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solepioggia

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  1. Ciao, cara. Vedo tanta sofferenza nelle tue parole e secondo me non è giusto quello che stai subendo in primis da parte di tuo marito. Non vorresti provare a mettere le cose in chiaro con lui? Le tue preoccupazioni mi sembrano legittime e giuste, ingiusto mi sembra che tu venga esplicitamente messa da parte in ogni decisione che riguarda il ragazzo. Almeno tuo marito potrebbe tener conto delle tue opinioni, anche se tu non avessi le competenze che hai in campo educativo, ma perchè sei la sua compagna, e quindi non puoi essere esclusa da una parte così importante della sua vita. Giusto?
  2. Ciao. Volevo dirti che anch'io capisco le difficoltà che provi. Trovo in parte criticabile l'atteggiamento di tuo marito, che non affrontando la situazione scarica, in pratica, ogni responsabilità su di te. Probabilmente farebbe così anche se fossi tu la madre biologica del ragazzo. credo anch'io che sarebbe necessario: a)fare presente al ragazzo le difficoltà "igieniche" della situazione, chiedendogli di tenere presente anche i tuoi problemi di salute. b)stabilire alcune regole. Secondo me tutto questo lo farà sentire più responsabilizzato, il che significa più adulto, e gli darà anche dei limiti. In realtà i ragazzi, se non vengono loro posti limiti di alcun tipo, si sentono anche un po' persi. L'affetto significa, in fondo, stabilire dei legami, e quindi anche dei limiti. E solo con dei limiti sarà possibile costruire un affetto. Non dico che le cose si risolveranno in un attimo, ma col tempo potrebbero notevolmente migliorare. Ed è doveroso anche da parte di tuo marito tenere conto delle tue difficoltà, delle tue sofferenze, e affrontarle. Vista l'attuale situazione, e il comportamento deresponsabilizzato di tuo marito, mi sembra molto normale il tuo rigetto nei confronti del ragazzo. mi sembra molto comprensibile anche il tuo titolo "il figlio di un'altra", che non fa altro che rivelare candidamente le tue difficoltà ad accettare la permanente traccia di questa donna nella vita del tuo uomo. Per me è una cosa normalissima, che vivo in prima persona, come racconterò tra poco in questo forum. La "mistica della maternità" è ancora considerato un valore molto forte nella nostra società, e per una donna essere esclusa da ciò che è ritenuto "normale" (la classica famiglia mononucleare) è ancore molto doloroso, proprio perchè pone in conflitto con quella che è stata insegnata come "via maestra" dell'affettività. Chi non ha visto nel viso di un bambino, o di un ragazzo,i lineamenti del proprio uomo mischiati a quelli di un'altra donna, non può giudicare: non sa che razza di dolore lancinante si provi. Può, certo, dare consigli, ma deve sbarazzarsi di ogni inutile atteggiamento giudicante. Non vi sembra che le donne, se madri perchè sono madri, se non madri perchè non lo sono, siano già abbastanza colpevolizzate?
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