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mrrocco84

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  1. mrrocco84

    Abilità sociali

    Buongiorno, Vi scrivo per avere un vostro parere in merito alla mia vita in questi ultimi quindici anni. Ho quasi trent’anni e da quando ne avevo quattordici ho fatto una vita in solitario, mi spiego meglio. Vengo da un paesino del sud Italia, e da quando ho capito che gli amici d’infanzia con cui ho riso e scherzato assumevano con me una doppia faccia ho scelto di distaccarmi dal gruppo. Ancora oggi non mi pento di quello che ho fatto – sapendo il tipo di persone che sono diventate – ma tutte le volte che ci ripenso mi prende una rabbia che mi fa restare sveglio tutta la notte. Rabbia per non essere riuscito ad affrontare la situazione, rabbia per la mia immaturità di allora, da quattordicenne che ero sono arrivato a trent’anni senza uno straccio di amico e di ragazze neanche l’ombra. Di carattere sono sempre stato timido, anche che se con gli anni crescendo la situazione è cambiata in meglio, da che ho ricordo una buona parte di me preferiva stare a casa a giocare con le costruzioni o a guardare un buon film anzichè uscire con i miei coetanei questo alle elementari, ricordo che i mie genitori per mandarmi alle feste dei compleanni mi dovevano trascinare con la forza. Ero un ragazzo di poche parole ma che amava la compagnia. Dai quattordici anni in poi ho tagliato i ponti con amici e il resto del mondo. Quando dico col mondo mi riferisco al fatto che avendo un viso molto particolare sono sempre stato deriso – tutto questo comunque in fare adolescenziale – a dieci anni di questi problemi non me ne facevo, ormoni che schizzavano alle stelle il corpo che cambiava, hanno conferito in me un aspetto che non passa di certo inosservato. Questa mia scelta di distaccarmi dal gruppo insieme al corpo che cambiava e all’impossibilità, l’incapacità di trovare nuovi amici mi ha portato a chiudermi in casa, col solo scopo di chiudermi ancora ulteriormente in me stesso e avere come unico contatto col monto un monitor e una tastiera. Tutto questo ha provocato in me ansie e paure nei confronti del mondo e delle persone, creandomi moltissime difficoltà a livello di interazione sociale e cosa più grave gravissimi problemi scolastici. Il fatto come già detto di essere stato deriso – succede ancora oggi – per il mio aspetto più la nomina di persona strana mi hanno portato anno dopo anno a detestare il liceo e lo studio. Fortuna ha voluto che dopo essere stato bocciato mia madre prese la decisione di farmi iscrivere a un liceo – mia prima scelta al terzo anno di medie – un liceo artistico, dato che fin da piccolo sono sempre stato abbastanza creativo e nel disegno ero abbastanza portato, cambiai liceo e diciamo che le cose a livello scolastico andarono sempre migliorando fino addirittura ad arrivare a iscrivermi all’università, specialistica master e tutto quello che mi si prospetterà il futuro. Tutto questo comunque era accompagnato da un impoverimento a livello sociale, i compagni di liceo erano delle spine nel fianco come sempre ma almeno ero felice e comunque i compagni erano meno bastardi rispetto al passato. Amici nemmeno l’ombra, ormai in me era scattata qualcosa, come se essere solo fosse una cosa normale, tornavo a casa e studiavo, coltivavo i miei interessi e quasi sempre in solitudine restavo a casa anche il fine settimana. Di ragazze no sapevo nulla, come approcciarmi zero e se notavo che interessavo a qualcuno non facevo nulla, anche se avevo le mie sbandare, ma finivano li, l’idea di avvicinarmi neanche mi sfiorava. Voglio precisare che in famigli soffriamo di depressione e anch’io da qualche anno a questa parta lo sono ma con l’unica differenza che non prendo antidepressivi – dopo quello che anno passato i miei famigliari ho scelto di evitare di imbottirmi – mettiamoci anche che questo mio carattere schivo e riservato in parte l’ho preso da mia padre, figura presente fisicamente ma come personalità debole, l’esempio e l’affetto lo dimostrava e lo dimostra spaccandosi la schiena di lavoro, ma a livello sociale come il sotto scritto, povero, con amici sbagliati – anche se negli ultimi anni ha trovato degli amici, amici veri e sinceri – restando comunque sempre quel tipo di persona poco socievole o per meglio dire di poche parole, ma ormai gli amici sanno che tipo di persona è, la sua semplicità gli ha dato gli amici veri, mia madre al contrario è molto socievole e credo di aver preso da tutte e due le parti anche se non si direbbe. D’altro canto ho una madre dal carattere fin troppo apprensivo e emotivamente paurosa di tutto, anche per cose banali come fare un tragitto in autostrada, ansiosa come mia nonna e con gli anni peggiora sempre di più. Tra l’altro questo modo di fare, le ansie le paure me le ha trasmesse, si è radicato talmente tanto dentro di me che per anni ho nascosto di avere problemi di salute, perché avevo paura, senza avere il coraggio di andare da un medico a farmi vedere, con il risultato che la mia salute è peggiorata negli anni ma almeno grazie al cielo adesso è stabile. Ansie, paure, incapacità di relazionarmi sono le eredità che mi sto portando da anni anche se da qualche anno mi sono stancato di avere paura, pian piano mi sento, anche grazie al fatto che studio nella capitale e i mie genitori li vedo per le vacanze, mi sento più maturo e ho smesso di farmi problemi che si addicono a un ragazzino – anche se fa male essere ancora derisi soprattutto per il mio aspetto alla mia età – ma sento che a livello di interazione sociale sono rimasto quel ragazzo solitario che però vuole stare tra la gente. Tempo fa lessi che il mio problema si potrebbe ricollegare a quelle abilità sociali che si insegnano fin dall’asilo. Lessi queste parole “abilità sociali” e approfondendo ho capito che più stai a contatto con persone più si impara a stare tra loro. Non posso dire di averci provato, sento che qualcosa mi frena, non riesco a fare le semplici cose basilari, tipo dire un buon giorno, risultando essere apatico, distaccato, fuori dal mondo. Una delle ultime cose mi hanno detto di recente e che vivo in un mio mondo, che sono strano ma strano forte, e risulto persino maleducato a tratti, dico cose imbarazzanti nel momento sbagliato, mettendo a disaggio le persone. Questo comunque essere sinceri mi aiuta perché così smetterò di fare gli stessi errori. Tutto questo può sembrare che tutto si possa ricollegare alla sindrome di Asperger, ma onestamente non saprei che dire, io da ragazzino ero spensierato, ma facendo mente locale e ripensando al passato mi sono accorto che anche quando ero più piccolo c’era un menefreghismo verso il prossimo, ricordo un episodio di una mia compagna di classe che voleva mettersi con me ma io già ero solitario, stavo nel mio mondo, creavo castelli con le lego, dipingevo, poi arrivare a capire che si era presa la classica cottarella era impresa impossibile e pure i miei coetanei a dieci anni queste cose le sapevano, sentivano quell’attrazione tipica dei bambini, sentivano che stava succedendo qualcosa al loro corpo, e io ci sono arrivato si può dire dieci anni dopo a fare questi ragionamenti. Tutto questo per dire che arrivati alla soglia dei trenta, faccio fatica ad alzarmi la mattina, gli ultimi esami universitari si stanno rivelando un impresa complicata e questo lo detesto perché se ce una cosa che odio è vedere i miei sogni, i mie studi andare a farsi fottere. Ho scelto di coltivare i mie talenti le mie passioni di ragazzino – fin da piccolo ho sempre saputo cosa volevo fare nella vita – l’ho fatto iscrivendomi ai corsi universitari a cui ero interessato ma adesso vedere che il mio unico chiodo in testa non è più lo studio mi sta facendo crollare definitivamente. Quel poco di sicurezza che ho acquisito negli anni la devo ai miei successi accademici e devo confessare che i primi anni sono stati complicati, sulla scia della mia situazione passata fare un esame davanti a tante persone è stato traumatico ma con gli anni il problema si è ridotto completamente. Sto crollando fisicamente che mentalmente, mi mancano gli amici, il contatto con una ragazza, fare l’amore con una ragazza, guardarsi negli occhi, senti che sono cose importanti ma di più capisco che è come parte dell’essere al mondo e fare certe esperienze è più che vitale, ti da un senso in più per stare al mondo, non è una esperienza quella che fai è di più. Vorrei avere una vita piena di persone che mi accettino così come sono ma ogni volta che provo a fare un salto di qualità vengo scacciato. Mi sento continuamente dire sei strano, posso essere una buona amica, sei matto, sembri un cadavere ma io non ci sto, sono stanco, nessuno mi da la possibilità di farmi conoscere, mi guadano e mi giudicano per come sono esteticamente, e se qualcuno ci prova a conoscermi poi scappa quando cerco di aprirmi ed essere me stesso. Quindi in poche parole non attiro ne fisicamente ne mentalmente o almeno mi mancano gli strumenti per farmi piacere. Ho scritto troppo ma troppo tempo è passato e l’ho fatto passando le mie giornate con me stesso. Io non mi sento di essere maturato a pieno, sento che qualcosa mi manca e questo i miei coetanei di oggi lo sanno e lo notano, sono un pesce fuor d’acqua ancor più di ieri e per questo che ho rabbia quando penso a cosa ho fatto, ad averlo saputo che avrei passato una vita così forse quel maledetto giorno in cui ho chiuso la porta a agli amici di un tempo, forse non dico che avrei cambiato idea ma sicuramente mi ci sarei fermato un attimo a riflettere ma dato che come ho detto all’inizio, sapere che quei ragazzi a cui ho chiuso le porte hanno fatto delle brutte fine mi fa stare meglio ma adesso vorrei sapere da voi cosa pensate di tutto ciò. Chiudo col dire, che mi hanno sempre additato come uno senza amici, solitario, ma mi piacerebbe sapere cosa penserebbero quelle persone nel sapere che quel mostro che sono diventato, anche se non mi reputo tale, cosa penserebbero se dicessi loro che quel mostro l’ho creato io, la solitudine che mi sbandierano tutte le volte che torno al paesello l’ho creata io e non viceversa, cosa direbbero se dicessi loro che quella solitudine me la sono creata per difendermi da persone orribili, arroganti, con una rabbia che solo averla assaggiata una volta mi è bastata ma che quella rabbia oggi, negli anni ha passato il testimone a me, solo e solo solitudine che mi ha distrutto annientandomi come persona, come si comporterebbero se dicessi loro la verità, nel mio cuore cosa direbbero io lo so già e forse anche chi leggerà queste parole. E comunque non ho soldi per farmi vedere da un professionista, ricordo che sono uno studente e i miei fanno sacrifici e quei soldi che arrivano bastano appena. Grazie anticipatamente.
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