Grazie per le numerose e pronte risposte allo stimolo.
Cari unmatoparavos e aioblu,
La fantasia che ho fatto circa la risposta che una redazione di giornale dovrebbe dare fa parte di una etica professionale che tiene conto dei valori umani al di la e a prescindere da interessi particolari o di categoria.
Il bel film "Good nigth and good luky" ce ne da un esempio.
Si tratta della formazione di una coscienza libera a cui dovrebbero concorrere la scuola e la società civile più civile. Nel giornalismo, poi, non bisognerebbe avere padroni da servire altrimenti si tratterebbe di asservimento a questo o a quel potere. Negli USA, nonostante una cultura giornalistica dominata dall'eccessivo liberismo, ci sono voci libere che si autofinanziano, ovvero si finanziano con i soldi donati dalla gente comune. Questo esempio non viene seguito in Italia. Ma fino ad un certo punto noi profani dobbiamo occuparci di giornalismo.
L'altro aspetto che cogliete, cioè quello connesso con la malaeducazione di un fruire del mezzo televisivo, è pure esso collegato a quella che ho definito la cultura della coscienza sociale.
Ebbene, se ciascuno di noi si sente libero ha il sacrosanto diritto (quasi un impulso) a eccepire, a dialogare e far sentire la propria voce. Penso che dovremmo essere numerosi ad esprimere il dissenso più forte e deciso per forme di comunicazione che annichiliscono e deformano queste coscienze. Spetterebbe alla televisione di stato questo compito ma le contraddizioni sono numerose come ad esempio accade per il pericolo del consumo dell'alcol e le campagne pubblicitarie che lo stesso stato finanzia e favorisce anzichè preoccuparsi della salute pubblica.
Il mio non è uno sfogo qualunquista; è una severa critica a come in primis lo stato gestisce queste contraddizioni.
Saluti