occasione: ora invece è un blocco tremendo!
  7. per la cerità la situazione non si è ancora sbloccata, come se la mia testa non fosse più in grado di pensare a tutto quello su cui ho lavorato per 7 lunghissimi anni. quanto alla sensazione di inadeguatezza, non credo dipenda dalle istituzioni scolastiche o universitarie, dipende tutto da me e dalla mia eccessiva severità nei miei confronti
  8. pensa che nonostante l'avessi scelta come ripiego per il fallimento del test d'ingresso a medicina, negli anni passati ho amato questa facoltà, e pensavo che sarei stato perfetto (a dire il vero me lo dicevano più gli altri, sebbene ogni tanto lo pensassi pure io, e poi i risultati erano a mio favore). poi di colpo, boom, nausea totale! il problema è che questa situazione mi ha messo in testa l'idea di essere inadeguato non solo per quello che avrei pensato di fare, ma anche per tutto il resto, per qualunque altra occupazione!
  9. mi ha dato da fare degli esercizi a casa (ho scoperto che non a caso si chiamano homeworks), cioè un lavoro di concentrazione sui pensieri negativi per mezz'ora al giorno (successivamente sono diventati 5 minuti obbligatori al giorno, e poi 5 minuti solo se si fosse ripresentato qualche pensiero), scrivere quello che secondo me avrebbe potuto continuare a danneggiarmi e quello che avrei potuto fare per peggiorare la situazione. per superare lo scoglio della tesi dovevo scrivere un'ipotetica ultima frase che avrei potuto mettere nella redazione finale (quindi, non una frasetta banale fatta solo per eseguire il compito a casa) e dopo, visto che a parere suo ci ero riuscito brillantemente, il capoverso che avrebbe portato a quella frase, procedendo quindi all'indietro; quest'ultimo compito, però, l'ho disatteso perchè dal punto di vista strutturale e logico della tesi mi veniva quasi impossibile, così d'accordo con lui avevo deciso di provare a riprendere il filo del discorso che avevo interrotto mesi fa. ovviamente l'esperimento non è andato a buon fine, il tempo è passato e ho continuato a rimandare e rimandare, per cui adesso non mi resta che tornare alla sua proposta, per quanto mi sembri strana da realizzare. la mia più grande paura è quella di non riuscire a risvegliare la mia testa dal torpore in cui è caduta: prima facevo sacrifici, e ottenevo dei risultati, che adesso mi sembrano fantascienza
  10. buonasera, sono uno "studente" di 25 anni in giurisprudenza, ho 2 fratelli molto più grandi di me di 18 e 14 anni(uno è avvocato e molto scontento del suo lavoro, la sorella vive all'estero con la sua famiglia da molto tempo), i miei genitori sono in pensione da molti anni. Sono Timido e introverso da sempre, forse anche per aver frequentato ragazzi più grandi di me (ho fatto la primina per cui capitava anche di trovarsi in classe con ragazzi bocciati di due anni più grandi), ho sempre odiato il mio aspetto fisico (mi vedo troppo basso, esile e poco attraente nonostante sia conscio che i mostri siano altri). Il problema attuale è che sono fuoricorso di due anni: non ho mai avuto problemi di studio fin dalle elementari, all'università avevo una media alta (tra il 28 e il 28,5), capacità di comprensione/ memorizzazione ed esposizione superiori ai miei colleghi, per me adnare a dare gli esami rappresentava una sfida che volevo vincere a tutti i costi, e quasi sempre ci riuscivo (non ero un robot, a volte fallivo ma mi rialzavo sempre meglio). A partire dal 4° anno ho iniziato a calare nelle prestazioni, studiavo in maniera sempre più approssimativa, svogliata e distratta, essendo pieno di dubbi e paure su quello che avrei potuto fare nella vita; ho terminato gli esami a fatica da quasi 10 mesi ma non riesco a scrivere la tesi, ho un blocco che non è quello classico dello scrittore, ho paura di fare un lavoro che sia mio e quindi personale, per cui semplicemente non riesco a mettermi al computer (l'attività di ricerca delle fonti invece l'ho fatta bene) perchè penso che farò una schifezza. Nel frattempo vedevo compagni di facoltà molto meno dotati di me laurearsi brillantemente e iniziare a lavorare, il tutto accompagnato da stabili relazioni sociali. mi sono rivolto alla psicologia breve-strategica ma non sta portando molti frutti. la situazione inizia a essere veramente pesante tanto da farmi credere che dopo 7 anni e la fine degli esami non riuscirò comunque a laurearmi. In famiglia e gli amici pensano che stia solo divertendomi a fare il mantenuto, ma io vorrei con tutto il cuore superare questo problema per iniziare a lavorare e costruirmi una vita, ma non ci riesco! il problema, come dice lo psicoterapeuta, è che io ho paura del mondo esterno, ho paura di mettermi in gioco perché non credo in me stesso e mi sento un incapace, e giro intorno al problema della tesi perchè rappresenta un momento di passaggio dal rassicurante mondo familiare in cui mi sono ritrovato come “ospite” ad uno che ancora non esiste e che devo costruire da solo. Se penso a quando, dopo i primi esami, ero soddisfatto di me e mi vedevo già in un brillante futuro, mi viene da star male all’idea di stare sprecando tutto!
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